giovedì 29 marzo 2012

Porta un libro in foresta


Le iniziative

C'è una relazione particolare tra biblioteca San Giorgio, il Giardino Zoologico di Pistoia e la piccola comunità che vive nella foresta di Berenty, nel sud del Madagascar. A testimoniarla saranno una serie di iniziative ospitate nella biblioteca pistoiese a partire da domani , quando si aprirà una mostra negli spazi espositivi dal titolo "Porta un libro in foresta" con foto e materiale per accendere l'attenzione sul Madagascar e sulle problematiche di conservazione delle foreste e dei suoi abitanti. L'iniziativa è organizzata dal Giardino Zoologico in collaborazione con il Comune di Pistoia.
Le vetrine dedicate all'esposizione avranno come protagonisti temi quali la biodiversità del Madagascar, la ricerca scientifica su campo, l'importanza della foresta come fonte di principi attivi per la cura di malattie, con il bellissimo esempio della Pervinca rosa del Madagascar. Particolare spazio sarà dedicato al processo di scolarizzazione in atto nel villaggio all'interno della Riserva di Berenty e finanziato dai Giardini Zoologici partner del progetto e infine il ruolo che ciascuno di noi può assumere in modo diretto facendo arrivare un libro in foresta.
L'iniziativa è partita dalle ricerche che il dipartimento di Primatologia dell'Università di Pisa conduce da quindici anni sulla comunicazione olfattiva dei Lemuri catta, una specie di primati diffusa soltanto in Madagascar. Gli studi sono iniziati dalla colonia riproduttiva presente al Giardino Zoologico di Pistoia e sono proseguiti poi in Madagascar grazie anche al contributo di altre istituzioni zoologiche italiane. Dal novembre 2006 la spedizione di Primatologi ha potuto seguire le colonie di lemuri nella Riserva di Berenty. I risultati conseguiti sono oggi importanti punti di riferimento per la conoscenza di questa specie e per la sua tutela. Al progetto di ricerca è stato affiancato un progetto di scolarizzazione dei bambini che vivono nel villaggio all'interno della foresta, anche perché la tutela dei fragili habitat e della biodiversità del Madagascar passa anche attraverso la crescita culturale ed economica dei suoi abitanti. Da qui è nato il progetto "Porta un libro in foresta", che mira alla costruzione di una biblioteca per far crescere i bambini locali permettendo loro di conoscere sempre di più il valore della loro terra e imparare a proteggerla, grazie all'aiuto di tutti i turisti che si recheranno in Madagascar.
Accanto alla mostra, che resterà aperta fino al 30 aprile, non mancheranno le attività collaterali. Per tre giovedì consecutivi, a partire dal 12 aprile, sempre alle ore 17, il laboratorio delle biodiversità del Giardino Zoologico di Pistoia curerà "Quando la foresta ci racconta una favola", laboratori per bambini da 5 a 10 anni (sarà necessario prenotarsi). Il 14 aprile alle 15.30 nell'Auditorium Terzani, sarà la volta dell'incontro "Viaggiare, scoprire, capire... noi stessi e gli altri primati", con l'intervento di diversi scienziati delle università toscane e del Cnr. Lo rende noto il Comune di Pistoia.
Fonte: AGENPARL

I benefici dell’Unione Europea e dell’Euro


Le iniziative in Italia per i giovani

Nel 2012 l'Euro compie dieci anni e fra le celebrazioni in programma a Roma occupa un posto speciale la Settimana della Cittadinanza europea e dell’educazione finanziaria, promossa dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo, dal Dipartimento Politiche Europee, dal Ministero degli Affari Esteri, collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per la Gioventù, con il Ministero dell'Economia e delle Finanze-Dipartimento del Tesoro, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, l'ABI e l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Da lunedì prossimo, 26 marzo, e fino a venerdì 30 cinque importanti sedi istituzionali di Roma - lo Spazio Europa, presso la sede italiana del Parlamento e della Commissione Europea; Palazzo Altieri, sede dell’Associazione Bancaria Italiana; Explora – il Museo dei Bambini di Roma; la Zecca dello Stato e la Scuola dell’Arte e della Medaglia - ospiteranno iniziative formative rivolte agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, mettendo a loro disposizione gli elementi basilari dell’economia e delle modalità di gestione responsabile del denaro. I percorsi formativi sono stati differenziati tenendo conto dell’età e delle esigenze degli studenti e sono caratterizzati da una metodologia didattica innovativa che prevede, a seconda dell’età e della sede, lezioni condotte da animatori ed esperti di economia e finanza, visite guidate, laboratori e giochi didattici.
Palazzo Altieri. Le scuole secondarie di I grado saranno impegnate a Palazzo Altieri (sede dell’Associazione Bancaria Italiana) in lezioni più articolate tratte dal programma didattico “L’IMPRONTA ECONOMICA Junior” di PattiChiari e condotte dagli esperti della Banca Popolare di Bergamo. Il programma invita gli studenti saranno a riflettere sulle principali funzioni della finanza e sul loro impatto nella vita quotidiana: temi come il flusso del denaro, la gestione dei risparmi, i consumi consapevoli, il funzionamento delle banche e i sistemi di pagamento, le funzioni della finanza e il ruolo delle assicurazioni, trovano un  collocamento concreto, vivace e stimolante capace di coinvolgere i ragazzi su una materia generalmente considerata ostica. Il programma prevede una esercitazione pratica finale che invita, con il concorso “Un’impresa a quattro zampe”, a simulare attraverso un software online, l’elaborazione del bilancio di un canile e lo sviluppo di un progetto di raccolta fondi.
Il Museo dei bambini. Le classi delle scuole parteciperanno alle lezioni tratte dal programma “L’impronta economica Kids” di PattiChiari presso Explora – il Museo dei Bambini di Roma, dove gli esperti di banca spiegheranno ai bambini il “valore” del denaro e della legalità, insegnando loro i principi di una gestione seria e responsabile, per sé stessi e per la comunità, in un’ottica di cittadinanza consapevole. Al termine delle lezioni i piccoli potranno divertirsi con il percorso gioco “ECONOMIAMO”, realizzato da PattiChiari, cimentandosi con il ciclo lavoro- guadagno-spesa-imposte-donazioni.
Spazio Europa. Presso lo Spazio Europa le classi di scuola secondaria di II grado realizzeranno percorsi ludico-educativi che le aiuteranno ad approfondire la conoscenza dell'Unione europea, della sua storia e delle sue politiche, in modo divertente e interattivo tramite giochi, quiz e filmati. Potranno sperimentare anche il nuovo modulo didattico su moneta unica e educazione finanziaria, sviluppato in collaborazione con PattiChiari. Le classi saranno accompagnate nella visita da un gruppo di facilitatori professionisti che stimoleranno il dibattito sui temi affrontati durante il percorso. I ragazzi sono accompagnati, nella visita, da un gruppo di facilitatori professionisti, che animano i giochi e stimolano il dibattito sui temi affrontati durante le attività. Gli studenti e gli insegnanti sono incoraggiati ad approfondire tali argomenti anche in classe.
Zecca dello Stato. Agli alunni dell’ultimo anno della scuola primaria nati nel 2001, anno dell’introduzione dell’Euro come moneta corrente, è riservata la visita allo stabilimento della Zecca dello Stato, la nostra “fabbrica delle monete”. Qui assisteranno all’entusiasmante processo di produzione dell’euro, dalla fase dell’incisione e del conio a quella del confezionamento della monetazione ordinaria. Gli studenti degli istituti d’arte e dei licei artistici visiteranno la prestigiosa Scuola dell’Arte e della Medaglia, dove scopriranno la produzione della moneta sotto il profilo tecnico e artistico: la fase del disegno, dell'incisione, della modellazione e della stampa. La Scuola, fondata nel 1907, è a numero chiuso e rappresenta una realtà formativa unica in Europa e nel panorama dell'alto artigianato nazionale. (aise)

Dal disboscamento illegale miliardi di dollari per la criminalità


Banca mondiale: perseguire pratica come per droga e racket



 Il disboscamento illegale in paesi come l'Indonesia, il Madagascar e alcuni paesi dell'Africa occidentale ha generato introiti per 10-15 miliardi di dollari secondo un nuovo rapporto della Banca mondiale. Secondo quanto riferito dagli esperti dell'organizzazione mondiale, si tratta di operazioni compiute dalla criminalità organizzata e la maggior parte dei proventi sarebbe finita proprio nelle tasche di ufficiali corrotti. "Abbiamo bisogno di perseguire la criminalità organizzata dedita al disboscamento illegale allo stesso mondo di quella che si occupa del traffico di droga o del racket", ha spiegato un manager della Banca centarle, citato dalla Bbc.
Fonte: TM News



DISBOSCAMENTO ILLEGALE: BUSINESS MILIARDARIO PER LE GANG, IN PERICOLO L'AMBIENTE


 Il taglio e la vendita illegale di alberi genera un business di valore complessivo compreso tra i 10 e i 15 miliardi di dollari, secondo un'analisi pubblicata dalla Banca Mondiale.
Secondo questa pubblicazione, chiamata Justice for Forests, la maggior parte delle operazioni di disboscamento illegale sarebbero condotte da gruppi di criminalità organizzata i cui introiti servirebbero principalmente a pagare ufficiali corrotti.
I paesi in cui questo fenomeno è più diffuso sono l'Indonesia, il Madagascar, e diverse nazioni dell'Africa occidentale: secondo la Banca Mondiale è fondamentale un intervento di giustizia internazionale per fornire aiuto a questi paesi, i cui boschi spariscono di media all'allarmante velocità di circa 4.500 metri quadrati al secondo.
Secondo la Banca Mondiale, questi criminali dovrebbero essere indagati e inseguiti al pari dei corrieri della droga: uno dei fattori principali che contribuiscono alla crescita di questo fenomeno è che troppo spesso gli episodi di disboscamento illegale vengono ignorati o messi da parte, in quanto le rare indagini che vengono condotte finiscono sempre con l'essere interrotte per via dello scarso interesse nel fenomeno.
Molti paesi stanno cominciando ad unirsi per combattere il disboscamento illegale, e Stati Uniti, Cina e Giappone inizieranno presto a controllare l'origine del legname prima di acquistarlo: al momento, la compagnia di chitarre Gibson, ad esempio, sarebbe indagata per l'acquisto di legname tagliato illegalmente.
Oltre ad alimentare la criminalità organizzata, il disboscamento illegale può portare a gravi conseguenze per l'ambiente: molte frane e alluvioni, come quelle delle Filippine, sarebbero infatti da attribuirsi alla deforestazione selvaggia.
Fonte: Master Viaggi

Panorami lontani dal turismo di massa


Kel 12 Viaggi per scoprire il Madagascar


Kel 12 e il Teatro Verga di Milano presentano il Madagascar. Il Tour operator di Mestre svela al pubblico le bellezze di un Paese lontano ancora dal turismo di massa e, per questo, ancora autentico.
Il territorio vasto e selvaggio è il trionfo della natura, ricco di vegetazione e di fauna tra i più ricchi al mondo dal punto di vista biologico secondo le stime del WWF. È qui che si concentrano specie di eccezionale biodiversità, molte delle quali si trovano solo in questo territorio, come ad esempio i lemuri, tre famiglie endemiche di uccelli, numerose specie di camaleonti e i tipici giganteschi baobab.
Kel 12 mostra il Paese mediorientale attraverso i racconti di viaggio di Anna Canuto, antropologa e appassionata di natura e scoperte di località autentiche, sedotta dalla curiosità di scoprire luoghi non comuni. Anche la civiltà è particolarmente variegata con la presenza di diciotto gruppi etnici principali, prevalentemente di origine mista asiatica e africana, con elementi arabi ed europei, che popolano le sei province dell’isola. 
Kel 12, operatore attivo da 30 anni e specializzato nella proposta di itinerari particolari, soprattutto per piccoli gruppi, propone nella sua programmazione escursioni attraverso questa terra suggestiva e variopinta, profumata e selvaggia, ma ricca di umanità.
I viaggi proposti da questo T.O. sono forse più orientati alla scoperta della particolarità e alla curiosità che all’avventura, in modo da gustare meglio luoghi non comunemente accessibili.
Il Madagascar è una delle isole più grandi del mondo. L’Oceano Indiano, circonda quasi 600 mila chilometri quadrati di terra, un perimetro di circa 4.800 chilometri di costa. 
L’ampia raccolta di specie naturali che popola e caratterizza l’isola, staccata dal canale del Mozambico dal resto dell’Africa, è causata dalla diversità del paesaggi e climi, che vede fredde catene montuose al centro, foresta pluviale lungo la costa est e pianure a ovest. È in quest’ultima fascia, dal clima secco, ma molto irrorata da corsi d’acqua, che vengono coltivate le grandi risaie che servono alla popolazione oltre che le piantagioni di caffè. 
Gli altopiani centrali, dall’aspetto particolarmente selvaggio, presentano profonde fratture con punte aspre e maestose che raggiungono anche 2.800 metri, solcati da canyon percorsi da fiumi tra una fitta vegetazione tropicale.
Da queste zone montagnose si estraggono grandi quantità di pietre semipreziose che si trovano trasformati in manufatti nelle botteghe degli artigiani della città di Antsirabe.
Ai margini degli altopiani il paesaggio degrada in vallate collinari con boschi di conifere ed eucaliptus. 
A sud il panorama cambia ancora con ampie zone desertiche ed aride e vegetazione spinosa. 
La foresta fluviale orientale, bagnata dalle frequenti piogge provenienti dall’Oceano Indiano, è ricca di felci, bamboo giganti e grandi alberi dal legno pregiato come ebano, palissandro, bois de rose e tek. 
La costa nord è molto frastagliata e ondulata. Di fronte ad essa sono numerose le piccole isole tropicali sulle quali sorgono villaggi di pescatori. Qui le donne tradizionalmente si dedicano a lavori artigianali di ricamo mentre i bambini si occupano della raccolta di conchiglie.

Fonte: Master Viaggi

Sette buoni motivi per fare il giro del mondo


Almeno una volta abbiamo accarezzato tutti l’idea: fare un viaggio intorno al mondo, ma pochi riescono a realizzare questo progetto che spesso ha bisogno se non di un alto budget, almeno di molta determinazione. Sul sito di Lonely Planet ho trovato un articolo con le 7 buone ragioni per farlo e a seconda del motivo che ti smuove, ci sono le destinazioni ad hoc.
Motivo numero uno: l’anno sabbatico. E’ un classico che finita la scuola si prenda il volo per imparare cose nuove direttamente in loco; e potrebbe essere che l’esperienza sia molto più istruttiva di quella scolastica, sia che si vada per party sulle spiagge, sia che si pratichi del volontariato. Le destinazioni ideali se sei europeo sono l’Australia e la Nuova Zelanda (e viceversa), poi chi preferisce staccare proprio la spina, sceglie l’Africa.
Motivo numero due: cuore spezzato. Alla fine di una storia importante c’è chi si rifugia nel suo cantuccio a leccarsi le ferite, ma molti reagiscono con un viaggio. Non si sa mai, magari si incontra la persona giusta, come in Eat Pray Love; dove Javier Bardem sta lì a dimostrare che c’è un suo perchè se la storia di prima è finita, più consolatorio di così! Destinazioni: le spiagge di Rio per ritrovare la gioia di vivere e invece Parigi per rientrare in un’ottica di romanticismo.
Motivo numero tre: la crisi di mezza età. Quando ti ritrovi in questo momento delicato, non c’è niente di meglio che tuffarsi in una cultura sconosciuta, e in fondo ti da’ molto di più che comprando una macchina nuova. E’ un modo per mettersi in gioco perchè viaggiare senza troppi programmi ti insegna i valori importanti della vita. Destinazioni ideali la Route 66 oppure un ritiro buddista a Goa.
Motivo numero quattro: il baratto. Questa è una delle nuove occasioni di lavoro; analizza ciò che hai da offrire e vedi dove puoi andare a barattarlo; per esempio potresti scambiare una carriera da consulente per andare a viaggiare su una barca a vela. Destinazione ideale, il punto più lontano dal rumore del tuo ufficio; potresti andare in un villaggio sperduto in Madagascar oppure perderti con una tribu in Papua Nuova Guinea.
Motivo numero cinque: andare in pensione. Molti viaggiatori progettano di andare a vivere all’estero per offrire poi ai loro nipoti un posto dove andare in vacanza; il punto è che quando i viaggiatori sono ancora giovani e hanno i bambini piccoli, in realtà hanno urgente bisogno di staccare. E’ il momento giusto per spuntare la lista dei luoghi da sogno e andare a toccare con mano; destinazioni ideali l’Australia Centrale, Bali e le Bahamas.
Motivo numero sei: compassione (buddista). Pensa ai luoghi nel mondo che stanno passando un brutto momento e vai a vedere cosa succede; il contatto con lo spirito dei locali ti insegnerà moltissime cose su come reagire alle avversità della vita. La destinazione ideale magari non è un posto in stato di calamità, ma ci sono tanti luoghi limitrofi e non colpiti in modo particolare, che loro malgrado hanno visto un brusco calo delle prenotazioni.
Motivo numero sette: perchè mi va. Sei sicuro di avere proprio bisogno di un motivo per partire? Magari è solo che tu hai sempre voluto vedere le isole greche, oppure che hai sempre sognato di andare ad Hong Kong per un tour gastronomico, il risultato non cambia: di sicuro non ti pentirai di aver comprato quel bisglietto. Che sia per ispirarti, per divertirti o per cambiare aria, c’è sempre qualcosa là dietro l’angolo, pronto a stupirti. Suggerimento per la destinazione? In questo caso, fai roteare il mappamondo e punta il dito a caso, o in alternativa fai lo stesso con una guida viaggi.
Fonte: travelblog.it

«La nostra sfida: più vicini alle persone che adottano»


Quante sono le coppie che desiderano adottare un bambino, ma si arrendono dopo vicissitudini infinite? Per fortuna ci sono anche percorsi che vanno a buon fine. Dal ' 99 a oggi Crescere insieme ha trovato una famiglia italiana a più di 300 bimbi. Dal 1 gennaio di quest' anno l' associazione ha trasferito la sua sede operativa da Milano a Lissone (www.crescereinsiemeonlus.org). «Le adozioni internazionali definitive sono possibili solo attraverso gli enti ammessi in un apposito Albo, redatto a garanzia della serietà e della legalità dell' iter previsto - ricorda Giacomo Corno, fondatore e presidente di Crescere insieme , Onlus che ha ottenuto l' autorizzazione, da parte della Cai (Commissione per le Adozioni Internazionali), a operare in Ucraina, Federazione Russa, Azerbaijan, Uzbekistan e Madagascar, in conformità alla Convenzione dell' Aja del 1993 -. In questo periodo di generale difficoltà abbiamo voluto puntare su un forte radicamento nel territorio». Solitamente gli enti autorizzati per le adozioni internazionali concentrano la loro attività nelle grandi città. Crescere insieme , invece, ha ritenuto necessario lanciare un messaggio di vicinanza alle coppie che intraprendono questo importante percorso pur abitando in provincia: «Il nostro obiettivo è creare una vera rete tra l' associazionismo familiare, il volontariato e le realtà locali presenti sul territorio, così da attivare un valido supporto per le famiglie». L' assistenza garantita alle coppie continua anche dopo, durante tutta la procedura di adozione internazionale, attraverso incontri informativi, consulenze, corsi di formazione e di approfondimento. L' impegno di Crescere Insieme in favore dei minori si concretizza anche con progetti di cooperazione internazionale, per sostenere la famiglia e i bambini nei loro Paesi d' origine.
 Minnie Luongo Fonte Corriere della Sera

martedì 27 marzo 2012

De Rossi alla AIM





L'Associazione Italiani in Madagascar ospiterà la mostra del pittore Giuseppe De Rossi.

Il 6 aprile prossimo alle ore 18 ci sarà presso la Sede dell'AIM di Antananarivo l'inaugurazione della mostra dei dipinti di
Giuseppe De Rossi
alla presenza del Ministro della Cultura del Madagascar.
Henriette, Firansina, Anne sono i nomi di alcune delle tele di Giuseppe De Rossi.
Infatti l'artista identifica i suoi lavori con nomi di donne ideali che hanno ispirato la sua fantasia nella creazione delle sue opere.
De Rossi è un artista della  » Nouvelle Vogue » che con la sua esperienza ha saputo trasmettere con le sue opere sensazioni molto forti, ma che nell'ammirare i suoi quadri si ha un benessere interiore di pace e tranquillità.
Avere un'opera di De Rossi a casa è un grande privilegio perché si apprezza con grande estasi tutta la sua complessa semplicità.
Oggi per l'Associazione degli Italiani in Madagascar ospitare un pittore affermato e di sicuro successo come De Rossi è veramente un privilegio.
Su De Rossi hanno scritto parecchie testate giornalistiche anche del Madagascar, ma la sua opera, che nasce dal suo impulso interiore, ha origine sin dalla sua giovane età; infatti ancora studente all'Accademia di Belle Arti in Italia, ha cominciato a esporre e a essere apprezzato da coloro che di arte hanno una certa competenza e cognizione.
Ha collezionato negli anni tantissimi premi sia in Italia che all'estero e nell'evoluzione della sua opera esprime un presente, un passato e un futuro di pace tra i popoli. Tra le premiazioni ricevute dall'artista citiamo la Medaglia d'Oro al Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Settembre Veliterno, Piazza di Spagna, Imperia, Latina, Rocca di Papa ecc..
De Rossi è stato anche insignito con la Medaglia d'Oro dal Presidente della Repubblica Italiana Saragat in Campidoglio.
Per venti anni è stato insegnante in vari Istituti d'Arte Italiani, tra cui l'Istituto d'Arte Sacra a Roma e si è occupato anche di arte Orafa nei principali centri italiani come Roma, Valenza e Vicenza.
Oggi Giuseppe De Rossi ha trovato la sua dimensione di vita ed espressione, in Madagascar dove vive ad Antananarivo e lavora in questa natura meravigliosa che fa da cornice estemporanea alla sua arte.
La mostra resterà aperta fino al 21 aprile.

A.S.



mercoledì 21 marzo 2012

Ciociaro in Madagascar



Mauro Donfrancesco nato a Frosinone; dopo il liceo classico ha frequentato il DAMS (Dipartimento Arti  Musica e Spettacolo) alla facoltà di lettere dell’Università di Bologna, corso di laurea in Regia e Scenografia per il Cinema e il Teatro.
Adesso vive a Mahajanga in una casa in riva al mare.


Il tuo lavoro in Italia

Il mio lavoro nel teatro e nel cinema è stato molto vario e intenso, ho iniziato ancora da studente a seguire le Compagnie Teatrali e a partecipare alle riprese di tantissimi film. Ho lavorato in grandi produzioni, sia italiane che straniere, forse i piu' conosciuti, come registi Herzog nella Trilogia di Wagner e l'italo americano Francis Ford Coppola, per le riprese de "Il Padrino 3". E poi numerosi registi e attori, sia per il Cinema che per il Teatro, tipo Marcello Mastroianni Alberto,  Sordi nell'Avaro di Moliere, Carmelo Bene e tantissimi  altri.
Questo lavoro, anche se era soddisfacente dal punto di vista creativo ed economico e adatto  agli studi che avevo seguito, mi teneva sempre in giro per l’Italia e qualche volta anche all’estero, quindi stavo sempre con la valigia pronta a cambiare continuamente albergo e città.

Perchè hai cambiato lavoro

Il mio lavoro mi impediva di condurre una vita familiare normale, essendo sempre in giro per il mondo, quindi ho deciso di fermarmi per fare un concorso alle Poste, che ho vinto.  Ma fare il dipendente postale non era adatto alla mia indole, quindi dopo sei mesi sono fuggito  e ho ripreso il mio lavoro a Cinecittà, a Roma.
Ma anche questo lavoro mi ha creato dei problemi familiari in quanto non riuscivo a conciliare il lavoro con la famiglia;  quindi ho fatto ancora un altro concorso all’Unità Sanitaria e mi sono trovato a fare l’operatore Sanitario alla USL di Bologna, lavorando prima nel Servizio tossicodipendenze, poi nei reparti di Salute Mentale e infine fino a pochi mesi fà, nel Centro Riabilitativo Infantile per bimbi Cerebrolesi.  Sono stati degli anni molto duri, in quanto dovevo adattarmi malvolentieri ad un lavoro che non era il mio e che non era confacente con la mia indole. Fortunatamente, in base a una certa legge, sono riuscito ad ottenere un contratto  part-time verticale, cioè al lavoro dal 1 Aprile al 30 Settembre e  libero e  in Madagascar, dal 1 Ottobre al 30 Marzo. Questo tipo di lavoro mi ha dato la possibilità di sopportare i sei mesi in cui ero impegnato in un lavoro che non mi piaceva fare. Appena comunque ho trovato una scappatoia per andare in pensione, l’ho fatto subito.

Madagascar

Pensavo di andare a sondare le possibilità di installarmi a Santo Domingo. Non ero in verità troppo convinto di questa scelta. Un bel giorno incontro a Bologna Marco Leoni, che viveva già da tanto  in Madagascar.
Avevo avuto in mente di fare un viaggio in Madagascar, e non so il motivo per cui non lo avevo mai fatto; l’incontro con Marco è stato provvidenziale e determinante, infatti sono subito partito prendendo  al volo l'idea di andare a esplorare il Madagascar.

Cosa è successo

Quando sono arrivato nel 2004, il Madagascar è stato per me come una scoperta, ed ha avuto sin dall’inizio una attrazione particolare per il clima, per la natura, per la disponibilità della sua gente; ha esercitato su di me un fascino, oserei dire temporale, nel senso che mi ha riportato ai ricordi dell'infanzia.
Mi ha risvegliato con la memoria la cultura un po' contadina e pastorale che ho vissuto da piccolo in Ciociaria, con la sua semplicità,  ma anche con i suoi valori genuini e con la concezione dell’immagine di vita domestica, di cui,  purtroppo oggi,  è rimasto solo il ricordo.
Esattamente mi sembrava di essere nell'Italia degli anni sessanta ed in particolare, nella Ciociaria di 50 anni fà. Le persone semplici, contadine, con i vestiti campagnoli che salivano sui bus, portando galline, cesti di prodotti agricoli e mercanzie di ogni tipo, carretti che rappresentavano la piccola misera ma importante economia di quei tempi!

I malgasci

Ho trovato un popolo fondamentalmente semplice e buono caratterialmente, sempre pronto al sorriso anche in situazioni di vita poco agiate e comunque, complesse economicamente, come possono essere quelle delle società cosidette del terzo mondo. E i bimbi, per strada, mal vestiti, ma sempre loquaci e sorridenti e le donne....affascinanti, belle, gentili, sensuali e anche erotiche e talvolta anche ladre ma, dato il contesto, fa parte del gioco: nessuno è perfetto!
Oggi, dopo sette anni, posso dire, che il carattere malgascio si è un po' modificato, ne è complice la crisi politica che imperversa e che fa diventare sempre più poveri i poveri.
Il sorriso dei malgasci, rispetto a prima, è spento, c’è del nervosimo, e anche la violenza,  purtroppo, comincia a farsi vedere.

Vai in Italia

Principalmente per rivedere la famiglia e i genitori anziani, ancora viventi,  poi, non ridete.....,per la Denuncia dei Redditi che in Italia è come un'Opera Buffa che cambia a ogni cambio di scena, intesa come cambio di governo.

La politica italiana

Credo che sia davvero orripilante, molto ingessata, molto provinciale e succube, e molto vecchia. Del resto, non è  per caso, che la nostra classe politica, sia tra le piu' anziane al mondo! Il paradosso è, che il Presidente della Repubblica, anziano anche lui, è il solo in grado di ridare un po' di dignità, a livello internazionale, al nostro povero paese: violato e saccheggiato dagli " Inqualificabili”.

Sei felice


La felicità per me è un concetto relativo e molto temporale e dipende da molti fattori ambientali. Credo che per essere felici, bisogna comunque essere in buone condizioni fisiche, seguire i propri interessi e le proprie passioni e vivere in tranquillità.
Io ritengo di avere trovato in Madagascar la mia dimensione: mi trovo in un paese notevole  per le bellezze naturali, ho una casa in riva al mare, che sto cercando di rendere più bella  e confortevole, ho vicino una donna che mi piace, sono circondato da buoni amici che non mi fanno sentire solo.........




Cos’altro si puo’ desiderare dalla vita

Vorrei vedere nell'arco della mia vita, un'umanità che finalmente riesca a risolvere i suoi secolari problemi di vita e di alimentazione!
Quando avro’ finito i lavori di ristrutturazione della casa ho un desiderio, di ricominciare i miei viaggi per il mondo, ma partendo dal Madagascar.

Hai un messaggio

Non do', per carattere, messaggi ad alcuno, ognuno è  libero di essere com'è. Vorrei solo, che nell'insieme, fossimo tutti migliori, per costruire un'umanità migliore!

Di cosa vai orgoglioso

Penso di aver fatto nella mia vita, quasi sempre,  quello che volevo fare.

Cosa volevi fare a 13 anni

Volevo fare il pilota di elicotteri ma non avevo le possibilità economiche per farlo e mai avrei accettato di fare la carriera militare per raggiungere l'obbiettivo.

L'errore

Ho prolungato troppo a lungo, un rapporto d'amore ormai esaurito

Di una donna ti piace

L'insieme dell'espressione del viso, lo sguardo. E' come lo specchio della persona!

Cosa c'e' nel tuo frigo

Generalmente pesce, vegetali, legumi e molta frutta

Il piatto che preferisci

Non c'e' un piatto particolare, forse preferisco le minestre all'italiana, qualsiasi essa sia.
Sicuramente, da Ciociaro e quasi romano, le fettuccine al sugo e gli spaghetti alla Carbonara ma farle in Mada, e' un po' un'impresa, mancano gli ingredienti giusti.

Rifaresti la stessa scelta

Sicuramente! Sono in Madagascar e ci saro' fino a quando avro' voglia di starci!
Ciao!
Mauro Donfrancesco


«Ballo sul cubo per i bimbi africani»



La cerimonia delle inaugurazioni

Ci siamo !
E’ arrivato il giorno dell’inaugurazione delle nuove strutture .
Oggi è festa, un giorno importante   durante il quale celebreremo anche i dieci anni dalla fondazione del villaggio Mondobimbi.
Finanziata dal Comune di Peccioli fa bella mostra di sé la nuova struttura a due piani che ospiterà al piano terra la sala insegnanti e al piano superiore la mediateca ( sala informatica – sala proiezioni). Sul tetto svetta l’antenna con la quale si intercetterà prossimamente il segnale radio del wi  fi  la cui stazione emittente è posta in centro città.
Non sembra vero :  il villaggio tra un po’ potrà accedere alla rete !
Mondobimbi Toscana ha invece finanziato, con un contributo, parzialmente integrato dall’associazione NOI PER VOI di Peccioli, due nuovi dormitori e due nuove aule.
Il Villaggio è più grande, più funzionale. Un’ autentica eccellenza a Tulear.
Alla cerimonia sono presenti tutte le massime autorità pubbliche : i sindaci dei due arrondissements Tuelar 1 e 2,  i capi distretto delle zone rurali, il responsabile del dipartimento regionale dell’educazione, il capo regionale della regione sud ovest del Madagascar Francois Benaria Dimbi e poi il responsabile del PAM, Sig. Robert che abbiamo incontrato alcuni giorni fa.
Fonte: www.mondobimbi.org


 A questa cerimonia era presente anche Imelda, ecco la sua storia e le sue foto

Di notte in discoteca, di giorno volontaria «Lo faccio per papà» Quando lui è morto, sette anni fa, ho sentito il bisogno di fare qualcosa per gli orfani che soffrono la fame
Imelda, 27 anni, italo/malese, dai led dei locali milanesi ai villaggi del Madagascar





Due anime. Due diversi modi di vivere la propria vita e di raccontarla attraverso i social network: su MySpace il lato sexy di una fra le più ammirate cubiste della Milano by night (e non solo, visti i tanti impegni anche fuori dalla Lombardia) e su Facebook l'impegno sociale come volontaria in Madagascar. Imelda Lee Carioni, milanese, 27 anni, padre italiano e madre malese, diploma in ragioneria e studi (interrotti) di scienze politiche, racconta così in Rete, attraverso le sue foto, questa doppia anima

E ricorda come si è scoperta cubista dal cuore d'oro, mettendo a fuoco il periodo di quando i suoi genitori si sono separati. «Avevo poco più di due anni, così, di fatto, sono cresciuta con mio padre, a Barcellona». Quindi la svolta. «Quando lui è morto improvvisamente 7 anni fa, ho sentito il bisogno di onorare la sua memoria in un modo da sentirlo sempre vicino e mi facesse stare bene, sapendo che lui sarebbe stato fiero di me».

Imelda, una bellezza che non passa inosservata, ha iniziato così ad informarsi per trovare un'associazione di volontariato seria e affidabile. Un amico le ha presentato una simpatica coppia che, 10 anni fa, era andata in Madagascar. «Erano rimasti talmente colpiti dalla situazione di malnutrizione e povertà - ricorda Imelda - che decisero di fondare un'associazione di sostegno a distanza: la Mondobimbi Toscana Onlus (www.mondobimbi.org), che a tutt'oggi si prende cura di 700 bambini tra i 3 e 17 anni, e aiuta anche le scuole, gli ospedali e gli enti locali tramite la donazione di pasti. Così, attraverso loro ho adottato due bambini, Jean Besay e Solange, che adesso hanno 11 anni».

Nell'associazione, Imelda occupa un ruolo di fundraiser : organizza eventi per la raccolta fondi e si occupa di far conoscere Mondobimbi a enti e aziende che possono avere a cuore la causa. «Nei nostri centri di accoglienza i bambini, per lo più orfani o provenienti da famiglie con enormi problemi come la mia Solange, hanno la possibilità di andare a scuola, ricevere assistenza medica, imparare a svolgere dei lavori che permetteranno loro di essere indipendenti e sostenere la propria famiglia. Una volta raggiunta la maggiore età, ricevono dall'associazione un microcredito per aprirsi un'attività. In pochi anni, grazie alle donazioni ricevute, abbiamo costruito aule scolastiche, dormitori, un forno, dei campi e degli allevamenti in cui i numerosi insegnanti e professionisti che vivono nel centro, insegnano ai bimbi come fare il pane, coltivare la terra, allevare bestiame, cucinare e ricamare».

Poi scende la notte e Imelda indossa i panni di cubista e ballerina. Lo fa da 4 anni in numerosi locali di mezza Italia, Milano in primis. «Lo so che è un mondo fatto tutto di neon e ipocrisia, un mondo superficiale, d'immagine, ma è anche qui che si conoscono tante persone che, come me, sono sole, senza genitori, e fanno più mestieri per mantenersi. Ovviamente è un lavoro che mi diverte e che mi permette di mostrare il mio lato esibizionista e goliardico. Anche se spesso mi pesa, perché so che mio padre si rivolterebbe nella tomba. Non è così, comunque, che vedo il mio futuro. Se non lo facessi, però, non avrei il tempo e la possibilità economica di aiutare i miei bimbi, a cui devolvo gran parte del guadagno notturno».
Fonte: La Repubblica

Conclusa la Formignana-Tresigallo running Amici di Ampasilava


Alla prima edizione della gara podistica quasi 500 partecipanti
Grande successo per la 1° edizione di ‘Formignana-Tresigallo Running’, gara podistica organizzata da Nicola Perelli insieme ad un gruppo di podisti formignanesi in collaborazione con Pro Loco e tanti volontari. Manifestazione patrocinata dai comuni di Formignana e Tresigallo e realizzata in collaborazione con due associazioni onlus: Aislo per la ricerca della sindrome di Lowe e Amici di Ampasilava che opera in un piccolo ospedale in Madagascar.
Grande affluenza di partecipanti quasi 500 podisti con una sessantina tra bambini e ragazzi. Gara competitiva che ha portato i podisti da Formignana a Tresigallo, dove era posto il traguardo volante e ritorno a Formignana. Vincitori per la gara maschile Alberto Felloni (Cus Ferrara) e per quella femminile Margherita Gargioni (Atl. Estense).Ennesima vittoria per le società della Polisportiva Quadrilatero. A premiare i sindaci dei due comuni Marco Ferrari e Dario Barbieri e ospite d’onore l’olimpionica Laura Fogli. Grande soddisfazione degli organizzatori nel vedere tanti formignanesi che con entusiasmo hanno voluto esserci e nel vedere una così grande partecipazione. Viatico per la nascita di un nuovo gruppo podistico nel panorama ferrarese.
Fonte: Estense.com

Amici di Ampasilava

L' Associazione "Amici di Ampasilava - Madagascar" è una O.N.L.U.S. indipendente ed apartitica, che opera in attività di volontariato. E' impegnata nel mantenimento dell’Ospedale di Andavadoaka, nella regione di Tulear, nel sud-ovest del Madagascar che ha costruito ed inaugurato 15 Ottobre 2008. L’Associazione ha sedi operative distaccate in Italia a Catania,  Palermo, Perugia, Pinerolo, Roma e a Lugano in Svizzera.
Scopi e Finalità dell'Associazione
L’Associazione O.N.L.U.S. "Amici di Ampasilava", opera in attività di volontariato inteso come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, principalmente a favore di soggetti terzi, sia in Italia che all’estero. Si prefigge lo scopo di perseguire esclusive finalità di solidarietà ed impegno civile, in particolare a favore della popolazione di Ampasilava, sita nella della Regione di Tulear (Madagascar), senza finalità di lucro e nel rispetto della libertà e dignità degli associati e di coloro che stabiliscano rapporti di collaborazione con l’Associazione.
L’Associazione intende perseguire l’obiettivo di promuovere una cultura orientata alla solidarietà umana favorendo forme di collaborazione internazionale e di promuovere iniziative rivolte ad affrontare i problemi dell’assistenza socio-sanitaria nei paesi in via di sviluppo.
In particolare, per la realizzazione dello scopo prefisso e nell’intento di agire a vantaggio di tutta la collettività, l’Associazione si propone, a titolo esemplificativo e non esaustivo, di svolgere, in attività di volontariato, in maniera autonoma o in collaborazione con le istituzioni sanitarie e di accoglienza di minori o con altre associazioni, enti e soggetti privati aventi finalità simili e che condividano gli scopi e le finalità dell’Associazione, le seguenti attività:
1. Erogare assistenza gratuita di medicina generale e specialistica ambulatoriale alla popolazione di Ampasilava, regione di Tulear (Madagascar), con particolare attenzione alle fasce fragili e più esposte (infanzia ed anziani) utilizzando strutture ed attrezzature proprie e/o concesse in comodato o in convenzione da Enti o Istituzioni pubbliche o private;
2. Promuovere la preparazione di personale sanitario per assistere la popolazione della Regione di Tulear, anche attraverso rapporti di collaborazione e affiancamento con Istituzioni sanitarie italiane e del Madagascar;                                                                                      
3. Svolgere opera di sensibilizzazione presso privati, Enti ed Istituzioni in Italia e in particolare della Regione Emilia Romagna per:
• la raccolta di fondi, materiali ed attrezzature da destinare all’assistenza sanitaria alla popolazione della regione di Tulear;
• promuovere incontri formativi con i volontari addetti all’assistenza e all’affiancamento sul campo del personale locale;
• la realizzazione di forme di collaborazione nazionale ed internazionale;
• gettare le basi per promuovere scambi di osservazione diretta su problematiche specifiche.                                                                      
4. Creare collaborazione e scambio di esperienze sul territorio malgascio con l’Università e con particolare riferimento alla Facoltà di Medicina e Chirurgia con sede ad Antananarivo

Progetto Ospedale
ATTIVITÀ ASSISTENZIALE
La nostra iniziativa nasce nel villaggio Turistico Laguna Blu Resort costruito da  un gruppo di italiani innamorati di un angolo incontaminato e ancora privo del turismo di massa, del Madagascar. Tra questi italiani vi era un Medico. Nel corso degli anni, un po’ per necessità estrema, un po’ per fiducia acquisita, la popolazione ha cominciato ad affluire a tal punto che nei 6 mesi di permanenza del Medico siamo arrivati ad erogare più di 3500 prestazioni sanitarie gratuite, comprensive di presidi medico-farmaceutici. Nel settembre 2006 è stato realizzato un piccolo ambulatorio, dotato di microscopio, di elettrocardiografo e di defibrillatore, di apparecchiatura per TENS ad ultrasuoni e di un ecografo e dove erano disponibili farmaci e presidi.  L’ambulatorio è diventato ben presto punto di riferimento per la popolazione locale, in quanto l’ospedale più vicino si trova a Tuleàr, 180 km da noi, tre giorni di viaggio su mezzi di fortuna per la popolazione locale.
Il numero sempre maggiore dei pazienti afferenti e la complessità delle prestazioni sanitarie hanno richiesto un cospicuo potenziamento dell’attività e hanno portato, nel settembre 2007, alla progettazione di un piccolo Ospedale.
Infatti i dati di affluenza dall’inizio dell’attività assistenziale sono i seguenti: nel primo semestre del 2007 sono stati visitati 3000 pazienti; nel primo semestre 2008 abbiamo erogato 4200 prestazioni
Al Progetto Ospedale hanno aderito medici e paramedici da tutta Italia, pronti a dare la loro disponibilità e a partecipare a questa impresa come volontari, lavorando gratuitamente.
L’Ospedale è stato  inaugurato il 15 Ottobre 2008.     Dall’inaugurazione sono stati visitati e curati gratuitamente circa 30000 pazienti. L’attività chirurgica è iniziata a dicembre 2008. In totale abbiamo eseguito oltre 300 interventi di chirurgia generale e ginecologica (soprattutto mastectomia, istero-annessiectomie, revisioni di cavità uterina, fimosi, ernioplastiche, splenectomie, fistolectomie) ed oculistica.
In loco sono sempre presenti 2 medici generici e 2 infermieri, 1 coordinatore (anche non sanitario)                                         
 L’associazione invia 3-4 volte all’anno una equipe chirurgica formata da 4 unità: anestesista, chirurgo, due infermieri di sala operatoria
Visite, interventi chirurgici, farmaci e presidi sono forniti gratuitamente.
 Le patologie principalmente rappresentate sono: ipertensione, flogosi delle vie respiratorie, gastroenteriti, parassitosi intestinale, patologie traumatiche, patologie ginecologiche,flogosi e masse proliferative, otiti,congiuntiviti, dermatiti ed ascessi cutanei, carie ed ascessi dentari, gozzi tiroidei, cataratte.
Le autorità del Madagascar si sono attivamente interessate al nostro progetto. Alla fine di settembre abbiamo ospitato una delegazione rappresentata dal responsabile dei servizi ospedalieri malgasci e dal Capo gabinetto della sanità che hanno incontrato i rappresentanti dell’Associazione ed il Dr. Augusto Cavina, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna, per discutere la convenzione che ci consentirà di essere inseriti a pieno regime nel contesto della sanità malgascia.
L’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna, nella persona del Dr. Augusto Cavina, appoggia il “Progetto Ospedale e si è resa disponibile ad una collaborazione con la possibilità per il personale sanitario malgascio di seguire programmi di studi e stages di formazione.

PROGETTI SANITARI
Sulla scorta delle esperienze maturate negli anni 2007-2008 riteniamo opportuno potenziare la diagnosi e la terapia di alcune patologie sia aumentando le risorse loro dedicate, sia sensibilizzando la popolazione locale a svolgere attività di prevenzione.
Le strutture ospedaliere , le attrezzature e le competenze sanitarie sono già disponibili in loco.
A/1 TBC  Il numero dei malati di TBC , pur non potendo disporre di dati statistici aggiornati , appare elevato in rapporto al numero degli abitanti.
Tale patologia, in aumento anche in Europa, richiede un particolare impegno diagnostico e terapeutico .
A/2 Patologia utero-ovarica. Abbiamo osservato numerosi casi di neoplasie, anche di grosse dimensioni,spesso non operabili. Occorre sensibilizzare la popolazione locale in un’ attenta autovalutazione al fine di rendere più tempestivo e terapeutico l’intervento chirurgico.
A/3 Patologia dell’infanzia,(gastroenteriti e in particolare). Sono condizioni cliniche legate alle situazioni igieniche che solo parzialmente possono essere risolte con l’intervento terapeutico medico.
 B)    Progetti Igienico Ambientali
B/1  Energia pulita. L’utilizzazione di un impianto fotovoltaico in sostituzione dell’attuale generatore consentirà la riduzione dell’inquinamento atmosferico e l’abbattimento dei costi per il gasolio con risparmi da destinare principalmente  all’acquisto di farmaci
Fonte: Amici di Ampasilava

Per un’economia giusta


Marcello Viani, Direttore di Reggio Terzo Mondo – Organizzazione Non Governativa di ispirazione cristiana che porta avanti progetti in Madagascar, ha illustrato alcune esperienze attuate nello spirito di un’economia giusta ed equa.
Riflessioni, testimonianze ed esperienze sul tema dell’economia giusta sono state ieri l’altro, 10 marzo, al centro del confronto organizzato dal Polo culturale dei Cappuccini di Reggio Emilia presso il cinema Cristallo di via Ferrari Bonini, in città. Un evento collegato alla mostra “In Arte ed economia” e ad un ciclo di conferenze per il quarto centenario della morte del frate cappuccino San Giuseppe da Leonessa che, fra le sue opere meritorie, favorì l’istituzione di Monti Frumentari per il prestito ai più poveri di grano e orzo per la semina.
Davide Dazzi (Direttore Culturale della Biblioteca dei Cappuccini di Reggio Emilia) ha introdotto il confronto spiegandone gli obiettivi.
Mauro Carboni, Docente di Storia Economica all’Università di Bologna, ha illustrato le origini del credito etico e la nascita e diffusione dei Monti di Pietà e dei Monti Frumentari, due istituzioni assistenziali fortemente volute dai francescani. Il primo Monte venne aperto a Perugia nel 1462 ed il successo fu immediato: nel primo secolo di attività (1462 – 1562) si contarono oltre 200 aperture. In Emilia-Romagna il primo fu a Montefiore Conca nel 1471, seguito da Bologna nel 1473, mentre a Reggio Emilia ciò avvenne pochi anni più tardi, nel 1494. Il Primo Monte Frumentario venne aperto a Foligno nel 1488.
L’economista Stefano Zamagniche molti reggiani hanno imparato a conoscere anche grazie al Festival Francescano, ha coinvolto il pubblico sottolineando, tra i vari aspetti, quello della fraternità. “In Italia, ma anche nel resto del mondo – ha detto Zamagni – stiamo assistendo a un risveglio del pensiero francescano. Il punto di forza di questo recupero è nella parola ‘fraternità’; come sappiamo, infatti, sono stati i francescani a tradurre il principio di ‘fraternità’ dentro l’economia, prima di loro nessuno ci era riuscito. Non è che prima non si parlasse di fraternità, ma la novità è stata quella di tradurre il principio di fraternità nell’agire economico, nel modo di fare impresa, nel modo di fare funzionare i mercati. Non a caso anche il terzo capitolo della Caritas in Veritate, l’ultima Enciclica di Benedetto XVI, ha come titolo ‘Fraternità, sviluppo economico e società civile’. Oggi viviamo una nuova stagione interessante – ha aggiunto tra l’altro Zamagni – un pensiero che sembrava inaridito sta ritornando in superficie e la ragione fondamentale è perché le persone hanno bisogno di felicità”.
Dopo l’intervento di Zamagni, il tema “Per un’economia giusta” è stato affrontato dai partecipanti a una tavola rotonda condotta dal giornalista Massimiliano Ranellucci: Eva Gullo, Stefano Landi, Giuseppe PaganiMauro Ponzi,Margherita Salvioli Mariani e Marcello Viani.
La prima testimonianza è stata portata da Eva Gullo, Presidente di “E. di C. S.p.A.”, società che gestisce il Polo Lionello Bonfanti, inaugurato nel 2006 a Incisa in Val d’Arno (FI), nei pressi di Loppiano, cittadella internazionale dei Focolari, primo polo europeo e punto di convergenza per oltre 200 aziende italiane che aderiscono al progetto di Economia di Comunione. Il progetto – lanciato in Brasile nel 1991 da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari – ha come obiettivo quello di contribuire a sanare il crescente divario tra ricchi e poveri. Come ha spiegato Gullo, le aziende che liberamente aderiscono al progetto si impegnano a suddividere l’utile in tre parti: una per l’azienda, per il suo sviluppo e sostegno; un’altra per formare ‘uomini nuovi’ e diffondere la ‘cultura del dare’ e della reciprocità; una terza va a costituire un fondo speciale di solidarietà per aiutare le persone svantaggiate, sovvenendo ai bisogni di prima necessità. Il concetto non è la filantropia dell’imprenditore, ma il fratello povero inserito nel sistema impresa – ha sottolineato Eva Gullo – produco sapendo che quello che sto facendo arriverà anche a qualcun altro, che conosco e che, a sua volta, quando sarà uscito dalla cosiddetta soglia di povertà, potrà dare qualcosa agli altri; questa è la cultura che vogliamo innescare. Ci piace sviluppare nuovi progetti e tra i servizi che offriamo ci sono anche quelli di scouting e business plan per i giovani che vogliono avviare imprese con questi principi”.
Stefano Landi, Presidente dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia, intervenendo sui salari non ha potuto che convenire sul fatto che, in Europa, quelli italiani sono tra i più bassi: “D’altra parte – ha detto Landi – il costo aziendale è, all’opposto, tra i più alti in Europa. Per poter crescere e produrre ricchezza abbiamo bisogno di essere competitivi e per questo motivo c’è tanto da rivedere. speriamo che questo governo di tecnici, che personalmente stimo, sia in grado di intervenire in modo significativo, ovviamente con la collaborazione delle parti sociali. Per quanto riguarda il lavoro, tra i tanti problemi c’è quello dell’eccessiva flessibilità in entrata e dell’assoluta mancanza di flessibilità in uscita; dobbiamo interrogarci e dialogare anche su questo punto. Per combattere la precarietà, che è un disvalore assoluto, probabilmente – ha aggiunto Landi – abbiamo bisogno di introdurre nuovi meccanismi nel mondo del lavoro e credo che le indicazioni del ministro Fornero siano interessanti. Il mondo del lavoro, in generale, deve essere profondamente modificato”.
Giuseppe Pagani  Presidente della Commissione Turismo, cultura, scuola, formazione, lavoro, sport della Regione Emilia-Romagna - ha partecipato alla tavola rotonda come appartenente all’Ordine Francescano Secolare, costituito da cristiani che, per una vocazione specifica, mediante una Professione solenne, s’impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco, nel proprio stato secolare, osservando una Regola specifica approvata dalla Chiesa. “Siamo andati in crisi – ha detto tra l’altro Pagani – perché siamo disorientati rispetto a principi fondamentali e sul senso di un’impresa e di un’economia che sono stati completamente ribaltati. C’è bisogno di ritornare ai principi fondamentali che devono essere dietro a tutto il discorso economico. La crisi che viviamo è anche quella dell’espunzione del dono dalla nostra comunità; il dono non è solo un fatto emotivo, dobbiamo ritornare a fare sì che animi la ripresa economica e lo sviluppo. Il problema è, però, dove si impara il dono, dove ci si rieduca al dono. Bisogna, allora, ricreare palestre e luoghi dove si insegna il dono, la gratuità e che, ad esempio, avere cura dei propri anziani non è qualcosa da delegare agli altri”.
Margherita Salvioli Mariani, Segretario Generale CISL di Reggio Emilia, ha sottolineato come la crisi che stiamo attraversando metta in evidenza il fatto che il benessere economico non corrisponde necessariamente a un benessere sociale. “Oggi – ha detto tra l’altro Salvioli Mariani – spesso il lavoro non è giusto, fenomeni come la globalizzazione hanno prodotto una grande precarizzazione, a Reggio Emilia l’85 per cento dei nuovi rapporti di lavoro sono all’insegna del lavoro precario. Se davvero vogliamo ricondurre il lavoro al senso attribuitogli dalla dottrina sociale della Chiesa ma, più laicamente, dalla Costituzione, dobbiamo andare ad incidere su un aspetto culturale, sapendo che dobbiamo prendere delle decisioni e un indirizzo che vadano controcorrente rispetto a quello che è stato fino ad oggi”.
Mauro Ponzi, presidente del Consorzio Oscar Romero – nato nel 1990, associa 25 cooperative sociali di tipo A e B – ha sottolineato in particolare la necessità di creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate. “Si è trattato molto – ha detto Ponzi – sul valore sociale e la dignità del lavoro per i pazienti psichiatrici e per i tossicodipendenti, facendo due esempi, ma non ci si è mai fermati sulla riflessione se questo lavoro genera o meno ricchezza. A questo proposito, da una ricerca condotta sulle buste paga, emerge che una persona invalida che lavora in una cooperativa sociale produce tasse – per lo Stato, la regione e l’ente locale – per oltre 4.600 euro. Se il disagio è psichiatrico gli euro diventano 5.300 euro l’anno, 3mila euro per un percorso di uscita dalla dipendenza, quasi 10mila euro l’anno per una misura alternativa al carcere, quasi 6mila per un disagio sociale non certificato. Anche alla luce di questi dati, mi chiedo perché si faccia ancora così fatica a mettere in moto un volano per dare maggiori risposte a queste persone. E non si può continuare solo a pretendere di avere commesse dalla pubblica amministrazione – ha sottolineato Ponzi rivolgendosi a Landi – sarebbe molto bello avere anche un patto tra la cooperazione sociale e l’industria reggiana, nonostante il periodo difficile che stiamo attraversando. Gli strumenti ci sono e bisognerebbe applicarli di più”.
Marcello Viani, Direttore di Reggio Terzo Mondo – Organizzazione Non Governativa di ispirazione cristiana che porta avanti progetti in Madagascar, Brasile, Kossovo e Palestina  – ha illustrato alcune esperienze attuate nello spirito di un’economia giusta ed equa. “In Paesi come il Madagascar – ha detto tra l’altro Viani, riferendosi agli antichi Monti Frumentari e a quanto detto da Zamagni – ha ancora senso parlare di esperienze come i granai di comunità e di villaggio, che affrontano le stesse sfide che potevano essere le nostre di alcuni secoli fa. Questo può provocare in noi tutti un certo imbarazzo. RTM – ha ricordato Viani – è nata nel 1973 e ormai sono partiti per i diversi progetti oltre 300 volontari: a tutti quelli che partono diciamo che non devono avere l’aspettativa di vivere come vive la gente del posto, ma quella di vivere comunque in modo semplice e sobrio”. Il direttore di RTM, collegandosi al concetto di fraternità ha, poi illustrato il Progetto Milk in Kosovo rivolto a 5 Associazioni di Produttori di Latte della regione, composte in media da 45 soci ciascuna. Tra gli obiettivi c’è la creazione di una cooperativa agricola e l’allestimento di un caseificio per la produzione di formaggio. Poche settimane fa alcune persone della cooperativa sono venute dal Kosovo per un periodo di formazione e sono state ospitate da un caseificio reggiano. Uno scambio che ha arricchito tutti.
Fonte: Redacon



Vent enni d'Italia, gli «startupperoi»


La Rete, il coraggio di buttarsi e un'idea diversa dalle altre: quelli che creano il loro posto di lavoro
Il loro motto è: non c'è il posto di lavoro? Il mio me lo creo da solo. Ma, se li cercate, trovarli non è facile: non sono sulle Pagine Gialle. Non sono gli avatar professionali di genitori che li raccomandano, né di network universitari che li promuovono. Paradossalmente talvolta non sono nemmeno in Rete e vivono nel silenzio fino a quando qualcuno di loro - di rado - fa il botto o va online ufficialmente, com'è accaduto poche settimane fa a Iubenda. Sono gli «startupper», sostantivo intraducibile, un popolo non radiografato da mappe, analisi sociologiche e statistiche. Unica caratteristica in comune, una sorta di tessera di appartenenza al partito emotivo di Mark Zuckerberg.
Sono un fenomeno in grande crescita anche in Italia o resteranno una nicchia? Onestamente è difficile dirlo. Inciampare nel sensazionalismo di una ipotetica «Generazione Startup» sarebbe un errore. Ma anche se fossero solo circa 25 mila, come qualche stima ufficiosa azzarda (5-6 mila aziende per 4-5 addetti), sarebbero comunque 25 mila posti di lavoro in più in un momento in cui tra i giovani ne sono andati persi 80 mila. Incerti e a rischio di morte in culla? Beh, sorpresa: loro lo sanno. E vanno avanti lo stesso grazie al carburante di una mentalità nuova che fa invidia. 
L'UNIVERSITA' È OBSOLETA?
Davide Dattoli, nato a Brescia l'8 agosto del 1990 (su Twitter è @davidedattoli), è uno di loro e parlarci fa una certa impressione. A 21 anni sembra un imprenditore navigato: «Secondo me il mondo delle startup può offrire qualcosa di nuovo. Non è più obbligatorio andare all'università e poi cercare di entrare nella grande azienda per inseguire un posto a tempo indeterminato. Ora il web ha permesso di abbassare le barriere all'ingresso e con un computer ti puoi specializzare e costruire il tuo lavoro».
L'altro motto del settore è: dalle parole ai fatti. «Sto studiando comunque economia e commercio - ci spiega Davide - però già dal secondo anno avevo iniziato a non frequentare e a fare solo gli esami. Vengo da un'esperienza di grande soddisfazione come Viral Farm (che oggi ha 20 dipendenti) e ora sto seguendo la mia startup Save The Mom, un social network pensato per la famiglia, normalmente esclusa da Facebook e simili. Inoltre un anno fa ho fondato, a Brescia, Talent Garden, luogo di co-working per dare a dei ragazzi che possono offrire il proprio talento uno spazio per iniziare». Prossimi step, l'apertura a Milano e a Torino. 

LA FORMULA PART-TIME
Eugenio Depalo, nato a Poggibonsi, Siena, il 14 marzo del '90 (su Twitter è @eugeniodepalo), appare meno determinista ma non meno determinato. Ha vissuto per un po' facendo lo sviluppatore di applicazioni per ambiente iOs (iPad e iPhone). «Ma guadagnare era dura. Ora lavoro in H-Farm (la fattoria delle startup nel trevigiano fondata da Riccardo Donadon e in cui Rcs MediaGroup, la società editrice del Corriere , ha una piccola partecipazione, ndr ) e ho un incarico part-time in Responsa, società di Gabriele Antoniazzi. Fare startup è una "exit strategy" dal percorso tradizionale che non dà più certezze? Più che altro io lo vedo come l'unico modo per procedere. Ho lasciato anche l'università dove studiavo informatica perché non lo consideravo più necessario. Il nostro è un campo così dinamico che su Internet c'è tutto ciò che ti serve. Io sono autodidatta». Tutto rose e fiori? «No - confessa Eugenio - perché l'Italia non è la Silicon Valley e viviamo in ambienti in cui non siamo stimolati abbastanza. Capisco chi fa fatica ad abbandonare l'idea del posto fisso».
Al Sud il problema è risolto: l'assunzione a tempo indeterminato, tassi di disoccupazione alla mano, è un miraggio. Però c'è il turismo. «Da noi il problema del digital divide è molto sentito - racconta Massimo Ciuffreda, trentenne di San Vito al Tagliamento, che lavora con il 28enne di Manfredonia Michele Di Mauro -, così, abitando in un posto di mare, abbiamo pensato di creare il primo hot spot per l'intero paese con abbonamenti anche giornalieri per i turisti. È andata bene. Ma allargarsi era difficile: troppo costoso costruire hot spot lungo tutto il Gargano. Da qui l'idea della nostra startup attuale, WiMAN, una rete wifi social a cui si accede facilmente con l'account di Facebook o Twitter. Forse oggi per noi giovani è possibile vivere di startup, a livello economico è un bel circuito. E la nostra esperienza sta spingendo altri ragazzi locali a lanciarsi nel settore». Insomma, si può fare cultura delle startup solo facendo startup.
«BAMBOCCIONI SFIGATI»
Michele Ruini (@pentolaccia) è il tipico toscanaccio con l'ironia nel sangue. «Io ho fatto 30 anni ad agosto... Sono un bamboccione, uno "sfigato" come ci definiva il sottosegretario al Lavoro, Michel Martone. L'ho presa con calma e da quando mi sono laureato in matematica pura con un voto da fesso sono passati due anni. Dopo aver lavorato per la startup Duespaghi, eccomi qua con la nostra Metwit», sorta di Twitter sulle condizioni meteorologiche alla quale lavora con il padre del progetto, il 21enne Duccio Catalioto, Davide Rizzo (25) e Simone D'Amico (21).
Il gruppo è appena tornato da Dubai dove ha lavorato tre mesi («per lavorato - specifica Michele - si intende che non abbiamo mai visto la spiaggia dandoci sotto sette giorni su sette») grazie alla selezione di Seedstartup.com, che fa parte del più importante circuito di incubatori al mondo, il Gan (globalacceleratornetwork.com). Oltre allo spazio il Seed ha dato a Metwit 25 mila euro per il 10% della società, il che li dovrebbe valorizzare al minimo 250 mila euro. «Non so come nascessero prima le aziende, ma ora nascono così» sintetizza con efficacia Michele.
DECLINAZIONE MASCHILE
Nell'ambiente non bazzicano molte ragazze. Tanto che una delle poche, Barbara Labate di RisparmioSuper, emersa un paio di anni fa grazie alla Fondazione Mind The Bridge, è una marziana tra i marziani. In effetti anche nella valle del Silicio le cose non cambiano molto. Solo Mark, Larry e Steve. Ma, a parte questo, il popolo degli «startuppari» è eterogeneo. Viaggiando si incontra di tutto, anche chi il posto a tempo indeterminato lo ha lasciato per il sogno della propria azienda web-based , come Giacomo Bastianelli di Travellution e Marco Iacuaniello di We-sport. E non sembrano essere i soli.
«Io l'ho fatto per scelta perché, onestamente, ho rifiutato diversi posti di lavoro ma capisco che ci sia anche molta paura» fa outing Leonardo Paschino, 30 anni, di Sassari. «Avere una startup - continua Leonardo che, con Alessandro Nardecchia, sta covando la sua iuLiveNet, network per amanti di musica dal vivo come loro - inizia a essere percepito come un lavoro importante che non dipende dalle logiche di mercato. In Sardegna gli investimenti nei centri di ricerca delle università hanno generato delle competenze che, non trovando sbocco nel mercato del lavoro tradizionale, hanno dato la scintilla al fenomeno». Anche l'era Tiscali ha lasciato un'eredità: Mario Mariani, ex amministratore delegato della società, ha fondato NetValue, incubatore cagliaritano dove anche iuLiveNet si è allenata. «Certo la cultura della startup si basa ancora molto anche sugli amici che ti appoggiano» aggiunge Leonardo.
«È una realtà sempre più diffusa ma rimane complicata in Italia perché la cosa più difficile è cominciare» conferma Massimo Scarpis, dell'84, da Sacile, Pordenone, una prima startup finita male alle spalle. «Certo nel 2006 eravamo in un mondo diverso. Facebook in Italia non esisteva. E non c'era nemmeno la parola startup nell'uso comune» ricorda Massimo che ora lavora alla sua Corso12, tecnologia che si basa sulle fotografie per conoscere nuovi amici, con tre under 30: Silvio Daminato, Giacomo Veronelli e Andrea Giavatto.
Tutti vorrebbero avere MusiXmatch o JobRapido, le due startup che il CorrierEconomia ha segnalato come realtà dell'anno per il 2011. Ma è chiaro che molte non arriveranno mai alla maturità. Semplicemente fa parte del gioco. La cultura della startup si trascina dietro anche la cultura molto americana del fallimento. Innovare è dura. E se non va hai fatto un sacco di esperienza per la prossima.
CULTURA DEL FALLIMENTO
Allo stesso tempo crederci è condizione non sufficiente ma ultra necessaria. «Siamo cresciuti pensando che il boom che hanno creato i nostri genitori negli anni Sessanta potesse darci un posto di lavoro stabile - tira amaramente le somme Massimo - e, secondo me, dobbiamo ritornare a pensare di dover creare qualcosa di importante. Il boom della tecnologia ci dà questa possibilità». «La verità - per Francesco Mancusi - è che in un momento instabile questa è la migliore opportunità. Ma scegliamo di provarci anche perché si fa una vita non usuale, girando il mondo».
UN'IDEA, UN EURO E UNA NUVOLA
Il 2012 è partito bene. «Le cose stanno cambiando perché ora anche le aziende tradizionali si stanno dotando di uno spazio digitale» testimonia lo startupper seriale Alessandro Bruzzi. Il decreto Salva Italia del governo Monti ha introdotto il capitale sociale a un euro per gli under 30 che fondano nuove società. Inoltre abbiamo per la prima volta un'Agenda digitale italiana anche se ancora non ne è ben chiaro il contenuto e la cabina di regia si è riunita presso il ministero dello Sviluppo economico, in maniera quasi carbonara, due venerdì fa.
Infine c'è un fattore tecnico. Le «nuvole», spiega Cesare Sironi, il manager di Matrix che ha di recente lanciato TimCloud, il primo cloud social , «stanno fornendo per la prima volta un'ambiente flessibile per costi e potenzialità del servizio. Per gli startupper è una rivoluzione». Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia, sta aprendo per la seconda volta gratuitamente a migliaia di startupper l'ambiente cloud di Microsoft con il programma BizSpark dove sono passate anche Save The Mom e We-sport.
Insomma, semplificando molto - ce ne rendiamo conto - potremmo dire che, per la prima volta, la nascita di una nuova startup richiederà l'incontro di un'idea, un euro e una nuvola. Poi, come vi spiegherà qualunque frequentatore dell'ambiente, vale l'ultimo fondamentale motto. La maggior parte delle idee di successo non ha praticamente copyright. Teoricamente sono replicabili. La differenza la fa la «execution, execution, execution». Cioè, in una parola, l'uomo.
Massimo Sideri
Fonte: Corriere.it