mercoledì 20 giugno 2012

Per Pretoria siamo degli sconosciuti

Cambio di guardia a Pretoria
Il Curriculum del nuovo Ambasciatore
Per puro caso abbiamo scoperto che il nostro Ambasciatore  Italiano di Pretoria è stato sostituito con S.E. Vincenzo Schioppa.
L’AIM ha inviato il benvenuto al nuovo Ambasciatore, scusandosi per il ritardo; infatti l’Ambasciatore ha assunto le sue funzioni a Pretoria il 24 novembre 2011.
Questa tardiva scoperta, ci ha alquanto amareggiato, in quanto riteniamo che il lavoro che l’AIM ha svolto in questi anni, non è stato minimamente apprezzato dai funzionari di Pretoria.
Come i connazionali sanno, la nostra associazione fino al luglio del 2011 ha svolto un lavoro di assistenza e corrispondenza con Pretoria, lavoro che è stato agevolato dalla competenza ed esperienza della dottoressa Giuliana De Maria e dall’insostituibile collaborazione di Franco Merola.
Nell’agosto 2010, abbiamo anche ospitato presso la sede dell’associazione la Dottoressa De Maria, che, nella sua veste di Funzionario Itinerante, ha svolto in quei pochissimi giorni un lavoro veramente enorme.
Quando, alla fine del 2005, gli italiani del Madagascar ci siamo riuniti in associazione, abbiamo scritto sullo statuto gli scopi dell’associazione che dovevano esser più culturali che di assistenza, ma negli anni è divenuta predominante la assistenza che abbiamo dovuto fornire sia ai connazionali residenti che agli italiani che si sono trovati occasionalmente in Madagascar, e questa nostra assistenza ci ha distratto dai veri compiti associativi riportati dallo statuto.
Oggi fortunatamente questo problema dell’assistenza consolare è stato superato, grazie alla nomina della Corrispondente Consolare, anche se continuano ad essere numerosi i connazionali che continuano a chiederci informazioni ed assistenza sulla compilazione di moduli e questionari ed in particolare sui rapporti con enti assistenziali italiani. Noi siamo a disposizione di tutti gli italiani e continuiamo nel nostro lavoro, dispensando a tutti i nostri consigli forti dell’esperienza che abbiamo maturato in questi sei anni di corrispondenza che abbiamo avuto con Pretoria.
Terminiamo questo nostro scritto congratulandoci con Claudio Siragusa per la sua nomina a corrispondente Consolare di Nosy Be, a lui vanno i nostri auguri di buon lavoro; la sua nomina è un segno di riqualificazione della nostra rappresentanza Consolare, dopo anni di dubbia gestione.
Ecco il curriculum di S.E. Vincenzo Schioppa, nuovo Ambasciatore di Pretoria, che abbiamo tratto dal sito internet dell’Ambasciata.


Vincenzo SCHIOPPA


Nato a Napoli il 25 luglio 1956. Studi classici, seguiti da una laurea cum laude in Scienze Politiche all’Istituto Universitario Orientale di Napoli nel 1979, un MBA in commercio e marketing internazionale, specializzazioni a Ginevra e a l’Aja ed esperienze lavorative nel settore privato, all’Università e nel sostegno pubblico all’export.
Nel 1983 vince il concorso per la Carriera Diplomatica. Il primo incarico è alla Direzione Generale per gli Affari Politici, al policy planning. Frequenta in seguito la mitica ENA, l’Ecole Nationale d’Administration, allora a Parigi, dove termina il corso come primo degli stranieri. Rientrato a Roma, è nuovamente alla Direzione Generale per gli Affari Politici, questa volta alla Segreteria.
Nel 1988, volendo fare una prima esperienza di autonomia e responsabilità in un grande Stato federale ed a forte componente italiana, ottiene la nomina di Console d’Italia a Perth,in Australia Occidentale, dove resta sino al 1991, per poi passare all’Ambasciata ad Atene, come consigliere politico.
Nel 1995 rientra a Roma, come Capo della Segreteria alla Direzione Generale del Personale e dell’Amministrazione. Un lungo e impegnativo incarico che, assieme alla specializzazione all’ENA, lo fa concentrare sui problemi del management, della gestione del cambiamento, della funzione pubblica e delle riforme. Per questo viene chiamato come Consigliere Diplomatico del Ministro per la Funzione Pubblica e gli Affari Regionali, alla Presidenza del Consiglio. Nel 1999, poi, con un contratto di diritto privato, e scelto da “cacciatori di teste”, vive l’esperienza di elevatissima responsabilità di “city manager” della Città di Napoli (con la gestione di 16.000 dipendenti e un bilancio di prima azienda del Sud Italia).
Nel 2000 è rappresentante personale del Primo Ministro per le Information and Communication Technologies nel G8, e Presidente della “Digital Opportunity task force - Dot.force”, lanciata dal Presidente Clinton per combattere il divario digitale. Si è trattato della prima esperienza, e di successo, di un comitato rivolto all’azione composto dai Paesi del G8, Paesi emergenti, Organizzazioni internazionali, NGOs e PDG di multinazionali delle ICT. Pioniere nel sostenere l’applicazione e diffusione del e-gov, è stato anche consigliere per le ICT del Segretario generale delle Nazioni Unite.
Dal 2001 al 2005 è ministro-consigliere/Deputy-Representantive alla Rappresentanza d’Italia all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico/OCSE a Parigi. Rientra a Roma nel 2006, e, dopo un breve passaggio alla Direzione generale per la Cooperazione economica e finanziaria multilaterale e la nomina, a titolo personale, come coordinatore all’Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione della Presidenza del Consiglio, inizia la collaborazione con il Segretario generale della Farnesina. Dove contribuisce a creare, su impulso del Ministro degli Esteri, una nuova direzione generale per il “Sistema Paese”, per rendere il Ministero degli Esteri e con esso la rete all’estero ancor più efficaci nel sostegno agli interessi economici italiani, e sensibili alle necessità e potenzialità del nostro territorio.
Nel giugno del 2010 assume le funzioni di Ambasciatore in Libia, uno dei Paesi di maggior rilievo per l’Italia. Vive appieno la drammatica crisi libica iniziata nel febbraio 2011, coordinando tra l’altro le operazioni di evacuazione dal Paese di oltre 1900 italiani e 700 stranieri. Dopo la temporanea chiusura dell’Ambasciata, il 18 marzo 2011 (poi assaltata, saccheggiata e distrutta, assieme alla Residenza, da fiancheggiatori del regime) è a Roma, alla direzione generale degli affari politici, come responsabile di una task force sulla Libia.
Nominato Ambasciatore in Sud Africa (con competenza anche su Namibia, Lesotho, Mauritius e
Madagascar), ha assunto le sue funzioni a Pretoria il 24 novembre 2011.
Vincenzo Schioppa ha scritto numerosi saggi ed articoli, in Italia ed all’estero, su argomenti serissimi e meno. Velista e amante del mare e dei suoi sport, della pesca e della gastronomia, pianista dilettante (la sua prima barca la comprò in anni lontani anche grazie ai proventi di un incarico di selezionatore per…lo Zecchino d’Oro), è socio fondatore del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli, già presidente degli allievi italiani dell’ENA, e fondatore o membro di associazioni e think-tanks in Italia ed all’estero. E’ stato insignito di ordini al merito in Italia, Francia e Grecia.



La foresta del Madagascar sarà rigogliosa anche a Torino



Volata finale per i nuovi allestimenti del «Tempio 
della Terra» di Giorgio Celli





La foresta del Madagascar incomincia ad apparire al Museo regionale di Scienze Naturali. Per quanto finta è verosimile. Fra pochi mesi sarà più rigogliosa. Un leone sornione ed impagliato sembra invece essersi impadronito all’ingresso del lungo «nastro rosso» che ospiterà le collezioni museali. A pochi passi uno struzzo, che pare ancora vivo, finge di correre. Mentre su un grande schermo sfilano le immagini della multivisione che celebrerà il «Mondo di Darwin».
Sono le prime apparizioni dell’allestimento del «Tempio della Terra». Così il famoso naturalista Giorgio Celli, deceduto l’11 giugno scorso a 76 anni, chiamava il progetto che consentirà di fare un viaggio virtuale nello spazio e nel tempo fra le biodiversità del nostro pianeta. E’ stato uno dei suoi ultimi impegni. Celli lo ha ideato su 1500 metri quadri del Museo, nei monumentali spazi dell’antico ex ospedale San Giovanni di via Giolitti 32. Racconterà la magnificenza e la varietà dei milioni di specie che animano il nostro pianeta e spiegherà come interagiscono con il suo più invadente ospite: l’uomo. Organizzato in tre sezioni, verrà inaugurato a settembre.
I lavori procedono serrati. Ieri l’assessore regionale alla Cultura Michele Coppola ha voluto visitare il cantiere, accompagnato da tutti coloro che lo animano. Lo ha accolto il leone accoccolato all’ingresso. L’assessore per scherzare ha finto di accarezzarlo, poi si è compiaciuto delle opere. Costano 5,4 milioni di euro, finanziate per 4,3 milioni dai fondi europei e per il rimanente dalla Regione. Tutte le parti strutturali sono già compiute.
Nei prossimi mesi saranno sistemate le collezioni e le tecnologie multimediali che racconteranno la complessità della vita esistente sulla Terra. Fin dall’ingresso il Museo diretto da Ermanno Debiaggi manifesterà la sua ricchezza, con la sua «Camera delle meraviglie». Allestita sul «nastro rosso» inaugurato ieri, sarà la passerella espositiva dell’assortimento delle collezioni, esposte per aree tematiche: prima i minerali, poi la botanica e la zoologia, quindi la paleontologia. Al fondo già svetta un monolite che simula una stratigrafia primordiale, dalla quale emergono i resti di un Mammuth.
Quindi si farà un incontro con Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, per scoprire come la natura si è specializzata dalla notte dei tempi, dalla savana ai ghiacci polari. Le origini della diversità verranno narrate con la scoperta del Dna, la «grande cellula interattiva» della vita. Postazioni multimediali riprodurranno quella variabilità su cui agiscono i meccanismi della selezione naturale. Fino a raggiungere l’ultima sezione che riprodurrà uno dei luoghi dove la biodiversità si è più espressa: la foresta del Madagascar, scelta quale grande laboratorio dell’evoluzione, dove il Museo da anni opera con spedizioni scientifiche.
Il visitatore potrà passare fra le sue piante e percepire le voci della giungla. Per raggiungere poi le loro chiome, riprodotte da Piero Gilardi. Sarà un viaggio nello spazio, ma grazie a simulatori anche nel tempo, per capire le relazioni che legano umanità e ambiente.
Fonte: www3.lastampa.it/ MAURIZIO LUPO
TORINO

La natura incontaminata del Madagascar


La perla del continente africano, splendida isola adagiata su un mare cristallino e limpido. Si tratta del Madagascar, dove la natura è ancora incontaminata e dove è possibile osservare una fauna e una flora impareggiabili. Qui infatti è possibile osservare alcune specie di animali uniche al mondo, come più di 70 varietà di lemuri, camaleonti di ogni tipo ma anche i volatili  più grandi del mondo. Come se non bastasse qui potrete osservare alcune Piante carnivore, rarissime e uniche, in Madagascar se ne registrano più di 60 varietà diverse!
Terra selvaggia, ricca di natura e di bellezze mozzafiato, il Madagascar è anche patria di una storia millenaria.  La sua popolazione osserva ancora le antiche tradizioni e conserva il ricordo del passato e dei riti antichi, come il taboo e l’esoterismo. La popolazione del luogo infatti crede che gli animali e le piante siano ricchi di attributi soprannaturali. Affascinanti anche le storie dei pirati dei quali potrete osservare i relitti delle navi, arenate sulla spiaggia.
Qui troverete un vero e proprio paradiso terreste, un gioiello della natura, splendido da mozzare il fiato. Dalla foresta pluviale alla steppa più desolata, altopiani ricchi di vegetazione ma anche spiagge da paradiso e un’immensa barriera corallina. Numerosissimi anche i parchi naturali dove potrete osservare le numerose specie animali e vegetali. Ma anche spiagge meravigliose, dalla sabbia fina e bianchissima, dove vi sentirete in contatto con la natura, godendovi il mare e il sole caldo dell’Africa.
Lasciate allora conquistare dal Madagascar, dalla sua bellezza e dalla sua natura incontaminata, uno dei luoghi più belli al mondo, con una natura bellissima, ammirata e studiata dagli appassionati del genere. Qui tutto è ancora rimasto come nell’antichità, come nel paradiso terrestre dove nacquero i primi uomini. Immergetevi in questo paese colorato e stupendo ne rimarrete davvero sopraffatti.
Fonte: lowcostvacanza.com







Schengen, sospeso il trattato L'Europa si difende dai migranti


Si tratta di una misura temporanea. Verranno ripristinati i controlli alle frontiere interne in caso di eccessive pressioni migratorie sulle frontiere esterne. Esempio: in caso di massicci sbarchi sulle coste italiane, la Francia potrà ripristinare controlli dei documenti al confine

di VLADIMIRO POLCHI


L'Europa chiude le sue frontiere interne e fa un passo indietro nella libera circolazione delle persone. I ministri dell'Interno hanno infatti raggiunto all'unanimità un accordo di riforma del trattato di Schengen 1 che introduce la possibilità di ristabilire temporaneamente i controlli alle frontiere interne in caso di eccessive pressioni migratorie sulle frontiere esterne. Un esempio per capire: in caso di massicci sbarchi sulle coste italiane, la Francia potrà ripristinare i controlli dei documenti ai suoi confini. 
Sei mesi di blocco.
 L'intesa prevede il ripristino dei controlli sui confini interni per un periodo di sei mesi, prolungabile per altri sei mesi, nel caso in cui, a causa di circostanze eccezionali, non siano più assicurati adeguati controlli sulle frontiere esterne. Il testo su cui a Lussemburgo i ministri hanno raggiunto l'accordo escluderebbe inoltre il Parlamento europeo dalle procedure di verifica e monitoraggio dell'applicazione del trattato con cui è stata decretata l'abolizione delle frontiere interne tra i Paesi firmatari.
Cosa cambia.
 Il trattato di Schengen già oggi prevede la possibilità di sospendere temporaneamente l'abolizione dei controlli alle frontiere per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, come avvenuto a più riprese per eventi sportivi e vertici di capi di Stato e di governo. Ma è stato dopo lo scontro avvenuto tra Italia e Francia, in seguito alle ondate migratorie che dal Nord Africa si sono riversate sulle coste della Penisola, che ha preso corpo il progetto di prevedere la possibilità di reintrodurre i controlli in maniera più "strutturata".

Madagascar, bella scoperta anche a tavola


Sorseggiando uno sciroppo di tamarindo tra un piatto di riso al cocco e uno stufato di bovino e verdure, scopriamo le meraviglie della Natura sull'isola africana. Il Madagascar è un'isola unica nel suo genere, un pezzo d'Africa ma con connotati fortemente asiatici. Una moltitudine di popoli, di colori, di animali bizzarri e di sapori. Per far conoscere ai visitatori il fascino di questo territorio e della sua natura, tanto esuberante quanto vulnerabile, la Casa delle Farfalle di Bordano organizza un evento davvero speciale
Una proiezione fotografica ci aiuterà a conoscere la varietà dei paesaggi, le spiagge incantevoli, i sorrisi dei bambini e, purtroppo, anche la povertà della popolazione che spesso vive in condizioni di vita al limite della sopravvivenza.
Particolare attenzione sarà dedicata alla natura di questo Paese, caratterizzato da una varietà di flora e fauna davvero unica in tutto il mondo. Lemuri, camaleonti, gechi diurni, ma anche balene e pesci colorati sono soltanto alcuni degli animali che è possibile ammirare in questa terra.
Il Madagascar è una piacevole scoperta anche dal punto di vista gastronomico, un mix di sapori africani, asiatici e francesi.

Dall’unione delle varie culture è nata una cucina deliziosa e ricca di fantasia che i visitatori potranno degustarne le prelibatezze  isolane cucinate da Theodora Hurustiati, food blogger, cuoca e insegnante di cucina etnica. Il menù prevede Samosa(ravioli fritti ripieni di carne macinata), Vary Voanio (riso al cocco), Akoho Makamba sy Voanio (curry di pollo e gamberi al latte di cocco), Romazava(stufato di bovino e verdure), Achards de légumes (verdure agrodolci aromatizzate al curry), Lasary Voatabia (insalata di pomodoro e cipollotti), Sakay (salsa di peperoncino e zenzero), Kida amin'ny Voanio (banane al latte di cocco e zucchero di canna) e Salady Voankazo (macedonia di frutta allo sciroppo di vaniglia). Ad accompagnare i cibi: Jus de Tamarin (sciroppo di tamarindo) e Ranonapango (tisana di riso tostato).
 Fonte: www.farfalledibordano.it. 

Akbaraly Foundation


Akbaraly Foundation ha presentato, "Il Fondo del Cuore", un fondo di beneficenza dedicato alle donne e ai bambini con cancro in Madagascar. Esso sostiene le donne malate di tumori ginecologici e del seno e bambini con tutti i tipi di cancro.
 Nell'ambito di questa iniziativa, la Fondazione Akbaraly sostiene i poveri che non possono permettersi le cure per il cancro.
Lo scopo del Fondo del Cuore è quello di:
• finanziamento per il trattamento di questi pazienti
• soddisfare i loro bisogni per gli integratori alimentari durante la terapia.
Akbaraly Fondazione ha sostenuto: - 17 donne e bambini nel 2011. - 13 bambini dall'inizio del 2012.
 Data la crescente domanda di aiuto, ci appelliamo alla generosità di tutti per offrire alle persone più bisognose la possibilità di lottare contro il cancro. Saremmo lieti di avere l'appoggio degli italiani.
§  Instructions pour les virements en EUROS
·          
Nom du bénéficiaire
ASSOCIAZIONE AKBARALY ONLUS
Objet
Progetto “4 A WOMAN”
Banque du bénéficiaire
CASSA LOMBARDA (filiale 3488)
Adresse
Via A. Manzoni, 12/14, 20121 Milano, Italia
Tel
+39 02 7799.1
Numéro de compte
IT11 N034 8801 6010 0000 0024 766
IBAN
IT 11 N 03488  01601  000000024766
Bank Identification Code (BIC) 
LOMCITMMXX

Il 2 giugno c’è stata una bella festa alla AIM

Cinzia Catalfamo Akbaraly e S.E. Msgr Eugene Martin Negent




Alla Associazione AIM anche quest’anno si è festeggiato l’Anniversario della Repubblica Italiana con una simpatico ricevimento tra italiani.
Ospiti d’onore sono stati la Dottoressa Cinzia Catalfamo Akbaraly, quale rappresentante del Governo Italiano e Msgr Eugene Martin Negent, Nunzio Apostolico della Santa Sede.
Si è iniziato con la consegna degli attestati agli alunni che hanno terminato il corso avanzato di italiano, diretto dal prof. Giovanni Ferrero,  ed è stato anche sottolineato, con un minuto di raccoglimento, che questo anniversario è un poco sottotono per gli avvenimenti dovuti al terremoto in Italia.
Il pranzo conviviale è iniziato con la degustazione del classico piatto italiano “Il pasticcio di lasagne” preparato dai Ristoratori Italiani Maurizio Mastracci dello Chalet des Roses e Lorenzo Moretti del ristorante Chez Lorenzo.
Molte le aziende italiane che hanno messo a disposizione numerosi regali che sono stati elargiti ai presenti, in particolare si ringrazia per la collaborazione:

Bottega Fiore, per le pietre preziose, Bruscagnin Gianfranco, per le pietre ornamentali, Celi Carmelita di Arcadia, Cossettini Anita dell’ Hippocampus Beach Resort, Giuliano Maiorana, Lorenzo Moretti del ristorante Chez Lorenzo, Maurizio Mastracci del ristorante Chalet des Roses e Paolo Preve della SMIE per i prodotti Ferrero. 

da destra: Sacco Gerardo, Maurizio Mastracci, Giuseppe Rossi, S.E. Msgr Eugene Martin Negent, Nunzio Apostolico di Antananarivo, Franco Bruscagnin, Giovanni Gritti, Alberto Davico, Lorenzo Moretti, Aldo Sunseri



Terremoto: i satelliti misurano i movimenti del suolo, si è alzato di 12cm tra Mirandola e San Felice sul Panaro


Continua l’attività di monitoraggio dallo Spazio delle aree dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto, avviata dal Dipartimento della protezione civile dopo l’inizio della sequenza sismica. Le nuove acquisizioni radar dei satelliti della costellazione Cosmo-SkyMed programmate dall’Agenzia spaziale italiana su tutta l’area in cui sono in atto fenomeni sismici hanno permesso di studiare gli effetti permanenti dei movimenti del suolo causati dalla scossa del 29 maggio 2012.
Lo studio è stato condotto da un team congiunto di ricercatori dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr) di Napoli e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) mediante una tecnica denominata interferometria differenziale, che permette di misurare spostamenti del terreno anche dell’ordine di pochi centimetri su grandi aree.
La zona maggiormente interessata si estende per circa 50 chilometri quadrati, tra Mirandola e San Felice sul Panaro nella provincia di Modena. Le immagini mostrano gli effetti permanenti degli eventi sismici successivi al 29 maggio, che hanno causato un sollevamento del suolo fino a 12 centimetri. La prima (interferogramma) può essere letta come una mappa dei movimenti del suolo, in termini di cicli di colore, nella direzione di vista del satelllite. Ogni ciclo indica una deformazione del suolo di 1,5 cm e, sommando i cicli di colore, si ottiene lo spostamento massimo del suolo verificatosi tra le due date. Per rendere visivamente più chiara la deformazione misurata, la seconda immagine mostra la mappa degli stessi spostamenti ricavata dall’interferogramma. Le zone in rosso sono quelle che hanno subito il maggior innalzamento, mentre le aree stabili sono in verde. Il sollevamento è stato causato dallo scorrimento in profondità dei due lembi della faglia sulla quale si è originato il terremoto del 29 maggio.
L’ultima acquisizione del sistema Cosmo-SkyMed sulla zona interessata dal sisma era avvenuta la sera del 27 maggio, due giorni prima del secondo evento. Il calcolo della deformazione del suolo dovuta alla forte scossa del 29 maggio è stato possibile dopo il primo passaggio utile del primo dei quattro satelliti della costellazione sulla orbita, avvenuto nella serata del 4 giugno.
L’uso dei satelliti di Cosmo-SkyMed, caratterizzati da tempi di rivisita molto brevi, ha permesso di avere a disposizione un gran numero di dati, tali da poter studiare e separare gli effetti delle prime scosse sismiche del 20 maggio da quelle avvenute il 29. Con altri sensori, caratterizzati da tempi di rivisita più lunghi, questo non sarebbe stato possibile.
Il risultato ottenuto è particolarmente interessante in quanto consente una analisi completa della zona interessata dalle deformazioni del suolo, che mostra un orientamento prevalentemente est-ovest. Le sue caratteristiche, e il confronto con i dati della sismicità, indicano che la faglia del 29 maggio si colloca nella continuazione verso ovest di quella del terremoto del 20 maggio.
Le osservazioni satellitari, oltre a fornire importanti informazioni nell’immediatezza di eventi sismici come in questo caso, rappresentano un patrimonio informativo fondamentale che, con i dati raccolti sul campo e con la messa a punto di sofisticati modelli matematici, permette di approfondire la comprensione dei meccanismi fisici che sono alla base dei fenomeni sismici.

mercoledì 6 giugno 2012

Gli Italiani del Madagascar



Gli italiani del Madagascar sono distribuiti in tutto il territorio malgascio, con una concentrazione maggiore nella capitale Antananarivo. Secondo una stima molto attendibile la comunità è composta di circa 2000 residenti, anche se gli iscritti all’AIRE sono soltanto 500.
Molti italiani sono venuti in Madagascar per un caso fortuito e tanti, pur avendo in Italia un buon lavoro, hanno preferito questo paese per avere una vita più tranquilla.
È il caso di molti pensionati che dopo una vita di lavoro preferiscono abitare in questa bellissima terra, dando qualche piccolo contributo sociale come Gianni e Adis; o  Paolo Lamano che dopo tanti anni passati con la valigia sempre pronta in giro per i vari alberghi in Italia e all’estero, ha detto stop e sta  costruendo un piccolo albergo in un posto incantevole che è l’Isola di Santa Marie; o come il biologo Giuseppe la Marca che si è innamorato della foresta di Masoala dove era stato in una missione esplorativa e oggi fa l’albergatore all’interno della foresta in un posto incantevole; o un ingegnere di Tulear(Blueline) che ha incontrato l’Architetto Carmelita Celi  titolare di “Arcadia” il negozio più bello e raffinato di Tana dove si trovano, oltre ai vetri di Murano, ogni tipo di regali e oggetti. E il Ciociaro che ha lavorato con grandi registi e che oggi si gode la sua meritata pensione a Mahajanga in una bella casa in riva al mare; la commercialista Barbara Bini , titolare a Milano di uno studio bene avviato, che cambia mondo e lavoro e fa le riprese dei clienti del suo diving. Poi c’è la commovente storia di Fra Marino che in una zona impervia aiuta i lebrosi e con padre Scarigella, chirurgo, assistono coloro che hanno bisogno di assistenza sanitaria;  Padre Attilio Mombelli che è arrivato in Madagascar con una nave nel 1969 e che oggi gestisce anche una radio;  ma ci sono anche le storie di due donne malgasce che vivono in Italia: Olga del Madagascar, moglie del famoso biologo Franco Andreone, che oltre a cantare scrive canzoni e poesie; e la coraggiosa Lea, che avendo lasciato il suo lavoro di funzionario al Ministero dell’Agricoltura malgascio, dopo tanti sacrifici vive con la famiglia a Roma e sta avviando una attività commerciale. Se desiderate noleggiare un aereo, acquistare un biglietto aereo o avere una buona sistemazione in un bellissimo albergo sia a Tana che a Sainte Marie  c’è Alberto che con la sua grande esperienza mondiale di viaggi è in grado di offrirvi il tutto con grande semplicità e serietà. infine, per un gioiello, Bottega Fiore ha un atelier dove lavora le pietre del sottosuolo malgascio e compone gioielli in oro e argento particolari.
In Madagascar ho conosciuto anche dei religiosi che essendosi spogliati dell’abito talare hanno messo su famiglia: uno dopo qualche anno è rientrato in Italia con la giovane e bella sposa  e il figlio, per la felicità dei  nonni; un altro è divenuto famoso tra la comunità italiana per le richieste di denaro fatte a tutti. Infatti avendo tentato con pochi risparmi, la costruzione di un albergo, lo stabile è rimasto  alle strutture e lui  continua a ricercare finanziatori. Ha una moglie e dei figli e vive con la pensione dell’anziana madre.
Ma  ci sono anche i religiosi come Padre Alberto Pesce che dopo più di 60 anni di sacerdozio passato nelle diocesi malgasce dando aiuto e conforto morale e religioso è stato anche insignito dal Presidente della Repubblica Ravalomana della Gran Croce.
Il Madagascar fa parte di quella lista dei paesi dove non esite un accordo diplomatico con l’Italia e dove è possibile rifugiarsi e non essere mai ritrovati. Infatti in un articolo che abbiamo pubblicato nel nostro BLOG , (vedi articolo I migliori stati dove scappare ) si legge che il Madagascar fa parte dei dieci paesi del mondo dove è possibile sparire dalla faccia della terra.
Ci sono alcuni che chiedono un passaggio e vanno nella città vicina a costruirsi una nuova identità, ci sono altri che frappongono tra la vecchia e la nuova vita un oceano: questo è il caso di alcuni italiani del Madagascar. 
Tanti lo fanno non per seguire un amore o per sfuggire ad una famiglia distruttiva o soffocante, ma è un uomo o una donna che un bel giorno dice “non ce la faccio più” e decide di dare ascolto alla sua voglia di fuga, un sogno che per gli uomini è più facile realizzare, e che invece quasi sempre le donne chiudono semplicemente in un cassetto.
Molti mi hanno raccontato di qualche  ristoratore che è arrivato in Madagascar e ha cominciato facendo il cameriere o qualche altro che ha fatto il venditore ambulante di pizze con un furgoncino : oggi  hanno a disposizione un'ottima clientela che apprezza la buona cucina italiana! E ci sarebbe da raccontare anche la storia di una ragazza che pur di arrivare in questa terra promessa che è il Madagascar, era disposta a fare la lavapiatti, e lo ha fatto; oggi si trova a mettere in pratica il suo talento, la sua esperienza, la sua cultura  per una tra le più importanti aziende malgasce.
In Madagascar è pure possibile realizzare i propri sogni, come quell’italiano che essendo un patito del mare vive in una isola deserta, circondato solo dai suoi collaboratori e accoglie i turisti che desiderano staccare la spina da tutti e da tutto.
Queste storie e tante altre,  purtroppo non ho potuto raccontarle nelle mie interviste, anche se potrebbero essere delle storie molto importanti , storie di vita vissuta e mi permetto solo di farne cenno riservando l’anonimato; mostrano come l’essere umano pur di raggiungere la propria meta è disposto anche a  sacrificarsi e a fare dei lavori che a casa propria non si sarebbe nemmeno sognato di fare. Quello che mi ha molto impressionato è l’italiano del Madagascar "manager". Ci sono molti italiani arrivati qui da tanti anni che hanno fatto fortuna; ebbene questi italiani oggi fanno sfoggio della loro ricchezza, viaggiano con una elegante 4X4 con autista,  e ostentano il loro benessere come dei grandi manager; ma se analizziamo le loro attività, la loro fortuna è dovuta più al caso che alla loro abilità manageriale. Diciamo che in Madagascar si può anche fare fortuna ignorando i principi del marketing e  improvvisando un po'. In Madagascar  c’è poca concorrenza  e se riesci ad imbroccare la strada giusta è facile fare fortuna, e i motivi sono vari.  Innanzi tutto sei considerato un essere superiore per il colore della tua pelle e poi anche se possiedi poche centinaia di euro, sei considerato ricco. In questa isola non esiste il ceto medio: esistono i poveri e i ricchi. I poveri sono quelli che riescono a vivere con 1 o 2 euro al giorno, i ricchi sono tutti gli altri. Ci sono stati tantissimi italiani che sono arrivati con il miraggio del paese tropicale e del facile incontro con la donna dei desideri e che dopo qualche anno sono dovuti rientrare delusi e senza un euro in tasca. Di queste storie ne ho sentite molte, solo che non essendo delle storie a lieto fine, anche gli interessati sono ben restii a raccontarle, non è bello far sapere che hanno preso la fregatura della loro vita. Infatti è un classico per l’italiano che arriva in Madagascar ricevere allettanti proposte di acquisto di un terreno in riva al mare; proposte di acquisto di bungalow ecc. e quando hai versato la somma pattuita, si presenta una terza persona dicendo di essere il legittimo proprietario. Ricordate il film in cui il grandioso Toto’ aveva messo in vendita il Colosseo........... Ho saputo di qualcuno che ha preso dei bungalow in una bellissima spiaggia. Ha rimodernato la struttura, ha acquistato una nuova attrezzatura per il ristorante, ha investito per rendere accogliente i vari ambienti; quando ha ultimato tutti i lavori, si è presentato il vero proprietario, il quale ha chiesto ancora una volta il versamento di quanto aveva pagato al presunto vecchio proprietario, altrimenti avrebbe dovuto abbandonare il tutto. Quello che doveva essere un affare, non lo è stato perchè è costato il doppio. Ma il  Madagascar è anche la terra di veri e grandi uomini come Tosy Vasco (vedi intervista) e Stefano Palazzi che hanno fatto del Madagascar la terra in cui essere coinvolti con il loro contributo a favore dei bambini orfani diseredati e dei bisognosi.  Tony ha costituito tante “case famiglia” dove ha ospitato ragazzi di strada, dando loro una istruzione, una assistenza sanitaria e una introduzione alla vita. Stefano ha trasformato la sua isola Nosi Komba, vicino a Nosy Be,  in una oasi dove ha portato la corrente elettrica, l’acqua, ha costruito strade e ponti e ha coinvolto tutto quanto il villaggio nel suo impegno. In questa terra c’è tanto bisogno di aiuto e i tantissimi religiosi sia italiani che francesi danno il loro contributo tante volte aiutati anche dalle ONLUS italiane, solo che questi aiuti rimanendo senza alcuna coordinazione spesso finiscono come una grande nevicata che con l’arrivo del sole si scioglie e non lascia che acqua. Oggi è nata VIM ( http://vimadagascar.ning.com)  l′associazione di associazioni dei Volontari Italiani per il Madagascar, che nasce per volontà di alcune associazioni italiane che operano in Madagascar per meglio gestire la comunicazione e le sinergie fra le diverse realtà di volontariato che operano sul territorio malgascio. Ci auguriamo che riesca con il suo assiduo lavoro di assistenza, a valorizzare  e a concentrare tutti gli aiuti che arrivano dall’Italia. Se in questo scritto non avete trovato quello che cercavate vi invito a leggere le interviste che ci hanno rilasciato, basta un clik, oppure venite in Madagascar e troverete tantissimi italiani che vi raccontano la loro storia davanti a un buon piatto di spaghetti Barilla!
Aldo Sunseri BLOG AIM

Alessandra




L'intervista





Sono Alessandra, nata ad Ancona. Ho studiato come interprete,
 gestito una scuola di lingue per dieci anni per poi imbarcarmi con “Costa Crociere”. Sono stata responsabile della reception/responsabile clienti sulle navi da crociera.
È grazie a Kokoa e ad uno scherzo con loro che sono arrivata in Madagascar.

Il tuo lavoro
Ho iniziato il mio lavoro in terra malgascia proprio a Nosy Be nel 2008. Sono stata responsabile delle escursioni di Kokoa per “Costa Crociere” su Nosy Be. Poi ho lavorato per i clienti di “Ora Resort” con base al “Loharano” Hotel. Per terminare con un periodo breve a Diego Suarez per lo start up della nuova gestione della “Note Bleue”. Quando ho terminato il mio lavoro alla “Note Bleue” non ho trovato altro lavoro che mi permettesse di restare e far fronte contemporaneamente agli impegni economici presi in Italia. Quindi ho dovuto fare la valigia, salutare tutti e tornare in Italia.
Forse il capitolo Madagascar si è chiuso per sempre ma… è stata un’esperienza indimenticabile.

Prima del Madagascar
Navigavo con la “Costa Crociere”, quando sono sbarcata a Nosy Be e ho conosciuto i “ragazzi” di Kokoa. Abbiamo cominciato a scherzare sul mio “lasciare tutto” per andare a vivere a Nosy Be. Da scherzo nasce scherzo che continua come scherzo… e come scherzo ho scelto la scrivania su cui poi ho lavorato. Ho quindi posto termine al mio contratto con la “Costa Crociere” e a giugno 2008 sono arrivata a Nosy Be.

Kokoa
Con Kokoa è stato fantastico. Ho trovato un ambiente veramente accogliente e li ringrazierò sempre per avermi dato l’opportunità di vivermi questi tre anni e mezzo indimenticabili.
Mi sono trovata da subito molto bene. Con tutto il personale Kokoa è stato come essere a casa… mi sono sentita in famiglia… con risate, prese in giro, litigate e prese di posizione. Momenti facili e momenti duri… Momenti con tanto lavoro e momenti di totale sbracamento. Italiani e Malgasci… tutti insieme.

Sia il bello che il brutto
Per descrivere la mia esperienza devo raccontare sia il bello che il brutto.
Non è facile per una donna da sola vivere in Madagascar. Spesso si perde di vista la propria femminilità. Spesso si viene giudicata e criticata o controllata solo per passare il tempo, per avere qualche cosa di cui parlare.
Paradossalmente per me è stato più facile inserirmi tra i malgasci che tra i residenti “Vasa” dell’isola.

I bianchi
Parlando degli immigrati… I bianchi, che vivono a Nosy Be, sono spesso diffidenti e a volte un po’ saccenti. Molto scostanti all’inizio… poi, per fortuna, diventa tutto più facile.
Chi è totalmente immerso nell’isola, spesso non si ricorda più nemmeno di cosa vuol dire essere italiano, chi invece rimane un  po’ più distaccato… spesso si mette su di un piedistallo e, pensando di non giudicare, si sente superiore e alla fine giudica più di tutti.
Se dai maschietti vieni considerata “una amica”, spesso ti trovi ad ascoltare discorsi volgari e particolari piccanti di cui non te ne frega nulla e ad essere comunque messa in secondo piano di fronte a ragazze molto giovani e disponibili. Se non sei amica… allora spesso proprio non sei considerata.. .

È stata dura
A volte mi è sembrato di vivere in un paesotto borghese e bacchettone che niente ha a che vedere con quello che credo sia il vero Madagascar. A volte ho sentito discorsi di un razzismo estremo fatti da persone che si vantavano di essere tanto aperte.
Alcuni dei bianchi si vantano di aver capito come vivere il Madagascar in modo libero e aperto e non si rendono conto di essere i primi a rimanere rigidi sotto certi schemi e a non accettare comportamenti e idee diverse dalle loro.
Ho avuto quasi la sensazione che alcuni dei residenti di Nosy Be pensassero che coloro che fanno la scelta di trasferirsi in Madagascar, devono per forza soffrire per poter vivere a pieno l’esperienza… un po’ tipo “hai voluto la bicicletta… adesso pedala” “se sei così alternativa da venire a vivere qui… non contare su nessuno… il problema è tuo… risolvitelo da sola”  Insomma soprattutto all’inizio è stata dura.

Poi.....
Poi però, per fortuna, ho cominciato a sentirmi più a casa e ad affezionarmi a chi poi ho considerato “Amico” e a stare bene. Quando sono partita sono state tante le persone (tra immigrati e malgasci) a salutarmi,  per cui c’è scappata anche la lacrimuccia (anzi molto più che una ) e ho molti amici che tengo stretti nel cuore.

I malgasci
Alla fine dei giochi, posso dire che in tre anni e mezzo “non ho capito il Madagascar” ne tantomeno che ho capito la mentalità malgascia.
Non posso negare che l’accoglienza dei malgasci nei miei confronti è stata fantastica. Con loro mi sono trovata sempre bene. Io so di averli rispettati e soprattutto di aver rispettato le loro diversità e i loro modi di fare. So di aver ottenuto il rispetto di molti di loro. Non ho mai preteso di ragionare con loro con la mia mentalità italiana, ne ho mai preteso che loro capissero il mio modo di agire tanto diverso. Non mi sono mai aspettata da loro cose che erano al di fuori della loro cultura e so che loro non hanno mai preteso da me che fossi totalmente integrata nel loro ambiente.

Orgogliosa
Quando ho visto alcuni dei ragazzi che avevo formato fare il loro lavoro con successo, mettendo a frutto alcuni dei miei insegnamenti, mi sono sentita orgogliosa di loro e degli sforzi fatti per raggiungere certi risultati. Non potrei mai dare un consiglio su come relazionarsi… perché nessuno può farlo. Ognuno ha un suo modo di relazionarsi con le persone, siano esse europee o extra europee. Nessun modo è giusto. Nessun modo è sbagliato. Sono i risultati che contano.  Io sono stata me stessa. Semplicemente me stessa e questo è stato sicuramente apprezzato (a volte più dai malgasci che dai bianchi). E io ora sono orgogliosa dei bei rapporti che ho costruito.

Felice
Io mi reputo una persona felice.
Mi sento una donna fortunata, perché nonostante i miei alti e bassi, la vita mi ha sempre sorriso e sono riuscita a viverla più o meno come volevo io.
Non sarò mai ricca economicamente… ma sono ricca di emozioni, sensazioni e gratificazioni personali!!!!

Sogni
Ne faccio tanti e il più delle volte riesco anche a realizzarli. Adesso vorrei vincere una bella somma alla lotteria così posso viaggiare molto di più senza preoccuparmi di lavorare (ahahahahah)

Infine
Bè ho voglia di ringraziare pubblicamente Kokoa, perché senza di loro non sarei mai arrivata a Nosy Be. Ringrazio i ragazzi di Madaway e Elma perché hanno creduto in me e mi hanno aiutata a tirar su il morale quando era a pezzi. Katia e Luisa… senza di loro non ce l’avrei fatta! Vorrei fare una lista lunghissima di ringraziamenti, passando da Isa a Laura … ma dovrei escludere qualcuno per non diventare noiosa… quindi… mi limito a ringraziare tutti quelli che sono miei amici.

Rifaresti tutto
Tornando indietro con la testa e l’esperienza di adesso, farei sicuramente scelte diverse… ma ogni cosa che ho fatto l’ho fatta perché la ritenevo la più giusta… quindi non c’è veramente uno sbaglio che posso considerare il più grande.
Certo che rifarei le stesse scelte! Anche quella di tornare in Italia in quel preciso momento.
Ho sicuramente dei rimorsi… ma assolutamente no dei rimpianti..
Alessandra Gnesutta



Lorenzo Moretti








Intervista rilasciata a RAI Uno




Tanti anni fa ha aperto la prima pizzeria italiana in questa bella isola situata proprio di fronte al Monzabico.

Buongiorno Lorenzo e benvenuto su Rai Uno
Raccontaci un po’ quando sei partito e perchè hai scelto un luogo tanto inusuale come il Madagascar.
Sono parecchi anni che sono venuto in Madagascar, ho letto un annuncio su un giornale che cercavano dei volontari cosi’ decisi di prendere il primo aereo e lavorai per delle comunità religiose.  In quell’epoca volevo mangiare in un ristorante e non c’erano ne ristoranti italiani ne pizzerie e ho fatto da pioniere e cosi’ decisi di fare questa attività in Madagascar perchè non c’era niente di tutto questo.

Quindi dalla pittoresca Cortona, cittadina toscana, come dice la canzone:”Distesa come un vecchio addormentato” al selvaggio Madagascar; quale è stata la difficoltà più grande, quale è stato il primo problema che hai avuto
Grandi problemi non ne ho avuti perchè ero ben assistito dai religiosi italiani, pero’
la lingua, che avevo studiato, che non avevo mai utilizzato, è stato il primo impatto perchè qui si parla francese o malgascio e poi il cibo, qui mangiano sempre le stesse cose, ed io ero un po’ viziato da mia madre che mi dava da mangiare bene  come gli italiani che si rispettano.

Di cosa ti occupi
Con mia moglie che è una donna malgascia fantastica, ho aperto un ristorante che lo chiamiamo Chez Lorenzo, e abbiamo aperto un Hotel vicino al ristorante che si chiama Quest House Lorenzo.

Raccontacci come è l’ambiente di questo ristorante, dove si trova esattamente
 Noi siamo a due chilometri dal centro città,  e viviamo circondati da fiori piante in una calma indescrivibile, è un paradiso ed io respiro, ricordando gli anni che ho abitato a Milano dove sappiamo come è l’aria di Milano.

C’è il mare vicino
No siamo nella capitale che è situata al centro del Madagascar, il mare più vicino è a 380 chilometri, e ci vogliono per raggiungerlo 8 ore perchè qui non esistono le autostrade.

A noi piace viaggiare con la fantasia, quindi raccontacci ancora di questo ambiente che ti circonda
Nella capitale l’ambiente è completamente diverso dal resto dell’isola,  le coste sono bellissime perchè dal nord al sud trovi una diversità di flora e fauna, e il Madagasar è grande, infatti è 4 volte l’Italia, ed ha una lunghezza di quasi 1200 Km.
Quindi chi vuol viaggiare deve munirsi di molta pazienza perchè le strade non ti permettono una velocità superiore agli 80 km all’ora.

Oltre al ristorante e all’albergo hai anche la passione per costruire forni, è vero che ne hai realizzati con le tue mani più di 200
Come tutti gli italiani all’estero la costruzione è in noi innata, e il primo forno che feci per la mia pizzeria fu sulla base delle esperienze maturate in America, in Australia e quindi ho costruito il primo forno per me e il secondo per l’HILTON, questo grande hotel, che mi ha chiesto di fare un forno e da li è partito il mio lavoro di fare forni.



Cosi’ oggi anche la concorrenza puo’ cucinare una buona pizza cotta in un forno a legna, ma fatto da te
Se dobbiamo parlare di concorrenza non ne ho, perchè sono l’unico italiano, ma è vero che ho dato la possibilità a tanti altri.

Ma come si vive in Madagascar
In Madagascar si vive bene se ti fai gli affari tuoi, nel senso che non ti devi impicciare della politica, adesso viviamo un momento difficile con questa politica economica che c’è, pero’ si vive bene perchè mangi bevi e dormi e non vai a rompere ....agli altri.

Consiglieresti ad un tuo amico di fare una bella vacanza in Madagascar, è un luogo adatto per una vacanza
Io ho avuto ospiti degli amici che sono venuti dall’Italia, li ho guidati e effettivamente tutti hanno riconosciuto che i costi per un paese del terzo mondo sono elevati, gli hotel a 5 stelle sono cari come quelli di tutto il mondo, se invece hai lo spirito di avventura allora puoi divertirti con poco e viaggiare molto, pero’ i mezzi pubblici sono poco agevoli perchè sono dei camion, dei mini bus che risalgono al 15/18.

So che il Madagascar è una terra ancora selvaggia e incontaminata
E ci sono alcune specie di animali e vegetali unici al mondo, come i lemuri
I lemuri sono dei primati che discendono dalle scimmie ci sono quelli piccoli come un topo e i più grandi sono come un cane, sono bianchi, neri, marroni hanno un pelame molto liscio; sono molto gentili e se porgi una banana si avvicinano facilmente.

E poi ci sono i camaleonti
Ci sono diverse specie, quelli piccolissimi di pochi centimetri e quelli che arrivano anche a mezzo metro e sono fantastici perchè escono fuori con la stagione calda e poi vanno in letargo e non li vedi più per tutto l’inverno.

I bao bab
C’è una tradizione che dice che un giorno il diavolo ha preso degli alberi e li ha girati sotto sopra e ha messo le radici all’aria, è per quello che i bao bab sono molto strani, perchè le radici sono all’aria e i fiori sotto terra.

Le donne del Madagascar come sono, tua moglie come si chiama
Mia moglie si chiama Henintsoa, si abbrevia Enzù, ho anche una figlia di ventitre anni che studia alla Sorbona e lavora per la radio Europe 1 .



Sono belle
Io ne ho conosciute tante e poi sono caduto dallo charme di una malgascia, provare per credere

E gli uomini come sono
Vedere per credere!!!
Meglio quelli di Cortona

Saluti
Saluti a mia sorella che vive a Milano con mio cognato Renato e ai cortenesi che eventualmente ascoltassero questa trasmissione;  dico che mi farebbe tanto piacere che un cortenese venisse qui per parlare un po il dialetto che non ho ancora dimenticato, io parlo ancora cortenese da un momento all’altro senza alcuno sforzo.

La canzone italiana che ami particolarmete e ti piacerebbe ascoltare
È quella che il grande Franco Migliacci, amico di mio padre, con il quale sono andati a scuola assieme,  mi fece ascoltare, la canzone dedicata a Cortona  “Paese mio che stai sulla collina”