lunedì 22 aprile 2013

"Dahalokely tokana", un nuovo dinosauro carnivoro malgascio

Erano dieci anni che non succedeva: una nuova specie di dinosauro è stata scoperta in Madagascar. Dahalokely tokana, letteralmente il piccolo bandito solitario, è stato un Theropoda carnivoro che ha vissuto 90 milioni di anni fa. India e Madagascar formavano allora un continente isolato dal resto del mondo.

Molti dinosauri sono stati scoperti in Madagascar ma, stranamente, nessuno di loro ha vissuto da 165 a 70 milioni d'anni fa. La scoperta di una nuova specie, la prima in dieci anni, viene in parte proprio per colmare questa lacuna nella documentazione fossile dell'isola.  I "Dahalokely tokana" hanno vissuto qui per 90 milioni anni, durante il Turoniano. Si tratta quindi del primo dinosauro che visse nel continente formato da India e Madagascar tra 100 milioni anni e 88 milioni di anni prima della nostra era.I resti fossili di questa specie, ovvero sette vertebre (una cervicale e sei dorsali) e dei pezzi di costole sono stati rinvenuti nel 2007 e nel 2010 nella formazione geologica di Maevarano nel nord dell'isola. Diverse caratteristiche li rendono unici: la presenza di cavità "infraprezigoapofisarie" divise sulla regione mediodorsale della vertebra cervicale. Ulteriori dettagli hanno comunque permesso una classificazione accurata di questa specie di per sè interessante per vari motivi.


La probabile taglia del Dahalokely tokana, paragonata a quella di un uomo. L'animale faceva 3,5 metri di lunghezza.. I resti fossili che sono stati trovati, sono rappresentati in bianco

Un Theropada carnivoro lungo 3,5 metriSecondo Andrew Farke ( Museo di Paleontologia
Raymond M. Alf) e Giuseppe Sertich (Denver Museum of Nature and Science), il "Dahalokely tokana" era un carnivoro, quindi un dinosauro bipede, appartenente al gruppo degli Abelisauridi. Altre specie appartenenti a questa famiglia sono state rinvenute sull'isola, ma erano molto più giovani (circa 70 milioni di anni). Il " piccolo bandito solitario" (questo il significato del nome scientifico di ispirazione malgascia di questa nuova specie) sarebbe addirittura il più vecchio dinosauro del Cretaceo trovato sull'isola.Questa scoperta descritta sulla rivista Plos One porta i ricercatori a farsi nuove domande. Ad esempio, Dahalokely tokana potrebbe essere l'antenato di alcuni Abelisauridi trovati in India o in Madagascar, che sono sopravissuti dopo la separazione di questi due territori? In altre parole, ha avuto dei discendenti? I caratteri osservati sulle ossa e sui resti fossili della specie più giovane lo lascerebbero pensare, ma è impossibile trarre una conclusione fino a che lo scheletro Dahalokely tokana non sarà completo.Durante la loro vita, gli Abelisauridi, caratterizzati da un muso corto, abitavano continenti dell'emisfero Sud del mondo, come testimonia il ritrovamento di Carnotauri in Argentina, o quella di Majungasaurus in Madagascar. Entrambi hanno vissuto qui per 70-65,5 milioni anni e sono riusciti a raggiungere taglie rispettivamente di 9 e 7 metri. Il "Dahalokely tokana", invece, era più piccolo: il soggetto trovato, non doveva misurare più di 3,5 m di lunghezza.
FONTE: http://www.futura-sciences.com/fr
TRADUZIONE DAL FRANCESE: Fabrizio Campagna 



sabato 20 aprile 2013

L'origine dei cognomi italiani 1a parte (A - D)


Incominciamo oggi una rubrica dedicata all'origine dei cognomi italiani. Comiciamo, ovviamente da quelli dei nostri Soci!


ANNUNZIATA
Annunziata è tipico di Sarno (SA) e della zona di Napoli, Annunziato, molto molto raro è della stessa zona, derivano dal nome della località Torre Annunziata (SA) o direttamente dal nome Annunziata (da Santa Maria Annunziata) tipico della tradizione cristiana.
Varianti: ANNUNZIATO


ATTANASIO
Il nome deriva dal greco Athanasios con il significato di immortale è infatti composto da a (negazione alfa privativo) e thanatos (mortale). Anche questo è un nome bene augurale che ha dato origine a cognomi soprattutto nella zona di influenza greca cioè al sud, ma essendo molto antico ha avuto modo di diffondersi in tutt'Italia, anche se le maggiori concentrazioni sono in Lazio, Campania, Puglie e Calabria. 

BERNARDI
Presente in tutto il nord Bernardelli e in tutta la penisola, ma particolarmente al centro nord Bernardi ed al sud Bernardo, Bernardini è tipico del bolognese, Romagna e della fascia dell'Italia centrale, Bernardino, assolutamente rarissimo, potrebbe essere meridionale, questi cognomi hanno origini diverse tra le quali possiamo ritenere valide la derivazione dal nome tardo latino Bernardus o Bernardinus oppure dal germanico Baerhard (forte orso).


BERTINI
Diffuso in tutto il centronord, particolarmente in Toscana deriva dal nome medioevale Bertinus di cui abbiamo un esempio nel Monferrato nel 1300: "Anno domini millesimo cccv, indizione tercia, die martis VIII mensis marcii, in burgo Tridini sub caxina marchionatus, presentibus... ...Thome de Guasto, Bertino de Castagnolio, et pluribus aliis testibus vocatis et rogatis...". Troviamo tracce di questa cognomizzazione a Lucca fin dal 1400. 

BINI
Binetti sembra avere un ceppo lombardo, probabilmente bresciano ed uno pugliese, Binetto, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione dl Binetti, Bini è diffuso in tutto il centro nord, con un ceppo anche nel barese, Bino, molto raro, ha un ceppo bresciano ed uno bellunese, Binotti, molto molto raro, parrebbe romagnolo, Binotto è specifico della zona che comprende il vicentino, il padovano ed il trevigiano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Binus ottenuto per aferesi di nomi come Albinus, Cerbinus ed altri, uso che si può vedere in questo scritto dell'XI° secolo: "...Cerbínus qui Binus dicitur filius Guidi Saltetelli...", nome già utilizzato nel 1300 come vediamo in quest'atto del marzo del 1310 redatto a Gemona: "...Presentibus Reverendo viro domino Gualione archidiaconus Aquilegiensis......Jacobutio de Glemona domicello dicti archidiaconis et Bino de Sancto Miniato. Testibus vocatis et rogatis...".  troviamo traccia di qu esta cognomizzazione a Firenze in quest'atto del 1308: "...Actum apud dictam ecclesiam Sancte Marie, presentibus testibus ser Iohanne Gini notario, Goccio Vengne et Manecto Bini de Calenzano ad hoc habitis et vocatis...". 

BOTTEGA
Tipico del trevigiano, tra Conegliano e Vittorio Veneto, potrebbe derivare da un nome di località.

BRIZZI
Brizio è specifico del Piemonte occidentale, Brizzi è diffuso in tutta Italia, dovrebbero derivare dal nome medioevale Britius, nome portato ad esempio da Britius Visconti, poeta, podestà e tiranno di Lodi nel 1339, era figlio naturale di Luchino Visconti, signore di Milano, morì nel 1357. ma in alcuni casi può anche essere possibile una derivazione da soprannomi originati da caratteristiche fisiche del capostipite.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo secondo Vincenzo Angius già nella prima metà del 1100 ad Asti dove nel 1141 diventano consoli della città i fratelli Grossolano e Ruffino Brizio, più tardi, tra gli allievi dell'università di Perugia del 1561 troviamo un Paulus Britius originario della Tuscia. 

BUZZI
Buzio, tipicamente piemontese, è caratteristico dell'alessandrino, si individuano 4 ceppi di Buzzi, nelle provincie di Milano e Varese, in quella di Trieste, di Ferrara e nel Lazio, Buzzoni ha un nucleo tra ferrarese e bolognese ed uno nella zona che comprende le province di Milano, Lecco, Bergamo e Brescia, dovrebbero tutti derivare dal cognomen latino Butius, ma è pure proponibile una derivazione da modificazioni dell'aferesi di vezzeggiativi del nome Ugo o Arrigo. 

CIMINO
Cimino è diffuso in tutto il sud, Cimmini assolutamente rarissimo, dovrebbe essere un derivato di Cimmino che è tipico campano, del napoletano e casertano in particolare, potrebbero derivare dall'aferesi di nomi come Decimius o Ecimius.
Varianti: CIMMINI, CIMMINO 

CIPOLLA
Cipolla è diffuso in tutt'Italia, ha tre zone di massima concentrazione dove si riconoscerebbero dei ceppi nativi e sono la provincia di Cosenza, la Sicilia, con le provincie di Palermo ed Agrigento ed il Lazio. Cipolletta è presente in tutt'Italia, ma dovrebbe avere due ceppi originarii, le Marche e la Campania. Cipollini è presente nel centro nord e sembrerebbe avere tre ceppi, nelle Marche, nel Lazio ed in Toscana. Questi cognomi derivano da soprannomi originati da abitudini alimentari o dal mestiere di contadino.
Varianti: CIPOLLETTA, CIPOLLINI 

COSTANTINI
Sono diffusi in tutt'Italia, ma Costantini  particolarmente nella fascia centrale mentre Costantino lo è al sud, questi cognomi dovrebbero derivare dal cognomen latino Costantinus. Nel 1200, troviamo una famiglia Costantini annoverata tra i patrizi di Venezia
Varianti: COSTANTINO


CROCI
Croce è diffuso in tutt'Italia, Croci tipico del centro nord, nordovest Lombardia ed Emilia in particolare, possono essere originati da soprannomi legati ad uno dei tanti toponimi contenenti il vocabolo Croce, come Croce di Casale (AP), Croce di Magara (CS), Croce di Monte Colombo (FO) e molti altri ancora, come potrebbero derivare da soprannomi legati a fatti religiosi.

DAVICO
Specifico del torinese e cuneese, poterebbe avere anche un ceppo secondario ligure, dovrebbe derivare da toponimi come Vico Canavese (TO) o Vicoforte (CN) o altri contenenti la radice vico (villaggio, paese), è pure possibile una derivazione dal nome medioevale Vico a sua volta derivato dall'aferesi di nomi come Ludovico o Ollovico. Tracce di questa cognomizzazione le troviamo a Ceva (CN) nel 1300 con il consigliere comunale Bartholomeus Davico. 

DELPONTE
Del Ponte ha un ceppo nel basso udinese nella zona interna prospicente alla Laguna di Marano, uno nel novarese tra Oleggio e Borgomanero, Delponte è tipico della zona tra genovese ed alessandrino, derivano da nomi di località o dalla vicinanza ad un ponte da parte dell'abitazione del capostipite. 

DIBARTOLOMEO
Di Bartolo sembrerebbe originario della Sicilia, ma con un ceppo anche in provincia dell'Aquila, diffuso nel centro sud (Lazio, Abruzzi, Molise, Campania e Puglia), Di Bartolomeo, forse pugliese Dibartolomeo, probabilmente di origine del siracusano Dibartolo, sono probabilmente frutto di un errore di trascrizione con il quale si è perso lo spazio dopo la particella DI.Tutti questi cognomi derivano dal nome Bartolomeo. 

DONNARUMMA
Tipico campano, della zona di Castellammare di Stabia e Gragnano (NA), e di Scafati (SA), dovrebbe derivare da un appellativo dialettale per: quelli della signora Domenica, da domina Rummeneca (Domenica), ricordiamo a Rummeneca de' Palme (la domenica delle palme).




domenica 7 aprile 2013

Carburante dall'anidride carbonica? Sì può. Grazie ad un microrganismo

Studio dell'Università della Georgia, negli Stati Uniti: i ricercatori hanno modificato geneticamente il Pyrococcus furiosus per imitare il processo della fotosintesi in natura. "Siamo in grado di estrarre CO2 dall'atmosfera per trasformarla in prodotti utili". E il combustibile prodotto è a emissioni zero

 

Pyrococcus furiosus

Ottenere combustibile dall'anidride carbonica dell'atmosfera grazie all'aiuto di un microrganismo geneticamente modificato: è la scommessa stata lanciata dalla University of Georgia, negli Stati Uniti, grazie alle ricerche del professor Michael Adams, ricercatore di biochimica e biologia molecolare presso l'ateneo americano.

Studiando il modo in cui in natura le foglie convertono il biossido di carbonio, il team di ricercatori guidato da Adams ha messo a punto un modo per selezionare il CO2 presente nell'atmosfera e trasformarlo in prodotti industriali, tra cui il carburante, imitando la fotosintesi attraverso cui le piante utilizzano la luce solare, per trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri, servendosene poi per produrre energia.

Non è la prima volta che la fantasia dei ricercatori accende le speranze di poter sfruttare uno dei principali gas serra presenti nell'atmosfera per produrre carburante pulito. Questa volta per "copiare" madre natura, i ricercatori hanno modificato il materiale genetico di un microrganismo particolare, il "Pyrococcus furiosus", perfettamente a suo agio ed in grado di crescere a temperature estreme - anche superiori ai 100 gradi - che si nutre di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano vicine a sfiati geotermici. La squadra dei ricercatori lo ha modificato in modo da renderlo in grado di alimentarsi a temperature inferiori. Hanno poi usato gas idrogeno per creare una reazione chimica nel microrganismo e integrato il CO2 con l'acido 3-idrossipropionico, una sostanza chimica industriale usata per fare acrilici e altri prodotti.

"La scoperta" ha detto il capo ricercatore Michael Adams "significa che siamo in grado di eliminare le piante come intermediari, e di estrarre l'anidride carbonica direttamente dall'atmosfera per trasformarla in prodotti utili, senza dover passare attraverso elementi ricavati da biomasse altrimenti utili per l'alimentazione, come la coltivazione delle piante e l'estrazione degli zuccheri".

Oltre alla produzione di prodotti industriali, sperimentando altre manipolazioni genetiche si potrebbe consentire al microrganismo di produrre altri prodotti, compresi i combustibili. Tuttavia il ciclo di conversione dipende ancora dai combustibili fossili. Infatti i ricercatori hanno utilizzato l'idrogeno come fonte di energia, la cui sorgente più facilmente disponibile è al momento il gas naturale, che è un combustibile fossile.

Il futuro, però, "vira" al verde: "Nella ricerca a lungo termine ci auguriamo di poter utilizzare idrogeno da fonti rinnovabili biologiche, come ad esempio dalle alghe fotosintetiche o dai rifiuti dei prodotti di fermentazione", spiega ancora Adams.

Il combustibile prodotto con il Pyrococcus furiosus è però a zero emissioni perché, spiegano i ricercatori, quando brucia rilascia la stessa quantità di CO2 utilizzata per crearlo, il che lo rende più pulito di benzina, petrolio e carbone. I dettagli dello studio, sostenuto dal Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, sono stati pubblicati su Proceedings of National Academies of Sciences.

Fonte: Repubblica.it 

 

sabato 6 aprile 2013

Due nuove specie di lemuri identificate in Madagascar

Alcuni biologi tedeschi hanno individuato nelle foreste del Madagascar due nuove specie di lemuri del genere Microcebus, che comprende i più piccoli primati del mondo ed è anche tra le più minacciate di estinzione.
Microcebus tanosi

I biologi hanno scoperto questi primati piccoli, che pesano meno di un centinaio di grammi, nelle campagne precedenti in Madagascar nel 2003 e nel 2007.
Ma ci è voluto tutta una serie di test sui campioni di DNA materno e paterno raccolti a partire formalmente identificare due nuove specie distinte, i cui nomi si rivelano in uno studio pubblicato sulla rivista International Journal of Primatology.
Si tratta del "Microcebus tanosi", la testa rossa e relativamente grande rispetto ad altri "lemuri topo" dello stesso tipo, e "Microcebus marohita" dalla lunga coda folta e i piedi grandi.
Il Madagascar ha perso circa 11 milioni di ettari di foreste nel corso degli ultimi venti anni, secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
In un rapporto pubblicato lo scorso anno, l'agenzia ha osservato che il lemure più raro del mondo, Lepilemur nord, non conta più di 19 esemplari vivi.


Fonte: www.leprogres.fr
Traduzione: Fabrizio CAMPAGNA