mercoledì 7 settembre 2011

Madagascar: superstizioni e tabù per donne in gravidanza...

Fin dall'infanzia, ho sentito girare ogni genere di credenze e superstizioni nella cultura malgascia. E perché non ci credo? Semplicemente perché le spiegazioni che ne derivano sono per lo più bizzarre e improbabili. Non indicare una tomba con il dito ma con un pugno, altrimenti rischia la lebbra. Non dare calci al muro, altrimenti i vostri nonni moriranno. Mai colpire qualcuno con un panno, se no diventerà pazzo. E così via...
Qui voglio però concentrarmi sulle "proibizioni" che riguardano le donne in gravidanza. Quest'ultime sono infatti particolarmente sottoposte ad una serie di "fady" (tabù) per garantire che la gravidanza proceda bene e che il bambino arrivi in questo mondo in maniera "normale" per la gioia di tutti, come sempre, perché i bambini sono grande fonte di ricchezza per le famiglie malgasce.
Ecco un elenco parziale di questi cosiddetti tabù:
Non mangiare dal mestolo altrimenti il bambino avrà una bocca enorme.
Non portare il pesce in un cestino o sulla testa (e non mangiarlo), altrimenti il bambino avrà squame sulla pelle.
Non portare un melone o una zucca in testa se no il bambino sarà calvo.
Non toccarsi il viso o la pelle dopo aver mangiato qualcosa (e con le mani sporche) altrimenti il bambino avrà macchie sul viso o sulla pelle.
Non portare lo zenzero in tasca o al bambino crescerà un sesto dito del piede.
Non mangiare le zampe di gallina o di anatra altrimenti le sue dita delle mani o dei piedi saranno attaccate.
Non indossare una cintura, una sciarpa (o una collana), altrimenti il cordone ombelicale avvolgerà il feto.
Fare attenzione alle persone con cui si è arrabbiate o con cui si litiga perché poi il neonato sarà simile a loro.
Non prendere in giro le persone disabili, o lo sarà anche il bambino.
Non sedersi su un cesto di vimini perché poi il parto sarà difficile.
Non indossare un cappello, altrimenti il parto sarà difficile.
Non sedersi sulla soglia della porta se no il bambino sarà testardo.
Non entrare in una stanza dove giace una persona deceduta, perché si rischia di perdere il bambino.
Sempre sull'argomento, ho anche letto un interessante articolo in cui si condividevano alcuni consigli per evitare di perdere il bambino durante la gravidanza e per non essere sterile.
Una piccola riflessione personale. Ai tempi degli antenati malgasci Ntaolo, la scienza non era il loro punto di forza. Inoltre, le cosiddette "proibizioni" spesso non avevano spiegazioni, per essere invece accettate in quanto tali.
A volte si tratta solo di ingannare la gente. Ad esempio: i "Vodiakoho", le cosce di pollo, sono riservate ai "Raiamandreny" - genitori e anziani. I giovani e i bambini che li mangiano devono quindi stare attenti, perché poi gli cadranno i denti per non ricrescere mai più. La verità è che questa è la parte migliore da mangiare, e gli adulti vogliono tenersela per sé.
Credo che in passato la gente non si ponesse troppe domande. Si rispettavano i tabù, forse per obbedire ai genitori (e agli anziani) e non contraddirli. Oggi, grazie all'enorme progresso della scienza, per qualcuno (testardo come me), queste sono solo superstizioni. Ognuno la pensa come vuole, che ci crediate o no, che le rispettiate o meno.
Insomma, perché dovrei credere a questi "fady"? Ecco una piccola storia (che non ha nulla a che fare con la gravidanza) che mi è tornata in mente mentre scrivevo questo post. Una volta ho colpito con un mestolo di legno la testa di mia sorella. E ho aspettato, aspettato e aspettato, ma non è successo niente. E poi, dannazione! Ma non era vietato picchiare con un cucchiaio di legno la testa di qualcuno, altrimenti si sarebbe trasformato in una scimmia?! Sicuramente vi verrà da ridere, ma è solo un piccolo esempio. E, a proposito, è successo davvero qualcosa dopo che l'ho picchiata in testa. Si è messa a piangere e mia madre mi ha dato una bella punizione.

Post originale: Les tabous ou « Fady » pendant la grossesse , di Lalatiana Rahariniaina. Ripreso dal blog Ampela Miblaog TRADOTTO DA ELENA INTRA
Fonte: La stampa.it

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