domenica 9 giugno 2013

Madagascar: inaugurato il Centro nazionale di Lotta alla Malaria finanziato dal Governo del principato di Monaco

Il sostegno della Cooperazione monegasca alla lotta contro la malaria in Madagascar è attivo da una decina di anni con un programma di appoggio ai Servizi Sanitari dell'isola di Santa Marie, in partnership con la Repubblica di Madagascar e l'OMS


Il sostegno della Cooperazione monegasca alla lotta contro la malaria in Madagascar è attivo da una decina di anni con un programma di appoggio ai Servizi Sanitari dell'isola di Santa Marie, in partnership con la Repubblica di Madagascar e l'OMS.
I risultati molto incoraggianti perchè il tasso di diffusione nei bambini è sceso di oltre il 55% in solamente due anni, e si è arrivati alla costruzione dal Centro Nazionale di Lotta contro la Malaria, nella capitale, per potere agire in tutto il paese che conta più di 21 milioni di abitanti.
Con più di 800 m² ed un centinaio di tecnici, lo stabile raggruppa tutte le attività di lotta contro la malaria (ricerca, documentazione, formazione, sorveglianza, studi)
Al di là del sostegno alla costruzione di una parte delle attrezzature e delle spese di funzionamento, il Governo Principesco ha messo a disposizione una biologa, Volontario Internazionale di Monaco, per poter seguire le attività in loco.
Questa partnership stretta tra i Ministeri della Salute malgascia, l'OMS ed il Governo Principesco hanno guidato il programma che mira ora " l'accelerazione della lotta contro la malaria fino alla sua prato-eliminazione in Africa orientale ed Australe nel 2015" sostenuto dal 2010 dalla Cooperazione monegasca.
L'insieme di queste azioni ha permesso di contribuire alla diminuzione del 20% del numero di decessi dovuto a questa malattia.


FONTE : http://www.montecarlonews.it 



 

giovedì 30 maggio 2013

Convenzione per Evacuazione Sanitaria riservata ai soci AIM

AIM presenta ufficialmente la convenzione fatta con EMA,
per l'Evacuazione Sanitaria.  

Il motivo che ci ha fatto scegliere EMA, tra le società vagliate, è frutto di una fiducia cha sarà presto tangibile:
EMA farà una fideiussione bancaria a garanzia dei suoi impegni di evacuazione!  

EMA vuole svilupparsi in Madagascar  implementando, prossimamente, la sua proposta di Evacuazione Sanitaria con delle Assicurazioni Sanitarie, ed in futuro proponendo servizi bancari!  

Chi di Voi vuole, potrà partecipare all'incontro con EMA, che terremo prossimamente alla sede dell'AIM. In questa occasione potrete confrontarvi direttamente con il Presidente di EMA, sia sul presente (l'Evacuazione Sanitaria) sia sul futuro delle attività EMA in Madagascar!   
AIM avrà, in merito alle proposte EMA, sempre una corsia preferenziale;
dal canto nostro, cercheremo sempre la miglior intesa possibile con i nostri partner,
per poter cosi offrire sempre più vantaggi ai nostri associati. 

Associarsi porterà un tangibile vantaggio economico!  
Infatti, come leggerete nel prospetto che è in allegato, solo chi è regolarmente associato all'Associazione beneficerà del vantaggio concordato con EMA.
Vi invitiamo dunque a regolarizzare la vostra iscrizione tramite una delle possibilità sotto indicate. (Per ulteriori informazioni scrivere a info@aim.mg).

Il versamento delle quote o contributi si può effettuare anche presso i Delegati Regionali:

- per la zona di Tulear:  Stefano Bernardi 0340300619
- a Nosy Be : Alberto Merello 0331433420
- a Sainte Marie : Paolo Lamano 034 87 380 11
- a Majunga : Peppino Zarri 0341986809

Per chi abita a Tanà, direttamente alla segreteria dell'Associazione ad Ankadivato,
tutti i giorni tranne la Domenica: per informazioni sugli orari, chiamare M.lle Hasina allo 032 05 153 11

E' possibile anche effettuare il versamento presso una qualsiasi agenzia della BFV-SG,
con la causale - quota associativa 2013 -, ecco gli estremi del conto dell'AIM:

Association Italiens à Madagascar- A.I.M.
BFV-SG Antaninarenina, agenzia 00005
Conto corrente n.00008-00005-05004-003952.06
BIC BFAVMGMG

giovedì 16 maggio 2013

Africa: paradiso fiscale delle imprese occidentali

 “Le perdite subite dall’Africa sotto forma di uscita di capitali illeciti rappresentano il doppio di quanto il continente riceve in aiuti internazionali”. 

L’atto d’accusa è stato lanciato dall’ex segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, introducendo un
rapporto dell’Africa Progress Panel, presentato a Johannesburg, in Sudafrica. Secondo Kofi Annan, il G8 dovrebbe inasprire le regole per impedire che le sue società attive nel settore minerario favoriscano e incoraggino la corruzione e l’evasione fiscale. Due fattori, ha detto il premio Nobel per la pace 2001, che frenano la crescita economica del continente africano.
“È inaccettabile che alcune aziende, spesso sostenute da funzionari disonesti, pratichino una evasione fiscale contraria a qualsiasi etica e si servano dei costi di trasferimento e delle società anonime per massimizzare i loro profitti, a danno di milioni di africani, privati dell’accesso a diritti fondamentali come il cibo, la salute e l’istruzione” si legge nel rapporto, ripreso dal Financial Times. Pertanto, l’Africa Progress Panel, un gruppo di monitoraggio fondato nel 2006 da Tony Blair e presieduto da Annan, chiede alle aziende registrate nei Paesi del G8 di “pubblicare una lista completa delle loro filiali e anche tutte le informazioni concernenti le loro entrate su scala internazionale, i profitti e le imposte pagate nelle differenti giurisdizioni”.
Inoltre, i dieci membri dell’organismo, cui fanno parte anche l’ex presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo, l’ex direttore generale dell’Fmi, Michel Camdessus e il cantante Bob Geldof, chiedono alla comunità internazionale, e al prossimo G8 di giugno in Irlanda del Nord, di vigilare per evitare che gli investitori utilizzino “le società offshore” e i paradisi fiscali che “minano gli sforzi dei riformatori africani” e “facilitino l’evasione fiscale e la corruzione privando l’Africa di entrate che dovrebbero essere utilizzate per lottare contro la povertà”.
Tra i Paesi che hanno regole troppo “accomodanti” in materia di finanza ci sono nei primi posti: Svizzera, Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone.
Nel suo rapporto, Kofi Annan cita il caso dell’Eurasian Natural Resources Corporation (Enrc) il colosso minerario nato nel 1994 in Kazakhstan e quotato a Londra. L’ex segretario delle Nazioni Unite lo accusa di “trading opaco” su alcune concessioni nella Repubblica Democratica del Congo, costate al Paese africano circa 725 milioni di dollari. Secondo quanto riporta il Financial Times, il Congo è in perdita per 1,36 miliardi di dollari tra il 2010 e il 2012, in seguito a presunte sottovalutazioni di obbligazioni statali congolesi in cinque accordi minerari, tre dei quali siglati con Enrc.
Il colosso minerario, precisa il giornale londinese, ha acquistato concessioni minerarie in Congo tramite Dan Gertler, un uomo di affari israeliano e commerciante di diamanti, che ha parlato di “accordi puliti”.
L’Enrc è accusata di frode e di tangenti oltre in Africa, anche in Kazakhstan e in Gran Bretagna. Ma non è l’unica.
Secondo l’ong britannica Oxfam, solo nel 2010, l’Africa ha esportato per 333 miliardi di dollari di petrolio, gas e minerali, ma oltre 200 miliardi di dollari sono andati persi a causa di traffici finanziari illegali. Secondo un’inchiesta pubblicata nel 2011 da Swiss Trading SA, la multinazionale Glencore ha privato lo Zambia di immense entrate fiscali praticando rifatturazioni interne, non dichiarazioni doganali, rinvii di perdite e coperture di rischi. Sono tante le multinazionali straniere che sono coinvolte in giri d’affari loschi nel continente africano. Sono ancora di più i Paesi che le “proteggono” e che sono loro complici.
Nel 2010, la Global Witness, un’organizzazione non governativa, ha accusato il governo di Londra di non aver denunciato alle Nazioni Unite le società britanniche responsabili di contribuire al traffico illegale di minerali che alimenta da anni la guerra civile nel Congo.
L’Onu infatti prevede severe sanzioni per chiunque sostenga attraverso il commercio illegale di risorse minerarie i gruppi armati congolesi, quali le Forze democratiche del Congo e l’Esercito di resistenza del Signore.
Nel suo dossier, dal titolo “Di fronte a un fucile, cosa si può fare?”, l’ong accusava nello specifico la britannica Amalgamated Metal Corporation e la tailandese Thaisarco, colossi del commercio minerario, di “rifornirsi da mediatori locali che a loro volta finanziano gruppi armati che controllano ampie porzioni nell’est del Paese”.
Secondo la Global Witness, “il fatto che i governanti locali non esigano che le aziende operanti sul posto presentino regolarmente i conti delle loro attività, che il Ruanda e il Burundi non controllino i trasporti alle loro frontiere e che i diplomatici non si occupino direttamente di accordi e operazioni minerarie, sono tutti elementi che favoriscono il perpetuarsi di un conflitto che negli ultimi 12 anni ha già causato la morte di migliaia, se non milioni di persone”.




FONTE: Francesca Dessì
www.losai.eu


 

lunedì 6 maggio 2013

Madagascar: aumenta il rischio di tubercolosi a causa della malnutrizione

L’interruzione della distribuzione di aiuti alimentari in Madagascar potrebbe contribuire all’aumento dei casi di tubercolosi a Toliara, capoluogo della provincia omonima e della regione di Atsimo-Andrefana, situata sulla costa sudoccidentale del Madagascar. 

Lo riferiscono esperti citati dall’agenzia Fides. Malnutrizione e tubercolosi sono strettamente collegate: la prima indebolisce il sistema immunitario, aumentando la vulnerabilità alla malattia. Con i disordini iniziati nel 2009, i donatori hanno sospeso ogni tipo di assistenza nel Paese africano, e la scarsità dei finanziamenti ha diminuito notevolmente l’assistenza alimentare. Il ciclone "Haruna", abbattutosi sul Paese nel mese di febbraio 2013, ha aggravato il problema: la catena di distribuzione è stata intermittente e i casi di tubercolosi stanno aumentando. Ad aggravare la situazione le piogge irregolari e una recente invasione di locuste. Si teme che su 20 milioni di abitanti circa 13 milioni saranno a rischio di insicurezza alimentare nel 2013-14. Secondo le stime del Programma Nazionale di Controllo della tubercolosi in Madagascar nel 2012 sono stati confermati 26,182 casi, ma il numero complessivo di contagi potrebbe arrivare a 50 mila, il 5% dei quali letali. Circa 23 mila persone, malati e loro famiglie, ricevono cibo dal programma Food by Prescription (Fbp) del Programma alimentare mondiale; tuttavia Fbp è stato temporaneamente sospeso in 22 dei 51 centri sanitari a causa della mancanza di fondi. Oltre tre quarti della popolazione malgascia vivono con meno di 1 dollaro al giorno. Inoltre l’80% della popolazione è rurale, e il 65% vive a 10 chilometri o più di distanza dal centro sanitari.

FONTE: it.radiovaticana.va


 

 

lunedì 22 aprile 2013

"Dahalokely tokana", un nuovo dinosauro carnivoro malgascio

Erano dieci anni che non succedeva: una nuova specie di dinosauro è stata scoperta in Madagascar. Dahalokely tokana, letteralmente il piccolo bandito solitario, è stato un Theropoda carnivoro che ha vissuto 90 milioni di anni fa. India e Madagascar formavano allora un continente isolato dal resto del mondo.

Molti dinosauri sono stati scoperti in Madagascar ma, stranamente, nessuno di loro ha vissuto da 165 a 70 milioni d'anni fa. La scoperta di una nuova specie, la prima in dieci anni, viene in parte proprio per colmare questa lacuna nella documentazione fossile dell'isola.  I "Dahalokely tokana" hanno vissuto qui per 90 milioni anni, durante il Turoniano. Si tratta quindi del primo dinosauro che visse nel continente formato da India e Madagascar tra 100 milioni anni e 88 milioni di anni prima della nostra era.I resti fossili di questa specie, ovvero sette vertebre (una cervicale e sei dorsali) e dei pezzi di costole sono stati rinvenuti nel 2007 e nel 2010 nella formazione geologica di Maevarano nel nord dell'isola. Diverse caratteristiche li rendono unici: la presenza di cavità "infraprezigoapofisarie" divise sulla regione mediodorsale della vertebra cervicale. Ulteriori dettagli hanno comunque permesso una classificazione accurata di questa specie di per sè interessante per vari motivi.


La probabile taglia del Dahalokely tokana, paragonata a quella di un uomo. L'animale faceva 3,5 metri di lunghezza.. I resti fossili che sono stati trovati, sono rappresentati in bianco

Un Theropada carnivoro lungo 3,5 metriSecondo Andrew Farke ( Museo di Paleontologia
Raymond M. Alf) e Giuseppe Sertich (Denver Museum of Nature and Science), il "Dahalokely tokana" era un carnivoro, quindi un dinosauro bipede, appartenente al gruppo degli Abelisauridi. Altre specie appartenenti a questa famiglia sono state rinvenute sull'isola, ma erano molto più giovani (circa 70 milioni di anni). Il " piccolo bandito solitario" (questo il significato del nome scientifico di ispirazione malgascia di questa nuova specie) sarebbe addirittura il più vecchio dinosauro del Cretaceo trovato sull'isola.Questa scoperta descritta sulla rivista Plos One porta i ricercatori a farsi nuove domande. Ad esempio, Dahalokely tokana potrebbe essere l'antenato di alcuni Abelisauridi trovati in India o in Madagascar, che sono sopravissuti dopo la separazione di questi due territori? In altre parole, ha avuto dei discendenti? I caratteri osservati sulle ossa e sui resti fossili della specie più giovane lo lascerebbero pensare, ma è impossibile trarre una conclusione fino a che lo scheletro Dahalokely tokana non sarà completo.Durante la loro vita, gli Abelisauridi, caratterizzati da un muso corto, abitavano continenti dell'emisfero Sud del mondo, come testimonia il ritrovamento di Carnotauri in Argentina, o quella di Majungasaurus in Madagascar. Entrambi hanno vissuto qui per 70-65,5 milioni anni e sono riusciti a raggiungere taglie rispettivamente di 9 e 7 metri. Il "Dahalokely tokana", invece, era più piccolo: il soggetto trovato, non doveva misurare più di 3,5 m di lunghezza.
FONTE: http://www.futura-sciences.com/fr
TRADUZIONE DAL FRANCESE: Fabrizio Campagna