mercoledì 25 gennaio 2012

Olga del Madagascar

L'Intervista


Nome  e paese del Madagascar dove è nata.
Mi chiamo Marie Olga Sohantenaina. Sono nata nel Nord-Est del Madagascar, nella regione della SAVA, dove ci sono le aree protette di Anjanaharibe-Sud, del Marojejy e dello Tsaratanana. Il mio nome vuol dire "buona speranza". Artisticamente mi faccio chiamare “Olga del Madagascar”.

Lavora o è casalinga?
Nel periodo in cui abitavo ad Antananarivo ho ottenuto un diploma da parrucchiera e da estetista. Nel tempo libero cantavo al gruppo di Berikely. Poi sono venuta in Italia, a Torino, per seguire mio marito. Appena arrivata ho studiato la lingua italiana e la cultura del Belpaese. Quando sono riuscita a parlare meglio in lingua italiana sono andata a studiare come infermiera. Subito dopo ho lavorato fino a quando ho avuto la mia seconda figlia. Oggi ho ripreso a cantare e scrivo canzoni e poesie, anche in lingua italiana.

Sposata con?
Pensate un po’ che mi sono sposata per ben tre volte (matrimonio civile, cattolico e tradizionale del Madagascar), ma con un uomo solo. Lui è Franco Andreone. È uno zoologo e si reca in Madagascar da ormai più di 20 anni per studiare la sua fauna e la sua biodiversità. È un buon marito, che risposerei ancora.


Come è composta la sua famiglia:
La mia famiglia in Italia è composta dalle mie figlie Kintana, Serena, da mio marito, da mio papà (che vive da noi da cinque anni) e da mia suocera con cui abbiamo vissuto per diversi anni. Abbiamo anche una gattina che arriva (anche lei!) dal Madagascar e si chiama Vaniglia. La mia famiglia di origine (in Madagascar) è molto più grande: siamo 8 fratelli e 5 sorelle, di cui due (mia sorella e io) vivono in Italia.

Ha figli?
La più grande, Serena Crystal, ha 13 anni e, come dice il suo nome, è davvero serenissima. È nata in Madagascar ad Antananarivo, ma oggi è diventata una vera e propria "bogia nen" nella migliore tradizione di "torinesità" (non ama molto muoversi di casa). Kintana Azzurra ha cinque anni. L’ho chiamato Azzurra affinché l’Italia vincesse la Coppa del Mondo di calcio. E, infatti, nel 2006 l’Italia ce l’ha fatta! È nata a Torino, Kintana vuol dire "stella". Proprio come una stella è brillantissima. A differenza della sorella, vorrebbe viaggiare sempre e andare spesso in Madagascar, anche perché ha imparato in fretta a parlare in Tsimihety.




 Cosa fanno i figli?
Serena sta preparando l’esame di terza media, mentre Kintana è all'ultimo anno dell'asilo ed è pronta ad andare alle elementari.





Quando si è trasferita in Italia e perché.
Mi sono trasferita in Italia (Torino) nel 1999 per amore. Non mi sono abituata subito ai costumi italiani: all'inizio mi sembrava che qui tutto fosse più freddo e non solo per il clima. Non mi piaceva davvero nulla di quello che c'era da mangiare. È strano, perché i cibi italiani sono fra i più buoni al mondo, ma questo l’ho capito solo dopo. Mio marito è diventato matto perché mi doveva portare spesso al ristorante cinese per mangiare riso e zuppe simili a quelle del Madagascar. Ora mi sono italianizzata e mi sono abituata (fin troppo!) alle le specialità italiane e anche piemontesi. Pensa un po' che adesso mi piace la carne cruda all'albese, adoro gli “agnolotti del plin” e cucino io stessa la “bagna caoda”!

A casa sua si continua a mangiare riso o si mangia la pasta:
Purtroppo non mangio più il riso tutti i giorni come siamo soliti in Madagascar, ma per abituare le mie figlie alla cucina malagasy continuo a cucinare “sawaba” di “fontsy lahy” e di manioca almeno una volta a settimana. A loro piacciono molto e così non soffrono troppo quando arriviamo laggiù, in Madagascar. Loro sanno anche discutere in “Tsimihety”, soprattutto la più piccola, che è anche la più tremenda. Faccio tutto il possibile per conservare e mantenere i miei costumi tradizionali.




Le mancano tanto le cose malgasce come la frutta, il paesaggio il clima:
Devo dire che mi manca soprattutto la mia famiglia. Poi, ovviamente, soffro per il clima: per quanto mite e bello rispetto ad altri paesi europei, davvero non sopporto il freddo invernale di Torino. Ogni volta che nevica mi meraviglio ancora: è stata una vera emozione quando ho potuto vedere i fiocchi bianchi cadere dal cielo e ho potuto toccare la neve la prima volta. Che meraviglia!!

Cosa le piace in particolare dell’Italia:
Mi piacciono le città italiane, tutte ovviamente bellissime. Poi adoro la musica e i cantanti italiani (sono bravissimi!) e mi piacciono anche molto i musei.

Trova che la gente italiana è cortese e gentile con lei:
Cortese? Io conosco solo persone gentili. Tanti bravi italiani che mi vogliono bene e che sono sempre molto cordiali con me. Purtroppo in Italia c’è anche il razzismo, che ho potuto sperimentare sulla mia pelle.

Ha delle amiche italiane (ci descriva le sue amiche):
Ho tante amiche italiane e malagasy, buone e scherzose. Le mie amiche sono mamme come me, mentre gli amici sono principalmente musicisti.

Come sono i rapporti con la famiglia di suo marito?
I rapporti con la famiglia di mio marito sono molto buoni. Sono una donna fortunata: quando sono arrivata in Italia mia suocera mi ha accolta come una figlia. Lei mi dà una mano ogni volta che ne ho bisogno e mi aiuta molto con le mie figlie.

Che religione professa, va a messa?
Sono cattolica. Appena arrivata in Italia andavo spesso a messa, poi di meno. Sai perché? Perché mio marito non è credente e non prega per niente e per nessuno. Lui in chiesa ci va solo per ammirare l'architettura.

È mai andata a Piazza S. Pietro a ascoltare il papa?
È stato uno dei miei primi desideri quando sono arrivata in Italia, di andare a visitare il Vaticano. Ho assistito ad alcune messe di Papa Giovanni Paolo II. Invece non ho ancora avuto la fortuna e l’occasione di vedere ed ascoltare Papa Benedetto XVI.

Ha girato molte città italiane:
Sì, ho visitato diverse città italiane, anche se me ne mancano ancora moltissime.

Oltre Torino quale è la città italiana che le è piaciuta di più:
Mah, è proprio difficile da dire. Io ho lasciato il mio cuore a Capri e Firenze. Lì sì che mi piacerebbe vivere.

Che cosa preferisce dell’Italia:
Come ho detto, mi piace moltissimo la cucina italiana. Poi adoro i monumenti, i paesaggi e la storia d’Italia.

Va spesso a visitare i suoi parenti in Madagascar?
Amo molto il mio paese natale e, quando posso, ci torno. Ci sono stata da poco e mi sono fermata con le mie bambine per ben tre mesi nella mia città, Andapa, dove vivono i miei familiari e i miei amici più speciali.

Quando torna nel suo paese di origine in Madagascar i suoi amici e parenti le fanno festa?
Eh sì, ho una grandissima famiglia, che mi festeggia di continuo. Ogni volta che torno da lì ingrasso, proprio perché non mi lasciano fare nulla! Oggi uno mi cucina un pollo arrosto, domani una salciccia alla moda malagasy, dopodomani un altro mi porta una torta. Alla sera non mi mancano mai le “brochette” (spiedini). Le mie cognate e le mie sorelle mi aiutano per la manicure e mi curano i capelli. Mi stufo delle trecce? Me li fanno lisci come una cinese. Mi fanno sentire una vera principessa, anche perché sono la “faravavy” (la più piccola della famiglia), però la prima che ha avuto il coraggio di lasciare il Madagascar. Ero proprio felicissima durante questa lunga vacanza, ma intanto piangevo perché non ho più trovato la mia mamma, che mi ha lasciato alcuni anni fa.

Cosa le chiedono:
Di solito le mie amiche mi chiedono se possono venire in Italia con me, o se posso trovar loro un buon "partito" italiano. Poi mi chiedono di portare loro scarpe e vestiti “made in Italy”. La mia famiglia e i miei amici stretti invece quest'anno mi hanno chiesto come va l'Italia e la sua politica: sono molto informati e oramai conoscono tutto il mondo.

Se oggi dovesse scegliere, farebbe la stessa cosa che ha fatto?
Vivo in due paesi meravigliosi che tutti sognano, il Madagascar e l’Italia. Inoltre, sono qui per amore e mi trovo bene. Così, anche quando sono in Madagascar, che è il mio “paradiso” personale, porto con me due passaporti, quello malagasy e quello italiano. Quindi, per rifare, davvero rifarei tutto volentieri, non solo una seconda volta, ma anche due o tre! Però… c’è un però. Mi rimane in fondo al cuore il sogno di tornare nel mio paese, perché vorrei seminare tutto ciò che ho imparato in Europa, qui “andafy” come diciamo in malagasy. Appena potrò tornerò in Madagascar con la mia famiglia!

Ciao Madagascar, sei mio, ti amo,
un giorno tornerò
Buongiorno Italia, oramai sono tua,
sei il mio amore

                                                             Olga del Madagascar

Appendice
Marie Olga Sohantenaina nota con il nome d’arte “Olga del Madagascar” è una nota cantante apprezzata per la sua voce ed ha inciso parecchi dischi, non ultimo un DVD i cui proventi vanno per la salvaguardia degli anfibi del Madagascar. Il marito, il Prof. Franco Andreone del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, è noto in tutto il mondo per il suo lavoro di ricerca sulla biodiversità e la sua dedizione nello studio delle varie specie di rane esistenti soltanto in Madagascar.
 Noi ci siamo occupati parecchie volte di Franco Andreone, infatti sono presenti in questo BLOG parecchi articoli.
Potrete trovare la lista delle varie pubblicazioni  nel sito
:
www.francoandreone.it

Massaggio Madagascar, trattamento rilassante e riequilibrante


Il massaggio Madagascar già dal nome evoca sensazioni di grande relax, ci ricorda mari tropicali, mille forme e colori, movimento delle onde e profumi esotici. Si tratta, infatti, di un trattamento rilassante e riequilibrante che alterna alle manualità tradizionali l’uso di tre risorse diverse, che sono anche i suoi punti di forza: conchiglie di varie dimensioni e forme per stimolare i tessuti; oli essenziali caldi per nutrire la pelle e favorire la manualità; campanelle di cristallo dai suoni e dalle vibrazioni riarmonizzanti.

Nel massaggio Madagascar vengono utilizzate conchiglie di varie dimensioni, in genere, sul viso si usano varietà piccole e lisce, per drenare e accarezzare dolcemente. Sulle gambe invece sono più adatte le forme tondeggianti, perché scivolano con facilità. Prima di essere usate, le conchiglie vengono riscaldate fino a raggiungere la stessa temperatura del corpo, in modo da essere percepite gradevolmente.
Per agevolare lo scivolamento delle mani sul corpo, ma anche per nutrire e ammorbidire la pelle, vengono usate diverse varietà di oli essenziali caldi. L’olio di jojoba, protettivo e molto idratante, costituisce l’olio di base che viene poi arricchito con oli essenziali dalle varie proprietà. C’è l’olio di neroli, che ha un’azione riequilibrante sul sistema nervoso centrale e contrasta con efficacia, insonnia, stress e nervosismo. L’olio di mandarino per rilassare ma anche per migliorare l’aspetto della pelle e per riequilibrare la circolazione. C’è infine l’olio di rosa mosqueta, dall’azione antirughe e levigante.
Fonte: MondoBenessereBlog (Blog)

Lupi falso missionario


Ha sostenuto di essere andato in Madagascar per fare beneficenza: invece è rimasto tutto il tempo a giocare a tennis e a fare snorkeling, con famiglia e amici, in un beach resort a cinque stelle
In una missione cattolica in Madagascar o a fare snorkeling in una spiaggia a cinque stelle? Il piccolo giallo riguarda Maurizio Lupi, deputato Pdl amato da Cl, vice presidente della Camera, di cui nessuno si sarebbe accorto senza un mirabile uno-due del "Giornale" di Sallusti e Feltri.


Alla vigilia di Natale il quotidiano di casa Berlusconi dà notizia delle vacanze dei parlamentari del Pdl, compreso Lupi, segnalato in partenza per il Madagascar con famiglia al seguito. Il 30 dicembre, però, al "Giornale" lo stesso Lupi dichiara: "Avevo taciuto perché non si pubblicizzano le opere di bene". Non è per diletto che la famiglia Lupi è in Madagascar: "Si trova in una missione diretta da un amico", scrive comprensivo il giornale, "capanne senza elettricità, non bungalow a 5 stelle", assicura. Poveri Lupi.

E invece, altro che missione.Testimoni attendibili raccontano che, partiti da Fiumicino, l'onorevole con moglie e suocera e due coppie di amici, dal 26 dicembre al 3 gennaio sono stati ospiti dell'Andilana Beach Hotel, un resort a 5 stelle di Nosy Be, Madagascar, con tanto di elettricità e aria condizionata. Le giornate sono trascorse tra rilassante snorkeling e tennis. E la missione? Difficile che ci sia andato prima; improbabile che ci sia andato dopo visto che il 3 gennaio la brigata è rientrata a Malpensa; sicuro che non ci sia andato durante la vacanza visto che per tutta la settimana Lupi non ha mai rinunciato ai quotidiani tour con pinne e occhiali. Comunque, se anche ci fosse stata una visita in missione, perché tacere sulla vacanza?
Fonte: L'Espresso

«Non fiori, ma opere di bene». In Madagascar un’aula intitolata a Francesco Aucelli


Francesco, 30enne agente di polizia coratino, perse la vita nel 2010 in un incidente stradale. Ora un'aula della scuola costruita a Mahasoa, in Madagascar, è stata realizzata grazie alla raccolta fondi voluta dai suoi genitori
Niente fiori, niente manifesti.
Ricordare in maniera diversa Francesco, il ragazzo buono scomparso tragicamente a trent'anni, era la volontà della famiglia Aucelli. 
A distanza di un anno l’opera è completata: una delle aule della nuova scuola di Mahasoa, in Madagascar, è stata realizzata grazie alla raccolta fondi voluta dai genitori di Francesco.
La scuola "Madonna del Perpetuo Soccorso" sorta a Mahasoa - Anjiro in Madagascar, è articolata su due piani. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, tanti nuovi alunni finora impossibilitati ad accedere all’istruzione, hanno iniziato a frequentare le lezioni. Dodici aule, unite alle altre costituite anni fa, assicurano la frequenza a 510 alunni.
«E’ un’idea nata subito, era inutile sperperare denaro in fiori e manifesti che non portano a niente, abbiamo preferito far qualcosa per aiutare dei ragazzi in una realtà difficile come quella del Madagascar».
Sono le parole del prof. Giuseppe Aucelli, papà di Francesco, che ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’aula sulla cui parete presenta una targa con il nome dello sfortunato ragazzo.
Francesco, agente di poliza, morì dopo due settimane di coma nel reparto di rianimazione dell'ospedale "Bonomo" di Andria, dopo essere rimasto gravemente ferito in un terribile incidente stradale nella notte fra il 2 ed il 3 ottobre scorso 2010.
«Frequentando la parrocchia di San Gerardo, eravamo a conoscenza della costruzione di questa scuola e sapevamo che erano necessari  fondi per il completamento della struttura.
Tramite i Padri Redentoristi ci siamo mossi immediatamente in questa direzione. Volevamo far qualcosa che lasciasse il segno - conclude Giuseppe Aucelli -  per non dimenticare Francesco e per non dimenticare quei ragazzi che hanno davvero bisogno. Ringraziamo tutti, anche coloro che hanno preferito rimanere nell’anonimato».
Ora il sorriso di Francesco è riflesso sulle labbra dei bambini africani. Un’azione speciale per un ragazzo speciale.
Fonte: CoratoLive.it

Il clima del Madagascar e i cicloni


Come abbiamo già spiegato, tra l’Africa sud/orientale e l’oceano Indiano stanno imperversando due cicloni chiamati ‘Funso’ e ‘Ethel’. Il primo è un vero e proprio uragano di terza categoria con venti fino a oltre 200km/h, che nelle prossime ore si rinforzerà ulteriormente fino alla quarta categoria, dirigendosi minacciosamente lungo le coste del Mozambico. Il secondo è più debole e dovrebbe rimanere in mare aperto, passando vicino l’isola Roduigues.
Le mappe di Gfs per venti, pressione e pioggia nei prossimi giorni sono preoccupanti. Continueremo a monitorare la situazione …
Il Madagascar è un Paese insulare dell’Africa, situato nell’Oceano Indiano nel settore sud/orientale del Continente Nero, di fronte al Mozambico da cui dista 400km (il braccio di mare compreso fra la costa Africana e il Madagascar si chiama Canale di Mozambico). L’isola principale del Paese è molto grande, si chiama proprio Madagascar ed è la 4^ isola più grande del mondo. Nel suo complesso, il Paese è vasto 587.041 km² (quasi il doppio dell’Italia) e ci vivono circa 20 milioni di persone. Dal punto di vista ambientale e naturalistico, è un Paese molto importante perchè ospita il 5% delle specie animali e vegetali del pianeta. Fra gli esempi più noti di questa eccezionale biodiversità ci sono l’ordine dei lemuri, le oltre 250 specie di rane, le numerose specie di camaleonti e i tipici baobab. La capitale del Madagascar è Antananarivo, che con poco più di un milione e mezzo di abitanti è la città principale del Paese. E’ una capitale “anomala” in quanto non ha l’aspetto di una grande metropoli, non ha grattacieli e non è in pianura in quanto adagiata sul fianco di una lunghissima e stretta cresta rocciosa che si estende per circa 4 chilometri, a una quota di 1.300 metri sul livello del mare e vicina a una pianura molto fertile che fornisce tutti gli approvvigionamenti alimentari alla città, che è collegata via ferroviaria con il principale porto dell’isola, Toamasina, che dista 215 chilometri.
Antananarivo è attraversata da due fiumi, l’Ikopa e il Betsiboka, ed è ricca di villette singole che la rendono particolarmente suggestiva e piena di verde, senza aree fortemente urbanizzate. A livello Geografico e Climatico, il Madagascar è molto vario. Infatti, misura 1.600 km da nord a sud e 600 da ovest a est, e può essere diviso in cinque distinte regioni: quella della costa orientale; quella del Massiccio Tsaratanana; quella gli altopiani centrali; quella della costa occidentale; e quella del sud-ovest. La vetta più elevata è il Maromokotro, nella regione del Massiccio Tsaratanana che si trova nella zona nord dell’isola, a 2.876 metri sul livello del mare. Le coste si sviluppano su una lunghezza di 4.828 km. Particolare curioso e distintivo caratteristico dell’isola, è il colore rosso intenso del terreno che è ricco di ferro. Proprio a causa della netta prevalenza di terreni ferrosi, il Madagascar viene anche chiamato l’Isola Rossa (o il Continente Rosso). Il cuore del paese è l’altopiano centrale, le hautes terres, che comprende le regioni di Fianarantsoa e Antananarivo e presenta colline e montagne che proteggono valli molto fertili e usate per l’agricoltura; numerosissime sono, in particolare, le risaie. Il nord (regioni di Antsiranana, Sava, Mahajanga) è predominano da colline coperte di foresta, con terra sempre umida. La costa orientale (Fenoarivo Est, Toamasina, Mananjary, Farafangana) è ricca di vegetazione e di risorse naturali e gran parte del territorio è coperto da foresta naturale come nel nord.
Tra l’altopiano centrale e la costa orientale si trovano le regioni di Bezanozano, Alaotra e Ambatondrazaka, anch’esse ricche di risaie; scendendo verso sud alle regioni di Zafimaniry e Tanala il paesaggio predominante torna a essere la foresta, che rappresenta la principale fonte di sostentamento delle popolazioni locali.
Nelle regioni del sud-est (Vangaindrano e Taolagnaro) la terra è anche fertile ma l’acqua non sempre è sufficiente. Nel sud (Ambovombe, Androy, Ampanihy) la pianura è fertile ma secca, e si trovano aree coperte da savana e da steppa ricca di fichi d’India; la popolazione coltiva il mais e la manioca. Il sudovest (Anakao, Betioky, Andranovory, Toliara, Manombo e Morombe) è anch’esso arido, e stepposo. La costa occidentale (da sud verso nord: Morondava o Menabe, Belo, Tsiribihina, Miandrivazo, Ankavandra, Antsalova e Maintirano, fino all’est di Mahajanga) è una vasta pianura adatta alla coltivazione. Fra il centro e la costa ovest (Tsiroanomandidy, Manja, Ankazoabo, Sakaraha, Horombe) si alternano rilievi montuosi e pianure fertili, per lo meno a nord; man mano che si procede verso sud (Isalo, Ilakaka, Benenitra, Belamoty, Bezaha) si incontrano nuovamente savana e zone meno coltivate, pur con delle eccezioni (per esempio, la valle dell’Onilahy è il cuore della produzione di riso del sud del Madagascar, con 2 o 3 raccolti l’anno). Tutta la parte occidentale dell’isola, da Mahajanga ad Ambovombe ha il clima adatto all’allevamento di bovini e ovini; numerosissimi sono soprattutto gli zebù. Le montagne che corrono lungo la parte centrale dell’isola, sull’asse nord-sud, dividono il sistema dei fiumi del Madagascar in due versanti: il versante occidentale, rappresentato da fiumi navigabili che scendono lentamente verso ovest fino al Canale del Mozambico, tra i quali vi sono i maggiori fiumi dell’isola: il Betsiboka, la Tsiribihina, il Mangoky e l’Onilahy, e il versante orientale, i cui corsi d’acqua, più brevi ed impetuosi, sfociano ad est nell’Oceano Indiano. Il lago più vasto è l’Alaotra (vasto 900 km²), situato a circa 7 km da Ambatondrazaka (Provincia di Toamasina). Il clima del Madagascar è di tipo tropicale, ma è molto vario tra le varie regioni del Paese. Il versante orientale, a causa dell’esposizione ai flussi monsonici provenienti dall’Oceano Indiano, è molto piovoso e spesso è anche investito da cicloni. n questa zona del Paese, infatti, si trova la foresta pluviale. Il clima è invece subdesertico nella parte occidentale e in quella meridionale. La zona degli altipiani centrali è decisamente più fresca e secca: in quest’area concentrano gran parte delle coltivazioni del Paese, specialmente quelle di riso. Le temperature sono elevate tutto l’anno, diminuiscono solo salendo sugli altopiani e sui rilievi montuosi dove sono davvero gradevoli per gran parte dell’anno. Sull’altopiano centrale il clima è caldo d’estate e freddo d’inverno, addirittura nei mesi più freddi sono frequenti le nevicate oltre i 2.000 metri di quota. In prossimità delle coste le temperature si mantengono tra i +26 e i +34°C in tutte le stagioni, eccezion fatta per la costa sud occidentale dove scendono di qualche grado fra giugno e settembre. E’ la zona più fredda e secca dell’intero Madagascar. Le piogge sono concentrate durante l’estate, che qui, nell’emisfero meridionale, inizia a dicembre e finisce a marzo. Nel sud del paese le piogge sono rare. Il periodo migliore per visitare il Paese è durante la stagione secca, quindi nell’inverno australe, che va da aprile a ottobre, più o meno mentre in Italia e in Europa è estate. In Madagascar durante questi mesi piove poco e le temperature sono comunque piacevoli, anche se comunque è consigliabile portarsi qualche indumento un pò più pesante specie per le ore serali e notturni. In valigia consigliamo inoltre di mettere un abbigliamento tipico delle escursioni in un ambiente naturale, con un berrettino per proteggersi dal sole, pantaloni possibilmente lunghi, scarpe da tennis e quindi abiti pratici e sportivi perchè i parchi nazionali che il Madagascar offre sono imperdibili proprio in termini di eccezionale biodiversità.
Fonte: Meteo Web

Vincristina e Vinblastina: così la Pervinca del Madagascar aiuta a combattere i tumori


Molto spesso, quando si tratta di medicinali, a monte di tutto non vi è chissà quale molecola nata in laboratorio, ma una concentrazione di principi attivi estratti da piante insospettabili per la loro bellezza. E’ il caso della Pervinca del Madagascar. Sono in pochi a sapere che la Vinblastina e la Vincristina, due noti antitumorali hanno origine proprio da questo fiore. Scopriamo insieme il ruolo di queste due sostanze nella medicina moderna.
Va premesso: questo fiore, fin dall’antichità è stato utilizzato dalle popolazioni autoctone per bloccare la fame e per le sue capacità vermifughe, diuretiche e disinfettanti. Per molto tempo è stato utilizzato per curare la malaria, ampiamente diffusa nella sua zona di origine. La vinblastina e la vincristina sono state isolate rispettivamente nel 1958 e nel 1965 e da quel momento in poi ne è stato fatto largo uso, compatibilmente con la capacità di estrarne il principio. Bisogna infatti sottolineare che da una tonnellata di pervinca si ottengono 1g di vinblastina  e 10 di vincristina.
Vinblastina
La vinblastina è una delle sostanze più utilizzate in chemioterapia per combattere il morbo di Hodgkin, il sarcoma di Kaposi (quasi sempre associato ad Aids, n.d.r.), il linfoma linfocitico ed istiocitico,  il carcinoma del testicolo ed il tumore della mammella. La sua efficacia è stata largamente comprovata in questa casistica, ma non di rado viene utilizzato anche per altre forme tumorali grazie alla capacità di bloccare la moltiplicazione delle cellule tumorali.
Quasi sempre viene somministrato in associazione con altri farmaci anti-tumorali. Il medicinale, di un colore molto chiaro una volta diluito, viene solitamente somministrato per via endovenosa. Si tratta di una sostanza efficace ma recante con sé diversi effetti collaterali, tra cui neurotossicità, la perdita dei capelli, la nausea e manifestazioni cutanee di diverso genere.
Vincristina
La vincristina, al pari dell’altro alcaloide presente nella Pervinca del Madagascar, è ampiamente utilizzato come farmaco chemioterapico grazie alla sua capacità di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Con la vinblastina, oltre a  condividerne le proprietà, condivide gli effetti collaterali. Questo perché oltre a bloccare la crescita delle cellule malate, agisce parimenti su quelle sane.
Efficace in neoplasie come la leucemia acuta ed i linfomi maligni, tra i quali il morbo di Hodgkin, il linfosarcoma e il reticolosarcoma, la sostanza risulta neurotossica al pari della vinblastina. Somministrata per vie endovenosa viene solitamente associata ad altri farmaci antitumorali.
Fonte: MedicinaLive


I lemuri non sono più animali sacri


Superato il tabù che impediva la caccia dei piccoli animali del Madagascar

I lemuri non sono più animali sacri in Madagascar: questo significa che i piccoli primati potranno essere mangiati dalle tribù locali. Il tabù ancestrale che vietava il consumo della carne dell’animale dagli occhi grandi, poiché lo considerava una incarnazione degli antenati, è stato superato.
Uno studio di ricercatori gallesi della Bangor University e di attivisti della ong Madagasikara Voakajy dimostra, infatti, che la caccia dei lemuri per il consumo alimentare è in costante aumento nell'area orientale del Madagascar. I lemuri hanno un ritmo di riproduzione molto lento: in alcuni casi non raggiungono la maturità sessuale prima dei nove anni di età e danno alla luce cuccioli una volta ogni due o tre anni. Per questo motivo, la caccia dei piccoli animali, può essere rischiosa per la sopravvivenza della loro specie.
L’isola africana è considerata un vero paradiso naturale, per la ricca presenza di specie rare ed endemiche. Il Madagascar, infatti, si è separato dalsuper-continente Gondwana circa 165 milioni di anni fa e questo ha consentito l'isolamento delle specie che vivevano su quel lembo di terra poi circondato dal mare. Ben il 95 per cento delle piante e degli animali presenti sull'isola, infatti, non sono presenti in nessun altro luogo del Pianeta.
Fonte: La Stampa

Premio Kiwanis della Bontà a Tony Vasco, operatore laico volontario in Madagascar


Enna. Il “Premio Kiwanis della Bontà”, giunto alla XIII edizione, quest’anno sarà assegnato all’ennese Tony Vasco, medico, psicologo e psicoterapeuta, diventato operatore laico volontario in Madagascar. Giuseppe Castronovo, presidente del club, consegnerà la targa e la pergamena con la motivazione domenica 18 dicembre, alle ore 18, nel salone dell’Hotel Garden di Pergusa. La figura del premiato sarà illustrata dalla dott.ssa Livia Jacona. Alla cerimonia saranno presenti le autorità civili, militari, il luogotente governatore del Kiwanis International, Italo Giugno, e presenzierà il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Mons. Michele Pennisi, che è anche socio onorario del Club. Partito otto anni fa in terra africana per una breve esperienza missionaria in una comunità che si occupa di bambini, Tony Vasco, da li a poco vive una vera e propria conversione, rientra in Italia, vende tutto ciò che possiede, ritorna in Africa e dedica la sua vita alla cura e all’assistenza degli ultimi dell’umanità. Insieme a un gruppo di amici fonda l’Associazione onlus “Omeo Bon Bon” che opera per lo sviluppo della provincia di Fianarantsoa in Madagascar, e con le risorse economiche raccolte istituisce una casa famiglia che accoglie 25 bambini dai tre anni in su che vengono accuditi, istruiti e aiutati ad inserirsi nel lavoro. In seguito sorgono altre case famiglia, una per ragazzi e un’altra per ragazze. Ma il sogno di Tony è quello di realizzare una grande casa famiglia per 60 bambini. Nel recente passato il Premio è stato conferito a Suor Lucia Cantalupo, missionaria nelle favelas di Sapò in Brasile; alla dott.ssa Cristina Fazzi, operatrice sanitaria e umanitaria in Zambia; al dott. Lino Di Mattia, medico a Tuang in Sudafrica; alla memoria di Marco Nicosia e Giusy Sanfilippo, donatori di organi; a Paola La Martina, operatrice volontaria alla Caritas di Roma; a Padre Filippo Mammano, fondatore di una missione in Tanzania, all’architetto Filippo Frazzetta, fondatore del “Villaggio della Salute” in Tanzania; a Gaetano Provenzano, operatore di pace e di fraternità nel Movimento dei Focolari; al Liceo delle scienze umane “Dante Alighieri” di Enna per il progetto “Cosa c’è ke nn va” e lo scorso anno a suor Maria Teresa di Gesù, ennese, carmelitana scalza, che opera in una terra di missione a Buea in Camerun.
Salvatore Presti
Vivi Enna

La bio-fattoria italiana arriva in Madagascar

Ogni contadino ha preparato la terra con una vanga a forma di lancia e ha seminato. Principalmente hanno seminato riso ma anche fagioli, mais e qualche verdura, rape, crescione. Oltre l'85% del giovane popolo malgascio vive o meglio cerca di sopravvivere coltivando la terra.
Al centro del Madagascar a millecinquecento metri di altitudine, nella località di Antsaha tra i villaggi rurali d'argilla e paglia, poco lontano dalla cittadina di Antsirabe é la stagione della semina. Ogni contadino ha preparato la terra con una vanga a forma di lancia e ha seminato. Principalmente hanno seminato riso ma anche fagioli, mais e qualche verdura, rape, crescione. Oltre l'85% del giovane popolo malgascio vive o meglio cerca di sopravvivere coltivando la terra.
La maggioranza della popolazione non riesce però a trarre il necessario per vivere dal lavoro dei campi; anzi non riesce nemmeno a ripagare l'acquisto delle sementi con quanto ricavato dal raccolto.
Le cause di questa povertà estrema nell'Ilê Rouge sono molteplici, ma il Madagascar è sostanzialmente un paese pieno di risorse d'ogni genere.

Al 152° posto della graduatoria mondiale il Madagascar ha un reddito pro capite inferiore a un dollaro al giorno; attualmente sospeso da tutti gli organismi internazionali per via di uno pseudo golpe servito a cacciare un presidente imprenditore. Marc Ravalomanana, come i suoi predecessori, ha fatto i suoi affari a spese del popolo, giungendo ad ordinare per se un air force one da 60 milioni di euro. L'isola in realtà, fa gola a tutti. Sud Africa, Francia, Australia, Cina, Usa, Italia, tutti hanno interesse che il popolo malgascio resti un popolo senza alcun diritto di autodeterminazione, povero e inconsapevole.

In questa terra, da oltre 15 anni, partendo dall'adozione a distanza finalizzata all'istruzione, MAIS Onlus di Roma, associazione laica, cerca di sostenere l'auto-sviluppo. Proprio in questi giorni di semina, infatti, il Progetto “Bio Fattoria” è ad una svolta importante. Il progetto si apre ai contadini dei villaggi rurali con una proposta di partecipazione concreta alla gestione della terra. Già la terra. La terra per i malgasci non appartiene a chi ci abita ma è patrimonio degli antenati, cioè sacra, (è stato il tentativo di vendere 1.800.000 ettari alla Daewoo infatti, a scatenare la rivolta nel 2009). La terra del Madagascar è sottoposta a una continua predazione, la gran parte dei poveri e poverissimi attinge alle risorse naturali per tentare di andare avanti; gran parte dei ricchi e dei ricchissimi rapina ogni sorta di risorsa svendendola senza lasciare alcun beneficio alla società o al delicato e inestimabile patrimonio naturale. Il Progetto Bio Fattoria propone una nuova logica ai contadini: la proposta è di lavorare insieme per proteggere la terra e il lavoro di chi l'abita. É una proposta di collaborazione resa possibile da centinaia di famiglie di piccoli ma caparbi donatori italiani. La collaborazione, l'idea del cooperare per progredire non è nuova anzi è stata alla base dello sviluppo umano, eppure in molte parti del pianeta non è pratica quotidiana. Uno degli effetti del colonialismo è stato la distruzione di ogni spirito di collaborazione tra gli indigeni proprio per impedire ogni sovvertimento dello schiavismo e dell'usurpazione.

Il progetto quindi, consiste nel ricostruire sistemi di collaborazione libera finalizzati a migliorare la vita di ciascuno degli abitanti dei villaggi e a costruire una rete di controllo e di tutela del territorio. L'erosione qui è solo una delle tante emergenze. É d'abitudine che ognuno si rivolga all'ambiente per risolvere i problemi quotidiani; ogni giorno bisogna cercare qualcosa da mangiare per se stessi e per qualche animale da cortile, anatre, galline, gli zebù devono essere portati al pascolo, poi bisogna accendere il fuoco per cuocere in riso, ogni giorno qualcuno prende gli alberi rimasti e ne fa carbone da vendere. Persino per le case, fatte d'argilla, s'accende il fuoco nelle pile cave di mattoni, per cuocerli ai bordi delle strade.

L'idea della Fattoria, nata dal dialogo tra italiani e malgasci, parte dall'offerta concreta di lavoro nei terreni acquistati dall'associazione “Tsinjo Lavitra–MAIS Madagascar”. Non sarebbe possibile per nessuna delle famiglie che abitano i villaggi dedicare tempo alla cooperazione senza percepire un minimo di danaro, quel tempo deve necessariamente usato per soddisfare i bisogni primari. Abbiamo proposto un accordo: ogni contadino se lavora alla fattoria ha una paga di 0,85 di euro (paga media di chi lavora) a patto che accetti di mettere qualche centesimo al giorno in un fondo comune, che s'impegni a non rubare dalla fattoria e cerchi di proteggere la fattoria bene comune. A 10 giorni dall'inizio di questa esperienza di nuova cooperazione tante famiglie sono venute dai villaggi a lavorare. Per i 2400 ariary di certo, ma anche per costruire qualcosa insieme. Sanno già quel che vogliono fare col fondo: una strada come si deve e l'allaccio dell'energia elettrica. In oltre 150, tra adolescenti e anziani stanno lavorando con noi e a tutti è stato dato un piccolo contratto con diritti e doveri. La gente qui non pensa proprio di avere dei diritti e quando alla sera prende i soldi nelle mani, piega la testa e ringrazia, quasi il regalo fosse troppo grande. Il lavoro è un regalo anche in altre aree del pianeta ma quaggiù nessuno ha nemmeno mai vissuto una stagione di diritti. I presidenti francesi cadono se tentano di ridurre i diritti ai loro citoyens, ma si guardano bene di affermare diritti in Africa. Obama sventola la bandiera dell'uguaglianza ma è alla ricerca spasmodica di materie prime per soddisfare i giganteschi bisogni americani. Il nuovo bau bau del debito viene agitato ad arte per tenere sotto pressione miliardi di richiedenti diritti, mentre sono proprio i debiti occidentali a soffocare il Sud del mondo nella miseria.

Il piccolo progetto Bio Fattoria, invece, ha un cuore grande e si prefigge di raggiungere in 5 anni alcuni obiettivi importanti: Gestire bene l'acqua, seminare proprie sementi, auto produrre energia. Siamo certi che il tempo sia maturo per impostare un sistema locale che serva da esempio e possa facilmente essere riprodotto dai contadini senza alcun sostegno ufficiale. Oggi come ieri dobbiamo testimoniare che l'autodeterminazione dei popoli passa per la presa di coscienza di tanti cittadini europei che credono nella giustizia, piuttosto che dalle scelte degli organismi internazionali. Ancora una volta è dalla cooperazione sincera tra i cittadini del nord e del sud del mondo che ci arriva un messaggio sincero di speranza.
Roberto Rinaldini apre un nu                Marcello Anastasio




San Giovanni La Punta: racconto di giovani missionari


Il gruppo di Giovani missionari partito lo scorso mese, ha incontrato il Sindaco di San Giovanni La Punta per raccontare la loro esperienza in Madagascar1

L'esperienza vissuta dai 5 giovani missionari partiti per il Madagascar, nel mese di ottobre e rientrati a novembre, nell'ambito del progetto "Un ponte per i bimbi del mondo", al quale hanno aderito oltre al Comune puntese, Ente capofila, anche Pedara e Gravina, è stata sicuramente un arricchimento umano non indifferente.
Tutti insieme, anche agli altri 8 volontari, rimasti in sede a coordinare ed assemblare la mole di materiale inviata giornalmente dal Madagascar, hanno voluto incontrare il sindaco Andrea Messina e la dirigente dei Servizi sociali dott.ssa Maria Angela Angemi, per raccontare lo scambio umano e culturale della loro missione.
I ragazzi missionari hanno avuto modo di insegnare la lingua italiana in un liceo ed all'Università Cattolica Carmelitana, presenti in Madagascar nelle vicinanze del villaggio di Marovoay, avendo così la possibilità di uno scambio culturale e non solo con i loro coetanei malgasci.
Una popolazione giovanissima li ha accolti a braccia aperte, mettendosi a disposizione e condividendo quel poco o quasi nulla in loro possesso.
"Serve educarli all'igiene, alla sanità ed ai diritti dei minori- spiega una giovane missionaria- e soprattutto hanno bisogno di laureati, non ci sono insegnanti o medici abbastanza preparati, per questo è necessario effettuare l'adozione degli universitari in modo da dare loro la possibilità di studiare e contribuire dunque alla crescita del loro paese". L'unica istituzione ad operare è la chiesa, non soltanto cattolica, che si occupa di creare una nuova classe sociale.
Un altro mondo dunque, ma sicuramente più felice, dove si balla e si canta per festeggiare ogni piccolo avvenimento e poi "mora mora vahaza" ovvero "piano piano straniero" perché i loro ritmi sono sicuramente molto più lenti rispetto a quelli occidentali.
I giovani missionari hanno in programma la visita in numerose scuole per sensibilizzare i ragazzi all'adozione a distanza e soprattutto a godere di quel tanto che hanno a loro disposizione.
"Sapevamo fin da prima della partenza dei nostri 
giovani missionari- a parlare il sindaco dott. Andrea Messina- che questa sarebbe stata una grande opportunità per la loro crescita e soprattutto per l'eco che avrebbe avuto al loro rientro, nei vari incontri con i loro coetanei adesso trasmetteranno lo stesso entusiasmo che hanno manifestato nel corso di questo nostro incontro".