venerdì 28 settembre 2012

Truffe in rete



I racket delle recensioni false, hotel e locali nel mirino dei ricatti

 

La denuncia di Fipe Toscana: dietro le opinioni online su ristoranti e alberghi si cela un mercato di affari ed estorsioni. Giudizi fasulli usati come ‘tangente’ per ottenere sconti. Società che vendono pacchetti di opinioni false: fino a 5000 euro l’anno per la fama virtuale
Quanto vale la reputazione digitale di un hotel o di un ristorante? E cosa si è disposti a fare per conservarla? Acquistare casse di vino, concedere sconti o pagare 5000 euro di ‘pizzo’, ad esempio. Tutto pur di non essere diffamati da una pioggia di opinioni negative e anonime, sui maggiori portali di viaggio. 
Primo su tutti TripAdvisor: secondo un’inchiesta della Fipe Toscana, la Federazione italiana pubblici esercizi, un giudizio su tre pubblicato sul sito sarebbe falso. L’indagine svela un vero e proprio mercato delle recensioni fasulle, promesse in cambio di favori o vendute come merce di scambio da agenzie di online reputation. Che usano la fama sul web come arma di ricatto, una potente forma di racket telematico.

Una valanga di denunce. La rivolta degli esercenti contro il business delle opinioni fittizie è partita da Firenze per estendersi a tutta Italia. Le prime lamentele sono arrivate alla Fipe Confcommercio Toscana a inizio agosto: «Ci siamo mossi in seguito a diverse segnalazioni di nostri associati - racconta il presidente regionale e vicario nazionale Aldo Cursano -. Su Tripadvisor sedicenti clienti screditano locali, senza averli mai visitati. Non si tratta di episodi isolati ma di un mercato, a volte sono casi di vera estorsione». I falsi autori di opinioni sfruttano i portali di viaggi più noti a loro insaputa. Un terzo delle recensioni pubblicate online, denuncia la Fipe, sarebbero false. Uno dei primi a sollevare il velo sulle ‘tangenti’ digitali è stato il ristoratore fiorentino Amerigo Capria: un fornitore di vino gli ha promesso un blocco di valutazioni lusinghiere online per convincerlo ad acquistare le sue bottiglie.

Dietro le bugie, un sistema. Come lui centinaia di imprenditori sono diventati bersaglio di opinioni fasulle da parte di grossisti delusi per un affare andato a monte o aspiranti clienti insoddisfatti per uno sconto negato. In alcuni casi, però, dietro le menzogne online ci sono agenzie di web marketing. Società ad hoc che propongono, a un costo compreso tra i duemila e i cinquemila euro l’anno, pacchetti di recensioni positive per aumentare la fama del locale. Magari assumendo studenti, che per pochi euro a post si dedicano al copia-incolla degli elogi a pagamento.
Il meccanismo, fa notare Umberto Rapetto, docente di investigazioni digitali e sicurezza nelle telecomunicazioni, sfrutta la possibilità fornita ai portali di viaggio di esprimere valutazioni anonime, o sotto un nickname falso.

Anche se ciò non dovrebbe accadere, perché la legge impone ai siti di vigilare sulla liceità dei contenuti e di conservare ‘i dati di log’ degli utenti che esprimono opinioni per risalire alla loro identità. Inoltre i portali devono rimuovere tempestivamente i giudizi oggetto di lamentela: esistono appositi software per controllare ogni recensione e risalire agli autori. «Contro i messaggi diffamatori l’esercente ha diritto di essere tutelato in primis dal titolare del portale che dovrebbe rispondere al pari del direttore di una testata giornalistica» commenta Marcello Fiore, direttore generale della Fipe.

La replica di TripAdvisor. Quasi una ‘bibbia del viaggiatore’, il portale è il veicolo perfetto per creare e distruggere la fama di una struttura ricettiva. Con 75 milioni di recensioni in 30 paesi del mondo e oltre due milioni di visitatori unici mensili solo in Italia, TripAdvisor è uno tra i più autorevoli portali di opinioni online. Per scongiurare gli imbrogli e l’uso improprio dei giudizi, il sito adotta sofisticati filtri anti-frode e si avvale di 70 addetti ai controlli. Contro le accuse della Fipe, il portale difende la sua affidabilità: «Non è assolutamente vero che in media le recensioni sulla piattaforma sono negative, anzi – spiega il portavoce Lorenzo Brufani -. I giudizi sugli alberghi e sui ristoratori d’Italia sono i migliori d’Europa».

Le contromisure. In attesa di chiarire l’effettiva portata del fenomeno, la Fipe ha attivato una task force per monitorare le recensioni dei ristoranti in Toscana, sia su TripAdvisor che sui principali portali di viaggi. Il servizio allerta i proprietari se emergono giudizi sospetti, segnala ai siti le eventuali calunnie e valuta se è il caso di agire per le vie legali. Da qualche settimana è anche attiva una pagina su Facebook per sensibilizzare sul tema, che già raccoglie molte testimonianze..

Erika Tomasicchio 
Kataweb

giovedì 27 settembre 2012

Don Bosco parla in malgascio


È pronta, dopo otto mesi di lavorazione, la versione malgascia del film Don Bosco, prodotto dalla LUX.  

Vide nel 2004 con la regia di Lodovico Gasparini. Il film sarà trasmesso dalla televisione nazionale malgascia in concomitanza con l’arrivo dell’urna di Don Bosco il prossimo 16 agosto. ANS ha intervistato don Luca Treglia, direttore di Radio Don Bosco e realizzatore del doppiaggio.

Come Radio Don Bosco ha affrontato il doppiaggio del film?
Anzitutto vorrei ringraziare i miei collaboratori della Radio che hanno accettato di collaborare in questa impresa: è un omaggio della nostra emittente a Don Bosco, dal quale prendiamo il nome. Nelle prime riunioni di preparazione per la peregrinazione dell’urna in Madagascar venne fuori l’idea di sottotitolare in malgascio la versione italiana. Feci osservare che molta gente non sapeva ancora leggere e scrivere e che i televisori avevano schermi piccoli per cui sarebbe stato difficile per la gente seguire il film e leggere i sottotitoli. Azzardai l’idea di fare il doppiaggio in malgascio. Mi attivai per contattare la Lux Vide, proprietaria del Film, a cui va il mio particolare ringraziamento per aver messo a disposizione il master internazionale. Poi abbiamo tradotto il testo e lo abbiamo adattato alla cultura malgascia. Ho cercato di capire e studiare la tecnica del doppiaggio. Non ho mai fatto un doppiaggio, anche se il video, in forma amatoriale, è sempre stato il mio hobby preferito. Una volta individuata la metodologia e il software necessario, abbiamo cominciato la grande avventura.
Ci sono stati momenti difficili durante la lavorazione?
Certo. Personalmente, appena iniziate le sessioni di doppiaggio, sono stato raggiunto dalla notizia del ricovero di mio padre in ospedale e, data la situazione grave, sono dovuto rientrare in Italia dove ho fatto in tempo a vedere mio padre ancora in vita. Dopo la sua morte sono stato un paio di settimane vicino a mia mamma... Inevitabilmente la mia testa e il mio cuore andavano al film da doppiare. Rientrato a Ivato ho trovato i miei collaboratori un po’ scoraggiati per via dei pochi progressi fatti. Mi sono rimboccato le maniche, ho cercato di dare entusiamo... e la lavorazione è ripartita. Un altro momento difficile, ma bello, direi tipicamente salesiano, è stato lavorare con i ragazzi. Un film su Don Bosco non può non avere ragazzi; ci occorrevano voci di ragazzi per il doppiaggio delle scene di massa. Ci siamo rivolti al nostro Centro “Notre Dame de Clairvaux”, che si occupa di ragazzi poveri e in difficoltà. Abbiamo insegnato loro a recitare... a volte con tanta fatica; in sala di registrazione erano presenti circa trenta ragazzi; alla fine ogni sforzo è stato ripagato.

Il film prevede tanti attori: da dove li avete presi?
Una delle cose che ci ha spaventato subito è stato il numero degli attori; ma non ci siamo scoraggiati. La Radio ha già una equipe di attori che realizzano i radiodrammi, molto apprezzati dagli ascoltatori. Ma erano insufficienti. Abbiamo coinvolto i collaboratori della radio: personale di servizio, giornalisti, animatori, perfino il guardiano, il giardiniere, la cuoca... E il lavoro finale è stato molto buono. A dirlo non siamo noi, ma i tecnici italiani che hanno curato la sincronizzazione e che hanno apprezzato la qualità del doppiaggio. Vorrei ringraziare Missioni Don Bosco e i suoi tecnici che hanno realizzato l’edizione finale e ci sono stati vicini durante la fase di lavorazione.

Don Bosco sta per arrivare in Madagascar. Come sta vivendola gente  questo momento?
C’è tanta attesa e tanto entusiasmo. Don Bosco era conosciuto come “Radio Don Bosco”. Abbiamo cercato di far conoscere la figura di Don Bosco attraverso delle pubblicazioni: per i ragazzi abbiamo tradotto il fumetto di Teresio Bosco e Alarico Gattia in lingua malgascia; e realizzato numerosi programmi radiofonici e televisivi sulla figura di Don Bosco, sul suo carisma e sul lavoro dei salesiani in Madagascar. E poi anche questo film... che certamente farà conoscere di più Don Bosco.
La cosa bella è che non solo la chiesa malgascia, ma tutto il popolo malgascio è pronto ad accogliere Don Bosco.
ANS

Il Madagascar crea la più grande area protetta dell'isola


Il Parco Naturale di Makira rappresenta una tappa verso l'obiettivo della protezione del 10 per cento delle aree naturali del Madagascar.


Con la firma ufficiale del decreto che istituisce il Parco Naturale Makira, il governo del Madagascar ha creato la più vasta area protetta dell'isola. L'area ospita il maggior numero di di specie di lemuri del pianeta.Il Parco Naturale di Makira rappresenta una tappa verso l'obiettivo della protezione del 10 per cento delle aree naturali del Madagascar.
Il parco è frutto di un decennio di campagna da parte della Wildlife Conservation Society.
Situato nel nord est del paese, il Parco Naturale di Makira protegge un'area di 372,470 ettari di foresta pluviale, ed ospita la più ricca biodiversità dell'isola, assioma all'adiacente Parco Nazionale di Masoala, e al resto dello spartiacque di Antongil Bay.
Il nuovo parco (creato da numero decreto 2012-641 e firmato il 19 giugno) ospita 20 delle 103 specie di lemuri dell'isola, un unico gruppo di primati che vive solo nel Madagascar. Oltre a proteggere i lemuri, il Parco Naturale di Makira garantirà anche la protezione di molte altre specie, tra cui l'unico grande predatore del Madagascar, il fossa (Cryptoprocta ferox), un predatore simile al gatto, che si nutre di lemuri e richiede grandi aree di foresta intatta a mantenere in salute la sua popolazione.

http://salvaleforeste.it/
 

Madagascar. Alberi di baobab a rischio, governo corre ai ripari




Il governo di Antananarivo corre ai ripari per salvare il baobab, minacciato dalle attività di deforestazione che negli ultimi anni ha distrutto quasi il 90% degli alberi del Paese 
I baobab sono da secoli un simbolo del Madagascar, l'isola tropicale al largo della costa sud-orientale dell'Africa che vanta un ecosistema unico al mondo. Un simbolo, ma anche una fonte di sostentamento per la popolazione di uno dei Paesi più poveri al mondo: i suoi frutti sono commestibili, le sue foglie sono usate per scopi medici e i suoi tronchi vengono scavati per ottenere rifugi e depositi di acqua durante i periodi di secca. Tuttavia, lo stupefacente ecosistema della cosiddetta isola rossa è oggi messo in grave pericolo dalla crescente industria turistica. Si stima così che negli ultimi anni il Madagascar abbia perso il 90% dei suoi alberi a causa della deforestazione. Una situazione che ha spinto le autorità del Paese ad avviare una serie di iniziative per tutelare le sue preziose foreste, quale quella di designare molte regioni del Paese come parchi nazionali, favorendo così l'ecoturismo, e di lanciare diversi progetti di conservazione e di riforestazione. Iniziative ritenute però insufficienti dagli ambientalisti, secondo cui bisogna fare di più per salvaguardare il futuro dei baobab e le specie rare di foreste presenti sull'isola: "Il governo vuole incrementare la superficie delle aree protette. Ha fatto un grande sforzo, ma al momento non penso sia sufficiente per il baobab", ha denunciato alla Cnn Jimmy Razafitsalama. 
TM News