mercoledì 28 settembre 2011

Silvio Berlusconi e il "bungabunga": "Ci prendono in giro persino in Madagascar”


Siamo a rischio Madagascar, pur con il Colosseo: che fare oggi, che fare domani? Giorni fa due giovani di ritorno da una settimana in Madagascar con quei noti “pacchetti vacanza” mi hanno raccontato della povertà che circonda quando non assedia queste “cattedrali” del lusso turistico, povertà che più onestamente dovremmo chiamare miseria (che è un’altra cosa …). La cosa mi ha impressionato, ma non sorpreso: è il “trend” del pianeta che globalizza la miseria dei moltissimi in favore della plutocrazia, e lo fa sotto gli occhi anche televisivi e internetticidi tutti. Un villaggio turistico in quella come in altre zone analoghe del mondo è come un plastico, in un deserto dove manca l’acqua: i ragazzi raccontavano, e fortunatamente essendo di ottima pasta umana partecipavano con i fatti avendo lasciato in loco ai miseri soldi, abiti e tutto il non strettamente necessario. Sono tornati “leggeri”, ma insieme “pesanti”. Intendo certo eticamente pesanti.

Invece mi ha colpito il racconto che i bambini in cerca di elemosina a colpi di sorrisi dicessero, rivolgendosi alla stragrande maggioranza di italiani “fedeli della cattedrale” malgascia di cui sopra, “bungabunga” e “Berlusconi”: bungabunga, Berlusconi in Madagascar, ma dove siamo arrivati? (Tradotto per gli adepti di Arcore che leggono degli articoli solo le righe che interessano loro: magistrati cattivi, stampa assassina, guardate dove ci avete trascinato, nel fango dell’Oceano Indiano …). Forse i miei giovani avevano esagerato, ho pensato per sopravvivere. Invece in prima pagina sul “Corriere della Sera”, ti trovo un pezzo di Dario Di Vico che trattando degli industriali del Nord che non sopportano più questo precipizio citava virgolettata l’affermazione “ci prendono in giro persino in Madagascar”.

Senza essere né Sherlock né Watson, ho fatto due più due: se non cambiamo il manico, siamo finiti, e non necessariamente per colpa esclusiva di Berlusconi, come ho scritto anche qui mille volte. Solo che la profondità della crisi fa chiedere a molti “ci dia Lei la ricetta”, come se fosse uno sciroppo da trangugiare con facilità il fatto di scrivere quello che scrivo da anni, in solitudine quasi completa: perché chi dà addosso al Caimano spesso non vede altro che lui con dei colpevoli “paraocchi” da far invidia alla razza equina, o forse specificamente ai muli; chi lo difende ormai solo a colpi di “ e gli altri, come sono gli altri?”, pare non rendersi conto del baratro in cui siamo finiti. Le piazze si stanno già riempendo, e sarà sempre peggio, per forza, con una tensione e una disperazione che si tagliano con il coltello di una sensibilitàanche solo da bambini.

La questione della “ricetta” è mal posta: premetto che non ne ho, e faccio già fatica a stilare diagnosi e prognosi senza committenti alle spalle. Ma è come quando mi chiedono “perché non fa politica Lei direttamente” (e chi mi candiderebbe, anche lo volessi, visto che ho raccontato le magagne complementari di tutti?) oppure “perché non fonda un Partito”, quasi non ce ne fossero già abbastanza. Ma non ne voglio uscire così.

Per non trasformarci in un Madagascar con il Colosseo, comincio con qualche rapido suggerimento:

1) Firmare - e di corsa - per il referendum abrogativo del Porcellum: non risolverà tutto, ma è sempre meglio di questa legge elettorale orrenda

2) Fare pressione popolare perché si formi un governo d’emergenza solo - ripeto solo, con il visto quirinalizio - per mandarci a votare il prima possibile.

3) Pretendere nel frattempo sia a sinistra che a destra che al centro che sopra che sotto primarie “pulite” per i candidati, nel senso che non ci sia di mezzo né la delinquenza organizzata né la burocrazia politica, che insieme strozzano una politica accettabile. Altrimenti non andare a votare.

4) A casa con Berlusconi devono andare anche i protagonisti dell’ultimo ventennio “diversamente sodali” del loro avversario caimanesco, cioè quelli che da troppo tempo occupano il suolo pubblico con la scusa/paravento di essere stati votati. Non votiamoli più. Sono il “vecchio” e soprattutto sono il “vecchio colpevole” o almeno “responsabile” di tale sfascio.

5) Chiedere ai “nuovi” soggetti politici usciti dalle primarie, da fare in fretta e sulla spinta dell’indignazione popolare, non solo un programma per oggi, ma anche una visione del Paese, e del Paese nel mondo, per domani. Se non ne hanno, non si vota neppure per loro.

E’ poco? E’ troppo? E’ utopistico? Vedete voi, da qualche parte bisognerà pur cominciare.
Fonte: notizie.tiscali.it

L’aurora australe dallo spazio: dalla Stazione Spaziale


Sono davvero meravigliose le immagini riprese dallo spazio, che mostrano l’aurora australe in tutta la sua magnificenza.
I colori scintillanti e vividi, sembrano quasi frutto di un editing al computer, ma in realtà sono totalmente naturali e da sempre contraddistinguono uno dei fenomeni più spettacolari che la natura possa offrirci.

Le aurore possono essere boreali o australi, a seconda dell’emisfero in cui si verificano. Quella ripresa dagli astronauti è comparsa sui cieli compresi tra il Madagascar e l’Australia del nord, in pieno Oceano Indiano.
Le aurore sono il frutto dell’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre. Quando l’attività del sole è particolarmente intensa, il campo magnetico terrestre scherma le particelle provenienti dall’astro, producendo i classici bagliori verdastri che si possono ammirare nelle immagini.




La loro frequenza varia, ma in generale è possibile ammirare questi fenomeni nelle zone polari. In Europa capita spesso di poter assistere a un aurora boreale nei Paesi scandinavi o nella parte settentrionale dell’isola britannica.
Fonte: yourself.it/


PROGETTO NAZIONALE DI LOTTA CONTRO I TUMORI GINECOLOGICI


Comunicato redatto dall’Ufficio Stampa dell’Istituto Europeo di Oncologia
REPUBBLICA DI MADAGASCAR
Il 15 maggio 2010 Umberto Veronesi, insieme a Mario Sideri, direttore della Ginecologia Preventiva IEO, e Carlo Pampari, Direttore delle Relazioni Internazionali IEO, hanno partecipato ad Antananarivo alla Conferenza di validazione del Progetto Nazionale di lotta contro i tumori femminili, indetta dalla Repubblica del Madagascar, Vice Primatura incaricata della Salute Pubblica, e la Fondazione Akbaraly (principale sponsor del progetto, e una Fondazione di diritto privato guidata da Cinzia Catalfamo Akbaraly). Il Progetto Nazionale di lotta contro i tumori femminili è stato sviluppato dal Ministero insieme ai tecnici della Fondazione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, delegazione Madagascar, dall’Università di Antananarivo e dagli oncologi malgasci. IEO ha contribuito a perfezionare il modello di programma.
L’iniziativa si inquadra in un più ampio Progetto Nazionale  di lotta contro le Malattie Non Trasmissibili, finora principale preoccupazione del paese (malaria, malattie infettive ecc.) e punta ad avviare in tre aree del paese malgascio un programma di diagnosi precoce dei tumori ginecologici, iniziando con il tumore del collo dell’utero per proseguire con il tumore della mammella. Un secondo obiettivo è assicurare che almeno il 60% dei casi di tumore riscontrati possa essere compiutamente preso in carico dalle strutture ospedaliere malgasce e trattate con terapie adeguate.
Il Piano è quinquennale e si concluderà entro il 2015 con un investimento stimato in oltre 21 milioni di US  $. Può’ rappresentare, a detta dell’OMS, il primo vero piano organico di lotta ai tumori ginecologici che un paese dell’Africa sub sahariana abbia mai elaborato e quindi esportabile a beneficio di altri stati africani in via di sviluppo. I partner tecnici e finanziari individuati sono, oltre a IEO, l’OMS, il Gustave Roussy di Parigi, la Banca Mondiale, l’AIEA, il FNUAP, Orange Madagascar e alcune ONG soprattutto italiane.
Il Progetto prevede di agire sostanzialmente su quattro direttrici:
1.       Formazione: attraverso il miglioramento e il completamento delle competenze del personale locale sviluppando un intenso programmadi formazione e trasferimento di know how, sia in Madagascar che all’estero;
2.      Prevenzione: attraverso una comunicazioneche incida sugli stili di vita e sull’attenzione alla prevenzione secondaria;
3.      Organizzazione a Rete: con la creazione di un Centro di Riferimento nazionale ad Antananarivo e l’organizzazione di tutta la catena assistenziale nelle singole regioni e a livello nazionale;
4.      Teconologia: attraverso il miglioramentodelle tecnologie disponibili, dei collegamenti a distanza sia per la refertazione che per la formazione, ecc.
Il ruolo IEO è triplice:
- Contribuire all’intero progetto attraverso la presenza di Umberto Veronesi nella struttura di Coordinamento Nazionale del Progetto e la predisposizione dei protocolli di collaborazionecon le Università malgasce e le Istituzioni Intenazionali;
- Partecipare alla progettazione e realizzazione del Centro di Riferimento Nazionale di Antananarivo;
- Mettere a disposizione linee guida e protocolli diagnostici e di trattamento che consentano presa in carico delle pazienti a ciscun livello di complessità e, su quelle basi, partecipare alla formazione di tutte le figure professionali coinvolte.
I prossimi passi prevedono: tra giugno e luglio l’elaborazione delle linee strategiche del Centro Nazionale di Riferimento di Antananarivo e la messa a punto di un programma di training locale a Fianarantsoa (uno dei 3 centri, collocato nella zona sud del paese) per la Ginecologia Preventiva (HPV test e colposcopia); tra agosto e settembre l’avvio del training in ginecologia e del nuovo laboratorio di biologia molecolare a   Fianarantsoa.

Al Bioparco nel weekend i bambini incontrano da vicino gli animali


 A Roma adulti e bimbi potranno avere incontri ravvicinati con lemuri, elefanti e rettili, insieme allo staff.
Un’attrazione davvero irresistibile per tutti, grandi e piccini, ma soprattutto per i più piccoli, che spesso vedono gli animali solo sui libri di scuola o in TV: un momento per avvicinarli alla natura, quella vera, e mostrare loro una parte di mondo che troppe volte è vissuta come distante e irreale. Un’esperienza educativa e divertente insieme, che li sprona a esplorare la scienza e la biologia in allegria. Il programma della giornata:
In Sala Elefanti: dalle ore 11.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00 saranno organizzati incontri ravvicinati con i rettili a cura dello staff zoologico che sarà a disposizione per spiegare le caratteristiche e le curiosità di serpenti, sauri e testuggini e rispondere a tutte le domande del pubblico. Alcuni degli animali presenti saranno:
- il Pitone reale (Python regius), pitone di medie dimensioni di origine africana che vive in savane asciutte. Il suo manto a macchie nere e grigie gli permette di mimetizzarsi perfettamente; presenta un corpo tozzo e corto che rivela le sue abitudini di caccia a terra e nelle tane dei roditori;
- il Serpente del grano (Elaphe guttata), serpente americano dalla bella livrea rosso/gialla; il colore gli serve a ‘mascherarsi’ da serpente velenoso mentre, in realtà, non lo è;
- il Drago barbuto (Pogona vitticeps), lucertola spinosa dei deserti australiani provvista di spine sotto il collo (la “barba”) che si possono irrigidire per pungere in bocca un eventuale predatore; mangia insetti e vegetali;
- il Geco leopardino (Eublepharis macularius ), Geco terrestre Afghano che presenta una caratteristica coda rigonfia contente grasso e liquidi per superare i periodi di carestia nel deserto.
L’area dei Lemuri Catta (quelli di “Madagascar”!) alle ore 16.30 sarà invece teatro dell’attività Incontro con i lemuri, in cui bambini scopriranno tutti i segreti delle simpatiche proscimmie del Madagascar dalla inconfondibile coda ad anelli bianchi e neri. Per l’occasione i guardiani prepareranno per il gruppo di lemuri un menu speciale a base di pigne riempite di yogurt e cereali, canne di bambù con miele, yogurt e pezzetti di frutta nascosti all’interno e grandi palle di erba e frutta. Oltre ad essere cibi molto appetitosi per i lemuri, questi strumenti rappresentano una strategia per stimolare l’attività fisica e lo sviluppo di quei gesti tipici del comportamento che gli animali hanno in natura: un insieme di pratiche conosciute come “arricchimento ambientale”.
Presso l’Area degli Elefanti si terranno due appuntamenti con l’A tu per tu con gli elefanti, il primo alle ore 11.00 e il secondo alle 14.30, riservati esclusivamente ai bambini che potranno dare da mangiare alle due elefantesse asiatiche del Bioparco, Nelly e Sofia. Per questa attività la prenotazione è obbligatoria e si può effettuare il giorno stesso presso la Sala degli Elefanti.
Tutte le attività della giornata sono comprese nel prezzo del biglietto di ingresso del Bioparco. Entrata gratuita per bambini al di sotto di un metro. Per evitare la coda, i biglietti si possono acquistare anche on line su www.bioparco.it e nei Punti Lis (tabaccherie, ricevitorie autorizzate).
Claudia Resta
Fonte:Petpassion.tv 


Arriva la grappa della solidarietà


Nasce in Casa Mazzetti la Grappa Solidale a sostegno del grande impegno condotto in Madagascar dal “Progetto Sarah – Onlus”, intitolato alla memoria della giovanissima Sarah Bergoglio, studentessa astigiana prematuramente scomparsa nel 2007. Il progetto dà continuità alla volontà di Sarah nell’aiutare dei bambini… sfortunati solo di essere nati nella parte sbagliata del mondo.
Sarah aveva voluto aiutare a distanza due bimbi preannunciando ai suoi genitori, che avrebbe destinato la sua futura vita al servizio dei più poveri. Ora è il “Progetto Sarah” che porta avanti la sua volontà, con una solidarietà che anima una serie di iniziative, mirate in particolare, alla costruzione di scuole e di infrastrutture per l’infanzia nell’isola-stato africana del Madagascar.
In tantissimi piemontesi, è cresciuta una coscienza umanitaria solidale, nel ricordo di Sarah, spronati da una frase molte volte ripetuta dai suoi genitori: “La vita senza il sorriso dei bambini, non merita di essere vissuta e raccontata”. Un messaggio umanitario che vede ora  coinvolta umanamente e in prima fila anche la Mazzetti d’Altavilla, che durante la serata di venerdì 2 settembre, con l’esibizione della nota formazione musicale Easy Big Band Jazz a San Martino Alfieri (At), ha presentato la nuova “Grappa Solidale”, appunto.
Il prodotto è stato voluto così dallo stesso Progetto Sarah: a base di vinacce di uve piemontesi, contenente una preziosa e purissima stecca di vaniglia proveniente dal Madagascar, nel villaggio di Androvolo, dove la onlus attualmente opera. Si tratta di una bottiglia (con astuccio litografato e personalizzato) realizzata in numeri limitati e prenotabile e/o acquistabile tramite offerta, già dal mese di settembre (www.progettosarah.org).
Un prodotto da acquistare o da donare  a familiari ed amici, nelle più svariate occasioni, finanziando così le loro iniziative. Un incontro unico tra sapori e aromi derivanti dalle vinacce piemontesi e l’autentica vaniglia del Madagascar; che Mazzetti d’Altavilla, la grapperia situata in cima alla collina di Altavilla Monferrato, intende come proiezione dell’azienda in una sfera di solidarietà internazionale a partire proprio dalle terre che nel 1846 ne hanno visto la fondazione.

Fonte: avvinando.tgcom.it




Addio anfibi Un fungo ne fa strage


OLTRE 5000 specie di anfibi (rane, rospi, salamandre,tritoni...) sono minacciate.
Il Global Amphibian Assessment, in collaborazione con Conservation International e con i maggiori erpetologi, stima che nel mondo il 30% di tutte le specie siano a rischio di estinzione: è la più preoccupante crisi della biodiversità. Per dare un’immediata risposta al problema oltre 100 erpetologi si sono riuniti a Washington e hanno preparato un piano d'azione: l’Amphibian Conservation Action Plan. Dal 1980 circa 30 specie si sono estinte e altre 90 (almeno) sono attualmente a rischio d'estinzione. Se poi si considera che molte specie di anfibi aspettano ancora di essere descritte, la prospettiva è ancora più preoccupante.
 Le cause del declino sovente non sono chiare, ma in molti casi sono in relazione con la diffusione di un fungo microscopico, il Batrachochytrium dendrobatidis, che infetta soprattutto gli Anuri e che ormai si è insediato in diverse aree delle Americhe, in Australia e in Europa, causando la moria di intere popolazioni di rane, rospi e raganelle. Questo fungo danneggia primariamente la pelle sensibile e traspirante degli anfibi, ostacolando il passaggio dell'aria e impedendone l'umidificazione. Non è ben noto il motivo della sua repentina espansione, anche se si sospetta che sia stata favorita dall'introduzione di specie non originarie dell'area, come la rana toro (Rana catesbeiana), che ne sarebbe un importante vettore. Oppure tramite il commercio di pesci da acquario, anfibi e rettili di differente provenienza.
Gli stress ambientali rendono gli anfibi più sensibili all’attacco, indebolendo il loro sistema immunitario: fra l'altro, la diffusione del fungo degli anfibi potrebbe avere inattesi rapporti con patologie umane come Aids, Sars e influenza aviaria. Gli scienziati hanno fornito chiare indicazioni su come invertire questa tendenza. Si tratta in prima battuta di ottenere una maggiore protezione degli ambienti naturali, nonché – in casi estremi - di favorire il recupero delle popolazioni in pericolo con allevamenti e reintroduzioni controllate (a questo fine si è costituita la Amphibian Survival Assistance). Per la tutela degli anfibi nei prossimi 5 anni servirebbero 404 milioni di dollari, il costo di due Boeing 747. 
L'idea alla base del progetto di recupero è comprendere perché alcune specie sono immuni, e di qui arrivare a un farmaco o ad un vaccino. Un’altra proposta avanzata è di ottenere dei ceppi resistenti da reintrodurre in natura. Altre somme serviranno per combattere la sovra-raccolta di anfibi, per cibo, medicine e per il mercato amatoriale, e per formare un team di pronto intervento che possa giungere in tempo reale anche in remote foreste tropicali prima che una particolare una specie scompaia. Nel corso del meeting due finanziamenti sono stati già concessi, per una cifra complessiva di 700.000 dollari, altri arriveranno tramite la Global Environment Facility. La strategia di salvaguardia sarà sviluppata in primis nelle aree a maggiore interesse per la biodiversità (gli "hot spot"), dedicando una speciale attenzione alla formazione dei naturalisti locali e alla diffusione delle conoscenze di base. Come sempre, questi interventi esigono una parallela opera di educazione, che tocca alle associazioni ambientaliste e ai governi, ma anche a musei di storia naturale, giardini zoologici e acquari.
(*) Franco Andreone Declining Amphibian Task Force
IUCN e Museo Regionale
di Scienze Naturali, Torino


Apriamo le porte al futuro: l’Italia celebra la Notte dei Ricercatori 2011

Sperimentare, provare e giocate con la ricerca e i suoi protagonisti: questo ed altro sarà possibile durante la notte dei ricercatori. Il tema? La scienza e le fiction TV. Venite a fare con i ricercatori l’analisi del vostro DNA come in CSI o RIS! Imparate le tecniche di pronto soccorso in una sala operatoria ricostruita come in ER! Vi piace Numbr3s? Allora venite a sperimentare e giocare con i matematici di Light!
L'Evento Light 2011, promosso e organizzato dalla Commissione europea, CNR, Ministero degli Affari Esteri, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, PON 2007-2013, in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, si svolgerà, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, contemporaneamente a Roma, Bari, Benevento, Cosenza e Palermo. L'occasione da celebrare è la Notte dei ricercatori, appuntamento ormai fisso per gli amanti della scienza e delle sue scoperte.
"Light" ospiterà inoltre le tecnologie vincitrici di Inv-Factor, il concorso per studenti inventori ideato dal CNR e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Per l'occasione, in ogni città sarà allestito uno speciale European Corner dove saranno distribuite informazioni e gadget mentre i visitatori potranno conoscere alcuni dei progetti più importanti finanziati nell'ambito delle Azioni Marie Curie della Commissione.
"Light 2011" è una delle iniziative della Notte dei ricercatori UE 2011, giunta quest’anno alla sua sesta edizione e che si terrà in almeno 320 città europee. Centinaia di ricercatori di discipline scientifiche diverse esporranno il proprio lavoro al pubblico e illustreranno l’importanza della ricerca e dell’innovazione nella vita quotidiana. La Notte dei Ricercatori è finanziata attraverso le Azioni Marie Curie dell’UE nate per promuovere la mobilità, la formazione e lo sviluppo della carriera dei ricercatori. Lo scorso anno, l’iniziativa ha attirato alle proprie manifestazioni 600.000 visitatori.
Quest'anno l'Italia ha risposto con entusiasmo all’invito della Commissione ospitando eventi in ben 40 città, molte di più rispetto alle 27 dell'anno scorso. La Rappresentanza in Italia della Commissione europea sostiene con convinzione questa importante iniziativa e sarà presente alla Notte dei ricercatori 2011 anche attraverso l’impegno dei suoi Centri Europe Direct. Questi punti della rete informativa della Commissione europea, che agiscono come intermediari tra l’Unione europea ed i cittadini a livello locale, saranno in particolar modo impegnati negli European Corner, spazi informativi dove i cittadini potranno recarsi per ottenere materiale, informazioni sull’Europa ed i programmi di finanziamento europei.
"La Notte dei Ricercatori dà agli scienziati la possibilità di rivolgersi ai cittadini e al pubblico per trasmettere l’esperienza del mondo della scienza", ha osservato Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. "Durante questa serata unica nel suo genere tutti possono sentirsi uno scienziato. Non riesco a immaginare un modo migliore per stimolare giovani attratti dalla scienza e interessati alla possibilità di una carriera nella ricerca".
In molti casi, chi visiti le manifestazioni della Notte dei Ricercatori potrà scoprire strutture di ricerca solitamente non aperte al pubblico (come laboratori e centri di ricerca), usare le tecnologie e gli strumenti più recenti sotto la guida di scienziati, partecipare a esperimenti, concorsi, quiz e seguire dimostrazioni e simulazioni.
Il valore che la ricerca e innovazione rappresentano per la società e l’economia è stato da tempo riconosciuto dalla UE che, per il periodo 2007-2013, sta investendo più di 50 miliardi di euro nella ricerca. Per il periodo 2014-2020, la Commissione propone di stanziare 80 miliardi di euro per progetti di ricerca al fine di promuovere la creazione di posti di lavoro e rendere l’Europa più competitiva.
La Notte dei Ricercatori è una delle più popolari iniziative della UE; essa è destinata al grande pubblico, in particolare alle famiglie, ai giovani e a coloro che non riescono a guardare a sé stessi come a degli appassionati di scienza. L’idea è di avvicinarsi al mondo della scienza in modo sperimentale e divertente.
Dal 2005, l’UE ha investito 16,5 milioni di euro nel sostegno alla Notte dei Ricercatori. In 5 anni, grazie alle campagne di sensibilizzazione, le manifestazioni hanno attirato 1,5 milioni di visitatori e raggiunto vari milioni di abitanti. L’UE ha erogato 4 milioni di euro per la Notte dei Ricercatori del 2010, che ha portato 600 000 persone a contatto con eventi riguardanti la scienza; e un importo analogo lo verserà anche quest’anno.
Tra il 2007 e il 2013, l’UE ha stanziato, attraverso il Settimo programma quadro di ricerca (7° PQ), oltre 50 miliardi di euro per la ricerca. 4,7 miliardi di euro sono destinati alle Azioni Marie Curie e 309 milioni di euro all’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia. Nel 2012, L’UE stanzierà 7 miliardi di euro in sostegno alla ricerca.
Nell’ambito della Strategia Europa 2020, gli Stati membri si sono impegnati a investire entro il 2020 il 3% del PIL nella ricerca (1% di provenienza pubblica e 2% da investimenti delle imprese). Se l’UE vuole raggiungere questo obiettivo, saranno necessari altri incrementi che potranno creare così fino a 3,7 milioni di posti di lavoro e dar luogo a circa 800 miliardi di euro di ulteriore PIL annuale.
Nell’ambito della Strategia Europa 2020 per la crescita e l’occupazione, l’Europa continuerà ad investire sempre più nella ricerca. Per il prossimo periodo di spesa (2014-2020), la Commissione propone un aumento del finanziamento del 46% fino a 80 miliardi di euro, rispetto ai 55 miliardi per il periodo 2007-13. Nel quadro di questa proposta, la quota della ricerca e dell’innovazione nel bilancio UE aumenterebbe fino all’8,5% circa, rispetto al 6,7% del 2013.
Verso la fine dell’anno, la Commissione europea presenterà proposte più dettagliate per il nuovo programma Ricerca e innovazione (“Orizzonte 2020”), che comprenderà le Azioni Marie Curie e l’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia. (aise)


Le Seychelles dei fondali


Le vacanze non sono finite! Ecco che alle Seychelles la stagione è appena iniziata. Fondali turchesi, tartarughe marine e sabbia finissima.


Chi non ha mai sentito parlare dell’arcipelago corallino con le spiagge più celebri del mondo? Si trova nell’Oceano Indiano e se qualcosa di davvero incantevole lo caratterizza è che qui l’estate non finisce mai!  A circa 1000 km dal Madagascar,  le sue isole sono ben 88 ma ben 36 di queste sono disabitate! 
I suoi atolli sono coperti da una vegetazione tropicale ricchissima,delimitata da questi lidi d’incanto e da acque color turchese protette da massi incantevoli che prendono forme differenti in quanto modellati o letteralmente scolpiti dal vento! I veri abitanti delle Seychelles sono lucertole giganti,tartarughe marine, gechi  e tantissimi altri rari quanto splendidi animali che si muovono tra orchidee e manghi e i famosi coco de mer.

In questo indiscutibile paradiso esotico le spiagge immacolate sono la vera attrazione ed ecco tra le più belle la parte emersa di Lémuria, da cui poi prende il nome uno dei resort locali più famosi. Senza dubbio i fondali e le acque turchesi sono tra le attrattive maggiori ed ecco che la loro perfetta visibilità vi darà modo di ammirare pesci di ogni tipo a pochi metri dalla riva.Gli amanti delle immersioni non mancheranno una gita al Sainte Anne Marine Park :qui troverete infatti i fondali più belli in assoluto dell'arcipelago. La sua isola più grande è Mahè, con la sua unica città,nonchè capitale -Victoria - dove qui il mercatino delle spezie sarà pronto a stupirvi .
La baia di Anse Kerlan dell’isola di Praslin, considerata tra le dieci spiagge più belle del mondo - Patrimonio Mondiale Unesco – si trova comunque a pochi metri dallo splendore di quella di Anse Georgette, con i suoi tipici massi granitici, ed 
è una delle più amate dai turisti grazie ali lidi di fama intercontinentale.
Altra spiaggia incantevole, sempre patrimonio Unesco, è appunto quella di Anse. Qui le tartarughe sono la particolarità della zona, ed in prossimità di Lémuria ripongono queste loro delicatissime uova. In questo contesto eccezionale quanto raro il Governo di Seychelles ha giustamente emanato leggi rigide per proteggere questo delicato ecosistema a partire ad esempio  dall’architettura dei resort, rigorosamente di materiale naturale. Il mese migliore per andare? Tra maggio ed ottobre, quando la temperatura si aggira attorno ai 29°.
Fonte: Libero News


Facebook, rivoluzione in vista


Zuckerberg presenta la nuova rivoluzione Facebook

Il fondatore del social network: sara' ancora piu' innovativo

Si chiama Open Graph e, secondo Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, è "la cosa più innovativa mai vista sul web". Mark Zuckerberg in una conferenza che si è tenuta  a San Francisco ha presentato la nuova rivoluzione di Facebook, il social network che conta nel mondo 400 milioni di utenti. "Open Graph e Ticker, che ne fa parte - ha spiegato il fondatore di FB - permetteranno di fare diventare il proprio profilo ancora più sociale". Grazie all'accordo con compagnie come Spotify, Hulu, Netflix, sarà possibile ascoltare la musica o vedere in tempo reale i programmi televisivi e i film che gli amici stanno ascoltando o vedendo. "Sarà come fare un party davanti alla televisione del proprio appartamento".   
Se in queste ore su Facebook gli utenti non risparmiano commenti negativi sui cambiamenti che rendono, almeno per i primi tempi, la fruizione un pò più complicata, Zuckerberg non lesina entusiasmo e spiega che forse la maggiore novità si chiama Timeline. "E' uno sguardo profondo alla storia della tua vita sul social network - ha spiegato - e farà diventare la pagina di FB di ognuno di noi, un vero e proprio personale sito web. I grandi eventi che riguardano il singolo utente saranno nella parte centrale della pagina, mentre lateralmente ci sarà spazio per colonne con eventi collaterali e altre attività, inoltre sarà possibile ragruppare le attività in sezioni differenti". 
Zuckerberg ha spiegato come funzionerà concretamente il nuovo processo. "Ora qualsiasi nuova attività entra a far parte della pagina home che mostra tutte le attività del gruppo di amici. D'ora in poi invece, per ogni nuova attività questa andrà immediatamente a far parte di Open Graph e di Timeline, ma non entrerà nella pagina delle attività degli amici a meno che non si decida di farlo, che sia ascoltare una canzone (che i tuoi amici potranno ascoltare con te), vedere un film o cucinare la cena". Numerose anche le applicazioni che connetteranno direttamente il proprio smartphone con l'account di Facebook. 
"Con Nike - continua Zuckerberg - è stato creata un'applicazione che permetterà di aggiornare su FB la propria attività di corsa. Quante miglia ho corso, che percorso ho fatto, i goal e gli obiettivi. Alla fine di un anno avrò il quadro completo della mia attività fisica e del mio allenamento". Un'altra applicazione che ha entusiasmato Zuckerberg nel riguarda il cibo, con la possibilità di postare in tempo reale dal proprio smartphone, ristoranti, esperienze culinarie e ricette. Se prima Facebook era una bacheca, una piazza virtuale in cui incontrare gli amici, ora diventerà sempre di più una finestra sul mondo intero, con buona pace di chi teme per l'invasione della propria privacy. In fondo essere un utente di Facebook non è obbligatorio.




di Francesca Scorcucchi

Fonte: ansa.it/

Il sogno di volare col sole è diventato realtà.

Forni solari per salvare le foreste in Madagascar

 I forni solari permettono di raggiungere temperature fino a 150°C, ideali per la cottura di legumi o torte. Sono concepiti con pannelli di cellulosa pressata sui quali viene montato un vetro doppio e un coperchio riflettente. Il contenitore è composto di scarti di stampa metallica, materiale importato in gran parte dalla Svizzera.
Il finanziamento di questi progetti è assicurato in gran parte da donazioni private. Tra due o tre anni, i certificati CO2 ottenuti dalla fondazione svizzera "myclimate", tra i leader mondiali in materia di compensazione volontaria del carbone, dovrebbe permettere all'organizzazione di assicurare la sua indipendenza finanziaria. Ogni forno solare permette in effetti di economizzare 2,5 tonnellate di emissioni di CO2 l'anno.
Oltre alla protezione delle foreste e del clima, l'organizzazione ha quale obiettivo la lotta contro la povertà attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro.
La fondatrice dell'organizzazione, Regula Ochsner, ha ricevuto lo scorso anno il premio Brandenberger, dotato di 200'000 franchi per il suo impegno nella lotta a difesa delle risorse naturali del pianeta e dell'uso di energia rinnovabile in Madagascar.

 

Salvare le foreste in Madagascar




Ogni anno in Madagascar spariscono 200'000 ettari di foresta, conseguenza di un uso intensivo della legna da ardere e del carbone in cucina. Per lottare contro questo fenomeno, un'organizzazione svizzera si è lanciata nella produzione semi-industriale dei forni solari.


Lungo i 1'000 chilometri della Strada nazionale 7, che collega la capitale Antanarivo a Tuléar, principale città del Sud-Ovest, i viaggiatori si trovano immersi in un paesaggio brullo. Nessun bosco in vista. Una manciata di alberi solitari, lontano ricordo di un fertile passato, sembrano attendere un unico destino: tagliati e trasformati in legna da ardere o in carbone, saranno venduti in sacchi sul ciglio della strada, ai taxi collettivi di passaggio.

In 20 anni, un milione di ettari di foresta sarebbero stati distrutti in Madagascar. Il problema del deforestamento e del saccheggio di legno prezioso – in particolare legno di rosa ed ebano – si è accentuato ulteriormente dopo la crisi politica del 2009 e il cambiamento di regime. L'isola conta ormai soltanto il 10% delle sue antiche foreste. A questo ritmo, tra 50 anni la zona boschiva sarà completamente scomparsa.
Un tempo denominata l'isola verde, il Madagascar rischia di trasformarsi in un "secondo Sahel". La desertificazione, l'erosione del suolo, la carenza d'acqua e la riduzione della biodiversità sono le principali conseguenze di questo deforestamento selvaggio.


Non per il piacere

Quanto alle cause, sono da ricercare soprattutto nella situazione economica e demografica che ha caratterizzato il Madagascar dalla sua indipendenza nel 1960. La popolazione è quadruplicata, passando da 5 a 20 milioni di abitanti, ma il paese non si è sviluppato allo stesso ritmo. Oggi tre malgasci su quattro vivono sotto la soglia della povertà. Bruciare ettari di foresta per far spuntare il riso è un modo come un altro per tentare di sopravvivere.
Di facile accesso e per molto tempo ancora gratuito, il legno è utilizzato soprattutto su larga scala per produrre combustibile domestico. «L'80% della legna serve a cuocere gli alimenti», spiega Otto Frei, coordinatore dell'ONG svizzera ADES, che da dieci anni fabbrica dei forni solari per in Madagascar.

«I malgasci non tagliano i boschi per il piacere di farlo, precisa Otto Frei. Nella regione di Tuléar, dopo tre annate di siccità e il fallimento dell'industria del cotone, numerosi agricoltori hanno scelto di lanciarsi nel commercio del carbone per sopravvivere. Per questo è indispensabile sviluppare altri mezzi di produzione di energia», sostiene Otto Frei.

Alternativa al forno solare, la parabola permette di cuocere gli alimenti a 600 gradi. (swissinfo)

Occhi puntati verso il sole

A Tuléar, è verso il sole che si sono rivolti gli occhi di Regula Ochsner quando nel 2001 ha dato vita all'associazione ADES. Con 300 giorni l'anno di bel tempo, e un sole che splende come minimo per sei ore al giorno, questa regione è ideale per lo sfruttamento dell'energia solare.
Dalla sua creazione, l'ONG ha già venduto oltre 6'000 forni solari per i nuclei famigliari e gli stabili scolastici. Oggi la produzione ha raggiunto un livello semi-industriale e viene ripartita nelle diverse regioni del paese. Per poter competere con il mercato del legno e del carbone, i forni solari vengono venduti a 35'000 Ariary (circa 15 franchi svizzeri) ossia meno del 20% del loro costo di produzione.
Malgrado il prezzo conveniente, il successo non è garantito. «La cottura è più lenta e gli alimenti sono meno buoni», proclamano in coro le tre cuoche della scuola di Tuléar. L'istituto scolastico è un partner dell'ONG ADES e possiede tre forni scolastici. Ma all'ora di pranzo, quando il sole è allo Zenit, questi forni sono ancora freddi, abbandonati in un angolo. A funzionare sono invece i tre forni a legna nuovi fiammanti. «Ci vuole troppo tempo per preparare da mangiare per 350 bambini con dei forni solari. Inoltre, a ogni nuvola che passa, la cottura è messa in pericolo», affermano queste donne.

Vantaggi a lungo termine
I responsabili di ADES riconoscono il problema: le abitudini culturali costituiscono l'ostacolo principale alla riuscita del progetto. «Per questo seguiamo regolarmente le famiglie che hanno comprato un forno solare. Calcoliamo un 15-20% di fallimenti, spesso dovuti a un cattivo utilizzo», spiega Anatolie Razafindrafeno, dell'ONG ADES. Inoltre la cattura col forno solare dovrebbe alterare meno il gusto degli alimenti naturali. «La gente, però, si è ormai abituata a mangiare cibo troppo cotto», si rammarica Anatolie Razafindrafeno


Il forno solare non permette tuttavia di preparare la ranovola, ottenuta con l'acqua di cottura del riso leggermente bruciacchiato, che accompagna i pasi malgasci tradizionali. E neppure alcuni piatti grigliati a base di carne o pesce. Per rimediare a questa falla, ADES si è lanciata lo scorso anno nella fabbricazione di fornelli più moderni che permettono di ridurre del 50% il consumo di carbone. «Ne abbiamo già venduti 5'000 e non riusciamo a soddisfare la domanda, si rallegra Anatolie Razafindrafeno. Sono soprattutto i piccoli ristoranti a farsi avanti, perché così riescono a risparmiare qualche soldo».
Paradossalmente, la deforestazione crescente è un'alleata dell'organizzazione. Il legno si fa via via più raro e il prezzo del carbone sta esplodendo. Lo scorso anno, un sacco costava 6'000 Ariary (circa 2,5 franchi svizzeri), oggi ne vale 8'000. Il prezzo è salito fino a 15'000 Ariary durante la stagione delle piogge.

Tempo sufficiente?

In questi dieci anni di attività, ADES ha diversificato le sue attività legate all'energia solare, fino a diventare una delle organizzazioni più importanti dell'isola attiva in questo campo. Gli impiegati del centro di Tuléar stanno sviluppando ad esempio un forno solare munito di pannelli fotovoltaici che permetta di sintonizzare la radio o di ricaricare i telefoni portatili. Anche le parabole solari, che permettono di grigliare gli alimenti a 600°C (contro i 150°C di un forno solare), sono particolarmente in voga.
ADES si è fissata come obiettivo di rifornire gran parte della popolazione del Sud del Madagascar entro il 2030. «Non siamo che una piccola goccia d'acqua in mezzo all'oceano, ammette tuttavia Otto Frei. La nostra speranza è quella di fungere da detonatori, ma ci vorranno progetti ben più ambiziosi per poter salvare le foreste malgasce. Avremo abbasta tempo per riuscirci?».
Samuel Jaberg, swissinfo.ch
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