martedì 14 agosto 2012

Ebano «illegale» per le chitarre Gli Usa multano la Gibson


Legname dal Madagascar sequestrato. L'azienda si difende: «Acquisto regolare. Ma il processo ci costava troppo»
Trecentomila dollari per aver importato illegalmente ebano dal Madagascar. E' la multa inflitta alla Gibson, la società statunitense che produce alcune delle chitarre più famose del mondo, usate da artisti come come B.B. King (la sua, nera, si chiama «Lucille»), Jimmy Page, Angus Young, The Edge, Mick Taylor per citare i più noti. L'azienda, martedì 7 agosto, ha preferito raggiungere un accordo economico con il governo statunitense ed evitare un processo penale che nel corso del tempo sarebbe potuto costare parecchio. Oltre alla multa, la Gibson ha accettato di versare 50.000 dollari alla National Fish and Wildlife Foundation (ente statunitense che si occupa di preservare il patrimonio naturale) e di rinunciare al legno che le autorità americane avevano sequestrato durante una perquisizione avvenuta lo scorso anno e che varrebbe circa 200.000 dollari.
DISBOSCAMENTO - Il legno pregiato sarebbe stato usato dalla società di Nashville per la fabbricazione di tastiere per alcuni modelli di chitarre. Ma la società, acquistandolo, avrebbe violato il Lacey Act del 2008 che «rende illegale importare, esportare, trasportare, vendere o acquistare nel territorio americano elementi della flora e della fauna e i loro derivati, provenienti da siti naturali non autorizzati di tutto il mondo». Secondo il ministero della Giustizia statunitense, la Gibson ha riconosciuto «di non aver preso alcuna iniziativa dopo essere stata informata che l'ebano acquistato in Madagascar poteva essere stato ottenuto violando le leggi che puniscono il disboscamento e lo sfruttamento di foreste preziose». Il disboscamento illegale è diventato uno dei problemi più grandi del Madagascar soprattutto dopo l'avvento al potere del presidente Andry Rajoelina nel 2009. Unrapporto della Banca Mondiale afferma che il legname illegalmente esportato vale, per la criminalità organizzata locale, circa 15 miliardi di dollari l’anno.
NESSUNA IRREGOLARITA' - Da parte sua la Gibson ribadisce tuttora che nessuna illegalità o irregolarità è stata commessa dall'azienda. Ma i dirigenti della società ritengono più conveniente un accordo con il governo per evitare di portare avanti una lunga e costosa causa legale. Nel settembre del 2011, pochi giorni dopo la perquisizione negli stabilimenti della società, l'amministratore delegato Henry Juszkiewicz aveva rivelato che la Gibson non era colpevole di «alcun contrabbando» e aveva accusato il governo di «eccessivo zelo». Adesso ai media americani ha ribadito: «Siamo stati costretti a risolvere il caso in modo da evitare un processo che ci poteva costare milioni di dollari e ci avrebbe fatto perdere tanto tempo. Adesso possiamo tornare a fare il nostro lavoro, cioè fabbricare chitarre»
Francesco Tortora
Corriere della sera

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