mercoledì 11 luglio 2012

Pensionati all’estero: la petizione dei patronati Se son rose fioriranno: firmata la convenzione di collaborazione tra MAE e INPS


Trovare "modalità meno complicate e meno farraginose per la certificazione dell’esistenza in vita". Questa la richiesta all’Inps dei patronati italiani Acli, Inas, Inca e Ital che lanciano una petizione presso i connazionali per chiedere all’Inps "in attesa di trovare soluzioni adeguate di non effettuare alcun blocco delle pensioni".
"I patronati italiani Acli-Inas-Inca-Ital denunciano ancora una volta il malfunzionamento della campagna di certificazione dell’esistenza in vita rivolta ai pensionati italiani residenti all’estero, con il rischio che migliaia di pensionati si vedano bloccata la pensione non per responsabilità loro", spiegano in particolare Enrico Moroni e Angelica Sorrentino dell’Inca-Cgil Svizzera che invitano i pensionati italiani a recarsi presso gli uffici dei patronati per firmare la petizione.
Nella petizione si ricordano, in primo luogo, i disagi pagati dai pensionati dal passaggio Icbpi-Citibank come ente pagatore della pensione, passaggio che non ha significato linguaggio più chiaro nelle comunicazioni agli anziani all’estero, né tanto meno procedure "meno farraginose".
Quattro le richieste all’Inps e al Ministero del Lavoro contenute nella petizione: "non sospendere il pagamento delle pensioni prima di aver accertato se esisteva già una certificazione in vita inviata all’Icbpi; evitare metodi farraginosi e complicati di certificazione dell’esistenza in vita, che appaiono discriminatori per i pensionati residenti all’estero rispetto a quelli in uso per quelli residenti in Italia; utilizzare un linguaggio semplice e comprensibile ai più, evitando il consueto burocratese; favorire le soluzioni più semplici e ragionevoli, individuata nei vari stati, per la certificazione dell’esistenza in vita attraverso le attestazioni delle autorità locali". (aise)


Se son rose fioriranno: firmata la convenzione di collaborazione tra MAE e INPS

Visto la pervicacia con la quale il Ministero degli Affari Esteri si rifiuta di firmare una convenzione di collaborazione con i patronati, sia pure a costo zero, che, indubbiamente consentirebbe alla rete consolare di poter migliorare i suoi servizi agli utenti, siamo stati piacevolmente sorpresi dalla notizia diffusa dalle agenzie di stampa dell’avvenuta firma di una convenzione (accordo triennale) da parte del Ministro degli Affari Esteri (MAE), Giulio Terzi, e del Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), Antonio Mastrapasqua.
Una convenzione che consentirà di “ulteriormente intensificare la già positiva collaborazione in atto, allo scopo di rendere ancora più efficace il servizio di pagamento delle prestazioni ai pensionati italiani residenti all’estero” come si può leggere nella premessa dell’accordo stesso.
Interessanti sono, poi, gli obblighi per i due contraenti in virtù di questo accordo. Nell’articolo due vengono indicati quelli per il MAE: “Il Ministero degli Affari Esteri per consentire all’INPS i necessari controlli diretti ad evitare il rischio di pagamenti indebiti e ad assicurare la regolarità del pagamento delle pensioni, mette a disposizione dell’Istituto le informazioni relative all’anagrafe consolare per verificare: le date di decesso dei pensionati; gli indirizzi degli stessi; il trasferimento all’estero dei titolari di prestazioni previdenziali e/o assistenziali per garantire il rispetto della normativa in materia di inesportabilità delle prestazioni”.
Mentre nell’articolo tre vi sono elencati gli obblighi per l’INPS: “L’INPS, per consentire al Ministero degli Affari Esteri di svolgere attraverso la rete diplomatico consolare l’attività di assistenza pensionistica ai nostri connazionali residenti all’estero, rende disponibile l’accesso alle informazioni contenute nei propri archivi gestionali attraverso i servizi pubblicati nell’apposita sezione dedicata del proprio sito internet. L’accesso al suddetto sito consentirà agli operatori del Ministero di visualizzare i dati essenziali delle pensioni dei residenti all’estero per l’utilizzo: della procedura di trasmissione delle dichiarazioni reddituali finalizzate alla verifica del diritto alle prestazioni collegate al reddito; della procedura di trasmissione delle richieste di applicazione delle detrazioni d’imposta sulle pensioni; delle procedure di segnalazione di date di decesso, di variazione di indirizzo e coordinate bancarie per l’accredito della pensione”.
Sì, apprendiamo proprio con piacere questa notizia poiché è certamente tranquillizzante per i pensionati INPS all’estero che, pertanto, in futuro non dovranno più subire le ripetute ed insistenti richieste di certificazione dell’esistenza in vita da parte dell’Istituto previdenziale italiano o della banca di turno che versa le pensioni INPS all’estero, come avvenuto da un anno a questa parte.
Come pure possono tirare un bel sospiro di sollievo tutti quei pensionati italiani che, proprio in conseguenza della certificazione dell’esistenza in vita, da mesi si sono visti inspiegabilmente sospendere il pagamento della loro pensione dovendo, così, andare a questuare un sussidio di sopravvivenza ai consolati italiani come, per esempio, sta avvenendo in Sud Africa ma non solo. Ed infine saranno pure contenti gli operatori degli uffici di patronato all’estero che, d’ora in poi, non dovranno più fare da parafulmine, per l’INPS o per l’Istituto bancario di turno, con gli assistiti infuriati per i problemi che entrambi, per la loro inefficienza, creano spesso ai pensionati emigrati. Ma i patronati saranno anche contenti di potersi liberare da tutta una serie di impicci che fanno perdere molto tempo agli operatori senza, peraltro, portar loro alcun beneficio concreto.
Tuttavia abbiamo il timore che non sarà così, purtroppo, né per i pensionati INPS e neppure per i patronati.
Infatti temiamo che anche in questo caso, come spesso avviene nel Belpaese e come recita l’antico proverbio “tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare”. Si, siamo scettici, lo confessiamo, sui benefici che potranno esserci per i pensionati dall’accordo MAE-INPS poiché tutti noi, che viviamo all’estero e siamo impegnati attivamente nel mondo dell’emigrazione italiana, sappiamo benissimo quale sia lo stato reale di (in)efficienza in cui versa la rete consolare italiana e la frustrazione di coloro che vi lavorano con abnegazione e cercano di farla funzionare nonostante la scarsità di personale e di soldi. Ergo, dubitiamo fortemente che l’attuale rete consolare sia in condizione di poter offrire ai connazionali questi ulteriori servizi di assistenza in campo pensionistico quando già non riesce a consegnare una carta di identità o un passaporto in tempi decenti oppure è costretta ad appaltare il servizio telefonico di informazioni a dei call center esterni ed altamente onerosi per gli utenti.
In ogni caso se son rose fioriranno e tutti gli interessati potranno, ben presto, rendersene conto personalmente. (dino nardi*\aise)
Coloro che desiderano leggere il testo integrale della convenzione MAE/INPS possono farne richiesta e verrà inviato: news@aim.mg

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