Trovare
"modalità meno complicate e meno farraginose per la certificazione
dell’esistenza in vita". Questa la richiesta all’Inps dei patronati
italiani Acli, Inas, Inca e Ital che lanciano una petizione presso i
connazionali per chiedere all’Inps "in attesa di trovare soluzioni
adeguate di non effettuare alcun blocco delle pensioni".
"I
patronati italiani Acli-Inas-Inca-Ital denunciano ancora una volta il
malfunzionamento della campagna di certificazione dell’esistenza in vita
rivolta ai pensionati italiani residenti all’estero, con il rischio che
migliaia di pensionati si vedano bloccata la pensione non per responsabilità
loro", spiegano in particolare Enrico Moroni e Angelica Sorrentino
dell’Inca-Cgil Svizzera che invitano i pensionati italiani a recarsi presso gli
uffici dei patronati per firmare la petizione.
Nella
petizione si ricordano, in primo luogo, i disagi pagati dai pensionati dal
passaggio Icbpi-Citibank come ente pagatore della pensione, passaggio che non
ha significato linguaggio più chiaro nelle comunicazioni agli anziani
all’estero, né tanto meno procedure "meno farraginose".
Quattro
le richieste all’Inps e al Ministero del Lavoro contenute nella petizione:
"non sospendere il pagamento delle pensioni prima di aver accertato se
esisteva già una certificazione in vita inviata all’Icbpi; evitare metodi
farraginosi e complicati di certificazione dell’esistenza in vita, che appaiono
discriminatori per i pensionati residenti all’estero rispetto a quelli in uso
per quelli residenti in Italia; utilizzare un linguaggio semplice e
comprensibile ai più, evitando il consueto burocratese; favorire le soluzioni
più semplici e ragionevoli, individuata nei vari stati, per la certificazione
dell’esistenza in vita attraverso le attestazioni delle autorità
locali". (aise)
Se son rose fioriranno: firmata la
convenzione di collaborazione tra MAE e INPS
Visto la pervicacia con la quale il Ministero degli Affari Esteri si
rifiuta di firmare una convenzione di collaborazione con i patronati, sia pure
a costo zero, che, indubbiamente consentirebbe alla rete consolare di poter
migliorare i suoi servizi agli utenti, siamo stati piacevolmente sorpresi dalla
notizia diffusa dalle agenzie di stampa dell’avvenuta firma di una convenzione (accordo triennale) da parte del Ministro degli Affari
Esteri (MAE), Giulio Terzi, e del Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza
Sociale (INPS), Antonio Mastrapasqua.
Una convenzione che consentirà di “ulteriormente intensificare la già
positiva collaborazione in atto, allo scopo di rendere ancora più efficace il
servizio di pagamento delle prestazioni ai pensionati italiani residenti
all’estero” come si può leggere nella premessa dell’accordo stesso.
Interessanti sono, poi, gli obblighi per i due contraenti in virtù di
questo accordo. Nell’articolo due vengono indicati quelli per il MAE: “Il
Ministero degli Affari Esteri per consentire all’INPS i necessari controlli
diretti ad evitare il rischio di pagamenti indebiti e ad assicurare la
regolarità del pagamento delle pensioni, mette a disposizione dell’Istituto le
informazioni relative all’anagrafe consolare per verificare: le date di decesso
dei pensionati; gli indirizzi degli stessi; il trasferimento all’estero dei
titolari di prestazioni previdenziali e/o assistenziali per garantire il
rispetto della normativa in materia di inesportabilità delle prestazioni”.
Mentre nell’articolo tre vi sono elencati gli obblighi per l’INPS:
“L’INPS, per consentire al Ministero degli Affari Esteri di svolgere attraverso
la rete diplomatico consolare l’attività di assistenza pensionistica ai nostri
connazionali residenti all’estero, rende disponibile l’accesso alle
informazioni contenute nei propri archivi gestionali attraverso i servizi
pubblicati nell’apposita sezione dedicata del proprio sito internet. L’accesso
al suddetto sito consentirà agli operatori del Ministero di visualizzare i dati
essenziali delle pensioni dei residenti all’estero per l’utilizzo: della
procedura di trasmissione delle dichiarazioni reddituali finalizzate alla
verifica del diritto alle prestazioni collegate al reddito; della procedura di
trasmissione delle richieste di applicazione delle detrazioni d’imposta sulle
pensioni; delle procedure di segnalazione di date di decesso, di variazione di
indirizzo e coordinate bancarie per l’accredito della pensione”.
Sì, apprendiamo proprio con piacere questa notizia poiché è certamente
tranquillizzante per i pensionati INPS all’estero che, pertanto, in futuro non
dovranno più subire le ripetute ed insistenti richieste di certificazione
dell’esistenza in vita da parte dell’Istituto previdenziale italiano o della
banca di turno che versa le pensioni INPS all’estero, come avvenuto da un anno
a questa parte.
Come pure possono tirare un bel sospiro di sollievo tutti quei
pensionati italiani che, proprio in conseguenza della certificazione
dell’esistenza in vita, da mesi si sono visti inspiegabilmente sospendere il
pagamento della loro pensione dovendo, così, andare a questuare un sussidio di
sopravvivenza ai consolati italiani come, per esempio, sta avvenendo in Sud
Africa ma non solo. Ed infine saranno pure contenti gli operatori degli uffici
di patronato all’estero che, d’ora in poi, non dovranno più fare da
parafulmine, per l’INPS o per l’Istituto bancario di turno, con gli assistiti
infuriati per i problemi che entrambi, per la loro inefficienza, creano spesso
ai pensionati emigrati. Ma i patronati saranno anche contenti di potersi
liberare da tutta una serie di impicci che fanno perdere molto tempo agli
operatori senza, peraltro, portar loro alcun beneficio concreto.
Tuttavia abbiamo il timore che non sarà così, purtroppo, né per i
pensionati INPS e neppure per i patronati.
Infatti temiamo che anche in questo caso, come spesso avviene nel
Belpaese e come recita l’antico proverbio “tra il dire ed il fare c’è di mezzo
il mare”. Si, siamo scettici, lo confessiamo, sui benefici che potranno esserci
per i pensionati dall’accordo MAE-INPS poiché tutti noi, che viviamo all’estero
e siamo impegnati attivamente nel mondo dell’emigrazione italiana, sappiamo
benissimo quale sia lo stato reale di (in)efficienza in cui versa la rete
consolare italiana e la frustrazione di coloro che vi lavorano con abnegazione
e cercano di farla funzionare nonostante la scarsità di personale e di soldi.
Ergo, dubitiamo fortemente che l’attuale rete consolare sia in condizione di
poter offrire ai connazionali questi ulteriori servizi di assistenza in campo
pensionistico quando già non riesce a consegnare una carta di identità o un
passaporto in tempi decenti oppure è costretta ad appaltare il servizio
telefonico di informazioni a dei call center esterni ed altamente onerosi per
gli utenti.
In ogni caso se son rose fioriranno e tutti gli interessati potranno,
ben presto, rendersene conto personalmente. (dino nardi*\aise)
Coloro che desiderano leggere il testo integrale della convenzione
MAE/INPS possono farne richiesta e verrà inviato: news@aim.mg
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