sabato 3 novembre 2012

Africa, l'uso insostenibile di terre, acqua ed energie




Dal sito web di Nigrizia 1 pubblichiamo questa analisi: Indice Globale della Fame 2012 2 (il GHI, Global Hunger Index) presentato a Milano da  Cooperazione e Sviluppo 3 (Cesvi). 

I ricercatori si sono soffermati sul fenomeno del land grabbing, l'accaparramento delle terre che ha coinvolto il continente africano, arrivando a coprire nel mondo una superficie pari a sette volte l'Italia
ROMA - Su 20 sono 14 i paesi africani che registrano ancora livelli di fame "estremamente allarmanti" o "allarmanti". Chiusa da Etiopia, Eritrea e Burundi, la drammatica classifica, dalla quale sono escluse per assenza di dati Somalia e Repubblica Democratica del Congo, emerge dall'Indice Globale della Fame 2012 4 (il GHI, Global Hunger Index), presentato a Milano giorni fa dall'organizzazione umanitaria Cooperazione e Sviluppo 5 (Cesvi). Il rapporto GHI 2012, curato dall'International Food Policy Research Institute 6 (Ifpri), Welthungerhilfe e Concern, conferma le tendenze registrate dagli ultimi dati pubblicati dall'Onu sulla fame nel mondo, denunciando un "uso insostenibile delle terre, dell'acqua e dell'energia".

La piaga del land grabbing. In particolare, i ricercatori si sono soffermati sul fenomeno del land grabbing, l'accaparramento delle terre che ha coinvolto nell'ultimo decennio soprattutto il continente africano, arrivando a coprire nel mondo una superficie pari a sette volte l'Italia. La cessione in affitto di suoli coltivabili ha interessato in modo particolare i paesi con i più alti livelli di denutrizione, peggiorando gli effetti già disastrosi dei cambiamenti climatici. Secondo il rapporto, infatti, il 55% dei suoli affittati è destinato alla produzione di biocarburanti, sottraendo terra alla produzione di cibo.

Il grande sviluppo del Ghana. La ragione dell'abbassamento del livello di fame in Africa, si legge nel rapporto, non è dunque individuata nell'aumento della produzione alimentare. Conclusi i grandi conflitti civili che hanno sconvolto il continente negli anni Novanta, sono gli anni Duemila, infatti, a registrare una diminuzione della mortalità infantile, dovuta soprattutto alla riduzione delle epidemie di malaria. Il GHI, che tiene conto della combinazione di tre indicatori (la percentuale di popolazione denutrita, il tasso di mortalità infantile e la percentuale di bambini sottopeso), premia, nel continente, il Ghana, tra i dieci paesi al mondo che più hanno ridotto il proprio GHI dal 1990 (da 21.4 a 8.9).

Gli altri paesi in classifica. Il Nord Africa conferma la sua posizione mediterranea, con Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto, al di sotto dei 5 punti, contro i 37 punti del Burundi (ultimo in classifica) e al pari con l'Europa balcanica. In Africa sub sahariana sono Gabon, Maurizio e Sudafrica a guidare, invece, la classifica, rimanendo sotto i 6 punti.

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