“Constatiamo ogni giorno che l’indipendenza del nostro Paese
è inesistente”, affermano i vescovi del Madagascar in una Lettera pastorale
giunta all’agenzia Fides, nella quale si prende una dura posizione nei
confronti dei responsabili della vita politica del Paese.
I vescovi offrono
alcuni esempi di come l’indipendenza nazionale sia compromessa: spoliazione
delle risorse nazionali (legno, pietre preziose, ferro, petrolio, bestiame e
terre fertili) attraverso contratti ingiusti con interessi economici stranieri;
anarchia imperante con corruzione, omicidi, proliferazione di armi da fuoco e
“agenti di polizia che approfittano del loro potere per massacrare la povera
gente”; popolazione lasciata a se stessa e priva di mezzi; giustizia con due
misure. Lo scontro tra i due presidenti, Rajoelina e Ravalomanana, viene
qualificato come “lotta fratricida che prende il popolo in ostaggio”. La
Lettera, propone alcuni suggerimenti per far uscire il Madagascar dalla crisi:
decentralizzazione amministrativa pur preservando l’unità nazionale;
potenziamento del sistema educativo e di quello sanitario; indipendenza reale,
in primo luogo culturale e ideologica. I vescovi concludono, dopo aver ricordato
l’inizio dell’Anno della Fede e il dovere della Chiesa di difendere e
rappresentare i poveri, con un appello alla vera conversione dei cuori.
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