Nove fratelli, la più grande compirà
105 anni mercoledì, la più giovane («la bambina») ne ha 78. Il Guinnes
World Records ha rilasciato il certificato dopo molti anni di ricerche in tutto
il pianeta
Il documento ufficiale – su carta
intestata Guinness World Records – è giunto pochi giorni fa in piazza Europa,
sede del Comune di Perdasdefogu come "lettera assicurata". Da Londra
– dopo sette anni di indagini nei cinque Continenti – hanno messo nero su
bianco che è una famiglia di Perdasdefogu quella che detiene il primato
mondiale della longevità. Prima in Sardegna, in Italia, in Europa, nel globo
terracqueo. La Guinness World Records ha fatto ricerche ovunque, nei paesi
sotto l'Himalaya, nelle Ande, in Tasmania, anche in Giappone. Ma da nessuna
parte è stato riscontrato un nucleo familiare così "resistente". E la
sentenza è stata emessa. (Era stata la Guinnes World ad assegnare il record
della longevità a Jeanne Calment morta nel 1977 a 122 anni e 164 giorni, definita
dal Times la Signora del Tempo").
Alla lettera di complimenti giunta a
Perdasdefogu («Vi diamo il benvenuto nel club molto ristretto – very select
club – dei possessori di titoli-record al mondo») era allegata la pergamena, in
inglese e con tanto di bollo. Ecco i numeri: nove fratelli viventi per un
totale di 818 anni e 205 giorni certificati («verified») al primo giugno 2012
negli uffici al terzo piano di Drummond Street 184-192 e controfirmati dal
direttore Jachie Angus. E giù i nomi per questo inaspettato oro olimpionico
della durata in vita: Consolata Melis, the Queen, compirà 105 anni mercoledì
prossimo 22 agosto essendo nata nel 1907. Ha conosciuto nove Papi, nata sotto
Pio X. Qualche giorno fa si dilettava a leggere le pagine degli spettacoli
sulla Nuova Sardegna curiosando su Sting fra i magnati russi di Porto Cervo ma
facendo notare che potrebbero «anche sentire le launeddas di Luigi Lai de Santu
Idu e la tromba di Paolo Fresu de Berchidda». Tre sere fa si è fatta
accompagnare «dalle capre Nocciolina e Rosetta che mangiano il grano dalle mie
mani». Più giovane di Consòla è Claudia, 99 anni, anche ieri in prima fila alla
messa del mattino nella parrocchia di San Pietro. E poi Maria che di anni ne ha
97 con qualche acciacco recente. Antonio ne ha compiuto 93 e sta «sistemando la
legna per l'inverno». Concetta (91) è in trasferta a San Vito da una figlia. Il
giovane Adolfo, barista in servizio (89 anni ad ottobre) ha innaffiato peperoni
e melanzane nell'orto sotto casa prima di «fermarmi a leggere i giornali e vedere
a che punto è arrivato lo spread». La piccola Vitalia (81 anni) è a Cagliari e
così «la bambina» Mafalda (78 anni). Tutti – a Dio piacendo – in buona salute.
Miracoli delle spirali del Dna?
Mario Pirastu, genetista del Cnr: «Più dei geni, in questa famiglia credo abbia
vinto l'igiene, intesa come stile di vita, il corpo sempre in movimento anche
in mezzo ai guai. E forse non conoscono lo stress».
In questo cenacolo di vegliardi la
più felice è proprio Consolata, anzi Consòla come la chiamano tutti. Perché è
circondata da nove figli (sei donne, tre maschi), 24 nipoti e 25 pronipoti. Non
solo: la nonnina dell'Ogliastra è anche trisnonna di Alessio che ha sei anni,
Martino (4) e Matteo (3), un quarto è in arrivo.
Longevità mista a prolificità. Che
viene da lontano. Nel 1939 la mamma di Consola, Eleonora Mameli in Melis,
ottiene la medaglia d'onore in base alla legge 917 che la premiava perché mamma
di undici figli. Il quadretto è ben incorniciato sotto il logo dell'Unione
Fascista Famiglie Numerose di Nuoro. Così come compaiono, nelle pareti delle
case di tutti i Melis, gli attestati per la partecipazione alla prima guerra
mondiale del patriarca Francesco Melis, noto Cicciu, soldato del battaglione
317 di milizia territoriale e poi consigliere comunale con i complimenti del
ministro della Guerra Benito Mussolini.
Teoria genetica e pratica politica.
In un paese – Perdasdefogu, più noto come Foghesu – davvero al confine del
mondo, qualche migliaio di capre e pecore, case tanto povere quanto decorose,
tutte intonacate com'era possibile in anni di fame. Francesco Melis il
patriarca capiva la miseria dei suoi compaesani. Appena con la terza
elementare, negli anni in cui il fascismo dettava legge e terrore,
"Cicciu" era una sorta di direttore generale delle Entrate, un capo
di Equitalia di allora visto che ricopriva l'incarico di esattore, tesoriere
della compagnia barracellare, cassiere. Ricorda Consola: «Le tasse erano
altissime per il tenore economico di quegli anni neri. Si dovevano pagare sette
lire ad ettaro, e le dovevi pagare anche se il terreno era tutto sassi e non ti
rendeva nulla. Spesso mio padre diceva che non aveva avuto il coraggio di
esigere quanto era dovuto allo Stato».
La storia si intreccia con quella di
quasi due secoli di storia italiana e sarda. Consola nasce nello stesso anno
del politico Giorgio Amendola e del banchiere Enrico Cuccia. Scandali anche
allora. Un ministro, Nunzio Nasi, è inseguito in Francia con un mandato di
cattura per peculato. La Sardegna trionfa a Venezia con lo scultore nuorese
Francesco Ciusa che espone alla Biennale di Venezia. Industriali inglesi
sbarcano nel Sulcis e a Funtana Raminosa di Gadoni per coltivare le miniere. Di
tutto ciò a Foghesu non si sa nulla. Nessun mezzo di comunicazione né con
Cagliari né con Nuoro, a Lanusei ci si arriva a cavallo o a piedi, non c'è
corrente elettrica (giungerà nel 1955), nelle case non c'è l'acqua. Il
villaggio ribolle di rabbia per una povertà estrema. Non c'è neanche accordo
politico. Proprio nel 1907 giunge un commissario prefettizio (il cavalier
Alfredo Musso). Nel 1908 una rivolta popolare, il paese si scaglia contro il
sindaco (Giuseppe Palmas fu Raffaele), esplodono violenze, tredici consiglieri
si dimettono, arriva da Cagliari un altro commissario prefettizio, Egidio Castiglia.
Il paese ha bisogno di tutto: scuole, strade, lavoro. «Erano anni di fame nera.
Si sopravviveva mangiando la cacciagione. E il paese era fatto quasi solo di
donne. Gli uomini andavano in guerra, nella prima muoiono 28 soldati, nella
seconda nove. Il nostro, come gli altri della Sardegna, era un paese in lutto».
Giorni di guerra anche per i
fratelli di Consola. Antonio ricorda: «Nel 1945 ero a Viterbo per inseguire i
tedeschi, dormivamo nei cassoni o nelle cabine di auto Alfa 900». Adolfo: «Mi
trovavo nella zona di Capua, a Camigliano. Per sottrarmi alle violenze dei
tedeschi mi ero calato in un pozzo, una galleria laterale ci aveva fatto da
salvavita. Eravamo tutti pigiati lì, con i nazisti in arme sopra le nostre
teste».
Anche Consola ricorda le sofferenze
dei fratelli. Lei resta a Perdasdefogu «ad allevare figli, ad andare a zappare
e a prendere l'acqua alle fonti». Sposa Giovanni Lai, allevatore instancabile,
parroco don Antonio Follesa: «La sera del matrimonio – di sabato – siamo andati
a mietere il grano, la domenica abbiamo trebbiato con i buoi che tiravano la
pietra di basalto sulle spighe. Con i soldi avuti in regalo abbiamo pagato le
tasse». Ma la famiglia va, cresce. Come le altre di Foghesu. Certamente meno
fortunate, almeno per la longevità dei componenti.
Consola e fratelli sono anche
testimoni della rinascita economica del paese quando – alla fine degli anni
Cinquanta – viene installato il Poligono del Salto di Quirra. Una rivoluzione.
Il paese delle capre e delle pecore diventa l'avamposto della ricerca
scientifica in Europa. Giungono ricercatori delle facoltà di Fisica delle
università di Oslo e Stoccolma, Bonn e Parigi, Stoccarda e Utrecht. Nasce la
Esro, European Spatial Research Organisation. Perdasdefogu ne è la capitale. I
giornali stranieri la chiamano la Cape Canaveral italiana. È da qui che vengono
lanciati i missili o i razzi Belier e Dragon, Nike e Skylark. Per Consola sono
«cuettus mannus», razzi grandi, come quelli che si fanno esplodere nei giorni
della festa grande di settembre, per il Salvatore. Quando le dicono che con
quei missili si studia il cielo esterna incredulità: «Su xelu no est po is
ominis, ma po Deus, il cielo è fatto per Dio non per gli uomini». Scettica
anche quando le comunicano di questo primato di famiglia più longeva al mondo.
In dialetto chiede: «Ma hanno davvero frugato – forrogàu – in tutto il mondo?».
Le rispondono di sì e tiene il rosario tra le mani.
Questo attestato di longevità verrà
festeggiato nelle prossime settimane con tutti i fratelli e sorelle Melis
riunite nella biblioteca intitolata al primo maestro elementare di
Perdasdefogu, Daniele Lai. Mercoledì 22 agosto, giorno del 105.mo compleanno di
Consola, andranno in delegazione – nelle casa del rione Sa tanca 'e Pisanu – il
nuovo sindaco Mariano Carta con gli assessori Vittoria Carta, Tonio Palmas e
Daniele Murgia. Con loro l'ex assessore Salvatore Mura che più di altri ha
seguito l'iter burocratico di questo riconoscimento con l'assistenza di una
nipote di Consola, Rita Melis, avvocato fiscalista. «La procedura è stata lunga
e complessa. Dopo la prima segnalazione da Londra nel 2010 ci hanno detto che
occorreva indagare meglio. E così è stato accertato che nove figli viventi su
undici sono certamente un record, si passa da una ultracentenaria ad una quasi
ottantina».
Perdasdefogu è soddisfatto. Perché –
conclude Consòla – «in bidda s'istada 'eni, in paese si vive bene".
LA NUOVA SARDEGNA
Nessun commento:
Posta un commento
Si invitano i lettori ad inviare il loro indirizzo email o di amici interessati per ricevere le NEWS AIM Madagascar: news@aim.mg
Lasciare un commento anche anonimo ci aiuta a migliorare il nostro blog.
Grazie