Molto
spesso, quando si tratta di medicinali,
a monte di tutto non vi è chissà quale molecola nata in laboratorio,
ma una concentrazione di principi
attivi estratti da piante insospettabili per la loro bellezza. E’
il caso della Pervinca del Madagascar. Sono in pochi a sapere che
la Vinblastina e
la Vincristina, due
noti antitumorali hanno
origine proprio da questo fiore. Scopriamo insieme il ruolo di queste due
sostanze nella medicina moderna.
Va
premesso: questo fiore, fin dall’antichità è stato utilizzato dalle popolazioni
autoctone per bloccare la fame e per le sue capacità vermifughe, diuretiche e
disinfettanti. Per molto tempo è stato utilizzato per curare la malaria, ampiamente diffusa nella sua
zona di origine. La vinblastina e la vincristina sono state isolate
rispettivamente nel 1958 e nel 1965 e da quel momento in poi ne è stato fatto
largo uso, compatibilmente con la capacità di estrarne il principio. Bisogna
infatti sottolineare che da una tonnellata di pervinca si ottengono 1g di
vinblastina e 10 di vincristina.
Vinblastina
La
vinblastina è una delle sostanze più utilizzate in chemioterapia per combattere il morbo di Hodgkin, il sarcoma
di Kaposi (quasi sempre associato ad Aids, n.d.r.), il linfoma linfocitico ed
istiocitico, il carcinoma
del testicolo ed il tumore
della mammella. La sua efficacia è stata largamente comprovata in questa
casistica, ma non di rado viene utilizzato anche per altre forme tumorali
grazie alla capacità di bloccare la moltiplicazione delle cellule
tumorali.
Quasi
sempre viene somministrato in associazione con altri farmaci anti-tumorali. Il
medicinale, di un colore molto chiaro una volta diluito, viene solitamente
somministrato per via endovenosa. Si tratta di una sostanza efficace ma recante
con sé diversi effetti collaterali, tra cui neurotossicità, la perdita dei capelli, la nausea e
manifestazioni cutanee di diverso genere.
Vincristina
La
vincristina, al pari dell’altro alcaloide presente
nella Pervinca del Madagascar, è ampiamente utilizzato come farmaco chemioterapico grazie
alla sua capacità di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Con la vinblastina, oltre a condividerne
le proprietà, condivide gli effetti collaterali. Questo perché oltre a bloccare
la crescita delle cellule malate, agisce parimenti su quelle sane.
Efficace
in neoplasie come
la leucemia acuta ed i
linfomi maligni, tra i quali il morbo di Hodgkin, il linfosarcoma e il reticolosarcoma,
la sostanza risulta neurotossica al pari della vinblastina. Somministrata per
vie endovenosa viene solitamente associata ad altri farmaci antitumorali.
Fonte:
MedicinaLive
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