Volata finale per i nuovi
allestimenti del «Tempio
della Terra» di Giorgio Celli
La
foresta del Madagascar incomincia ad apparire al Museo regionale di Scienze
Naturali. Per quanto finta è verosimile. Fra pochi mesi sarà più rigogliosa. Un
leone sornione ed impagliato sembra invece essersi impadronito all’ingresso del
lungo «nastro rosso» che ospiterà le collezioni museali. A pochi passi uno
struzzo, che pare ancora vivo, finge di correre. Mentre su un grande schermo
sfilano le immagini della multivisione che celebrerà il «Mondo di Darwin».
Sono le prime apparizioni dell’allestimento del «Tempio della Terra». Così il famoso naturalista Giorgio Celli, deceduto l’11 giugno scorso a 76 anni, chiamava il progetto che consentirà di fare un viaggio virtuale nello spazio e nel tempo fra le biodiversità del nostro pianeta. E’ stato uno dei suoi ultimi impegni. Celli lo ha ideato su 1500 metri quadri del Museo, nei monumentali spazi dell’antico ex ospedale San Giovanni di via Giolitti 32. Racconterà la magnificenza e la varietà dei milioni di specie che animano il nostro pianeta e spiegherà come interagiscono con il suo più invadente ospite: l’uomo. Organizzato in tre sezioni, verrà inaugurato a settembre.
I lavori procedono serrati. Ieri l’assessore regionale alla Cultura Michele Coppola ha voluto visitare il cantiere, accompagnato da tutti coloro che lo animano. Lo ha accolto il leone accoccolato all’ingresso. L’assessore per scherzare ha finto di accarezzarlo, poi si è compiaciuto delle opere. Costano 5,4 milioni di euro, finanziate per 4,3 milioni dai fondi europei e per il rimanente dalla Regione. Tutte le parti strutturali sono già compiute.
Nei prossimi mesi saranno sistemate le collezioni e le tecnologie multimediali che racconteranno la complessità della vita esistente sulla Terra. Fin dall’ingresso il Museo diretto da Ermanno Debiaggi manifesterà la sua ricchezza, con la sua «Camera delle meraviglie». Allestita sul «nastro rosso» inaugurato ieri, sarà la passerella espositiva dell’assortimento delle collezioni, esposte per aree tematiche: prima i minerali, poi la botanica e la zoologia, quindi la paleontologia. Al fondo già svetta un monolite che simula una stratigrafia primordiale, dalla quale emergono i resti di un Mammuth.
Quindi si farà un incontro con Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, per scoprire come la natura si è specializzata dalla notte dei tempi, dalla savana ai ghiacci polari. Le origini della diversità verranno narrate con la scoperta del Dna, la «grande cellula interattiva» della vita. Postazioni multimediali riprodurranno quella variabilità su cui agiscono i meccanismi della selezione naturale. Fino a raggiungere l’ultima sezione che riprodurrà uno dei luoghi dove la biodiversità si è più espressa: la foresta del Madagascar, scelta quale grande laboratorio dell’evoluzione, dove il Museo da anni opera con spedizioni scientifiche.
Il visitatore potrà passare fra le sue piante e percepire le voci della giungla. Per raggiungere poi le loro chiome, riprodotte da Piero Gilardi. Sarà un viaggio nello spazio, ma grazie a simulatori anche nel tempo, per capire le relazioni che legano umanità e ambiente.
Sono le prime apparizioni dell’allestimento del «Tempio della Terra». Così il famoso naturalista Giorgio Celli, deceduto l’11 giugno scorso a 76 anni, chiamava il progetto che consentirà di fare un viaggio virtuale nello spazio e nel tempo fra le biodiversità del nostro pianeta. E’ stato uno dei suoi ultimi impegni. Celli lo ha ideato su 1500 metri quadri del Museo, nei monumentali spazi dell’antico ex ospedale San Giovanni di via Giolitti 32. Racconterà la magnificenza e la varietà dei milioni di specie che animano il nostro pianeta e spiegherà come interagiscono con il suo più invadente ospite: l’uomo. Organizzato in tre sezioni, verrà inaugurato a settembre.
I lavori procedono serrati. Ieri l’assessore regionale alla Cultura Michele Coppola ha voluto visitare il cantiere, accompagnato da tutti coloro che lo animano. Lo ha accolto il leone accoccolato all’ingresso. L’assessore per scherzare ha finto di accarezzarlo, poi si è compiaciuto delle opere. Costano 5,4 milioni di euro, finanziate per 4,3 milioni dai fondi europei e per il rimanente dalla Regione. Tutte le parti strutturali sono già compiute.
Nei prossimi mesi saranno sistemate le collezioni e le tecnologie multimediali che racconteranno la complessità della vita esistente sulla Terra. Fin dall’ingresso il Museo diretto da Ermanno Debiaggi manifesterà la sua ricchezza, con la sua «Camera delle meraviglie». Allestita sul «nastro rosso» inaugurato ieri, sarà la passerella espositiva dell’assortimento delle collezioni, esposte per aree tematiche: prima i minerali, poi la botanica e la zoologia, quindi la paleontologia. Al fondo già svetta un monolite che simula una stratigrafia primordiale, dalla quale emergono i resti di un Mammuth.
Quindi si farà un incontro con Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, per scoprire come la natura si è specializzata dalla notte dei tempi, dalla savana ai ghiacci polari. Le origini della diversità verranno narrate con la scoperta del Dna, la «grande cellula interattiva» della vita. Postazioni multimediali riprodurranno quella variabilità su cui agiscono i meccanismi della selezione naturale. Fino a raggiungere l’ultima sezione che riprodurrà uno dei luoghi dove la biodiversità si è più espressa: la foresta del Madagascar, scelta quale grande laboratorio dell’evoluzione, dove il Museo da anni opera con spedizioni scientifiche.
Il visitatore potrà passare fra le sue piante e percepire le voci della giungla. Per raggiungere poi le loro chiome, riprodotte da Piero Gilardi. Sarà un viaggio nello spazio, ma grazie a simulatori anche nel tempo, per capire le relazioni che legano umanità e ambiente.
Fonte: www3.lastampa.it/ MAURIZIO LUPO
TORINO
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