Si tratta di una misura temporanea. Verranno
ripristinati i controlli alle frontiere interne in caso di eccessive pressioni
migratorie sulle frontiere esterne. Esempio: in caso di massicci sbarchi sulle
coste italiane, la Francia potrà ripristinare controlli dei documenti al
confine
di
VLADIMIRO POLCHI
L'Europa chiude le sue frontiere interne e fa un passo
indietro nella libera circolazione delle persone. I ministri dell'Interno hanno
infatti raggiunto all'unanimità un accordo di riforma del trattato di Schengen 1 che introduce la possibilità di ristabilire
temporaneamente i controlli alle frontiere interne in caso di eccessive
pressioni migratorie sulle frontiere esterne. Un esempio per capire: in caso di
massicci sbarchi sulle coste italiane, la Francia potrà ripristinare i
controlli dei documenti ai suoi confini.
Sei mesi di blocco. L'intesa prevede il ripristino dei controlli sui confini interni per un periodo di sei mesi, prolungabile per altri sei mesi, nel caso in cui, a causa di circostanze eccezionali, non siano più assicurati adeguati controlli sulle frontiere esterne. Il testo su cui a Lussemburgo i ministri hanno raggiunto l'accordo escluderebbe inoltre il Parlamento europeo dalle procedure di verifica e monitoraggio dell'applicazione del trattato con cui è stata decretata l'abolizione delle frontiere interne tra i Paesi firmatari.
Cosa cambia. Il trattato di Schengen già oggi prevede la possibilità di sospendere temporaneamente l'abolizione dei controlli alle frontiere per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, come avvenuto a più riprese per eventi sportivi e vertici di capi di Stato e di governo. Ma è stato dopo lo scontro avvenuto tra Italia e Francia, in seguito alle ondate migratorie che dal Nord Africa si sono riversate sulle coste della Penisola, che ha preso corpo il progetto di prevedere la possibilità di reintrodurre i controlli in maniera più "strutturata".
Sei mesi di blocco. L'intesa prevede il ripristino dei controlli sui confini interni per un periodo di sei mesi, prolungabile per altri sei mesi, nel caso in cui, a causa di circostanze eccezionali, non siano più assicurati adeguati controlli sulle frontiere esterne. Il testo su cui a Lussemburgo i ministri hanno raggiunto l'accordo escluderebbe inoltre il Parlamento europeo dalle procedure di verifica e monitoraggio dell'applicazione del trattato con cui è stata decretata l'abolizione delle frontiere interne tra i Paesi firmatari.
Cosa cambia. Il trattato di Schengen già oggi prevede la possibilità di sospendere temporaneamente l'abolizione dei controlli alle frontiere per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, come avvenuto a più riprese per eventi sportivi e vertici di capi di Stato e di governo. Ma è stato dopo lo scontro avvenuto tra Italia e Francia, in seguito alle ondate migratorie che dal Nord Africa si sono riversate sulle coste della Penisola, che ha preso corpo il progetto di prevedere la possibilità di reintrodurre i controlli in maniera più "strutturata".
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