lunedì 31 gennaio 2011
Kokoa nuova sede e curiosità da Nosy Be
NUOVA APERTURA KOKOA TRAVEL. Dopo 10 anni nella storica sede di Andilana beach, Kokoa Travel apre un nuovo ufficio nel cuore della animata Ambatoloaka. Questa iniziativa precede altre importanti novità per la dinamica società tutta malgascia ma gestita da dirigenti italiani. Una nuova e modernissima sede dotata di connessione veloce per rispondere al rilancio della destinazione Nosy Be con prontezza e rapidità, nuovi prodotti che arricchiscono il portafoglio della società e nuove iniziative che prevedono nel futuro prossimo anche la biglietteria aerea nazionale ed internazionale ed una web cam nel centro della mondanità dell’isola. Il presidente della società dichiara di voler puntare in tecnologia e lavoro, « 50 mq di Europa » a Nosy Be.
________________________________________
A.I.M. A NOSY BE
È stato affidato ad Alberto Merello il compito di rappresentare l’ A.I.M. (Associazione Italiani Madagascar) a Nosy Be. Dato la lontananza dalla capitale, visto il grande numero di italiani, Alberto si tiene aggiornato sui servizi offerti e sui programmi dell’associazione e partecipa dedicandovi buona parte del suo tempo libero.
Le attività svolte da parte del Delegato Regionale presenti sullo statuto A.I.M. stabiliscono i seguenti compiti:
- Assicurare la coordinazione tra la sede centrale di Antananarivo e le regioni.
- Ricevere le adesioni e i pagamenti delle quote relative all’ Associazione.
- Diffondere ai membri associati presenti nelle provincie le diverse informazioni e attività.
- Intrattenere rapporti con le entità,istituzioni e autorità locali.
Chissà se tutto questo potrà essere di buon auspicio per un’ eventuale apertura di una nuova sede a Nosy Be.
Nosy Be infatti, riveste da parte dell’ associazione un particolare interesse e possibilmente in un futuro non molto lontano ci saranno delle novità.
Per info: aim@aim.mg
________________________________________
PROGETTO « TANANA MADIO ». L’associazione « Tanana Madio » ha come scopo : pulizia dei villaggi, delle spiagge, delle strade, creare dei Wc,docce e lavatoi pubblici etutte quelle azioni di miglioria e abbellimento dei villaggi diAmbatoloaka, Madirokely, Dar es Salam. « Tanana Madio » esiste in maniera informale dal 1995. Nel 2002 l’associazione è stata ufficializzata e immatricolata in sotto prefettura di Nosy Be. Il signor Poulteau Gérard dell’hotel G&F (presidente) e Dolland Randrianananjara (direttore di TM) debuttarono con due carretti e due zebù. L’obbiettivo di « Tanana Madio » è quello di sviluppare la pulizia e sensibilizare i residenti all’ igiene pubblica, sopratutto all’ interno delle scuole. L’attività si sviluppa con dei carretti di zebù, attulmente sono disponibili 5 carretti e 7 zebù, ma il fabbisogno è di 10 carretti e 20 Zebù per assicurare la raccolta completa. Una delle vocazioni è il risanamento dei villaggi intorno ad Ambatoloaka e davanti al rischio igienico si considera di creare de WC publici. Un altro obbiettivo: fare di Nosy Be un modello di sviluppo duraturo in Madagascar, agendo affinché il turismo sia un vero fattore di sviluppo. Per Info : gerardetfrancine@moov.mg
________________________________________
________________________________________
Il Rotary Club di Nosy Be offre gratuitamente ai bambini di Nosy Be l’opportunità di conoscere e divertirsi con il trampolino.
Questa attività, organizzata in collaborazione con l’Alliance Française di Nosy Be, nelle giornate del 26 luglio e 20 agosto ha dato l’opportunità a circa 600 bambini di divertirsi e conoscere il salto sul trampolino, sotto la sorveglianza di specialisti. Questo piacere sarà offerto una volta al mese ai bambini di Nosy Be grazie al Rotary Club di Nosy Be.
La prossima giornata è prevista il 20 settembre. Il Rotary Club di Nosy Be appoggia anche altri progetti: il sostegno didattico e finanziario ad alcune scuole della “brousse”, la costruzione di stabilimenti scolastici nelle regioni isolate della Grande Terra, l’apporto di elettricità ad una clinica sulla penisola di Ambato, lo screening del diabete, la distribuzione di computer, libri scolastici e di lettura nelle differenti scuole e associazioni di Nosy Be, l’aiuto finanziario a due studenti universitari, il sostegno all’Associazione degli Handicappati Dinamici di Nosy Be, la costruzione di wc e docce pubbliche a Dzamandzar. Tutti i futuri progetti saranno presi in considerazione e tutte le persone interessate alle attività del nostro club saranno le benvenute. Pour info : edith.vogt@belleplage.com
________________________________________
L’ingrediente dominante di un qualsiasi pasto malgascio è il Vary (Riso), che non accompagna la portata principale, ma la guida con successive guarnizioni di carne di zebù, pesce o pollo. Tra le pietanze preparate più frequentemente in Madagascar vi è il Romazava (zebù o pesce con il Filomafana stufate) e il Ravitoto (stufato di maiale con manioca). Molte ricette vengono arricchite da cocco e banane, dallo zenzero, zafferano o da una varietà di curry piccante. In tutte le regioni è possibile gustare un'ampia gamma di frutti tropicali, come ananas, lici, mango e banane. In conseguenza all'influenza francese, il caffè si è diffuso più del tè, e pane, croissant e altri preparati con farinacei seguono ormai gli standard europei. Vengono prodotti, in ogni regione, liquori molto forti come il Toaka Grasy, un tipo di rum grezzo a base di riso e canna da zucchero, e delle bevande più apprezzate come il rum chiamato Dzama, il Trembo è una specie di punch di noce di cocco. Altre preparazioni tipiche di Rhum Arrangè (base Rhum) vengono preparate in tutte le differenti regioni, con la personalizzazione del sapore, infatti il Rhum base viene preparato con frutta fresca che macera dando un gusto particolare a questo tipico digestivo
venerdì 28 gennaio 2011
PARMA - SAKALALINA: un master e un gemellaggio
Eccole qui, sorridenti, le nostre dottoresse con il loro certificato, guadagnato con tanta fatica!
Sembrava un tempo lunghissimo quando le Dottoresse Francine e Hanitra del team di Sakalalina, sono arrivate a Parma nel mese di gennaio, per un periodo di 10 mesi, al fine di seguire il Master: Salute Internazionale e Medicina per la Cooperazione con i Paesi in Via di Sviluppo, promosso dal CUCI-Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale. L’obiettivo del Master è quello di formare figure professionali in grado di operare in situazioni carenti sotto il profilo infrastrutturale e organizzativo. Al corso hanno partecipato 12 stagisti provenienti dal Congo, Etiopia, Kenya, Mozambico, Liberia, Sudan e
Madagascar. La D.ssa Francine ha svolto una tesi su “Prevenzione della malnutrizione infantile e delle malattie collegate nel Centro Sanitario Rurale (CSR) di Sakalalina”, mentre la D.ssa Hanitra su “Analisi della situazione del CSR di Sakalalina: come è possibile rispondere allo sviluppo e alle sfide future”.
Ora le Dottoresse ritornano in Madagascar ricche di una formazione plurisettoriale teorica e pratica che certamente contribuirà ad affrontare le difficoltà e ad assicurare maggiori cure alla popolazione. La FIDES ringrazia il CUCI, in particolare il Prof. Cesare Beghi per il grande impegno di accoglienza e organizzazione, i Professori Contini, Bocchi, Varoli e gli amici Netti e Daniele Soregaroli per aver reso più facile il soggiorno a Parma di Francine e Hanitra.
Nel mese di settembre, a Parma si è svolto un altro evento importante per Sakalalina.
Gli amici di Parma hanno coinvolto il “Primo Cittadino” in un GEMELLAGGIO fra i due Comuni per sostenere le iniziative di formazione chirurgica già in atto con l’Università di Parma, a favore di chirurghi specializzandi malgasci
ISTRUZIONE: CON MAGIS FUTURO MIGLIORE IN MADAGASCAR
Nell’ultimo numero della rivista MAGIS “Gesuiti Missionari Italiani” (GMI) è possibile leggere il racconto di padre Elio Sciuchetti sull’andamento del progetto “San Zeno” nel villaggio di Ifarihy, municipalità di Ankaraobato, 14 chilometri a sud est della capitale del Madagascar, Antananarivo, dove è sorta negli ultimi anni la zona industriale più importante del paese. Si tratta di un villaggio giovane, dove il numero degli abitanti al di sotto dei 14 anni è superiore al resto della popolazione. Proprio per la giovane età degli abitanti, il MAGIS ha pensato alla costruzione di un complesso scolastico con asilo, scuola elementare e scuola media. «La partecipazione locale è stata totale», scrive Sciuchetti su GMI, «trattandosi di un bisogno sentito dalla gente». Intanto, la cooperativa di muratori “Fikambanana Tao-Trano Bevalala” che si è occupata dei lavori di costruzione ha terminato l’edificio destinato all’asilo e alla scuola elementare inserendo anche un blocco sanitario a disposizione per tutto il complesso. Sono in fase di completamento i lavori per la costruzione della scuola media che saranno finanziati con i fondi per la seconda annualità del progetto. Per maggiori informazioni: gmi@magisitalia.org -
Madagascar: emergenza alimentare tra la popolazione di Tolagnaro
A causa della siccità continua l’emergenza alimentare a Fort Dauphin (Tolagnaro in lingua malgascia), nell’estremo sud del Madagascar. La Regione, con una superficie di 45 mila kmq, è la più povera, la meno sviluppata, la meno scolarizzata del Paese, con infrastrutture inadeguate e in degrado, ormai abbandonata dal Governo. La popolazione di quasi un milione di abitanti, di cui l'11% cattolici, vive prevalentemente di allevamento del bestiame nelle zone più alte del nord, di agricoltura al sud e di pesca nelle zone costiere. Trattandosi di una zona rocciosa e sabbiosa, dove per la maggior parte dell'anno non piove, la vita è molto dura e, con il prolungarsi della stagione secca, diventa sempre difficile riuscire a sopravvivere a causa della scarsità d'acqua. Il vescovo di Antananarivo, mons. Odon M. Razanakolona, ha raccontato all’agenzia Fides, quanto sia drammatica la situazione. Durante la sua ultima visita nella Regione, infatti, ha riferito di aver spesso incontrato lunghe file di gente che camminavano per chilometri per prendere solo un po’ d’acqua da un piccolo fiume. Secondo quanto raccontano i missionari locali, sono frequenti i casi in cui la gente lascia in gruppo le aree più lontane e devastate dalla siccità e si dirige verso la città di Tolagnaro, perchè per loro “è meglio morire lì per la fame piuttosto che per la sete a casa loro”. A rendere ancora più grave la situazione sono le tradizioni ancestrali e la superstizione, ancora molto seguite in questa Regione. Ad esempio la poligamia e i matrimoni forzati in giovane età sono molto comuni. O ancora, secondo una tradizione dell'etnia dei Tandroy, nel distretto di Androy, quando muore un capofamiglia viene ucciso tutto il bestiame e vengono bruciate anche le case, costringendo i membri delle famiglie a ricominciare tutto da zero. Tuttavia, secondo il vescovo, la fede seminata dai missionari Lazzaristi, primi evangelizzatori della Regione, porta i suoi frutti e si rende viva in questa gente semplice. Inoltre, la Radio cattolica diocesana svolge la sua funzione di organo di comunicazione e di evangelizzazione. (M.I.)
Il cioccolato che sa di tabacco
Ecco l’ultima creazione in casa Cuorenero: Barrique Chocolate, il cioccolato fondente stagionato in foglia di tabacco, stecca di cannella o bacello di vaniglia.
Un cioccolato dall’aroma intenso da accompagnare a distillati pregiati, champagne o spumanti. Il Barrique Chocolate, proviene dall’america latina e nasce da lingotto di puro fondente al 70% cacao, che viene sottoposto per alcuni mesi ad invecchiamento con una foglia di tabacco Kentucky arrotolata a mano ed essiccata su bracieri di legno di rovere. Anche per cannella e vaniglia il procedimento di stagionatura è simile. Si utilizzano stecche intere di cannella del Madagascar o baccelli di vaniglia Bourbon, che fanno scaturire deliziosi aromi.
Un cioccolato dall’aroma intenso da accompagnare a distillati pregiati, champagne o spumanti. Il Barrique Chocolate, proviene dall’america latina e nasce da lingotto di puro fondente al 70% cacao, che viene sottoposto per alcuni mesi ad invecchiamento con una foglia di tabacco Kentucky arrotolata a mano ed essiccata su bracieri di legno di rovere. Anche per cannella e vaniglia il procedimento di stagionatura è simile. Si utilizzano stecche intere di cannella del Madagascar o baccelli di vaniglia Bourbon, che fanno scaturire deliziosi aromi.
Gianni Insacco in missione scientifica museale in Madagascar
Comiso - Missione scientifica museale in Madagascar per sopralluogo a fini paleontologici di Gianni Insacco, curatore scietifico del Museo di Scienze Naturali di Comiso. “Nel quadro della internazionalizzazione delle finalità scientifiche e museali del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso - spiega Insacco -, confermato negli ultimi anni dalle collaborazioni con altri istituti di ricerca e, a seguito di contatti personali intrapresi con alcune persone italiane che risiedono in Madagascar da una decina di anni, sono pervenute diverse segnalazioni di interessanti e alquanto rari ritrovamenti di resti fossili di vertebrati in noduli fosfatici datati al permo-trias (ultimo periodo dell’Era Paleozoica e inizio Era Mesozoica) contenenti diversi resti di piccoli rettili acquatici di dubbia classificazione che, per tale motivo, meriterebbero un’approfondito studio in loco.
Oltre a questi resti paleontologici, ve ne sono altri di nuovi, recentemente rinvenuti, verosimilmente dinosauri, pesci, testudininati, etc., presso altri depositi che rivestono molto probabilmente importanza di giacimento fossilifero. La missione - continua Insacco - dovrà essere rivolta soprattutto al rintracciamento del materiale paleontologico nei siti dislocati a nord e a sud del Madagascar, nonché a tutte quelle informazioni di carattere geologico e stratigrafico, ma anche ad intraprendere contatti con le autorità locali (Università, Ministero e Consolato) per una seconda missione scientifica e per eventuali sviluppi futuri.
Se i dati, a fine missione risulteranno positivi, potranno essere utili per la redazione di uno studio preliminare da pubblicare nella nuova rivista del nostro museo”. Insacco è già partito ieri e resterà in Madagascar fino al 10 febbraio prossimo. “Si tratta di una missione scientifica importante - commenta l'assessore alla Cultura Maria Rita Schembari - sia perchè contribuisce alla conoscenza e all’ampliamento museologico del nostro museo civico sia perchè gratifica e rende nota la nostra città e lo stesso Insacco, cui si deve in magna pars l'esistenza del museo di scienze naturali di Comiso, in terre così lontane.
Al rinnovo le Colonie di Parigi
Dopo tre anni, ritorna: il volume, targato 2011, è firmato dalla francese Yvert & Tellier
Colonie sì, ma non solo…
Un catalogo classico, perché classico è quanto repertoria, uno fra gli ambiti più collezionati oltralpe.
È il “Timbres des Colonies françaises”, tecnicamente la prima parte del tomo due che la Yvert & Tellier dedica al vecchio Impero coloniale di Parigi.
Comprende, quindi, tutti i francobolli (illustrati a colori) dei Paesi -dall'Algeria al Madagascar, dal Niger al Togo- poi diventati indipendenti. Nel volume questi e gli altri Stati vengono considerati soltanto per il periodo in cui sono rimasti effettivamente sotto il controllo della Francia; le produzioni successive si trovano nella seconda e nella terza parte del medesimo tomo.
Il mercuriale, che si sviluppa per 608 pagine e costa 36,00 euro, comprende anche diversi capitoli eccezionali, spesso frutto di periodi bellici. Come i francobolli introdotti in Ungheria dopo la Prima guerra mondiale e in Germania dopo la Seconda, Castelrosso, gli Uffici in Cina e India, il Fezzan… Il repertorio sostituisce l'edizione targata tre anni fa
Colonie sì, ma non solo…
Un catalogo classico, perché classico è quanto repertoria, uno fra gli ambiti più collezionati oltralpe.
È il “Timbres des Colonies françaises”, tecnicamente la prima parte del tomo due che la Yvert & Tellier dedica al vecchio Impero coloniale di Parigi.
Comprende, quindi, tutti i francobolli (illustrati a colori) dei Paesi -dall'Algeria al Madagascar, dal Niger al Togo- poi diventati indipendenti. Nel volume questi e gli altri Stati vengono considerati soltanto per il periodo in cui sono rimasti effettivamente sotto il controllo della Francia; le produzioni successive si trovano nella seconda e nella terza parte del medesimo tomo.
Il mercuriale, che si sviluppa per 608 pagine e costa 36,00 euro, comprende anche diversi capitoli eccezionali, spesso frutto di periodi bellici. Come i francobolli introdotti in Ungheria dopo la Prima guerra mondiale e in Germania dopo la Seconda, Castelrosso, gli Uffici in Cina e India, il Fezzan… Il repertorio sostituisce l'edizione targata tre anni fa
INPS: PROROGATA AL 2011 L’APPLICAZIONE DELLE DETRAZIONI PER CARICHI DI FAMIGLIA AI RESIDENTI ALL'ESTERO
ROMA\ aise\ - L’articolo 1, comma 54, della Legge 13 dicembre 2010, n. 220 (Legge di stabilità 2011), ha esteso all'anno 2011 il diritto per i residenti all'estero a richiedere le detrazioni per carichi familiari, modificando l’art. 1 della Legge finanziaria 2007.
Ai pensionati non residenti in Italia le detrazioni per carichi di famiglia (di cui all'articolo 12 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 e succ. mod.) spettano anche per l’anno 2011, a condizione che: 1) dimostrino, con idonea documentazione, che le persone alle quali le detrazioni si riferiscono non possiedano un reddito complessivo superiore, al lordo degli oneri deducibili, al limite di euro 2.840,51, compresi i redditi prodotti fuori dal territorio dello Stato; 2) di non godere, nel paese di residenza, di alcun beneficio fiscale connesso ai carichi familiari. L’art.1, comma 54, della Legge 13 dicembre 2010, n. 220 ha aggiunto che la detrazione relativa all'anno 2011 non rileva ai fini della determinazione dell'acconto IRPEF per l’anno 2012.
Da ricordare inoltre che, il comma 221 dell'art. 1 della Legge 24/12/2007 n. 224 ("Legge finanziaria 2008") ha stabilito, nei confronti dei soggetti interessati, l'obbligo annuale di presentazione della richiesta delle detrazioni per carichi di famiglia e l’indicazione obbligatoria dei codici fiscali dei familiari a carico.
Come di consueto, la versione aggiornata dei modelli di richiesta sarà inviata, dall’Inps, con la documentazione di inizio anno (il c.d. bustone) a coloro i quali hanno già usufruito precedentemente delle detrazioni per carichi di famiglia. I modelli di domanda, distinti nelle due tipologie dedicate rispettivamente ai residenti nei paesi dell’Unione Europea e Norvegia e ai residenti nei paesi extra Unione Europea, saranno resi disponibili nella versione aggiornata nella sezione Moduli, alla voce Convenzioni Internazionali, del sito istituzionale(www.inps.it). (d.loru\aise)
AIR ITALY UNICA COMPAGNIA IN ITALIA CON I DEFIBRILLATORI A BORDO
Su tutti gli aeromobili Air Italy sono da oggi a disposizione defibrillatori per interventi di urgenza in caso di arresto cardiaco in volo. Air Italy è l’unica compagnia italiana ad equipaggiare i propri aeromobili con i defibrillatori, avendo addestrato per questo scopo il personale di cabina, pronto ad intervenire in caso di necessità.
Per Air Italy si tratta di un nuovo passo avanti che la compagnia mette in atto per offrire un servizio sempre più completo ai passeggeri, in primo luogo sotto il profilo della sicurezza.
“L’arresto cardiaco improvviso è una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati. Dopo 4-6 minuti dall’arresto cardiaco il cervello subisce danni irreversibili. L’unica strategia efficace e scientificamente comprovata per trattare questa situazione è la defibrillazione precoce associata alla rianimazione cardiopolmonare. E oggi sui nostri voli abbiamo macchine e persone in grado di intervenire” dice Giuseppe Gentile, Presidente e amministratore delegato di Air Italy.
L’addestramento degli assistenti di volo “First responders” è stato deciso per recepire i suggerimenti nazionali legislativi e internazionali (JAR e ICAO) per la prevenzione della morte improvvisa cardiaca in volo. L’intervento immediato degli assistenti di volo addestrati alle manovre di rianimazione cardiopolmonare e alla defibrillazione precoce, aumenta la sopravvivenza dei passeggeri colpiti da arresto cardiaco improvviso fino al 90 % dei casi.
L'ambulanza degli animali dagli ''Amici Cucciolotti 2011''
Pizzardi Editore, da numerosi anni ormai, è un grande sostenitore dell’Ente Nazionale Protezione Animali.
Bra - Con il nuovo album “Amici Cucciolotti 2011” correrà in aiuto degli animali che si trovano in grave pericolo: la raccolta di figurine servirà infatti ad acquistare “l’Ambulanza” degli Animali, un’unità mobile di soccorso per le gravi emergenze (disastri ambientali, alluvioni, incendi boschivi ecc.).
I volontari e le Guardie Zoofile dell'Ente Nazionale Protezione Animali - afferma Marco Bravi, Responsabile del Centro Nazionale Comunicazione e Sviluppo dell'Enpa - avranno così un mezzo adeguato per intervenire nei casi di gravi emergenze, salvando la vita degli animali coinvolti. L'album 2011 - aggiunge - è un avvincente diario di viaggio fotografico che insegna la stretta relazione fra l'ambiente e gli animali, evidenziando l'importanza di preservare entrambi. I nostri "uomini del domani" potranno affiancare Westie e gli Amici Cucciolotti Nasoni nelle loro affascinanti scoperte naturalistiche. L'intento è quello di "educare attraverso il gioco", perchè "fare la collezione" significa giocare con gli amici per scambiarsi le figurine ma anche e soprattutto conoscere nuovi amici che condividono la stessa passione per gli animali e l'ambiente. I messaggi dei Cucciolotti d'Uomo Green presenti nella collezione hanno lo scopo di sensibilizzare in maniera diretta, "da cuore a cuore", coloro che, nel prossimo futuro, potranno fare la differenza per la salvaguardia della Natura: i bambini!
Coerentemente con questa impostazione educativa e in occasione dell'Anno Internazionale delle Foreste (il 2011), l'Album Amici Cucciolotti 2011 è stato stampato a Impatto Zero® per non pesare sull'ambiente: per compensare i kg di anidride carbonica prodotti con la stampa dell'album, Pizzardi Editore ha partecipato con Lifegate alla creazione di 45.000 mq di nuova foresta in crescita in Madagascar.
Due milioni di copie dell'album verranno distribuite gratuitamente ai bambini e le figurine saranno in vendita nelle edicole di tutta Italia a partire dalla metà del mese di gennaio 2011. Gli Album e le figurine necessarie a completare la collezione degli Amici Cucciolotti entreranno anche nei reparti pediatrici degli ospedali italiani, dove i volontari della Fondazione ABIO li distribuiranno gratuitamente per "allietare" le giornate dei bambini ricoverati.
I costi del Nichel
di Barbara Lomonaco
“Il progetto Ambatovy è un’avventura mineraria lunga una vita in Madagascar. Si prepara ad essere la più grande miniera di nichel del pianeta per il 2013”. Così si legge sul sito del progetto, che descrive la faraonica impresa da 3,4 miliardi di dollari: una joint-venture tra Sherritt International Corporation, Sumitomo Corporation, Korea Resources Corporation e Snc-Lavalin Group Inc.
Oltre ai 17 km quadrati destinati al sito di estrazione vero e proprio, è previsto un condotto lungo 220 km e largo più di 25 che servirà a trasportare il minerale grezzo fino al porto di Tamatave (Toamasina, sulla costa orientale del paese africano), del quale è previsto l’ampliamento. Nella stessa area saranno attivi un impianto di raffinazione e uno di smaltimento dei residui industriali. La vicinanza al porto favorisce l’importazione delle sostanze – carbone, calcare, zolfo e acido solforico – necessarie alla produzione dei minerali: il nichel e il cobalto destinati al mercato mondiale.
PERICOLI A SECCO
La valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto prevede e descrive misure di mitigazione delle attività minerarie e industriali. Ciononostante, le incognite per il Madagascar restano alte. Tutte le componenti del progetto comportano costi e rischi, sia ambientali che sociali, elevati. Rainer Dolch, direttore dell’ong malgascia Mitsinjo, impegnata nel campo della conservazione, dello sviluppo e dell’ecoturismo, ne denuncia molti: “L’erosione dovuta alla costruzione del condotto è attualmente il problema più allarmante. Le misure adottate in questo caso sono senza dubbio insufficienti e stanno causando problemi ingenti anche alla pesca”. Una volta concluso, nel condotto verrà pompata l’acqua accumulata sul sito estrattivo ma anche quella prelevata dal fiume Mangoro, risorsa utilizzata dalle comunità locali per gli usi domestici e in agricoltura. “I rischi più elevati arriveranno dalla stagione secca, quando il livello dei fiumi è già basso. Non è possibile prevedere l’entità del problema”, continua Dolch. Inoltre la distruzione della foresta sul sito minerario si traduce nella riduzione degli habitat di specie animali già a rischio di estinzione. A fronte di questo, alcune saranno “traslocate”. “Attualmente solo una specie è stata trasferita nella riserva di Perinet – prosegue Dolch – si tratta del mammifero sifaka diadema, una specie endemica di lemure. Il trasferimento ha riguardato anche alcune specie di piante ma queste misure sono contestabili: allo stato attuale delle nostre conoscenze biologiche, non possiamo prevederne l’efficacia”.
FRAGILI EQUILIBRI
A restare irrisolto è pure il problema della frammentazione degli habitat. “Alcuni ricercatori lavorano con la compagnia. Le autorità ambientali locali portano avanti il monitoraggio di alcune specie ma, sebbene esista la collaborazione di vari soggetti, non si può parlare né di coordinamento efficace delle attività né di monitoraggio indipendente. Di fatto è la compagnia a decidere”.
Nella valutazione di impatto ambientale si legge anche che aree di interesse culturale e siti di culto non saranno più accessibili e perderanno la loro funzione originale. Che terreni attualmente ad uso agricolo saranno destinati al progetto. Alcune famiglie sono già state trasferite in altre aree, dove la compagnia sta provvedendo agli insediamenti. “Il trasferimento naturalmente non è accettato di buon grado e le nuove case compensano solo in parte il problema”, aggiunge Dolch. Il Madagascar è uno Stato povero: l’indotto di immigrati interni e stranieri, attirati dalle possibilità di impiego, sta sconvolgendo il fragile equilibrio nelle comunità originarie. La forza lavoro è attualmente composta dalle più disparate nazionalità: indiani, filippini, palestinesi, francesi, italiani, inglesi. E l’arrivo di questi lavoratori, con l’aumento della domanda, ha causato il lievitare dei prezzi dei prodotti disponibili nei mercati locali, inarrivabili per molti malgasci.
TENSIONI E SCORRETTEZZE
Forti tensioni sociali nelle regioni estrattive, con scorrettezze e corruzione nelle procedure di reclutamento della manodopera, sono stare denunciate durante uno degli incontri promossi dall’Extractive Industries Transparency-Eiti, un’iniziativa multilaterale che riunisce membri dei governi, delle imprese e della società civile nei paesi ricchi di risorse naturali per promuovere responsabilità e trasparenza nella gestione del settore minerario. «Il 2% dei diritti di estrazione (concesse dalla Sherritt alle amministrazioni locali, ndr) non sono poco rispetto alla perdita di endemicità e risorse naturali importanti quanto le foreste?», ha chiesto – come si legge nel rapporto – un membro della società civile.
MALCONTENTO POPOLARE
Il Madagascar ricaverà dalla realizzazione del progetto Ambatovy benefici economici diretti e indiretti, provenienti dai diritti di estrazione ma anche, ad esempio, dal miglioramento delle infrastrutture, dalle imposte sui redditi, dalle tasse di importazione. Le recenti vicende politiche del paese sfociate nella violenza, però, sono un segnale del malcontento popolare, che denuncia la mancanza di democrazia nelle pratiche del governo in carica. Soprattutto quanto all’equa distribuzione delle ricchezze. In fatto di accordi con governi poco democratici, la Sherritt ha almeno un precedente. In un articolo del Nuevo Herald, quotidiano statunitense in lingua spagnola, si legge che “1.350 ettari di costa registrano alti livelli di contaminazione a causa delle attività industriali legate allo smaltimento dei rifiuti tossici della miniera di nichel nel distretto di Holgium”, Cuba. A capo del progetto c’è Moa Nickel, una compagnia a capitale misto composta dal governo cubano e dalla Sherritt International. La quale sembra avere molto a cuore la sua immagine: in calce ai pochi articoli di denuncia sul progetto malgascio reperibili su internet, compaiono puntualmente le precisazioni della compagnia.
ACCORDO MENO ATTRAENTE
In questo quadro, parlare di sostenibilità ambientale o sociale è davvero difficile. D’altronde, quando si tratta di risorse naturali, l’intero continente africano appare un campionario di esempi di pessima governance, iniqua distribuzione delle ricchezze e sfruttamento ai danni delle popolazioni locali e dell’ambiente. Ma dalla pubblicazione su La Nuova Ecologia dell’articolo “Madagascar in svendita” sono intervenute alcune novità: pochi giorni fa la Sherritt ha annunciato che i costi del progetto, dalla stime iniziali, sono lievitati fino a 4,5 miliardi di dollari. La compagnia non esclude di arrivare alla vendita di parte del suo 40% del progetto. Per motivi simili, il piano che dava in concessione alla coreana Daewoo Logistics un’area di terreno agricolo grande come metà del Belgio, sarà ritardato: “Non abbiamo fretta. Il calo del prezzo del mais e le difficili condizioni finanziarie hanno reso l’accordo meno attraente”, ha dichiarato il responsabile del progetto Shin Dong-hyun alla Bbc. “L’attraente accordo” prevedeva la conversione della metà del terreno coltivabile della Repubblica malgascia alla produzione di mais e olio di palma. Destinati al mercato sudcoreano.
“Il progetto Ambatovy è un’avventura mineraria lunga una vita in Madagascar. Si prepara ad essere la più grande miniera di nichel del pianeta per il 2013”. Così si legge sul sito del progetto, che descrive la faraonica impresa da 3,4 miliardi di dollari: una joint-venture tra Sherritt International Corporation, Sumitomo Corporation, Korea Resources Corporation e Snc-Lavalin Group Inc.
Oltre ai 17 km quadrati destinati al sito di estrazione vero e proprio, è previsto un condotto lungo 220 km e largo più di 25 che servirà a trasportare il minerale grezzo fino al porto di Tamatave (Toamasina, sulla costa orientale del paese africano), del quale è previsto l’ampliamento. Nella stessa area saranno attivi un impianto di raffinazione e uno di smaltimento dei residui industriali. La vicinanza al porto favorisce l’importazione delle sostanze – carbone, calcare, zolfo e acido solforico – necessarie alla produzione dei minerali: il nichel e il cobalto destinati al mercato mondiale.
PERICOLI A SECCO
La valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto prevede e descrive misure di mitigazione delle attività minerarie e industriali. Ciononostante, le incognite per il Madagascar restano alte. Tutte le componenti del progetto comportano costi e rischi, sia ambientali che sociali, elevati. Rainer Dolch, direttore dell’ong malgascia Mitsinjo, impegnata nel campo della conservazione, dello sviluppo e dell’ecoturismo, ne denuncia molti: “L’erosione dovuta alla costruzione del condotto è attualmente il problema più allarmante. Le misure adottate in questo caso sono senza dubbio insufficienti e stanno causando problemi ingenti anche alla pesca”. Una volta concluso, nel condotto verrà pompata l’acqua accumulata sul sito estrattivo ma anche quella prelevata dal fiume Mangoro, risorsa utilizzata dalle comunità locali per gli usi domestici e in agricoltura. “I rischi più elevati arriveranno dalla stagione secca, quando il livello dei fiumi è già basso. Non è possibile prevedere l’entità del problema”, continua Dolch. Inoltre la distruzione della foresta sul sito minerario si traduce nella riduzione degli habitat di specie animali già a rischio di estinzione. A fronte di questo, alcune saranno “traslocate”. “Attualmente solo una specie è stata trasferita nella riserva di Perinet – prosegue Dolch – si tratta del mammifero sifaka diadema, una specie endemica di lemure. Il trasferimento ha riguardato anche alcune specie di piante ma queste misure sono contestabili: allo stato attuale delle nostre conoscenze biologiche, non possiamo prevederne l’efficacia”.
FRAGILI EQUILIBRI
A restare irrisolto è pure il problema della frammentazione degli habitat. “Alcuni ricercatori lavorano con la compagnia. Le autorità ambientali locali portano avanti il monitoraggio di alcune specie ma, sebbene esista la collaborazione di vari soggetti, non si può parlare né di coordinamento efficace delle attività né di monitoraggio indipendente. Di fatto è la compagnia a decidere”.
Nella valutazione di impatto ambientale si legge anche che aree di interesse culturale e siti di culto non saranno più accessibili e perderanno la loro funzione originale. Che terreni attualmente ad uso agricolo saranno destinati al progetto. Alcune famiglie sono già state trasferite in altre aree, dove la compagnia sta provvedendo agli insediamenti. “Il trasferimento naturalmente non è accettato di buon grado e le nuove case compensano solo in parte il problema”, aggiunge Dolch. Il Madagascar è uno Stato povero: l’indotto di immigrati interni e stranieri, attirati dalle possibilità di impiego, sta sconvolgendo il fragile equilibrio nelle comunità originarie. La forza lavoro è attualmente composta dalle più disparate nazionalità: indiani, filippini, palestinesi, francesi, italiani, inglesi. E l’arrivo di questi lavoratori, con l’aumento della domanda, ha causato il lievitare dei prezzi dei prodotti disponibili nei mercati locali, inarrivabili per molti malgasci.
TENSIONI E SCORRETTEZZE
Forti tensioni sociali nelle regioni estrattive, con scorrettezze e corruzione nelle procedure di reclutamento della manodopera, sono stare denunciate durante uno degli incontri promossi dall’Extractive Industries Transparency-Eiti, un’iniziativa multilaterale che riunisce membri dei governi, delle imprese e della società civile nei paesi ricchi di risorse naturali per promuovere responsabilità e trasparenza nella gestione del settore minerario. «Il 2% dei diritti di estrazione (concesse dalla Sherritt alle amministrazioni locali, ndr) non sono poco rispetto alla perdita di endemicità e risorse naturali importanti quanto le foreste?», ha chiesto – come si legge nel rapporto – un membro della società civile.
MALCONTENTO POPOLARE
Il Madagascar ricaverà dalla realizzazione del progetto Ambatovy benefici economici diretti e indiretti, provenienti dai diritti di estrazione ma anche, ad esempio, dal miglioramento delle infrastrutture, dalle imposte sui redditi, dalle tasse di importazione. Le recenti vicende politiche del paese sfociate nella violenza, però, sono un segnale del malcontento popolare, che denuncia la mancanza di democrazia nelle pratiche del governo in carica. Soprattutto quanto all’equa distribuzione delle ricchezze. In fatto di accordi con governi poco democratici, la Sherritt ha almeno un precedente. In un articolo del Nuevo Herald, quotidiano statunitense in lingua spagnola, si legge che “1.350 ettari di costa registrano alti livelli di contaminazione a causa delle attività industriali legate allo smaltimento dei rifiuti tossici della miniera di nichel nel distretto di Holgium”, Cuba. A capo del progetto c’è Moa Nickel, una compagnia a capitale misto composta dal governo cubano e dalla Sherritt International. La quale sembra avere molto a cuore la sua immagine: in calce ai pochi articoli di denuncia sul progetto malgascio reperibili su internet, compaiono puntualmente le precisazioni della compagnia.
ACCORDO MENO ATTRAENTE
In questo quadro, parlare di sostenibilità ambientale o sociale è davvero difficile. D’altronde, quando si tratta di risorse naturali, l’intero continente africano appare un campionario di esempi di pessima governance, iniqua distribuzione delle ricchezze e sfruttamento ai danni delle popolazioni locali e dell’ambiente. Ma dalla pubblicazione su La Nuova Ecologia dell’articolo “Madagascar in svendita” sono intervenute alcune novità: pochi giorni fa la Sherritt ha annunciato che i costi del progetto, dalla stime iniziali, sono lievitati fino a 4,5 miliardi di dollari. La compagnia non esclude di arrivare alla vendita di parte del suo 40% del progetto. Per motivi simili, il piano che dava in concessione alla coreana Daewoo Logistics un’area di terreno agricolo grande come metà del Belgio, sarà ritardato: “Non abbiamo fretta. Il calo del prezzo del mais e le difficili condizioni finanziarie hanno reso l’accordo meno attraente”, ha dichiarato il responsabile del progetto Shin Dong-hyun alla Bbc. “L’attraente accordo” prevedeva la conversione della metà del terreno coltivabile della Repubblica malgascia alla produzione di mais e olio di palma. Destinati al mercato sudcoreano.
IL TRASFERIMENTO COME “SOLUZIONE FINALE”
Fino a prima dello scoppio della guerra, l’emigrazione in tutti i paesi disposti ad accogliere gli Ebrei fu il principio ispiratore della politica nazionalsocialista. Dall’introduzione delle leggi di Norimberga nel 1935 fino alla cosiddetta “Notte dei Cristalli” (nel 1938), i media nazisti alimentarono il clima d’odio nei confronti degli ebrei, con l’obiettivo di spingerli all’emigrazione, rendendo il Riech judenfrei (libero da ebrei).
In tal senso fu elaborato il cosiddetto: “Piano Madagascar”. Tale idea, presa in considerazione dai nazisti tra il ’38 e ’39, prevedeva di trasferire tutti gli ebrei nell’isola Madagascar, che all'epoca era una colonia francese, e creare una regione speciale.
In un articolo del 2008, scritto dallo staff di S.O.S Razzismo sull’argomento, si legge: L'idea (del piano n.d.r.) non era sorta dal nulla. Sin dal 1885 Paul de Lagarde, nel clima di acceso antisemitismo che animava la Francia di fine secolo, aveva proposto di deportare tutti gli ebrei europei in Madagascar. L'isola era stata vista anche come possibile luogo per risolvere problemi di sovrappopolazione. In questo senso tra il 1926 ed il 1927 se ne erano interessati sia i polacchi che i giapponesi. I polacchi avevano tanto seriamente considerato l'idea da spedire nel 1937 una commissione governativa per comprendere la fattibilità del progetto. Della commissione - oltre al presidente Mieczyslaw Lepecki - faceva parte anche Leon Alter presidente della Associazione Ebraica per l'Emigrazione. La commissione non espresse un parere unanime: secondo alcuni la grande isola avrebbe potuto ospitare al massimo 60.000 persone, secondo altri non più di 2.000. Ciononostante il governo polacco continuò ad esplorare questa possibilità in ulteriori colloqui con la Francia dalla quale il Madagascar dipendeva. Insomma, pare che l’idea fosse già radicata da tempo negli ambienti antisemiti europei. Lo ricordò anche Alfred Rosenberg in un articolo intitolato «Juden auf Madagaskar» (Ebrei in Madagascar) dove scrisse che già ad un congresso antiebraico di Budapest del 1927 fu trattata la questione di una futura evacuazione degli Ebrei dall’Europa, e in tale occasione per la prima volta affiorò la proposta di propagandare appunto il Madagascar come futuro domicilio degli Ebrei. Tale previsione doveva necessariamente considerare un accordo con il governo francese, che non fu mai raggiunto.Solo dopo la disfatta francese nella primavera del 1940, l’idea di trasferire il popolo ebraico sull’isola africana riprese corpo. La possibilità di inserire la questione ebraica in un eventuale trattato di pace venne presa seriamente in considerazione dagli alti vertici nazisti. Franz Rademacher, capo della sezione ebraica del ministero degli Esteri, stilò nel luglio del 1940 un memorandum per il ministro degli Esteri Von Ribbentrop intitolato "La questione giudaica nel trattato di pace". Nel documento, dopo una breve analisi della situazione politica e militare, si illustra in modo dettagliato la realizzazione del piano di trasferimento: Secondo il trattato di pace la Francia dovrà rendere disponibile l'isola del Madagascar per la risoluzione della questione ebraica e trasferire e rimborsare i circa 25.000 cittadini francesi che vivono lì. L'isola sarà trasferita sotto mandato tedesco. La baia di Diego Suarez e il porto di Antisirane, che sono di importanza strategica, diverranno basi navali tedesche (se la marina militare lo ritiene, queste basi navali saranno estese anche alle rade di Tamatave, Andevorante, Mananjara, etc.). In aggiunta a queste basi navali appropriate aree del paese verranno escluse dal territorio ebraico (Judenterritorium) per la costruzione di basi aeronautiche. La parte dell'isola non necessaria per gli scopi militari sarà posta sotto l'amministrazione di un governatore della polizia tedesca che sarà alle dipendenze del Reichsführer SS. Tolto questo, gli Ebrei avranno una propria amministrazione del territorio: i loro sindaci, la loro polizia, le loro poste, le loro ferrovie, etc. Gli ebrei saranno congiuntamente responsabili delle valuta dell'isola. A questo fine le loro precedenti risorse finanziarie in Europa saranno trasferite in uso ad una banca europea da istituire per lo scopo. Così che, siccome le risorse non sono sufficienti per pagare la terra che riceveranno e per acquistare in Europa i beni necessari per lo sviluppo dell'isola, gli Ebrei potranno ottenere crediti da questa stessa banca.Siccome il Madagascar sarà solo un mandato, gli Ebrei che ci vivranno non potranno acquisire la cittadinanza tedesca. D'altra parte, gli Ebrei deportati in Madagascar perderanno la cittadinanza dei paesi europei a partire dalla data di deportazione. Diverranno invece residenti del mandato del Madagascar.
Rademacher valuta anche la possibilità di utilizzare l’operazione a scopo propagandistico: La dimostrazione di generosità data dalla Germania nel permettere agli Ebrei una autonoma amministrazione culturale, economica, amministrativa e legale potrà essere usata a scopi propagandistici; potrà essere enfatizzato allo stesso tempo il nostro tedesco senso di responsabilità verso il mondo che proibisce di donare uno stato sovrano ad una razza che non ha avuto uno stato indipendente per migliaia di anni: questo richiede ancora il giudizio della storia.
Ovviamente il presupposto principale per la realizzazione del trasferimento degli ebrei era una rapida conclusione della guerra, sia con la Francia che con la Gran Bretagna. Il controllo sui mari di quest’ultima (soprattutto in punti chiave come lo stretto di Gibilterra e il Canale di Suez) rendeva nei fatti impossibile realizzare uno spostamento via nave di milioni di ebrei.
CAMBIO DI ROTTA
Furono la strenua resistenza inglese e l’apertura del fronte russo nel 1941, che fecero abbandonare ai tedeschi il “progetto Madagascar”. Le difficoltà create dalla guerra e le conquiste territoriali raggiunte durante la campagna di Russia, portarono ad un cambio di rotta radicale nella politica nazionalsocialista: la deportazione degli Ebrei europei nei territori orientali occupati dai Tedeschi. Questo cambiamento fu proposto il 22 agosto 1941 dall’SS-Sturmbannführer Carltheo Zeitschel, consigliere presso l’ambasciata tedesca a Parigi, in una nota redatta per l’ambasciatore Otto Abetz: La crescente conquista e occupazione dei vasti territori orientali potrebbe attualmente portare, in brevissimo tempo, il problema ebraico ad una soluzione definitiva e soddisfacente. Come risulta da un appello di tutta la stampa ebraica della Palestina agli Ebrei americani, nei territori da noi occupati nelle ultime settimane, specialmente in Bessarabia, risiedono oltre 6 milioni di Ebrei (27), cioè un terzo dell’ebraismo mondiale. Nel nuovo ordine dello spazio orientale bisognerebbe radunare in qualche modo questi 6 milioni di Ebrei dopo aver previamente delimitato per loro un territorio speciale. Ciò non dovrebbe costituire un problema troppo grande, anche se vi si aggiungessero gli Ebrei di tutti gli altri Stati europei e vi fossero deportati anche gli Ebrei attualmente rinchiusi nei ghetti di Varsavia, Litzmannstadt, Lublino, ecc. Per quanto riguarda i territori occupati, come Olanda, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Jugoslavia, Grecia, gli Ebrei potrebbero essere trasferiti nel nuovo territorio in trasporti di massa semplicemente con ordini militari; agli altri Stati si potrebbe raccomandare di seguire l’esempio e di mandare i loro Ebrei in questo territorio. Allora potremmo avere in brevissimo tempo un’Europa libera da Ebrei.
La realizzazione del Piano Madagascar fu abbandonato nei primi mesi del 1942. Una lettera informativa di Rademacher al delegato Harald Bielfeld del ministero degli Esteri in data 10 febbraio 1942 ne spiega le ragioni: Nell’agosto del 1940 Le consegnai per i Suoi atti il piano della soluzione finale della questione ebraica elaborato dal mio ufficio, secondo il quale, al trattato di pace, si doveva esigere dalla Francia l’isola di Madagascar, ma l’esecuzione pratica del compito doveva essere affidata al Reichsicherheitshauptamt. Conformemente a questo piano, il Gruppenführer Heydrich è stato incaricato dal Führer di attuare la soluzione della questione ebraica in Europa. La guerra contro l’Unione Sovietica ha frattanto offerto la possibilità di mettere a disposizione altri territori per la soluzione finale. Di conseguenza il Führer ha deciso che gli Ebrei non devono essere espulsi in Madagascar, ma all’Est. Perciò il Madagascar non deve più essere previsto per la soluzione finale.
La nuova politica nei confronti degli Ebrei fu comunicata in maniera ufficiale alla conferenza di Wannsee, organizzata in una villa fuori Berlino all’inizio del 1942. All’incontro parteciparono una quindicina di ufficiali nazisti che avevano il compito di trovare una soluzione definitiva alla “questione ebraica”. I dati, illustrati da Heydrich, parlavano di 11 milioni di ebrei. Nel corso della soluzione finale gli ebrei saranno instradati, sotto appropriata sorveglianza, verso l'Est, al fine di utilizzare il loro lavoro. Saranno separati in base al sesso. Quelli in grado di lavorare saranno condotti in grosse colonne nelle regioni di grandi lavori per costruire strade, e senza dubbio un grande numero morirà per selezione naturale. Coloro che resteranno, che certo saranno gli elementi più forti, dovranno essere trattati di conseguenza, perché rappresentano una selezione naturale, la cui liberazione dovrà essere considerata come la cellula germinale di un nuovo sviluppo ebraico.
Si passò quindi dall’idea di trasferire gli ebrei nel Madagascar a quella – sicuramente più fattibile – di convogliarli verso i territori occupati dell’Est europeo e sfruttarli come manodopera a costo zero.
NOTA
Per la giornata della Memoria non ho voluto fare il solito articolo ripetitivo sulla cosiddetta “soluzione Finale”. Come ho già detto, inizialmente la politica di discriminazione e persecuzione degli ebrei da parte dei nazionalsocialisti era impostata in modo differente; il culmine della persecuzione - cioè l’aberrante idea di eliminare totalmente il popolo ebraico - si sviluppò in una fase successiva, durante la guerra, ed è ancora oggi un argomento di dibattito tra gli storici. Ecco, piuttosto che soffermarsi sempre e solo sugli stessi aspetti (che però, intendiamoci, non vanno mai dimenticati) mi è sembrato giusto e interessante analizzare un aspetto poco noto nella storia della tragedia subita dal popolo ebraico
Luca Villa
(Fonti: Raul Hilberg ed i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia)
Animali artistici e biodiversità al Museo di scienze naturali
di Elena Romanello
Il Museo di scienze naturali di Torino in via Giolitti 36 inaugura il 28 gennaio alle 18 la mostra "Animali in arte, l'arca della biodiversità", dell'artista Maurizio Boscheri, che presenta cinquanta opere, tra realtà e fantasia, con protagonisti animali esotici e non. Maurizio Boscheri approda a Torino dopo aver raccolto consensi a Roma, Trento e Dubai, per il suo realismo fotografico e magico allo stesso tempo, per una pittura che pesca sia dall'arte della natura cinese e giapponese sia dai quadri dei naives e di Rosseau. La mostra rimarrà aperta fino al 27 febbraio prossimo, tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 19, biglietto cumulativo con le altre mostre e le collezioni permanenti.
Sempre il 28 gennaio alle 17 e 30 inizia un ciclo di conferenze che durerà fino al 17 giugno dedicato alla biodiversità. Venerdì si parlerà di "Come costruire una politica nazionale per la conservazione e perché", con Giuliano Tallone, direttore del parco nazionale del Circeo, con prima la proiezione del documentario greco "A place without people, un posto senza persone".
L'11 febbraio sarà di scena "Da un mare di pesci a un mare di meduse", con Ferdinando Boero dell'Università del Salento per parlare di un'emergenza del nostro mare, mentre il 4 marzo il fotografo della natura Francesco Tomasinelli racconterà della sua "Professione naturalista". Il 18 febbraio Trenton Garner della Zoological Society di Londra e il responsabile del Museo di scienze naturali di Torino Franco Andreone si occuperanno di "Anfibi sull'orlo di una crisi estintiva", animali tra i più importanti per l'equilibrio del nostro pianeta.
Meteorologia e clima invece di scena il 24 marzo con la ricercatrice ENI Alessandra Goria e il meteorologo Luca Mercalli con "Dopo Cancun, quale futuro per i negoziati sul cambiamento di clima?", mentre il 15 aprile i docenti di Zoologia Emilio Balletto e di Ecologia vegetale Consolata Siniscalco dell'Università di Torino parleranno de "La diversità vegetale e animale in Italia: conoscenza e conservazione".
Venerdì 22 aprile invece il docente dell'Università della Calabria Antonio T. Mingozzi e la responsabile del Progetto Lupo per la Regione Piemonte Francesca Marucco parleranno di "Quali specie per la conservazione?", mentre il 13 maggio il direttore scientifico del WWF Gianfranco Bologna parlerà de "Lo stato di un pianeta sotto pressione".
Ultimi due appuntamenti il 3 giugno alle 21 con la serata a cura di CinemAmbiente su "Biodiversità a sorpresa" il 17 giugno alle 21 con Steven Goodman del Museo di Scienze naturali di Chicago e da anni residente in Madagascar" che parlerà proprio di "Quale futuro per la varietà biologica del Madagascar?"
MADAGASCAR, L'ECOLOGIA ARRIVA NELLE SCUOLE
Il governo malgascio ha deciso di lanciare nelle scuole di tutto il Paese una campagna nazionale di sensibilizzazione sui temi dell'ambiente. In coincidenza con le celebrazioni della Giornata mondiale delle zone umide, prevista per il 2 febbraio, circa 400 allievi di 64 scuole primarie, 26 secondarie di primo grado e 10 di secondo grado parteciperanno a un concorso che prevede lo svolgimento del tema 'Le foreste: vitali per l'acqua e le zone umide'.
(AGIAFRO) -
(AGIAFRO) -
Madagascar: riaperto l'orfanotrofio a Mahajanga
Ha riaperto i battenti venerdì scorso l’orfanotrofio di Mangarivotra, a Mahajanga, nel Madagascar. A finanziare la ristrutturazione dell’edificio, che ospita minori in situazioni di disagio dagli anni ‘50, è stata la Chiesa ortodossa. La struttura potrà adesso accogliere una sessantina di orfani, riferisce la testata on line www.lexpressmada.com; attualmente i piccoli che vi sono accolti sono 13. L’orfanotrofio è stato interamente arredato e all’entrata è stato corredato di un apposito spazio per ricevere i bambini abbandonati e garantire l’anonimato ai genitori; si vuole evitare in questo modo che i neonati possano essere lasciati per strada o in luoghi malsani. Si tratta della prima struttura nel Madagascar ad essere dotata di questo tipo di congegno. L’idea del restauro dell’orfanotrofio è nata nel febbraio 2008, dopo la visita a Mahajanga del patriarca di Alessandria e di tutta l'Africa, Theodoros, che ha proposto il restauro dell’orfanotrofio. (T.C.)
MADACTION
Le Scuole
A 200 metri dall’ingresso nella foresta di Maromizaha si trova la scuola di Anevoka. La mattina attorno alle 7 i bambini con grembiule verde e cartella partono da casa portando ognuno 3-4 legnetti tra le mani. Sull’altopiano il clima può essere freddo, e certamente umido. La legna portata dai bambini serve ad accendere il fuoco per riscaldare la classe durante le ore di lezione.
Quaderni, libri, matite e colori sono beni di lusso: i più piccoli li adorano. È sufficiente un foglio bianco e una penna per iniziare un gioco fantastico e fare bellissimi disegni. Non sempre è possibile, per questoMadAction chiede il vostro aiuto.
Nel 2007 i bambini di quattro diverse scuole malgasce hanno disegnato i lemuri della foresta. Grazie al sostegno del Centro Tutela Specie Minacciate - Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), le loro opere sono diventate un piccolo libro illustrato che è stato venduto in Italia. I proventi hanno fornito alle scuole libri, quaderni, penne e matite per un anno.
Nella scuola di Anevoka, come nel resto del Paese, le classi sono costituite da 80-100 bambini. Il vostro aiuto può essere indispensabile per donare materiale di studio, ammodernare o costruire nuove classi o pagare il salario di un insegnante.
I villaggi
I confini della foresta di Maromizaha sono abitati da 300 famiglie: 4.000 persone suddivise in 7 villaggi. Lo stile di vita è molto semplice e quasi ovunque sono assenti i servizi di base. Quasi metà della popolazione è analfabeta e le abitazioni sono capanne di legno con tetti di foglie.
La maggior parte delle persone che abita questi piccoli paesi è dedito all’agricoltura (38%). Il 20% alleva maiali, polli, zebù, pesci e api. Il 14% produce carbone, il 5% fa il boscaiolo, il 12% commercia spezie e il 6% spacca le pietre. Uno degli abitanti ha l’incarico di guardia forestale.
L’organizzazione sociale è di tipo tradizionale con unTangalamena che è il capo del villaggio e deve appartenere a una famiglia di capi di cui è il discendente maschile.
Il Vavanjaka è il portaparola, colui che fa da tramite tra il capo e le persone e svolge anche il ruolo di consigliere.
I Ray aman-dreny sono gli anziani del villaggio, i saggi. Sono i primi a essere contattati per prendere decisioni e assicurare il buon funzionamento della vita sociale.
Il Fokolona è costituito dall’insieme della popolazione ed è considerato il principale motore della struttura sociale sul quale si appoggia la gerarchia dei capi.
“Ho seguito la mia coscienza che mi imponeva di alleviare le sofferenze che ho visto”: testimonianza di un medico volontario in Africa
Roma (Agenzia Fides) - “Non ci si può limitare a capire le cause della povertà in Africa, occorre agire” dice all’Agenzia Fides il dottor Luigi Bellini, fondatore del centro diagnostico medico “Le Samaritain”ad Antseranana, nel nord del Madagascar.
Il dottor Bellini spiega cosa lo ha spinto ad abbandonare l’Italia per dedicarsi a questa iniziativa: “Nel 1998 mi ero recato in Madagascar per una ricerca scientifica organizzata dall’Università di Napoli. Dovendo percorrete il Madagascar rurale, ho scoperto una realtà sociale di un Paese, che un amico archeologo ha definito dell’età del ferro. Ho avuto un impatto che mi ha profondamente segnato con le persone, con il clima, con le locuste di biblica memoria che nel sud falcidiano il 75% del raccolto di riso. Insomma un’esperienza sconvolgente, per cui al ritorno in Italia ho iniziato a riflettere su quello che avevo visto e vissuto”.
“Ho sentito quindi il dovere di fare qualcosa, lo definirei un impulso della coscienza” continua il dottor Bellini. “In un percorso che è durato alcuni anni ho progressivamente abbandonato le mie attività in Italia, il mio lavoro di ricerca all’Università e la collaborazione con l’Ente Spaziale Europeo per il controllo sugli astronauti. Con i risparmi raccolti durante una vita intera, in accordo con i miei figli, ho deciso di realizzare un centro diagnostico in Madagascar. Il centro, di 3mila metri quadrati, ha iniziato la sua attività nel 2007. Vi lavorano 22 medici e tecnici malgasci, che percepiscono un regolare stipendio, formati sia in Madagascar che presso ospedali e università italiane”.
“Questa struttura - spiega il ricercatore - offre assistenza del tutto gratuita al 35% dei pazienti ed ogni anno cerchiamo di accrescere la percentuale degli assistiti che non pagano nulla. I pazienti paganti pagano tariffe che per gli standard occidentali sono assolutamente ridicole. Ma il centro diagnostico da solo non basta. Stiamo dunque costruendo la prima clinica di maternità e di chirurgia del nord del Madagascar. Abbiamo iniziato la sua costruzione nel 2009, grazie anche ad un significativo contributo della Conferenza Episcopale Italiana”.
Il dottor Bellini descrive così la situazione del Madagascar: “a seguito della nota crisi politica il Prodotto Interno Lordo del Paese (uno dei più bassi del mondo) è diminuito del 6%. Il reddito medio pro capite è pari a 256 euro all’anno, circa 20 euro al mese. La mortalità infantile è del 17 per mille e quella per parto del 5 per mille. Sono valori altissimi. L’11% della popolazione è malata di tubercolosi, la malaria colpisce il 25% degli abitanti, pur essendo una malattia relativamente facile da combattere, in quanto basterebbe dotare la popolazione di zanzariere per ridurre del 50% la percentuale di persone colpite dalla malattia. Vi sono poi malattie parassitarie di ogni genere: il 38% della popolazione è afflitta da uno o più tipologie di queste malattie. Ma la malattia principale è la fame: il 63% della popolazione è sottopeso”.
Chiediamo infine al dottor Bellini, la sua impressione circa il ruolo della Chiesa nell’affrontare questa situazione. “Posso testimoniare, come persona libera, partita da posizioni laiche, che in Africa, dal punto di vista sociale, oltre alla Chiesa non esiste assolutamente nulla” afferma il medico. “Chiunque voglia agire per il bene delle popolazioni locali, se non entra nel tessuto connettivo rappresentato dalla Chiesa, non può fare nulla. Le stesse grandi ong sono spesso uno strumento delle politiche delle grandi potenze e non incidono nell’evoluzione sociale dei Paesi africani”. (L.M.) (Agenzia Fides
domenica 23 gennaio 2011
Mangwana...per chi non rimane a guardare!
MICROREALIZZAZIONI VARIE
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: maggio 2009
Stato del progetto: in corso.
Costo Totale: € 20810,00
Zona d’azione: Circoscrizioni di Manamisoa, Mahatamana, Ranomafana, Ambositra
Beneficiari diretti: 1000
Beneficiari indiretti: 5000
Partner: Comune di Pisa, Associazione Vanona, Regione Haute Matsiatra, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Cooperativa Terra Uomini e Ambiente, Compagnia Generale Trattori, Comunità montana Garfagnana
Realizzazione di corsi di formazione per miglioramento delle tecniche agricole, coltivazione di alberi da frutto, promozione di attività di allevamento, realizzazione di campi e granai comunitari, finanziamenti a gruppi per avvio attività con microcredito, acquisto di utensili e mezzi di trasporto tradizionali.
Obiettivi:
- a breve termine : Migliorare il quadro generale e le condizioni di vita della popolazione;
- a lungo termine : Promuovere uno sviluppo socio-economico endogeno e durevole;
CENTRO POLIFUNZIONALE FIANARANTSOA
Tue, Jan 4, 2011
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: gennaio 2010
Stato del progetto: in corso.
Costo Totale: € 35000,00
Beneficiari diretti: 3.350
Beneficiari indiretti: 15.000
Zona d’azione: Quartiere di Ankofafa, Fianarantsoa
Partner : Oto Mills, Iside s.r.l., Padana tubi, Elletre, All Winners Group, Nuovo Centro Benessere, Marchesi.
Acquisto di un terreno, costruzione ed arredamento di un Centro Polifunzionale.
Principali risultati attesi dalle attività svolte al suo interno:
maggiore possibilità di cure mediche, riduzione delle malattie legate all’uso improprio dell’acqua e a condizioni igieniche precarie, riduzione del tasso di mortalità infantile;
- riduzione dei casi di malnutrizione e garanzia di una gestione sostenibile delle risorse alimentari;
- aumento dell’alfabetizzazione e delle conoscenze per i giovani, valorizzazione dell’ arte e della creatività propria dei bambini come mezzo di comunicazione e promozione dell’individuo;
- acquisizione di una cultura endogena su diritti umani, civili di bambini e donne e salvaguardia ambientale;
- creazione di uno spirito di solidarietà tra diversi strati della società.libertà di espressione e accesso all’informazione, acquisizione di professionalità e competenze, incremento dell’occupazione giovanile, promozione dei diritti umani e valorizzazione del ruolo della donna all’interno della società.
ENFANTS CREATIFS
Tue, Jan 4, 2011
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: giugno 2009
Stato del progetto: in corso.
Costo Totale: € 15000,00
Beneficiari diretti: 750
Beneficiari indiretti: 5.000
Zona d’azione: Befeta, Ranomafana, Mahatamana, Manamisoa – Fianarantsoa
Partner : Regione Toscana, Regione Haute Matsiatra, Ass. Vanona, Provincia di Pisa, Provincia di Lucca, CNV Lucca
Programmi di alfabetizzazione.
Educazione non formale per bambini scolarizzati su tematiche come la salvaguardia ambientale, igiene e sanità, difesa dei diritti dei bambini attraverso attività ludiche ed artistiche. Realizzati percorsi nelle scuole ed incontri settimanali con gruppi di bambini non scolarizzati per promuovere la difesa dei loro diritti, in particolare quello allo studio, al termine del progetto i beneficiari hanno presentato sketch teatrali, canzoni, disegni nei quali hanno manifestato i loro diritti e riproposto i temi trattati durante l’anno. Realizzati corsi per avviamento al lavoro per i più grandi.
Obiettivi e risultati raggiunti: alfabetizzazione, responsabilizzazione dei bambini e dei genitori per la difesa dei diritti fondamentali, diminuzione dei casi di malattie dei bambini legate a problemi igienici. Valorizzazione del ruolo dei bambini all’interno della famiglia e delle capacità creative ed artistiche. Realizzato censimento e schede compilate da 300 bambini dalle quali emergono problematiche familiari, sociali, economiche ma anche sogni, passioni ed aspettative di vita.
VANONA
Thu, May 29, 2008
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: -
Termine lavori: -
Stato del progetto: in corso.
Costo totale del progetto: -
Il progetto è il risultato di anni di studi, ricerche ed attività coordinate dal Presidente dell’Associazione Vanona , Sig. Randriamarofara Delphin con il quale l’Associazione Italiana Mangwana collabora da oltre due anni per la realizzazione di un seminario internazionale, in rete con altre Associazioni ed Istituzioni, e come partner per il progetto in oggetto sia dal punto di vista finanziario sia per l’aspetto organizzativo e di coordinamento.
Gli obiettivi generali del progetto sono fondamentalmente quattro, di seguito elencati e comprensivi degli obiettivi specifici:
Promuovere un cittadino responsabile ed integro ( Vanona = Integrità );
Organizzarsi per impegnarsi al raggiungimento di una coscienza collettiva della comunità nello spirito del rispetto del bene comune e dell’interesse pubblico;
Garantire la salvaguardia dei diritti in un mondo pacifico, un quotidiano sano e rispettoso del suo ambiente;
Promuovere uno sviluppo socio economico e culturale endogeno ed equilibrato;
Il progetto è riassumibile in due fasi principali: la prima prevede un’azione di sensibilizzazione, studi e formazione dei quadri; la seconda un’azione di sviluppo socio-economico endogeno e durevole attraverso la realizzazione concreta di micro progetti pilota che siano emulabili ed auto sostenibili.
I beneficiari sono tutti gli abitanti delle regioni interessate al progetto direttamente (circa 3000 )e indirettamente per un totale potenziale di oltre 1 milione di abitanti nel lungo periodo.
MORINGA OLEIFERA
Madagascar, Progetti
Inizio progetto: 13 novembre 2007
Termine progetto: -
Stato del progetto: in corso.
Costo totale del progetto: 0 €
Il 13 novembre 2007 abbiamo piantato 270 semi della Moringa Oleifera; Cristien – che vanta 15 anni di esperienza agricolo forestale – si occuperà della crescita delle piantine fino ad un’altezza di 60cm annotando su un diario la vita della Moringa. In seguito le piantine, ormai autosufficenti verranno donate ad alcune tra le famiglie più povere del Fokontany di Andrakaja, altre all’ospedale psichiatrico di Ambohidratrimo e alle suore missionarie e contemplative di Anosysoa per la piccola mensa destinata a circa 90 bambini del quartiere appartenenti a famiglie con gravi disagi.
Albero da frutto
Origine: Regioni sub-himalaiane d’Agra e d’Oudh, Uttar Pradesh.
Aree di produzione: Africa tropicale, sud-est asiatico, pacifico e caraibi, america del sud e tutti i paesi tropicali e sub tropicali del mondo.
I primi fiori appaiono circa 11 mesi dopo la semina, la prima raccolta di frutti avviene circa due mesi dopo, la produzione annuale di frutti é ininterrotta.
Le foglie producono un humus che fertilizza il suolo.
Il succo derivato dalle foglie produce un ormone della crescita vegetale in grado di aumentare del 25% la produzione delle colture.
Caratteristiche nutrizionali
I frutti, le foglie e i fiori sono commestibili
Il frutto di Moringa contiene 2 volte le proteine del latte, 3 volte il potassio delle banane, 4 volte le vitamine A contenute nelle carote, 7 volte le vitamine C delle arance
Per i bambini da 1 a 3 anni 100g di foglie fresche o 50 g di frutta procurano circa la metà dei bisogni giornalieri di calcio, ferro, proteine, e un terzo del fabbisogno di potassio; il consume di 10g del frutto é sufficente a coprire il fabbisogno di vitamine A e C
Purificazione dell’acqua
Caratteristiche curative
Sono numerose, in particolare nelle patologia legate alla malnutrizione, oltre a febbre, cefalee, dolori articolari, dolori addominali, dissenteria, diarree, asma.
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: maggio 2009
Stato del progetto: in corso.
Costo Totale: € 20810,00
Zona d’azione: Circoscrizioni di Manamisoa, Mahatamana, Ranomafana, Ambositra
Beneficiari diretti: 1000
Beneficiari indiretti: 5000
Partner: Comune di Pisa, Associazione Vanona, Regione Haute Matsiatra, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Cooperativa Terra Uomini e Ambiente, Compagnia Generale Trattori, Comunità montana Garfagnana
Realizzazione di corsi di formazione per miglioramento delle tecniche agricole, coltivazione di alberi da frutto, promozione di attività di allevamento, realizzazione di campi e granai comunitari, finanziamenti a gruppi per avvio attività con microcredito, acquisto di utensili e mezzi di trasporto tradizionali.
Obiettivi:
- a breve termine : Migliorare il quadro generale e le condizioni di vita della popolazione;
- a lungo termine : Promuovere uno sviluppo socio-economico endogeno e durevole;
CENTRO POLIFUNZIONALE FIANARANTSOA
Tue, Jan 4, 2011
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: gennaio 2010
Stato del progetto: in corso.
Costo Totale: € 35000,00
Beneficiari diretti: 3.350
Beneficiari indiretti: 15.000
Zona d’azione: Quartiere di Ankofafa, Fianarantsoa
Partner : Oto Mills, Iside s.r.l., Padana tubi, Elletre, All Winners Group, Nuovo Centro Benessere, Marchesi.
Acquisto di un terreno, costruzione ed arredamento di un Centro Polifunzionale.
Principali risultati attesi dalle attività svolte al suo interno:
maggiore possibilità di cure mediche, riduzione delle malattie legate all’uso improprio dell’acqua e a condizioni igieniche precarie, riduzione del tasso di mortalità infantile;
- riduzione dei casi di malnutrizione e garanzia di una gestione sostenibile delle risorse alimentari;
- aumento dell’alfabetizzazione e delle conoscenze per i giovani, valorizzazione dell’ arte e della creatività propria dei bambini come mezzo di comunicazione e promozione dell’individuo;
- acquisizione di una cultura endogena su diritti umani, civili di bambini e donne e salvaguardia ambientale;
- creazione di uno spirito di solidarietà tra diversi strati della società.libertà di espressione e accesso all’informazione, acquisizione di professionalità e competenze, incremento dell’occupazione giovanile, promozione dei diritti umani e valorizzazione del ruolo della donna all’interno della società.
ENFANTS CREATIFS
Tue, Jan 4, 2011
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: giugno 2009
Stato del progetto: in corso.
Costo Totale: € 15000,00
Beneficiari diretti: 750
Beneficiari indiretti: 5.000
Zona d’azione: Befeta, Ranomafana, Mahatamana, Manamisoa – Fianarantsoa
Partner : Regione Toscana, Regione Haute Matsiatra, Ass. Vanona, Provincia di Pisa, Provincia di Lucca, CNV Lucca
Programmi di alfabetizzazione.
Educazione non formale per bambini scolarizzati su tematiche come la salvaguardia ambientale, igiene e sanità, difesa dei diritti dei bambini attraverso attività ludiche ed artistiche. Realizzati percorsi nelle scuole ed incontri settimanali con gruppi di bambini non scolarizzati per promuovere la difesa dei loro diritti, in particolare quello allo studio, al termine del progetto i beneficiari hanno presentato sketch teatrali, canzoni, disegni nei quali hanno manifestato i loro diritti e riproposto i temi trattati durante l’anno. Realizzati corsi per avviamento al lavoro per i più grandi.
Obiettivi e risultati raggiunti: alfabetizzazione, responsabilizzazione dei bambini e dei genitori per la difesa dei diritti fondamentali, diminuzione dei casi di malattie dei bambini legate a problemi igienici. Valorizzazione del ruolo dei bambini all’interno della famiglia e delle capacità creative ed artistiche. Realizzato censimento e schede compilate da 300 bambini dalle quali emergono problematiche familiari, sociali, economiche ma anche sogni, passioni ed aspettative di vita.
VANONA
Thu, May 29, 2008
Madagascar, Progetti
Inizio lavori: -
Termine lavori: -
Stato del progetto: in corso.
Costo totale del progetto: -
Il progetto è il risultato di anni di studi, ricerche ed attività coordinate dal Presidente dell’Associazione Vanona , Sig. Randriamarofara Delphin con il quale l’Associazione Italiana Mangwana collabora da oltre due anni per la realizzazione di un seminario internazionale, in rete con altre Associazioni ed Istituzioni, e come partner per il progetto in oggetto sia dal punto di vista finanziario sia per l’aspetto organizzativo e di coordinamento.
Gli obiettivi generali del progetto sono fondamentalmente quattro, di seguito elencati e comprensivi degli obiettivi specifici:
Promuovere un cittadino responsabile ed integro ( Vanona = Integrità );
Organizzarsi per impegnarsi al raggiungimento di una coscienza collettiva della comunità nello spirito del rispetto del bene comune e dell’interesse pubblico;
Garantire la salvaguardia dei diritti in un mondo pacifico, un quotidiano sano e rispettoso del suo ambiente;
Promuovere uno sviluppo socio economico e culturale endogeno ed equilibrato;
Il progetto è riassumibile in due fasi principali: la prima prevede un’azione di sensibilizzazione, studi e formazione dei quadri; la seconda un’azione di sviluppo socio-economico endogeno e durevole attraverso la realizzazione concreta di micro progetti pilota che siano emulabili ed auto sostenibili.
I beneficiari sono tutti gli abitanti delle regioni interessate al progetto direttamente (circa 3000 )e indirettamente per un totale potenziale di oltre 1 milione di abitanti nel lungo periodo.
MORINGA OLEIFERA
Madagascar, Progetti
Inizio progetto: 13 novembre 2007
Termine progetto: -
Stato del progetto: in corso.
Costo totale del progetto: 0 €
Il 13 novembre 2007 abbiamo piantato 270 semi della Moringa Oleifera; Cristien – che vanta 15 anni di esperienza agricolo forestale – si occuperà della crescita delle piantine fino ad un’altezza di 60cm annotando su un diario la vita della Moringa. In seguito le piantine, ormai autosufficenti verranno donate ad alcune tra le famiglie più povere del Fokontany di Andrakaja, altre all’ospedale psichiatrico di Ambohidratrimo e alle suore missionarie e contemplative di Anosysoa per la piccola mensa destinata a circa 90 bambini del quartiere appartenenti a famiglie con gravi disagi.
Albero da frutto
Origine: Regioni sub-himalaiane d’Agra e d’Oudh, Uttar Pradesh.
Aree di produzione: Africa tropicale, sud-est asiatico, pacifico e caraibi, america del sud e tutti i paesi tropicali e sub tropicali del mondo.
I primi fiori appaiono circa 11 mesi dopo la semina, la prima raccolta di frutti avviene circa due mesi dopo, la produzione annuale di frutti é ininterrotta.
Le foglie producono un humus che fertilizza il suolo.
Il succo derivato dalle foglie produce un ormone della crescita vegetale in grado di aumentare del 25% la produzione delle colture.
Caratteristiche nutrizionali
I frutti, le foglie e i fiori sono commestibili
Il frutto di Moringa contiene 2 volte le proteine del latte, 3 volte il potassio delle banane, 4 volte le vitamine A contenute nelle carote, 7 volte le vitamine C delle arance
Per i bambini da 1 a 3 anni 100g di foglie fresche o 50 g di frutta procurano circa la metà dei bisogni giornalieri di calcio, ferro, proteine, e un terzo del fabbisogno di potassio; il consume di 10g del frutto é sufficente a coprire il fabbisogno di vitamine A e C
Purificazione dell’acqua
Caratteristiche curative
Sono numerose, in particolare nelle patologia legate alla malnutrizione, oltre a febbre, cefalee, dolori articolari, dolori addominali, dissenteria, diarree, asma.
Prevenzione dei tumori femminili in Madagascar
E' stato firmato l'accordo tra Fondazione Akbaraly e Associazione Alfeo Corassori La Vita per Te, grazie al quale entrerà in funzione a pieno regime il Centro per la prevenzione dei tumori ginecologici del Madagascar, attivato grazie agli sforzi congiunti di una rete di soggetti tra cui l'associazione modenese. Saranno 10 mila nel solo 2011 i pap-test che, grazie alla formazione del personale malgascio organizata dai volontari, verranno eseguiti nel Paese.
Si è conclusa poco prima di Natale l’ennesima missione in Madagascar dell’Associazione modenese Alfeo Corassori – La Vita per Te. "Tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, compresi quelli più ambiziosi –ha detto soddisfatto il presidente dell’Associazione, il dott. Francesco Cimino- sono stati raggiunti perché ormai ne abbiamo la prova, loro ce lo insegnano, niente e’ impossibile se davvero lo vuoi e se non molli mai".
Accanto a tutti i progetti che ormai da anni l’Associazione segue in terra malgascia, questa ultima missione è stata fondamentale per sviluppare e far progredire il progetto di formazione e controllo qualità dei pap-test, un progetto che ha avuto un grande riscontro ed ha appassionato medici, operatori e soprattutto tante donne malgasce che si sono sottoposte, per la prima volta nella loro vita, alla visita. Sono stati eseguiti oltre 2.000 esami e purtroppo quasi il 25% sono risultati positivi. Un numero altissimo, ma che ci fa capire quanto sia stato importante portare anche questo progetto in terra malgascia: ora queste donne avranno la possibilità di curarsi e la maggior parte di loro si salverà.
Sono stati percorsi oltre 2000 km per curare la formazione del personale riservato agli esami dei pap-test (medici, infermiere, ostetriche) in due nuovi ospedali, Fandana e Sakalalina, e con quest'ultimo impegno saranno ben 5 gli ospedali che faranno parte della Rete Sanitaria diffusa sul territorio per fare diagnosi precoce per i tumori del collo dell'utero. Si prevede di eseguire nel 2011 sul territorio malgascio 10.000 pap-test.
Altro importante risultato, arrivato dopo un lungo lavoro di preparazione, è stata la firma dell’importantissimo accordo sul Primo Progetto Oncologico in Madagascar e in tutta l’Africa firmato dal Ministro della Sanità malgascio, dalla Dottoressa Cinzia Catalfamo, Presidente della prestigiosa Fondazione Akbaraly, dall'Arcivescovo di Fianarantsoa e dal Presidente dell’Associazione, il dott. Francesco Cimino.
Proprio anche in virtù di questo accordo a gennaio 2011 ha aperto il primo Centro Oncologico per la lotta dei tumori ginecologici presso l’Ospedale di Fianarantsoa, ospedale interamente costruito grazie ai fondi raccolti dall’Associazione. Il Centro sarà un progetto pilota per tutto il Madagascar e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) lo adotterà come modello per tutta l'Africa.
Nel corso di quest’ultima missione tutti hanno dato il meglio di se, dai professionisti (medici, ostetriche, fisioterapista, infermiera) ai “soldati semplici”. "Ci siamo lasciati invadere dalla voglia di esserci e di essere utili – ha concluso Cimino - mettendo in gioco specifiche conoscenze e semplici e innate qualità come la capacità di ascoltare, di abbracciare, di far divertire, di sorridere. Auguriamo a tutti la voglia di andare o tornare in Madagascar per lasciarci un pezzo del proprio cuore"
Si è conclusa poco prima di Natale l’ennesima missione in Madagascar dell’Associazione modenese Alfeo Corassori – La Vita per Te. "Tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, compresi quelli più ambiziosi –ha detto soddisfatto il presidente dell’Associazione, il dott. Francesco Cimino- sono stati raggiunti perché ormai ne abbiamo la prova, loro ce lo insegnano, niente e’ impossibile se davvero lo vuoi e se non molli mai".
Accanto a tutti i progetti che ormai da anni l’Associazione segue in terra malgascia, questa ultima missione è stata fondamentale per sviluppare e far progredire il progetto di formazione e controllo qualità dei pap-test, un progetto che ha avuto un grande riscontro ed ha appassionato medici, operatori e soprattutto tante donne malgasce che si sono sottoposte, per la prima volta nella loro vita, alla visita. Sono stati eseguiti oltre 2.000 esami e purtroppo quasi il 25% sono risultati positivi. Un numero altissimo, ma che ci fa capire quanto sia stato importante portare anche questo progetto in terra malgascia: ora queste donne avranno la possibilità di curarsi e la maggior parte di loro si salverà.
Sono stati percorsi oltre 2000 km per curare la formazione del personale riservato agli esami dei pap-test (medici, infermiere, ostetriche) in due nuovi ospedali, Fandana e Sakalalina, e con quest'ultimo impegno saranno ben 5 gli ospedali che faranno parte della Rete Sanitaria diffusa sul territorio per fare diagnosi precoce per i tumori del collo dell'utero. Si prevede di eseguire nel 2011 sul territorio malgascio 10.000 pap-test.
Altro importante risultato, arrivato dopo un lungo lavoro di preparazione, è stata la firma dell’importantissimo accordo sul Primo Progetto Oncologico in Madagascar e in tutta l’Africa firmato dal Ministro della Sanità malgascio, dalla Dottoressa Cinzia Catalfamo, Presidente della prestigiosa Fondazione Akbaraly, dall'Arcivescovo di Fianarantsoa e dal Presidente dell’Associazione, il dott. Francesco Cimino.
Proprio anche in virtù di questo accordo a gennaio 2011 ha aperto il primo Centro Oncologico per la lotta dei tumori ginecologici presso l’Ospedale di Fianarantsoa, ospedale interamente costruito grazie ai fondi raccolti dall’Associazione. Il Centro sarà un progetto pilota per tutto il Madagascar e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) lo adotterà come modello per tutta l'Africa.
Nel corso di quest’ultima missione tutti hanno dato il meglio di se, dai professionisti (medici, ostetriche, fisioterapista, infermiera) ai “soldati semplici”. "Ci siamo lasciati invadere dalla voglia di esserci e di essere utili – ha concluso Cimino - mettendo in gioco specifiche conoscenze e semplici e innate qualità come la capacità di ascoltare, di abbracciare, di far divertire, di sorridere. Auguriamo a tutti la voglia di andare o tornare in Madagascar per lasciarci un pezzo del proprio cuore"
Raffaella Carrà e ForumSaD insieme per sostenere a distanza 10.000 bambini nel mondo
200 milioni di bambini sotto i 5 anni rischiano la vita a causa della malnutrizione, secondo i dati UNICEF
Raffaella Carrà è la madrina della Campagna di solidarietà per il diritto al cibo, alla salute e all’istruzione di 10.000 bambini promossa dal Forum Permanente per il Sostegno a Distanza-ForumSaD e da 22 associazioni italiane che da anni operano sul campo con competenza e trasparenza. Proprio nel momento in cui la crisi economica globale tocca le nostre famiglie, possiamo meglio comprendere e condividere le difficoltà ancora maggiori di tanti bambini, donne e uomini che in diverse parti del mondo già erano in situazioni di esistenza precaria e adesso rischiano di non sopravvivere. ForumSaD riafferma e chiede l’applicazione della Carta dei Diritti dell’Uomo e degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, e si appella ai governi e alle istituzioni internazionali affinché vengano prese misure globali sull’emergenza umanitaria in corso. “Vogliamo, come cittadini del mondo, tracciare un percorso possibile, contribuendo a fornire, a migliaia di persone che vivono nei Paesi poveri, gli strumenti fondamentali per sostenersi con dignità: l’acqua, il cibo, le cure sanitarie, l’istruzione” spiega il presidente di ForumSaD, Vincenzo Curatola, che prosegue: “Invitiamo gli italiani a dare forza a chi è debole sottoscrivendo un sostegno a distanza perchè il cibo, la salute e l’istruzione non siano negati a nessuno”. 200 milioni di bambini sotto i 5 anni rischiano la vita a causa della malnutrizione secondo i dati UNICEF: “Non dobbiamo compiere l’errore di rassegnarci all’ineluttabilità di questi numeri: la strage degli innocenti si può evitare” ricorda Vincenzo Curatola. “Un piccolo contributo da parte di ogni cittadino, se adeguatamente investito, può garantire effetti benefici moltiplicatori per i bambini dei Paesi più poveri e per le loro comunità di riferimento. 1 euro al giorno in Italia ha il valore di un caffè al bar, in molti luoghi del mondo invece significa la possibilità di montare zanzariere antimalaria, reidratare un bimbo malato di diarrea, vaccinare una classe di piccoli scolari, nutrire una famiglia di contadini colpiti dalla siccità o dai monsoni, portare acqua potabile in un villaggio, garantire l’istruzione a un minore offrendogli la chance di affrancarsi da un futuro di miseria. In quell’euro passerà lo spartiacque tra la vita e la morte” conclude Curatola. Ciascuno dei 22 progetti promossi dalla Campagna incide concretamente e sensibilmente sulla qualità della vita dei 10.000 bambini sostenuti e delle loro famiglie, perché interviene in maniera diretta sui fattori fondamentali dello sviluppo di ogni comunità. Ogni progetto realizza azioni concrete: 7.590 bambini potranno andare a scuola, 590 bambini potranno curarsi dall'AIDS e dalla malaria, 920 potranno smettere di essere sfruttati come lavoratori e tornare a essere solo bambini. Questi, nel dettaglio, i settori di intervento:
ISTRUZIONE, attraverso la realizzazione di: Scuole di ogni ordine e grado (dalla materna alla superiore); fornitura del materiale scolastico; formazione dei docenti;
Dormitori e refettori per gli studenti che risiedono in villaggi lontani dalla scuola;
Corsi di formazione e avviamento al lavoro;
Attività d’informazione e sensibilizzazione rivolti agli adulti sui diritti dei bambini e degli adolescenti all’istruzione e sulle norme igieniche di prevenzione ACCOGLIENZA, attraverso la realizzazione di: Centri sociali per lo svolgimento di attività comunitarie, corsi di formazione;
Case famiglia per l’accoglienza di bambini orfani o abbandonati, vittime di lavoro minorile e/o sfruttamento sessuale;
Mense e centri nutrizionali per il sostegno di bambini malnutriti o denutriti.
SALUTE, attraverso la realizzazione di:Ospedali; Ambulatori medici; Centri di riabilitazione fisica; Centri di accoglienza per malati di Aids; Laboratori per la costruzione di protesi e scarpe ortopediche;
Zanzariere e incontri di formazione per insegnarne il corretto uso unitamente alle norme igieniche quotidiane di prevenzione della malaria.
INFRASTRUTTURE, attraverso la realizzazione di: Pozzi per l’approvvigionamento di acqua potabile e sicura;
Abitazioni per l’accoglienza e il sostegno ai nuclei familiari (prevenzione dell’abbandono minorile).
LE ASSOCIAZIONI ADERENTI L’Istituto Italiano della Donazione ha verificato i requisiti richiesti alle 21 associazioni i cui progetti vengono promossi con la Campagna, che sono: Abbà (Milano), Amici del Madagascar (Varese), Assisi solidale con i bambini, Azione per Famiglie Nuove (Roma), Bhalobasa (Pisa), Cefa (Bologna) Cifa (Torino), Ecpat (Roma), Energia per i diritti umani (Roma), Il Sole (Como), Insieme si può… (Belluno), Intervita (Milano), L’Africa chiama (Fano) L’Albero della vita (Milano), Mais (Torino), Nutriaid (Torino), Più Vita (Roma), Reach Italia (Milano), SoS diritti umani (Roma), Time for Africa (Udine)Tu ed Io insieme (Lamezia Terme),Volontari Dokita (Roma) PARTNER La Campagna può contare sulla partnership di istituzioni e soggetti privati, tra i quali: ELSAD ( Enti Locali per il Sostegno a Distanza) - SEGRETARIATO SOCIALE RAI - CONSIGLIO NAZIONALE ORDINE NAZIONALE DEI COMMERCIALISTI UNIVERSITA’ DI ROMA TRE - ISTITUTO ITALIANO DELLA DONAZIONE - AGENZIA REDATTORE SOCIALE - CIRCUITO RADIO MARCONI (GRUPPO SAN PAOLO) TELENOVA (GRUPPO SAN PAOLO)
Raffaella Carrà è la madrina della Campagna di solidarietà per il diritto al cibo, alla salute e all’istruzione di 10.000 bambini promossa dal Forum Permanente per il Sostegno a Distanza-ForumSaD e da 22 associazioni italiane che da anni operano sul campo con competenza e trasparenza. Proprio nel momento in cui la crisi economica globale tocca le nostre famiglie, possiamo meglio comprendere e condividere le difficoltà ancora maggiori di tanti bambini, donne e uomini che in diverse parti del mondo già erano in situazioni di esistenza precaria e adesso rischiano di non sopravvivere. ForumSaD riafferma e chiede l’applicazione della Carta dei Diritti dell’Uomo e degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, e si appella ai governi e alle istituzioni internazionali affinché vengano prese misure globali sull’emergenza umanitaria in corso. “Vogliamo, come cittadini del mondo, tracciare un percorso possibile, contribuendo a fornire, a migliaia di persone che vivono nei Paesi poveri, gli strumenti fondamentali per sostenersi con dignità: l’acqua, il cibo, le cure sanitarie, l’istruzione” spiega il presidente di ForumSaD, Vincenzo Curatola, che prosegue: “Invitiamo gli italiani a dare forza a chi è debole sottoscrivendo un sostegno a distanza perchè il cibo, la salute e l’istruzione non siano negati a nessuno”. 200 milioni di bambini sotto i 5 anni rischiano la vita a causa della malnutrizione secondo i dati UNICEF: “Non dobbiamo compiere l’errore di rassegnarci all’ineluttabilità di questi numeri: la strage degli innocenti si può evitare” ricorda Vincenzo Curatola. “Un piccolo contributo da parte di ogni cittadino, se adeguatamente investito, può garantire effetti benefici moltiplicatori per i bambini dei Paesi più poveri e per le loro comunità di riferimento. 1 euro al giorno in Italia ha il valore di un caffè al bar, in molti luoghi del mondo invece significa la possibilità di montare zanzariere antimalaria, reidratare un bimbo malato di diarrea, vaccinare una classe di piccoli scolari, nutrire una famiglia di contadini colpiti dalla siccità o dai monsoni, portare acqua potabile in un villaggio, garantire l’istruzione a un minore offrendogli la chance di affrancarsi da un futuro di miseria. In quell’euro passerà lo spartiacque tra la vita e la morte” conclude Curatola. Ciascuno dei 22 progetti promossi dalla Campagna incide concretamente e sensibilmente sulla qualità della vita dei 10.000 bambini sostenuti e delle loro famiglie, perché interviene in maniera diretta sui fattori fondamentali dello sviluppo di ogni comunità. Ogni progetto realizza azioni concrete: 7.590 bambini potranno andare a scuola, 590 bambini potranno curarsi dall'AIDS e dalla malaria, 920 potranno smettere di essere sfruttati come lavoratori e tornare a essere solo bambini. Questi, nel dettaglio, i settori di intervento:
ISTRUZIONE, attraverso la realizzazione di: Scuole di ogni ordine e grado (dalla materna alla superiore); fornitura del materiale scolastico; formazione dei docenti;
Dormitori e refettori per gli studenti che risiedono in villaggi lontani dalla scuola;
Corsi di formazione e avviamento al lavoro;
Attività d’informazione e sensibilizzazione rivolti agli adulti sui diritti dei bambini e degli adolescenti all’istruzione e sulle norme igieniche di prevenzione ACCOGLIENZA, attraverso la realizzazione di: Centri sociali per lo svolgimento di attività comunitarie, corsi di formazione;
Case famiglia per l’accoglienza di bambini orfani o abbandonati, vittime di lavoro minorile e/o sfruttamento sessuale;
Mense e centri nutrizionali per il sostegno di bambini malnutriti o denutriti.
SALUTE, attraverso la realizzazione di:Ospedali; Ambulatori medici; Centri di riabilitazione fisica; Centri di accoglienza per malati di Aids; Laboratori per la costruzione di protesi e scarpe ortopediche;
Zanzariere e incontri di formazione per insegnarne il corretto uso unitamente alle norme igieniche quotidiane di prevenzione della malaria.
INFRASTRUTTURE, attraverso la realizzazione di: Pozzi per l’approvvigionamento di acqua potabile e sicura;
Abitazioni per l’accoglienza e il sostegno ai nuclei familiari (prevenzione dell’abbandono minorile).
LE ASSOCIAZIONI ADERENTI L’Istituto Italiano della Donazione ha verificato i requisiti richiesti alle 21 associazioni i cui progetti vengono promossi con la Campagna, che sono: Abbà (Milano), Amici del Madagascar (Varese), Assisi solidale con i bambini, Azione per Famiglie Nuove (Roma), Bhalobasa (Pisa), Cefa (Bologna) Cifa (Torino), Ecpat (Roma), Energia per i diritti umani (Roma), Il Sole (Como), Insieme si può… (Belluno), Intervita (Milano), L’Africa chiama (Fano) L’Albero della vita (Milano), Mais (Torino), Nutriaid (Torino), Più Vita (Roma), Reach Italia (Milano), SoS diritti umani (Roma), Time for Africa (Udine)Tu ed Io insieme (Lamezia Terme),Volontari Dokita (Roma) PARTNER La Campagna può contare sulla partnership di istituzioni e soggetti privati, tra i quali: ELSAD ( Enti Locali per il Sostegno a Distanza) - SEGRETARIATO SOCIALE RAI - CONSIGLIO NAZIONALE ORDINE NAZIONALE DEI COMMERCIALISTI UNIVERSITA’ DI ROMA TRE - ISTITUTO ITALIANO DELLA DONAZIONE - AGENZIA REDATTORE SOCIALE - CIRCUITO RADIO MARCONI (GRUPPO SAN PAOLO) TELENOVA (GRUPPO SAN PAOLO)
Lottomatica, GTECH realizzerà nuova lotteria online in Madagascar
(Teleborsa) - Roma, 11 gen - GTECH Corporation, controllata di Lottomatica Group S.p.A., ha firmato i contratti con un consorzio di aziende per la fornitura della tecnologia, delle apparecchiature e dei servizi informatici finalizzati alla realizzazione di una nuova lotteria online in Madagascar. Lo si legge in una nota.
Del consorzio con cui sono stati sottoscritti i contratti, fanno parte la Lotwin Investments Ltd e le sue controllate Reel Mada SA, Lottotech Management Ltd, Damalot Technical Services Ltd e Gamlot Technologies Ltd.
Grazie a una serie di accordi contrattuali con Société d'Exploitation de Loterie, Reel Mada e le sue affiliate sono state autorizzate a gestire una lotteria online in Madagascar. Société d'Exploitation de Loterie è una società a prevalente partecipazione pubblica, costituita per gestire direttamente o tramite terzi le lotterie nell'isola.
"GTECH è lieta di fornire la tecnologia, l'assistenza e i servizi per sviluppare i giochi necessari per realizzare una lotteria online in Madagascar", ha dichiarato il CEO di GTECH Jaymin B. Patel. "Forniremo una piattaforma per lotterie tra le migliori al mondo e alcune soluzioni concepite specificamente per il mercato del Madagascar. Esiste già un rapporto di grande collaborazione con Lotwin e le sue controllate e non vediamo l'ora di lavorare con loro per questo nuovo progetto".
"Dopo il lavoro svolto con successo per Loterie Nationale, l'anno scorso, alle isole Mauritius, GTECH era la scelta più logica come fornitore di tecnologie e assistenza per il nostro progetto in Madagascar", ha dichiarato il CEO di Lotwin, Jean-Pierre Desbiens. "Vogliamo garantire un lancio altrettanto di successo in Madagascar, e siamo sicuri che GTECH saprà offrirci le migliori soluzioni".
In base ai termini dell'accordo per la dotazione delle apparecchiature necessarie per la lotteria, GTECH fornirà un sistema centrale di gioco basato sulla sua soluzione Enterprise Series, oltre a 1.020 terminali per lotterie Altura che verranno collegati al sistema centrale. Il centro principale per la gestione dei dati, e quello di backup, saranno entrambi situati alle Mauritius.
Grazie ad un accordo per la fornitura continuativa di tecnologia e di assistenza, GTECH offrirà supporto tecnico per lo sviluppo del software e dei giochi. Si prevede che il sistema diventi operativo a febbraio, con il lancio di un primo gioco con premio settimanale
Orchidays: la Casa delle Farfalle dedica 9 giorni alle orchidee
Casa delle Farfalle di Bordano (UD), dove nell’habitat di foreste pluviali tropicali dell’Africa, Asia e Amazzonia, le farfalle volano libere, stanno per arrivare altre specie del mondo vegetale ad incantare i vistatori per la loro bellezza ed eleganza: le orchidee, prime donne del mondo vegetale.
La Casa delle Farfalle, un giardino tropicale di oltre 1000 mq che rappresenta la serra più grande in Italia, ospiterà dal 30 maggio al 7 giugno Orchidays, una mostra tematica dedicata alle orchidee per conoscere e venire a contatto con rari esemplari tropicali di questo fiore.
Il percorso si snoda in mezzo a centinaia di specie botaniche e di ibridi, accompagnato da pannelli didattici utili per conoscere biologia e strategie riproduttive delle orchidee. In più, un po’ di storia e curiosità su questo fiore dai mille misteri faranno da cornice al percorso dei visitatori.
Tra gli incontri in programma segnaliamo “Orchidee, Darwin, Farfalle e coevoluzione”, dedicato alla riproduzione di alcune orchidee solo grazie ad una o poche specie di insetti impollinatori, portando all’evoluzione di fiori e farfalle estremamente specializzati. Alcune specie di orchidee hanno evoluto sistemi di dispersione del polline che coinvolgono una o poche specie di insetti: è il caso della relazione tra l’orchidea cometa e la farfalla sfinge del Madagascar, due specie che per esistere necessitano l’una dell’altra, in quanto la forma del nettario dell’orchidea e quella della spititromba della farfalla si adattano perfettamente tra di loro, rappresentando un notevole esempio di coevoluzione.
Il secondo incontro verte sul mimetismo in natura e sulla capacità delle orchidee di mimetizzarsi: “Fiori che ingannano: il mimetismo delle orchidee”. Alcune specie di orchidee, tra cui l’orchidea Ophyris, fingono di essere insetti femmine per attirare i maschi i quali, tentando di accoppiarsi con i fiori, ne disperderanno il polline. Segnalo anche un mini laboratorio sulla coltivazione delle orchidee, per imparare tutte le tecniche ed i segreti per provare a coltivare le prime donne della natura a casa propria. Ci avete mai provato?
ANGRAECUM
Angraecum è il genere più conosciuto tra le orchidee africane e comprende più di 200 specie, che variano dai pochi cm di altezza a piante di grandi dimensioni. Sono orchidee monopodiali e quindi prive di pseudobulbi. Hanno tutte fiori più o meno a forma di stella di colore dal bianco al verdognolo, alcune presentano sfumature rosate o rossiccie. Vogliono una buona luminosità, più o meno come le Cattleya e crescono bene con temperature da medie a calde. Non presentano periodi di riposo, quindi è bene tenerle umide tutto l'anno. Angraecum sesquipedale: l'orchidea "Stella di Betlemme" porta dei bellissimi fiori cerati di colore bianco/verde di 17 cm e più, a forma di stella, con uno sperone lungo oltre 30 cm. Questa orchidea originaria del Madagascar è forse la più bella del genere e sicuramente la più conosciuta. Lo stesso Charles Darwin ha contribuito alla notorietà di questa specie con i suoi studi. Osservando i suoi fiori, arrivò alla conclusione che doveva esistere una qualche farfalla (a quel tempo sconosciuta) dotata di una proboscide di almeno trenta centimetri capace di arrivare al poco nettare presente in fondo al lungo sperone, affinché il fiore potesse essere impollinato. Questa farfalla è stata scoperta molti anni dopo ed è una falena notturna, la cui sopravvivenza è legata alla presenza dell'A. sesquipedale nell'ambiente naturale. La distruzione delle foreste del Madagascar e la raccolta che viene fatta di questa pianta per fini commerciali sta condannando all'estinzione la falena, e di conseguenza, la scomparsa dal suo habitat naturale dell'orchidea cometa. Infatti, sescompare la farfalla, questa pianta non può riprodursi, e se scompare la nostra orchidea, la farfalla non può nutrirsi. Se anche l'A. sesquipedale continuerà a far mostra di sé in serre di mezzo mondo, la Xanthopan morgani praedicta (questo è il nome della falena), che non ha la fortuna di essere apprezzata come un'orchidea, rischia l'estinzione.
L'Angraecum sesquipedale ha bisogno di buona luce ed un'alta umidità ambientale, con temperature medio-calde. Visto che saltuariamente emette nuove vegetazioni dal fusto, queste possono essere separate appena avranno emesso qualche radice. Se il fusto diventa molto alto e ingombrante (è una pianta abbastanza grande, con foglie carnose larghe una decina di cm e lunghe fino a 50/60 cm) è possibile dividerlo a metà, avendo l'accortezza di lasciare alcune radici anche alla parte superiore. Angraecum distichum: è una pianta completamente differente da quella appena descritta. Presenta piccole foglie alternate e serrate di circa mezzo centimetro, formando delle trecce ricadenti lunghe dai 10 ai 20 centimetri. In primavera-estate si ricopre di piccoli fiorellini (più o meno mezzo cm) bianchissimi. Vuole il caldo ed un'alta umidità ambientale. Angraecum eburneum: presenta una vegetazione assai simile all'A sesquipedale, con foglie coriacee di 60 cm ed alto fino ad 1,5/2 metri. Le spighe fiorali portano anche 20 fiori di 6-7 cm, verdi con labello bianco che presentano uno sperone di una decina di centimetri. Da coltivare in serra temperata-calda. Anche questa proviene dal Madagascar.
Rouge Madame, nuova creazione Ladurèe per San Valentino
In occasione di San Valentino 2011 la nota pasticceria parigina Ladurèe ha intenzione di lanciare sul mercato un nuovo tipo di macarons, realizzato esclusivamente per la festa degli innamorati. I macarons Ladurèe, dolcetti multicolori morbidi all’interno e croccanti all’esterno, sono fra le creazioni piùfamose e apprezzate della pasticceria, che spesso crea alcune originali versioni di questo gustoso dolcetto, affidandosi anche all’aiuto di personaggi importanti come il celebre fashion designer John Galliano.
Molto spesso la patisserie francese Ladurèe, crea i suoi deliziosi dolcettiispirandosi alle stagioni e alle mode del momento, realizzando creazioni molto originali ed esclusive come ad esempio i macarons rosa ripieni allo zenzero realizzati per celebrare il lancio del profumo “Parlez-moi d’Amour di John Galliano.
Per San Valentino 2011 Ladurèe ha pensato di realizzare qualcosa di moltospeciale per tutti gli innamorati, un nuovo dolcetto dal nome molto affascinante, il “Rouge Madame”. Questo nuovo macaron, dal brillantecolore rosso rubino scelto per richiamare alla mente l’amore e la passione, ha un delicato gusto di fiori e frutti combinati insieme in maniera insolita e armoniosa.
Anche il packaging di questa nuova creazione Ladurèe, che ha aperto una filiale anche a Milano, è totalmente nuovo e prezioso: una confezione da collezione decorata con un ferro di cavallo ed un cuore d’oro, che ricorda unoscrigno portafortuna.
Sempre per gli innamorati, c’è la scatola “Rouge for Love” che contiene al suo interno sei cioccolatini neri amari, creati con cioccolato del Madagascar, nougatine e fave di cacao schiacciate, ricoperti di squisito cioccolato nero.
Il Madagascar farà 5 nuovi parchi nazionali per difendere la sua biodiversità sempre più in pericolo
LIVORNO. Guy Suzon Ramangason, direttore generale del Madagascar national parcs (Mnp), ha annunciato che nel 2011 saranno istituiti 5 nuovi parchi nazionali: «La creazione di questi 5 nuovi parchi nazionali sarà accompagnata da un piano di salvaguardia che servirà come strumento non solo per rafforzare il convolgimento diretto delle comunità dei dintorni dei parchi nazionali ma anche per proteggere i loro interessi. I cinque nuovi parchi nazionali malgasci riguardano la réserve naturelle intégrale de Lokobe (nel sud-est dell'isola di Nosy Be, nel nord del Madagascar), l' île de Nosy Hara (nord) l' île Nosy Tanikely (un isolotto di Nosy Be) e la réserve intégrale de Bemaraha (nel Madagascar centro-occidentale), e si estenderanno su una superficie di circa 150.000 ettari. L'ultimo nuovo parco dovrebbe essere istituito nella forêt de Mikea (nel sud della "grande île"), dove vivono popolazioni autoctone e che si estende su una superficie di 371.340 ettari in 15 communes. Il Madagascar national parcs è nato nel 1990, ed è riconosciuto come «Assistente dei poteri pubblici allo scopo di promuovere la politica di gestione della biodiversità, ed attuare la strategia della conservazione e dello sviluppo al livello delle aree protette». Si tratta di un'associazione di diritto privato che è stata riconosciuta d'utilità pubblica con un decreto del 1991 e che garantisce la conservazione e la gestione sostenibile e razionale della rete nazionale di parchi nazionali e riserve del Madagascar. Ma sarebbe meglio dire che dovrebbe garantire la gestione e la conservazione, visto il vero e proprio assalto che subiscono le aree protette del Madagascar e il massacro di risorse e biodiversità uniche al mondo prodotto dal bracconaggio, dal taglio abusivo di legname pregiato e dalla produzione di carbone da legna che serve alle poverissime comunità locali per sostenersi. Il compito del Madagascar National Parcs resta comunque «Quello della tutela, dell'educazione ambientale, della valorizzazione dell'ecoturismo e della scienza e della divisione equa dei vantaggi generati dalle superfici protette con la popolazione vicina». Il Consiglio d'amministrazione, formato di 9 membri, è presieduto dal ministro incaricato dell'Ambiente o il suo rappresentante. I 6 membri del Consiglio sono nominati secondo le loro competenze. L'Assemblea generale elegge gli altri due. L'associazione si dovrebbe, in una situazione difficilissima, occupare della protezione degli ecosistemi nelle aree protette messi in pericolo dalla fame dei poveri e soprattutto da criminali con mezzi ed appoggi politici molto più estesi. Il Madagascar è un vero è proprio scrigno di biodiversità: «La fauna e la flora malgasce possiedono un tasso di endemicità molto elevato: il 80% delle specie animali ed il 90% della vegetazione esistono soltanto sull'isola - dice il Madagascar national parcs - Su scala mondiale, Madagascar è rappresentativo di una megadiversità impressionante. In effetti, Madagascar, isola dell'Oceano Indiano Occidentale (COI) fa parte dei 34 hot-spots della biodiversità mondiale. È un'etichetta piuttosto gloriosa perche fa della Grande Isola una delle regioni più importanti in termini di habitat e di specie rari. La conservazione di queste ricchezze naturali è così inserita nell'agenda internazionale». Ogni anno, il costo del deterioramento ambientale in Madagascar si stima tra i 100 e 290 milioni di dollari, secondo gli studi fatti per preparare il Piano d'azione ambientale. Il disboscamento rappresenta il 75% di questa perdita. Il 15% si deve al fenomeno dell'erosione che indebolisce la produzione agricola e pastorale.
È in questo contesto di emergenza il Madagascar National Parks cerca di salvaguardare risorse naturali la cui sopravvivenza dipende ormai in gran parte dalla volontà politica e dall'emergere di un ecoturismo solido e durevole che coinvolga le popolazioni locali.
mercoledì 19 gennaio 2011
Design, speciale arazzo in seta di ragno
The American Museum of Natural History ha presentato a New York, qualcosa di mai visto prima: un prezioso arazzo realizzato completamento con seta di ragno.
Un lavoro particolarmente lungo e faticoso che ha impiegato diversi tessitori in Madagascar per lavorare a questo prezioso prodigio presentato proprio di recente a New York. Quattro lunghi anni di lavoro, ma alla fine il risultato è stato davvero eccellente.
Il colore è di un oro raggiante, esattamente il colore naturale del bozzo di questo di tipologia di ragno Nephila, specie che si trova in varie parti del mondo.
Per produrre questo affascinante panno “d’oro” sono state impiegate oltre 70 persone che hanno trascorso i precedenti quattro anni a raccogliere questa specie di ragni in Madagascar. A lavorare poi materialmente all’arazzo un’altra dozzina di lavoratori. I ragni, se questo può rassicurarvi, sono stati rimessi tutti in libertà.
Iscriviti a:
Post (Atom)