domenica 23 gennaio 2011
Orchidays: la Casa delle Farfalle dedica 9 giorni alle orchidee
Casa delle Farfalle di Bordano (UD), dove nell’habitat di foreste pluviali tropicali dell’Africa, Asia e Amazzonia, le farfalle volano libere, stanno per arrivare altre specie del mondo vegetale ad incantare i vistatori per la loro bellezza ed eleganza: le orchidee, prime donne del mondo vegetale.
La Casa delle Farfalle, un giardino tropicale di oltre 1000 mq che rappresenta la serra più grande in Italia, ospiterà dal 30 maggio al 7 giugno Orchidays, una mostra tematica dedicata alle orchidee per conoscere e venire a contatto con rari esemplari tropicali di questo fiore.
Il percorso si snoda in mezzo a centinaia di specie botaniche e di ibridi, accompagnato da pannelli didattici utili per conoscere biologia e strategie riproduttive delle orchidee. In più, un po’ di storia e curiosità su questo fiore dai mille misteri faranno da cornice al percorso dei visitatori.
Tra gli incontri in programma segnaliamo “Orchidee, Darwin, Farfalle e coevoluzione”, dedicato alla riproduzione di alcune orchidee solo grazie ad una o poche specie di insetti impollinatori, portando all’evoluzione di fiori e farfalle estremamente specializzati. Alcune specie di orchidee hanno evoluto sistemi di dispersione del polline che coinvolgono una o poche specie di insetti: è il caso della relazione tra l’orchidea cometa e la farfalla sfinge del Madagascar, due specie che per esistere necessitano l’una dell’altra, in quanto la forma del nettario dell’orchidea e quella della spititromba della farfalla si adattano perfettamente tra di loro, rappresentando un notevole esempio di coevoluzione.
Il secondo incontro verte sul mimetismo in natura e sulla capacità delle orchidee di mimetizzarsi: “Fiori che ingannano: il mimetismo delle orchidee”. Alcune specie di orchidee, tra cui l’orchidea Ophyris, fingono di essere insetti femmine per attirare i maschi i quali, tentando di accoppiarsi con i fiori, ne disperderanno il polline. Segnalo anche un mini laboratorio sulla coltivazione delle orchidee, per imparare tutte le tecniche ed i segreti per provare a coltivare le prime donne della natura a casa propria. Ci avete mai provato?
ANGRAECUM
Angraecum è il genere più conosciuto tra le orchidee africane e comprende più di 200 specie, che variano dai pochi cm di altezza a piante di grandi dimensioni. Sono orchidee monopodiali e quindi prive di pseudobulbi. Hanno tutte fiori più o meno a forma di stella di colore dal bianco al verdognolo, alcune presentano sfumature rosate o rossiccie. Vogliono una buona luminosità, più o meno come le Cattleya e crescono bene con temperature da medie a calde. Non presentano periodi di riposo, quindi è bene tenerle umide tutto l'anno. Angraecum sesquipedale: l'orchidea "Stella di Betlemme" porta dei bellissimi fiori cerati di colore bianco/verde di 17 cm e più, a forma di stella, con uno sperone lungo oltre 30 cm. Questa orchidea originaria del Madagascar è forse la più bella del genere e sicuramente la più conosciuta. Lo stesso Charles Darwin ha contribuito alla notorietà di questa specie con i suoi studi. Osservando i suoi fiori, arrivò alla conclusione che doveva esistere una qualche farfalla (a quel tempo sconosciuta) dotata di una proboscide di almeno trenta centimetri capace di arrivare al poco nettare presente in fondo al lungo sperone, affinché il fiore potesse essere impollinato. Questa farfalla è stata scoperta molti anni dopo ed è una falena notturna, la cui sopravvivenza è legata alla presenza dell'A. sesquipedale nell'ambiente naturale. La distruzione delle foreste del Madagascar e la raccolta che viene fatta di questa pianta per fini commerciali sta condannando all'estinzione la falena, e di conseguenza, la scomparsa dal suo habitat naturale dell'orchidea cometa. Infatti, sescompare la farfalla, questa pianta non può riprodursi, e se scompare la nostra orchidea, la farfalla non può nutrirsi. Se anche l'A. sesquipedale continuerà a far mostra di sé in serre di mezzo mondo, la Xanthopan morgani praedicta (questo è il nome della falena), che non ha la fortuna di essere apprezzata come un'orchidea, rischia l'estinzione.
L'Angraecum sesquipedale ha bisogno di buona luce ed un'alta umidità ambientale, con temperature medio-calde. Visto che saltuariamente emette nuove vegetazioni dal fusto, queste possono essere separate appena avranno emesso qualche radice. Se il fusto diventa molto alto e ingombrante (è una pianta abbastanza grande, con foglie carnose larghe una decina di cm e lunghe fino a 50/60 cm) è possibile dividerlo a metà, avendo l'accortezza di lasciare alcune radici anche alla parte superiore. Angraecum distichum: è una pianta completamente differente da quella appena descritta. Presenta piccole foglie alternate e serrate di circa mezzo centimetro, formando delle trecce ricadenti lunghe dai 10 ai 20 centimetri. In primavera-estate si ricopre di piccoli fiorellini (più o meno mezzo cm) bianchissimi. Vuole il caldo ed un'alta umidità ambientale. Angraecum eburneum: presenta una vegetazione assai simile all'A sesquipedale, con foglie coriacee di 60 cm ed alto fino ad 1,5/2 metri. Le spighe fiorali portano anche 20 fiori di 6-7 cm, verdi con labello bianco che presentano uno sperone di una decina di centimetri. Da coltivare in serra temperata-calda. Anche questa proviene dal Madagascar.
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