domenica 23 gennaio 2011

Il Madagascar farà 5 nuovi parchi nazionali per difendere la sua biodiversità sempre più in pericolo


LIVORNO. Guy Suzon Ramangason, direttore generale del Madagascar national parcs (Mnp), ha annunciato che nel 2011 saranno istituiti 5 nuovi parchi nazionali: «La creazione di questi 5 nuovi parchi nazionali sarà accompagnata da un piano di salvaguardia che servirà come strumento non solo per rafforzare il convolgimento diretto delle comunità dei dintorni dei parchi nazionali ma anche per proteggere i loro interessi. I cinque nuovi parchi nazionali malgasci riguardano la réserve naturelle intégrale de Lokobe (nel sud-est dell'isola di Nosy Be, nel nord del Madagascar), l' île de Nosy Hara (nord) l' île Nosy Tanikely (un isolotto di Nosy Be) e la réserve intégrale de Bemaraha (nel Madagascar centro-occidentale), e si estenderanno su una superficie di circa 150.000 ettari. L'ultimo nuovo parco dovrebbe essere istituito nella forêt de Mikea (nel sud della "grande île"), dove vivono popolazioni autoctone e che si estende su una superficie di 371.340 ettari in 15 communes. Il Madagascar national parcs è nato nel 1990, ed è riconosciuto come «Assistente dei poteri pubblici allo scopo di promuovere la politica di gestione della biodiversità, ed attuare la strategia della conservazione e dello sviluppo al livello delle aree protette». Si tratta di un'associazione di diritto privato che è stata riconosciuta d'utilità pubblica con un decreto del 1991 e che garantisce la conservazione e la gestione sostenibile e razionale della rete nazionale di parchi nazionali e riserve del Madagascar. Ma sarebbe meglio dire che dovrebbe garantire la gestione e la conservazione, visto il vero e proprio assalto che subiscono le aree protette del Madagascar e il massacro di risorse e biodiversità uniche al mondo prodotto dal bracconaggio, dal taglio abusivo di legname pregiato e dalla produzione di carbone da legna che serve alle poverissime comunità locali per sostenersi. Il compito del Madagascar National Parcs resta comunque «Quello della tutela, dell'educazione ambientale, della valorizzazione dell'ecoturismo e della scienza e della divisione equa dei vantaggi generati dalle superfici protette con la popolazione vicina». Il Consiglio d'amministrazione, formato di 9 membri, è presieduto dal ministro incaricato dell'Ambiente o il suo rappresentante. I 6 membri del Consiglio sono nominati secondo le loro competenze. L'Assemblea generale elegge gli altri due. L'associazione si dovrebbe, in una situazione difficilissima, occupare della protezione degli ecosistemi nelle aree protette messi in pericolo dalla fame dei poveri e soprattutto da criminali con mezzi ed appoggi politici molto più estesi. Il Madagascar è un vero è proprio scrigno di biodiversità: «La fauna e la flora malgasce possiedono un tasso di endemicità molto elevato: il 80% delle specie animali ed il 90% della vegetazione esistono soltanto sull'isola - dice il Madagascar national parcs - Su scala mondiale, Madagascar è rappresentativo di una megadiversità impressionante. In effetti, Madagascar, isola dell'Oceano Indiano Occidentale (COI) fa parte dei 34 hot-spots della biodiversità mondiale. È un'etichetta piuttosto gloriosa perche fa della Grande Isola una delle regioni più importanti in termini di habitat e di specie rari. La conservazione di queste ricchezze naturali è così inserita nell'agenda internazionale». Ogni anno, il costo del deterioramento ambientale in Madagascar si stima tra i 100 e 290 milioni di dollari, secondo gli studi fatti per preparare il Piano d'azione ambientale. Il disboscamento rappresenta il 75% di questa perdita. Il 15% si deve al fenomeno dell'erosione che indebolisce la produzione agricola e pastorale.
È in questo contesto di emergenza il Madagascar National Parks cerca di salvaguardare risorse naturali la cui sopravvivenza dipende ormai in gran parte dalla volontà politica e dall'emergere di un ecoturismo solido e durevole che coinvolga le popolazioni locali.

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