mercoledì 19 gennaio 2011

Si va a votare in Italia tra il 15 aprile e il 15 giugno

Se qualcuno pensa che abbiamo consultato l’oracolo sulla data della caduta del governo Berlusconi si è sbagliato.

Gli italiani residenti in Madagascar, iscritti all’AIRE, ricevono il rimborso del 75% del biglietto aereo per recarsi a votare in Italia, oltre che per le Elezioni Nazionali (Camera e Senato) anche per i referendum. Leggendo gli articoli che seguono vi renderete conto che si andrà a votare per il referendum per l’acqua pubblica.

Raccolti 1,4 milioni di firme, un record. Si faranno i referendum per l’acqua pubblica



Le firme – oltre 1,4 milioni, un numero record – sono state depositate ieri. I referendum per l’acqua pubblica si faranno, salvo nel caso (a mio parere altamente improbabile) che le firme stesse si dimostrino taroccate o che l’obiettivo del referendum risulti incostituzionale.

Per indire i referendum servivano 500.000 firme. Ne sono state raccolte quasi tre volte tanto. I quesiti referendari sono tre, portati avanti dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, noto per lo slogan “Acqua bene comune”.

ll primo dei tre quesiti referendari chiede l’abrogazione dell’l’articolo 23 bis della legge 133/2008, conosciuta come Decreto Ronchi: approvata con voto di fiducia lo scorso novembre, è quella con cui il Governo Berlusconi ha introdotto la privatizzazione dell’acqua.



Gli altri due quesiti referendari mirano invece all’abrogazione degli articoli 150 e 154 del Decreto legislativo 152/06 (cosiddettoDecreto Ambientale) del Governo Prodi, che hanno creato i presupposti per la privatizzazione.

In attesa del referendum, “Acqua bene comune” chiede al Governo di disporre la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici ai privati, e chiede alle amministrazioni locali di non tener conto delle scadenze previste dal Decreto Ronchi.

“Un milione e quattrocentomila firme rappresentano una delegittimazione di qualunque scelta tesa ad applicare il Decreto, a maggior ragione per quelle amministrazioni che vogliono addirittura anticiparne le scadenze”, dice il comitato promotore.

L’incognita più significativa resta il quorum. I risultati dei referendum saranno validi solo se andrà alle urne almeno il 50% degli elettori: che sono complessivamente circa 44 milioni.

“Acqua bene comune” si pone l’obiettivo di indurre 25 milioni di italiani a votare sì. Significa che ogni firmatario del referendum deve convincere 17-18 persone. Credo che potremo farcela.

Il comunicato stampa di Acqua Bene Comune: consegnate in Cassazione un milione 400 mila firme

Salve,
è un gran piacere ricevere questa vostra mail e sapere che anche in Madagascar ci sia attenzione su di un tema così importante quale la gestione pubblica dell'acqua.
Ad oggi non c'è ancora una data d'indizione del referendum.
Entro il 10 febbraio la Corte costituzionale dovrà emettere la sentenza con cui si pronuncia sull'ammissibilità dei quesiti referendari. Solo dopo il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno.
Non appena ne avremo notizia ovviamente lo pubblicheremo sul sito: www.acquabenecomune.org

Un cordiale saluto.
Paolo Carsetti

Segreteria Comitato Promotore Referendum Acqua Pubblica
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax.06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00; Cell. 333 6876990
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org - www.referendumacqua.it


REFERENDUM
Acqua ai privati e nucleare
dalla Consulta ok a tre quesiti

La Repubblica
La Corte costituzionale ha giudicato ammissibili tre proposte su cinque. Via libera alle domande su gestione privata degli acquedotti pubblici locali, determinazione delle tariffe e il pacchetto di norme che spianano la strada al ritorno dell'atomo.
Acqua ai privati e nucleare dalla Consulta ok a tre quesiti

ROMA - In attesa della sentenza sulla costituzionalità del legittimo impedimento, la Corte costituzionale ha deliberato oggi sulle richieste di ammissibilità dei referendum in materia di privatizzazione dell'acqua 1 e della costruzioni di nuove centrali nucleari. I quesiti proposti dai comitati promotori erano in tutto cinque: quattro relativi alla gestione degli acquedotti e uno sul ritorno dell'atomo. Il verdetto della Consulta dà via libera a solo tre proposte. Per quanto riguarda l'acqua, i provvedimenti nel mirino dei referendari erano due: il decreto Fitto-Ronchi e la precedente normativa varata in materia dal governo Prodi.

A passare il vaglio di costituzionalità sono stati il quesito proposto per cancellare le norme in materia di "determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito" (a proporlo è stato il Comitato 'Siacquapubblica' 2 che raccoglie giuristi quali Stefano Rodotà e Gaetano Azzariti) e quello per cancellare le norme sulle procedure di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici locali di rilevanza economica fissate dal decreto Ronchi-Fitto.

Ad essere stati rigettati sono stati invece il quesito promosso sullo stesso primo argomento da Antonio Di Pietro e quello per abrogare le "norme limitatrici della gestione pubblica del servizio idrico".

Ammesso, come detto, anche il quesito promosso dall'Italia dei valori per cancellare circa 70 norme contenute nei provvedimenti che con il governo Berlusconi hanno riaperto la strada a nuove centrali nucleari.

(12 gennaio 2011)

Sì della Consulta, la parola ai cittadini

La Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari proposti dai movimenti per l'acqua. A primavera gli uomini e le donne di questo paese decideranno su un bene essenziale. La vittoria dei “sì” porterà ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.

Attendiamo le motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del restante quesito (quesito n. 2), ma è già chiaro che questa decisione nulla toglie alla battaglia per la ripubblicizzazione dell'acqua e che rimane intatta la forte valenza politica dei referendum.

Il Comitato Promotore oggi più che mai esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull'abrogazione degli AATO, un necessario atto di democrazia perché a decidere sull'acqua siano davvero gli italiani.

Il Comitato Promotore attiverà tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera.

Da oggi inizia l'ultima tappa, siamo sicuri che le migliori energie di questo paese non si tireranno indietro.

Roma, 12 gennaio 2011

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