venerdì 28 gennaio 2011

“Ho seguito la mia coscienza che mi imponeva di alleviare le sofferenze che ho visto”: testimonianza di un medico volontario in Africa


Roma (Agenzia Fides) - “Non ci si può limitare a capire le cause della povertà in Africa, occorre agire” dice all’Agenzia Fides il dottor Luigi Bellini, fondatore del centro diagnostico medico “Le Samaritain”ad Antseranana, nel nord del Madagascar.
Il dottor Bellini spiega cosa lo ha spinto ad abbandonare l’Italia per dedicarsi a questa iniziativa: “Nel 1998 mi ero recato in Madagascar per una ricerca scientifica organizzata dall’Università di Napoli. Dovendo percorrete il Madagascar rurale, ho scoperto una realtà sociale di un Paese, che un amico archeologo ha definito dell’età del ferro. Ho avuto un impatto che mi ha profondamente segnato con le persone, con il clima, con le locuste di biblica memoria che nel sud falcidiano il 75% del raccolto di riso. Insomma un’esperienza sconvolgente, per cui al ritorno in Italia ho iniziato a riflettere su quello che avevo visto e vissuto”.
“Ho sentito quindi il dovere di fare qualcosa, lo definirei un impulso della coscienza” continua il dottor Bellini. “In un percorso che è durato alcuni anni ho progressivamente abbandonato le mie attività in Italia, il mio lavoro di ricerca all’Università e la collaborazione con l’Ente Spaziale Europeo per il controllo sugli astronauti. Con i risparmi raccolti durante una vita intera, in accordo con i miei figli, ho deciso di realizzare un centro diagnostico in Madagascar. Il centro, di 3mila metri quadrati, ha iniziato la sua attività nel 2007. Vi lavorano 22 medici e tecnici malgasci, che percepiscono un regolare stipendio, formati sia in Madagascar che presso ospedali e università italiane”.
“Questa struttura - spiega il ricercatore - offre assistenza del tutto gratuita al 35% dei pazienti ed ogni anno cerchiamo di accrescere la percentuale degli assistiti che non pagano nulla. I pazienti paganti pagano tariffe che per gli standard occidentali sono assolutamente ridicole. Ma il centro diagnostico da solo non basta. Stiamo dunque costruendo la prima clinica di maternità e di chirurgia del nord del Madagascar. Abbiamo iniziato la sua costruzione nel 2009, grazie anche ad un significativo contributo della Conferenza Episcopale Italiana”.
Il dottor Bellini descrive così la situazione del Madagascar: “a seguito della nota crisi politica il Prodotto Interno Lordo del Paese (uno dei più bassi del mondo) è diminuito del 6%. Il reddito medio pro capite è pari a 256 euro all’anno, circa 20 euro al mese. La mortalità infantile è del 17 per mille e quella per parto del 5 per mille. Sono valori altissimi. L’11% della popolazione è malata di tubercolosi, la malaria colpisce il 25% degli abitanti, pur essendo una malattia relativamente facile da combattere, in quanto basterebbe dotare la popolazione di zanzariere per ridurre del 50% la percentuale di persone colpite dalla malattia. Vi sono poi malattie parassitarie di ogni genere: il 38% della popolazione è afflitta da uno o più tipologie di queste malattie. Ma la malattia principale è la fame: il 63% della popolazione è sottopeso”.
Chiediamo infine al dottor Bellini, la sua impressione circa il ruolo della Chiesa nell’affrontare questa situazione. “Posso testimoniare, come persona libera, partita da posizioni laiche, che in Africa, dal punto di vista sociale, oltre alla Chiesa non esiste assolutamente nulla” afferma il medico. “Chiunque voglia agire per il bene delle popolazioni locali, se non entra nel tessuto connettivo rappresentato dalla Chiesa, non può fare nulla. Le stesse grandi ong sono spesso uno strumento delle politiche delle grandi potenze e non incidono nell’evoluzione sociale dei Paesi africani”. (L.M.) (Agenzia Fides

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