martedì 22 maggio 2012

In spagna a Cáceres per far festa


Tre giorni di musica, danza e arte in Estremadura, terra di confine tra Spagna e Portogallo

 (di Ida Bini) 

A Cáceres, in Spagna, dal 18 al 20 maggio si è svolto il WOMAD, World of Music, Arts and Dance(http://womad.org), festival artistico multietnico, progettato trent’anni fa dal cantante britannico Peter Gabriel per diffondere i diversi ritmi musicali e le culture del mondo. La manifestazione, completamente gratuita, è itinerante e permette ad artisti di tutto il pianeta, dall’Inghilterra a Cuba, dal Ghana al Madagascar, di farsi conoscere e a quelli già famosi di riaffermarsi in luoghi davvero magici: dopo la Spagna, infatti, sarà il turno di Bristol (il 30 giugno), poi di Palermo (dal 5 all’8 luglio) e di Malmesbury (Charlton Park, dal 27 al 29 luglio), sempre in Inghilterra. Le precedenti date del festival di quest’anno si sono svolte nelle lontane New Plymouth, in Nuova Zelanda, e ad Adelaide, in Australia.





Ogni anno il festival si svolge in luoghi diversi per cercare di attirare l’attenzione di un pubblico sempre più vario ed eterogeneo e per coinvolgere il maggior numero possibile di artisti e artigiani che, assieme ai musicisti, diffondono la propria cultura attraverso installazioni o la vendita di manufatti – soprattutto gastronomici - nei tanti mercatini presenti. Numerose sono anche le parate – è molto attesa quella di domenica con i bambini -, gli incontri e le letture tra le diverse culture che si susseguono durante i tre giorni del Festival. La manifestazione è soprattutto un’occasione per conoscere la città di Cáceres, lontana dai soliti circuiti turistici di Spagna, eppure piena di fascino e di storia. La stessa regione che la ospita, l’Extremadura, patria dei conquistadores Pizarro e Cortés, è una terra da scoprire, aspra e dura eppure ricca di storia e di mistero. 




Accoglie 41mila chilometri quadrati di lande bruciate dal sole, punteggiate da fattorie e boschi di querce e lecci a sudovest della Spagna, tra i monti di Toledo e la Sierra Morena. Gli spazi sono immensi e i paesaggi belli da togliere il fiato: decine di riserve naturali, tre parchi protetti e grandi fiumi che l’attraversano, tra cui il Guadiana e il Tago. E’ la regione con la più bassa densità di popolazione ma tra le più ricche da un punto di vista paesaggistico e faunistico: vallate, campi di grano e lavanda, praterie e lecceti dove i maiali iberici – razza pata negra - regalano il miglior prosciutto di Spagna. E ancora pozze d’acqua e pantani, habitat perfetto per alcune specie animali in via d’estinzione come la lince, l’avvoltoio, l’aquila imperiale e la cicogna bianca. Qui le tradizioni contadine sono ancora vive e ben custodite, legate a manifestazioni popolari coinvolgenti e a riti religiosi e pagani insieme. Secoli di dominazioni straniere – celtiche, romane e arabe – hanno lasciato tracce architettoniche e artistiche in tutta la regione e in particolare nelle città di Mérida, Trujillo e Cáceres, le tre più monumentali, al punto che quest’ultima è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco per il suo centro storico dove s’innalzano templi romani e mori, monasteri e chiese romaniche e gotiche. Tra i suoi edifici in pietra, casas solariegas, le torri – più di una dozzina - e i palazzi gotico-rinascimentali, spicca la chiesa di san Matteo, costruita nel Cinquecento sul punto più alto della città proprio sui resti di un’antica moschea, come spesso accadeva nei territori riconquistati dai cristiani.
Quasi tutti i monumenti di Cáceres, infatti, testimoniano le diverse fasi di conquista della città, che occupava un posto strategico sulla strada che portava in Portogallo e da qui al Nuovo Mondo. Conquistata dai Romani nel 34 a.C., fortificata dagli Arabi in epoca medievale, venne arricchita di monumenti, castelli, chiese, strade e ponti grazie all’oro dei conquistatori, in particolare della regina Isabella la Cattolica, che la trasformarono nel centro rinascimentale più importante e ricco del Paese. Cáceres, infatti, sorge lungo la celebre vía de la plata, strada romana che univa Siviglia, a sud, e Astorga, a nord del Paese; un itinerario percorso dai pellegrini che si recavano a Santiago di Compostela e che ancora oggi è un interessante tragitto artistico-culturale. E’ una città affascinante e piena di storia, Cáceres, un centro universitario che attira giovani e stranieri che affollano le strade medievali, strette e acciottolate del casco viejo e i ristorantini e i bar de tapas di plaza Mayor, situata fuori dalle mura e collegata al centro storico da una magnifica scalinata. Gli edifici e i palazzi storici sono sbalorditivi per la complessità e la bellezza architettonica, soprattutto di notte, quando le luci fioche rendono l’atmosfera ancor più bella e regalano incredibili cartoline di questo museo a cielo aperto. Della cinta muraria, in gran parte risalente all’epoca araba-almohade, sono conservate ancora oggi alcune torri difensive medievali, come quelle di Bujaco, di Yerba e dell’Horno.
Si accede al centro storico della città dall’arco di Estrella, costruito nel XVIII secolo: qui a ogni passo si ammirano palazzi e case nobiliari, come quello di Carvajal, che si affaccia su piazza di santa Maria e ospita un bellissimo cortile rinascimentale e una torre a pianta circolare, eretta nel XII secolo dagli Arabi. Sempre sulla piazza si trovano anche il palazzo di Mayoralgo, il più grande della città, l’edificio Vescovile con due diverse facciate e la chiesa gotica di santa Maria. Nella vicina piazzetta di san Pablo s’innalza la torre de las Cigueñas (delle cicogne), l’unica che conservò i suoi merli per concessione della regina Isabella la Cattolica. Tra i più bei edifici di Cáceres, tuttavia, spicca il rinascimentale palazzo dei Golfines de Abajo che unisce diversi stili architettonici, in particolare quelli gotico, plateresco e mudéjar; qui alloggiarono i Re Cattolici durante una delle loro visite al capoluogo. Nella piazza di san Mateo, oltre alla bellissima omonima chiesa gotica, sono da visitare alcuni palazzi nobiliari e la Casa de las Veletas con facciata barocca e i pinnacoli che abbelliscono la parte superiore. L’edificio è oggi sede del museo cittadino con una collezione di reperti archeologici e oggetti etnografici che permettono di conoscere meglio la ricca storia della città e della regione.




Fonte: Ansa

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