mercoledì 4 aprile 2012

L’architetto sposa un ingegnere di Tulear



Arcadia in(contra) Blueline.mg

Le origini
Sono nata a Catanzaro dove ho vissuto solo un paio d'anni; all'epoca mio padre, direttore della Montecatini, veniva trasferito regolarmente e, inaspettatamente, nel 1961 ci siamo stabiliti a Pescara, ridente cittadina sul mare Adriatico.

Gli studi
Dopo gli studi liceali, mi sono iscritta alla facoltà di architettura conseguendone la laurea e successivamente ho iniziato a lavorare in diversi studi di progettazione e insegnato matematica in scuole di recupero.

L’incontro
Nel 1985, durante una festa, incontrai casualmente un misterioso ragazzo che lavorava come ingegnere minerario sulle piattaforme petrolifere: non avrei mai immaginato che, dopo cinque anni, sarebbe diventato mio marito.
La conoscenza con questo ragazzo di origini indiane, nato a Tulear, mi fece rispolverare i vecchi libri di geografia e  studiare in modo più approfondito il Madagascar, meravigliosa terra dove la flora e la fauna affascinavano il mondo intero e rivestivano, come rivestono ancora oggi,  un ruolo fondamentale.

Il matrimonio
Dopo essermi sposata  in Italia, sono arrivata, per la prima volta ad Antananarivo in Madagascar, terra vagamente conosciuta solo attraverso qualche cartolina; ovviamente le difficoltà  di adattamento non sono mancate, dettate soprattutto da una lingua a me sconosciuta e dalla mancanza del mare, da sempre di fronte le finestre della mia camera.

E allora......
Decisi di iscrivermi ad un corso accelerato di francese e, nel giro di sei mesi, ero in grado di capire la nuova lingua ed esprimermi.
Purtroppo, ancora oggi, l'accento tradisce la mia origine..... 
Nel  1992 e' nata Leila, oggi quasi ventenne e, due anni dopo, Karim.
 Non mi sono mai adattata alla povertà di questo paese, osservare i bambini che mangiano nelle spazzature o vederli per le strade mendicare mi rattrista profondamente; mi chiedo cosa hanno fatto le organizzazioni internazionali per contenere questa miseria che si diffonde drammaticamente.



Cosa ti manca
La dolcezza della vita italiana, mi è sempre mancata, ogni scusa era valida per raggiungere Pescara, godere la spiaggia, il mare, gli arrosticini, i gustosi gelati, mia madre, i miei fratelli.

Il lavoro
Dopo aver eseguito alcuni studi di progettazione a Tananarive, mi resi conto che, per rientrare a Pescara con una certa frequenza e giustificare la mia lunga permanenza, dovevo indirizzarmi verso qualche nuova attività, senza sviare le mie origini,  la mia identità e la mia cultura italiana.
Decisi, cosi', di aprire, a Tananarive un negozio di articoli puramente italiani, in relazione alla mia formazione.
Il decoro, il senso delle proporzioni, i colori, il gusto per gli oggetti raffinati, l'arte della tavola, i tappeti e l'argenteria  hanno influenzato le mie scelte e da 18 anni il mio negozio,  "ARCADIA", sopravvive a cambiamenti politici, climatici, economici e sociali......'




Viaggi spesso
Ogni estate mi reco a Pescara per incrementare  la merce e organizzare un container; mi reco a Murano per acquistare i meravigliosi suppellettili soffiati a bocca e, tra  la burocrazia, l'imballaggio di ogni singolo articolo e il lungo trasporto fino alle coste di Tamatave, trascorrono oltre un paio di mesi di attesa.
Non è semplice spiegare la realizzazione e la tecnica di questi  oggetti ai miei clienti, ma riscontro in loro un certo interesse, soprattutto quando rientrano in Madagascar  dopo un breve soggiorno a Venezia.

Sei felice
Dopo 22 anni di permanenza in Madagascar, mi sento una privilegiata rispetto alle mie amiche italiane, ho conosciuto una cultura diversa, apprezzato un mondo conosciuto solo attraverso i libri di scuola, gustato nuovi cibi e rapita dal fascino di una natura estremamente rigogliosa, ho una famiglia fondata su due identità  che ci hanno arricchito e, infine, un lavoro che mi diverte.
Spero  solo......... che un giorno il mare arrivi davanti la finestra della mia camera !
Carmelita Celi.




2 commenti:

  1. Purtroppo, ancora oggi, l'accento tradisce la mia origine.....

    Non capisco: si vergogna d'essere italiana?

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  2. Non credo si tratti di vergogna, è naturale nell'atto di imparare una lingua cercare di assumerne anche gli accenti

    RispondiElimina

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