sabato 21 aprile 2012

Tony Vasco


L’intervista

Arrivo in Madagascar
Sono  venuto in Madagascar nel 2004. Non era un viaggio di piacere, raggiungevo una missione cattolica che si trova sugli altopiani del sud est dell’isola: Ankaditsiary.   Ero già adulto, in uno di quei momenti  nei quali la mia vita mi chiedeva altro, una sorta di conversione verso la Vita stessa.
Ricordo che da Tanà ad Ambositra tutto mi sembrava come offuscato ancora dai miei pensieri “italiani”, ma  in me non c’era la minima paura, nessun rimpianto verso ciò che “avrei lasciato”.
Quando da Ambatofinandrahana ci siamo inoltrati lungo la pista che conduceva alla missione (ero con dei giovani, mai conosciuti prima,  che avevano già vissuto presso la missione ) sono ritornato in me, ho come aperto gli occhi ed ho visto tanta povertà. Il deserto circondava la toyota land cruiser del prete.....era segnato  da luminosi sorrisi di bambini; sporchi, senza scarpe, con vestitini antichi, ma quel sorriso  riempiva il cuore.    Una povertà  così totale e così permanente che si corre il rischio di abituarsi.....

Presentazione
 Mi chiamo Toni Vasco, sono nato ad Enna ed ho svolto la professione di psicologo presso il servizio di salute mentale. Avevo lavorato per due anni a Trieste, ai tempi di Basaglia ed ero stato catturato dal fervore di quella che si chiamava “antipsichiatria”.  L’interesse per la conoscenza  diciamo pure “non convenzionale” mi ha condotto verso le terapie alternative. Sono diplomato in shiatsu e shin tay. Ho anche conseguito il diploma in Raja Yoga.

L’Associazione
Ma torniamo al Madagascar e alla Associazione che ho fondato (febbraio 2005 a Ferrara) e di cui sono responsabile in Madagascar. Dal 2005 al 2010 non sono mai tornato in Italia. Le attività dell’Associazione si riempivano di significato e richiedevano molto impegno.  I primi progetti riguardavano l’aiuto sanitario (e ringrazio il Dr. Luciano Tuseo per la sua disponibilità e i suoi consigli circa la malaria), la prevenzione, e cominciava a delinearsi con maggiore chiarezza quello che poi e ad oggi é la priorità della Associazione: permettere ai giovani ed ai bambini di seguire gli studi  così da potere intravvedere un avvenire un pò meno difficile.

Casa Famiglia
Da tre anni e mezzo l’Associazione ha aperto una casa famiglia per bambini di strada a Fianarantsoa. Ne accogliamo 19. Tutti vanno a scuola,  hanno le cure sanitarie e tutto ciò che può servire per crescere meglio. Ci sono poi altre tre case (due a Fianarantsoa ed una ad Ambositra) dove abitano dei giovani. Anche per loro l’Associazione garantisce gli studi e naturalmente tutto il resto (cibo, cure sanitarie, vestiti...)
E ancora é possibile garantire gli studi per altri bambini  e giovani che vivono in condizioni sfavorevoli, e abitano con le rispettive famiglie.
L’Associazione riesce anche a farsi carico di progetti straordinari come aiuti sanitari per gravi malattie rivolti  a bimbi e meno bimbi.

Progetto
Il futuro prevede la costruzione di una grande casa famiglia che possa accogliere 60 bambini, e di piccole case per quelle  famiglie che desiderano cambiare le loro condizioni sociali e così avranno la possibilità di lavorare la terra (abbiamo comprato un grande terreno che permetterà diverse attività).  Queste case saranno affittate con il criterio del riscatto e mi auguro che le persone possano comprendere l’opportunità  che gli viene offerta.

Oggi  e il domani
Devo dire che vivere con 19 bambini é una esperienza nuova ogni momento.  Quando penso a  come li ho conosciuti, in strada, e a come crescono, vi confesso che faccio fatica a trattenere le lacrime.
Certo non é tutto facile.  Spesso le difficoltà sorgono nel rapporto con gli adulti rispetto soprattutto alla convinzione, credo molto diffusa, del “quì ed ora”.  E’ molto comune il fatto che quando le persone  trovano la quantità di riso giornaliero, poi si dimenticano del domani. Non mi riferisco all’idea dell’avvenire secondo una visione  classicamente “straniera e spesso disumanamente civilizzata”, ma proprio del domani domani.  E’ facile immaginare come questo comporti una costante revisione del mio modo di pensare, e uno sforzo  teso a trovare una via di mezzo tra questo  estremo “quì ed ora” ed uno sguardo  che veda un tantino più al di là.

 Famadihana (la riesumazione)
Quando ero presso la missione, sono stato invitato alla cerimonia della riesumazione (famadihana). Tre giorni di festa alla quale partecipa tutto il villaggio, con canti e balli e cibo e toka (alcool artigianale). Il culto dei morti sembra molto  radicato nella cultura di questo popolo. Certo,  mi suona un pò  strano se messo a confronto con il “culto della vita” che a volte sembra un pò meno preso in considerazione.   Ma quello che ancora oggi mi viene difficile comprendere é la facilità di provare gelosia verso chi riesce ad emancipare la propria esistenza. Sembra che stare un pò meglio sia fonte di vergogna  e di gelosia assieme. E allora bisogna evitare  che gli altri si accorgano che si progredisce, si ha quasi paura di questo, ed evitare così la gelosia o, peggio, qualche maleficio.

Vaovao
Anni  fa sono ritornato ad Ankaditsiary con dei dentisti italiani ed ho incontrato una ragazza che avevo conosciuto ancora adolescente. Aveva tra le braccia un bambino  nato da pochi giorni: suo figlio. In Madagascar la gente si saluta chiedendo “inona ny vaovao” (che novità?). Mi sono rivolto alla giovane con la stessa domanda e lei mi ha risposto “tsy misy vaovao” (nessuna novità).  Il fatto é che aveva da pochi giorni avuto  un bambino.....e non era una novità. Gli anziani mi hanno detto che rispondere così é perché, in genere le vaovao sono notizie tristi  e allora....

fihavanana
Sento spesso evocare la fihavanana (solidarietà) come cardine portante della cultura malgascia. E’ certo una grande forza che può essere espressa, nella vita quotidiana, nel rapporto con chi ha più bisogno...e con tutti.
Certo però che ho avuto anche l’occasione di vedere avvilire questa grande saggezza malgascia, e avvilirla da una forma più o meno appariscente di accondiscendenza, di simulazione e  quasi di vergogna ad esprimere ciò che si pensa  e dare spazio così ad una certa ipocrisia che impedisce poi la fiducia reciproca e forse mantiene una sorta di sottomissione verso chi ha più potere (di qualsiasi tipo). E non so se poi questo possa produrre delle reazioni che infine contraddicono lo spirito degli antichi, la solidarietà.

E comunque mi chiedo ancora se l’emancipazione sia frutto del benessere economico o é il contrario, o vanno di pari passo....(la solita questione dell’uovo e della gallina....?)
Ma  alla fine ognuno fa ciò che può, nel senso che si comporta e crede secondo la propria coscienza. Nulla accade per caso e allora noi esseri umani seguiamo ciò che la Vita ci offre e ci permette.
Quante volte magari desideriamo una qualche cosa, e la desideriamo con tanta forza da perderci il sonno. E poi accade che si verifichi tutto il contrario e ne rimaniamo delusi. Forse non riusciamo a comprendere il significato e l’utilità di ciò che é avvenuto. Ma come diceva un maestro indiano: “la vita é giusta in ogni caso.”
E allora mi chiedo se e come posso dare il mio contributo senza però volere convincere nessuno delle mie idee verso la vita.

omeo bon bon (mi dai una caramella)
L’Associazione si chiama “omeo bon bon” (mi dai una caramella) e la casa famiglia “iriko ny mijery lanitra” (desidero guardare il cielo).  Omeo bon bon perché nei quasi due anni di permanenza presso la missione ho constatato che i bambini non chiedevano mai soldi, ma caramelle o biscotti. Mi é rimasto impresso ed ho pensato che potesse essere bello ricordare ciò con l’associazione. “Iriko ny mijery lanitra” perché credo che dovremmo ogni tanto alzare gli occhi verso il cielo per non sprofondare nella illusione della vita materiale e, permettetemi, ringraziare la Grande Vita per tutto ciò che ci offre.

  Il simbolo é un girasole:  un fiore  che rivolge la propria corolla sempre verso la luce del sole.
Qualcuno mi ha chiesto se ho delle ambizioni.  Credo di non averne. Quello che però posso dire con certezza é che ho una chiara intenzione:  imparare a servire la Vita in tutte le sue manifestazioni , e con “presenza”.
Devo dire che non mancano gli impegni. Ma devo anche dire che non mancano le occasioni di scoramento e, diciamo pure, di irritabilità. Ma sapete bene come va....

Il Dalai Lama ha detto : “Siate egoisti, pensate agli altri.”
Sembra un paradosso ma nasconde una grande verità. Quando vengo preso da questi turbamenti   mi viene voglia di abbassare gli occhi e non vedo  null’altro che me stesso.  Mi rianima essere poi capace di alzare gli occhi e rendermi conto di quanto sconforto e tristezza ci sia attorno a me. Allora mi dico che il mio scoramento e la mia irritabilità sono veramente cose da niente. E che tutti siamo veramente uniti da questa  straordinaria prova che é la Vita. E allora il Dalai Lama ha ragione: nel momento in cui riapro gli occhi sul mondo mi sento bene e in questo senso do nutrimento al mio “egoismo”.
E se avrete voglia di venire a trovarci saremo felici di accogliervi.
Contatti:   vascotony@hotmail.com       00261-33 14 302 66


2 commenti:

  1. da poco mi sono affacciato alla realtà del Madagascar e non ho l'ardire di scrivere quanto mi "frigge" nel cuore. Temo di scrivere ovvietà e di essere ripetitivo. Posso solo dire che, non mi riesce di smettere di pensare ed operare per queste persone. Vincenzo Russo di V.I.M. Volontari italiani per il Madagascar

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  2. Bravi ! Mi inchino a voi , al vostro coraggio alla vostra pazienza e sopratutto al vostro amore x gli altri

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