In questi ultimi anni il pomodoro
ha guadagnato lo status di "cibo funzionale", vista l’associazione
sempre più frequente stabilita tra il suo consumo e il ridotto rischio di
insorgenza di malattie cardiovascolari e tumori. I pomodori coltivati
biologicamente, in particolare, instaurano insieme ai loro microfunghi una
benefica associazione radicale permanente, paragonabile dal punto di vista
funzionale al nostro microbioma intestinale.
Lo afferma uno studio condotto da biologi, microbiologi e medici dell’Istituto
di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche
(Ibba-Cnr) e dell’Università di Pisa, pubblicato sul "British Journal of
Nutrition" della Cambridge University Press.
"I frutti di pomodoro sono una riserva naturale di molecole come
acido ascorbico, vitamina E, flavonoidi, composti fenolici e carotenoidi, tra
cui il licopene che, oltre a esercitare una forte attività antiossidante, può
modulare le vie metaboliche ormonali e del sistema immunitario", conferma
Manuela Giovannetti dell’Università di Pisa, che ha coordinato il lavoro.
"Il valore nutrizionale e nutraceutico del pomodoro però è molto
influenzato dalle condizioni di coltivazione, in quanto il contenuto di
fitochimici può aumentare se la pianta cresce unitamente ai suoi simbionti
naturali: microfunghi benefici che vivono nelle radici, assorbono nutrienti dal
suolo e li trasportano alle cellule vegetali, appartenenti al gruppo dei
Glomeromycota".
"La simbiosi micorrizica influenza positivamente la crescita e il
contenuto in sostanze minerali delle piante di pomodoro e ne aumenta il valore
nutrizionale e nutraceutico", aggiunge Cristiana Sbrana dell’Ibba-Cnr.
"I frutti prodotti da piante micorrizate contengono concentrazioni più
elevate di calcio (15%), potassio (11%), fosforo (60%) e zinco (28%) e le
modificazioni del metabolismo secondario del pomodoro producono aumenti del
18,5% del livello di licopene. I risultati dello studio evidenziano altresì che
gli estratti di pomodoro provenienti da piante micorrizate, che non avevano
effetti genotossici, mostrano un alto potere anti-estrogenico dei frutti, con
una forte inibizione del recettore E2 umano".
Recentemente i polifenoli e il licopene sono stati proposti "come
agenti farmacologici promettenti nella prevenzione del cancro a causa dei loro
effetti antiproliferativi e della loro azione inibitoria sui recettori degli
estrogeni umani", spiega ancora Giovannetti. "In particolare, i
composti antiestrogenici possono agire come antagonisti dei processi
estrogeno-dipendenti nei tessuti target, contrastando la crescita dei tipi di
cancro estrogeno-correlati. I risultati dello studio", conclude,
"suggeriscono che l’assunzione di cibi funzionali, come i pomodori
coltivati con i loro simbionti naturali, potrebbe agire positivamente nei
confronti degli effetti esercitati da molti contaminanti ambientali e
industriali a cui gli esseri umani sono esposti attraverso la catena
alimentare". (aise)
Nessun commento:
Posta un commento
Si invitano i lettori ad inviare il loro indirizzo email o di amici interessati per ricevere le NEWS AIM Madagascar: news@aim.mg
Lasciare un commento anche anonimo ci aiuta a migliorare il nostro blog.
Grazie