martedì 1 novembre 2011

Angraecum sesquipedale Angraecum sesquipedale… e la strana falena notturna predizione di Darwin


È una specie endemica del Madagascar, diffuso nelle foreste pluviali della costa orientale dell'isola, in aree con clima caldo ed abbondanti precipitazioni, dal livello del mare sino a circa 100 m di altitudine.

È una pianta erbacea alta 30-40 cm, con foglie carnose che crescono appaiate lungo il fusto. Usualmente cresce come epifita sulla corteccia dei rami e dei tronchi degli alberi , ma talora può anche svilupparsi come pianta litofita o anche come semi-terrestre . Possiede lunghe radici aeree, di colore verde-argento. È priva di pseudobulbi.
I suoi
 fiori sono di colore bianco-verdastro, molto profumati, soprattutto durante le ore serali. I sepali e ipetali formano una grande stella a sei braccia; dalla base del labello parte un grande sperone verdastro, lungo da 25 a 30 cm, la cui estremità è ripiena di nettare.
Fiorisce da giugno a novembre.
Sappiamo tutti che i fiori di questa specie di orchidea sono impollinati da uno sfingide malgascio
 Xanthopan morgani praedicta, sappiamo anche che l’esistenza del grosso lepidottero africano fosse stata “predetta”, attraverso un semplice processo deduttivo, scientificamente inattaccabile. Al fascino di questo anomalo utilizzo della scienza, nella fattispecie dell’evoluzione biologica, giova aggiungere che l’autore della predizione è Charles Darwin: proprio il naturalista che per primo formalizzò in chiave moderna la teoria dell’evoluzione biologica.
“Nel 1862, il celebre naturalista Charles Darwin pubblicò uno studio sulla biologia delle orchidee. Nel capitolo dedicato alle Angraecoides, notava che questo gruppo di orchidee era impollinato da insetti specifici, ed una di queste orchidee, Angraecum sesquipedale, originaria del Madagascar e scoperta all’inizio del diciannovesimo secolo da Dupetit Thouars, si distingueva per possedere uno sperone molto lungo:

“In molti fiori che mi ha mandato Mr. Bateman, ho trovato un nettario di undici pollici e mezzo [29 cm] di lunghezza, dove solamente il pollice e mezzo inferiore [4 cm] era pieno di un nettare molto dolce. [... ]è tuttavia sorprendente che un insetto sia capace di raggiungere il nettare: le nostre sfingi inglesi hanno delle proboscidi lunghe quanto il loro corpo, ma in Madagascar devono esserci delle farfalle con proboscidi capaci di un’estensione di una lunghezza compresa tra i dieci ed undici pollici! [25-30 cm] (Darwin 1862)”.
Secondo Darwin, doveva esserci un insetto capace di provvedere alla fertilizzazione dell’orchidea, e motivava la sua reale esistenza sulla base di argomenti ecologici:
“Il polline non avrebbe modo di uscire se non con l’intervento di un’enorme farfalla, con una proboscide straordinariamente lunga. Se queste grandi farfalle venissero a mancare in Madagascar, l’Angraecum si estinguerebbe certamente a sua volta.”
In una lettera pubblicata nel numero del 12 giugno 1873 di Nature, W.A Forbes chiese ai lettori scienziati di questa prestigiosa rivista se erano a conoscenza dell’esistenza di tali farfalle in Madagascar, ed egli avanzò un’identificazione:
“Sono probabilmente degli sfingidi di qualche specie, perché nessun’altra farfalla potrebbe combinare una taglia ed una lunghezza di proboscide sufficiente.” (Forbes 1873). “
Nel mondo scientifico di allora – non c’è da meravigliarsi perché anche tutt’ora la teoria dell’evoluzionismo è messa in discussione dal filone del creazionismo – si sviluppò una diatriba che andò avanti per oltre 40 anni. Ben 41, difatti, dovette aspettarne la zoologia perché gli entomologi Rothschild e Jordan descrivessero la specie Xanthopan morgani praedicta, effettiva impollinatrice dell’Angraecum sesquipedale, il cui nettario aveva dato il là alla predizione.



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