Una buona protesta ha i suoi libri e i suoi intellettuali
di riferimento. Lo dimostrano i colleghi statunitensi degli indignados italiani, puntellati in pubblico e sui media da
intellettuali come Cornel West, Slavoj Zizek e Joseph Stiglitz.
Pensate che a ispirare la rivoluzione contro Wall Street siano Hessel e simili? Errore. Tra i miti intellettuali della rivolta americana c'è per esempio un libro del 2007, Lost People: Magic and the Legacy of Slavery in Madagascar, scritto dall'antropologo David Graeber, che analizzava la coesistenza di nobili e schiavi nella comunità di Betafo, in Madagascar.
La protesta nordamericana è accademicamente alta e chiama in causa i migliori studi di genere. E noi italiani? Indigniamoci altrettanto, ma senza populismi, con la conoscenza critica dei problemi e degli argomenti con cui inchiodare un sistema logoro, che ha perso la capacità di rispondere alla domanda di cambiamento del Paese.
Ecco 10 libri sul tema scelti per voi da Lettera43.it
Pensate che a ispirare la rivoluzione contro Wall Street siano Hessel e simili? Errore. Tra i miti intellettuali della rivolta americana c'è per esempio un libro del 2007, Lost People: Magic and the Legacy of Slavery in Madagascar, scritto dall'antropologo David Graeber, che analizzava la coesistenza di nobili e schiavi nella comunità di Betafo, in Madagascar.
La protesta nordamericana è accademicamente alta e chiama in causa i migliori studi di genere. E noi italiani? Indigniamoci altrettanto, ma senza populismi, con la conoscenza critica dei problemi e degli argomenti con cui inchiodare un sistema logoro, che ha perso la capacità di rispondere alla domanda di cambiamento del Paese.
Ecco 10 libri sul tema scelti per voi da Lettera43.it
10. Tre pezzi facili sull'Italia
Per indignarsi meglio e di più, tanto vale superare
l’urgenza puntuale dei problemi e contestualizzare i motivi del malessere. I
mali dell’Italia, ristagno economico in primis, partono da molto lontano, cioè
da quella stagione politica che l’avvento di Berlusconi nel 1994 ha interrotto
senza sanarne le ferite.
Michele Salvati, economista e politologo, è tornato indietro alle radici del pesante deficit di riforme strutturali e del debito pubblico per argomentare le origini delle difficoltà attuali. La gravità di quel lascito della Prima Repubblica è stata sottovalutata colpevolmente anche nell’ultimo decennio ma, nel momento della furia contro il Palazzo, è giusto non confondere in maniera acritica colpe, mali e omissioni. Di interesse, nel volume, è anche la riflessione sulle anomalie del sistema politico e sulla qualità della democrazia in Italia.
Michele Salvati, Tre pezzi facili sull’Italia, Il Mulino, 136 pagine, 14 euro
Michele Salvati, economista e politologo, è tornato indietro alle radici del pesante deficit di riforme strutturali e del debito pubblico per argomentare le origini delle difficoltà attuali. La gravità di quel lascito della Prima Repubblica è stata sottovalutata colpevolmente anche nell’ultimo decennio ma, nel momento della furia contro il Palazzo, è giusto non confondere in maniera acritica colpe, mali e omissioni. Di interesse, nel volume, è anche la riflessione sulle anomalie del sistema politico e sulla qualità della democrazia in Italia.
Michele Salvati, Tre pezzi facili sull’Italia, Il Mulino, 136 pagine, 14 euro
9. La
zavorra
Nemmeno il mito del federalismo come paradigma di efficienza
da applicare a tutto il Paese uscirebbe indenne dall’attuale stagione della
contestazione pubblica. Leggere per credere l’inchiesta di Enrico Del Mercato
ed Emanuele Lauria che esamina il federalismo alla siciliana, ovvero la più
avanzata forma di autonomia in materia di tasse, personale, urbanistica e
ordine pubblico.
Migliaia di geometri e ingegneri assunti per non attuare le pratiche di sanatoria; un parlamentino dove gli onorevoli guadagnano quanto i senatori della Repubblica; funzionari amministrativi in pensione anticipata anche con meno di 25 anni di servizio.
La Sicilia come metafora di un discorso più ampio. Difficile è infatti sottovalutare un sistema che, con il mito del decentramento, ambisce spesso alla disinvolta gestione degli emolumenti e alla duplicazione di quei privilegi per combattere sulla carta i quali abbaia contro il potere centrale.
Enrico Del Mercato, Emanuele Lauria, La zavorra, Laterza, 156 pagine, 14 euro
Migliaia di geometri e ingegneri assunti per non attuare le pratiche di sanatoria; un parlamentino dove gli onorevoli guadagnano quanto i senatori della Repubblica; funzionari amministrativi in pensione anticipata anche con meno di 25 anni di servizio.
La Sicilia come metafora di un discorso più ampio. Difficile è infatti sottovalutare un sistema che, con il mito del decentramento, ambisce spesso alla disinvolta gestione degli emolumenti e alla duplicazione di quei privilegi per combattere sulla carta i quali abbaia contro il potere centrale.
Enrico Del Mercato, Emanuele Lauria, La zavorra, Laterza, 156 pagine, 14 euro
8.
Tassati e mazziati
Perfetto combat book ai tempi della manovra lacrime e sangue quello di
Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre.
Cifre da capogiro, in materia di tasse, per l’Italia che secondo l'Ocse è al quinto posto tra quelli industrializzati che pagano più imposte: 46,9%. L’amarezza sulle tasse dirette (657 miliardi di euro, pari mediamente a 43,2 euro per ogni 100 prodotti) diventa furia pensando a quelle indirette o occulte: l'Iva per gas ed elettricità è calcolata sulle accise; Tarsu e Tia, per i rifiuti, hanno a loro volta una tassa ulteriore di accompagnamento; l'Iva sul prezzo dei carburanti è altresì calcolata sul valore delle accise.
E il tax freedom day, il giorno dell' anno in cui la nostra paga non risente dei prelievi fiscali? Se nel 2000 giungeva il 5 giugno, oggi arriva il 25. A conti fatti, sono 20 giorni dopo. Un libro di pregio, ben argomentato che spegne definitivamente anche il mito politico di governi che amano tassare il popolo e altri che non metterebbero mai «le mani nelle tasche dei cittadini».
Giuseppe Bortolussi, Tassati e mazziati, Sperling & Kupfer, 178 pagine, 16,50 euro
Cifre da capogiro, in materia di tasse, per l’Italia che secondo l'Ocse è al quinto posto tra quelli industrializzati che pagano più imposte: 46,9%. L’amarezza sulle tasse dirette (657 miliardi di euro, pari mediamente a 43,2 euro per ogni 100 prodotti) diventa furia pensando a quelle indirette o occulte: l'Iva per gas ed elettricità è calcolata sulle accise; Tarsu e Tia, per i rifiuti, hanno a loro volta una tassa ulteriore di accompagnamento; l'Iva sul prezzo dei carburanti è altresì calcolata sul valore delle accise.
E il tax freedom day, il giorno dell' anno in cui la nostra paga non risente dei prelievi fiscali? Se nel 2000 giungeva il 5 giugno, oggi arriva il 25. A conti fatti, sono 20 giorni dopo. Un libro di pregio, ben argomentato che spegne definitivamente anche il mito politico di governi che amano tassare il popolo e altri che non metterebbero mai «le mani nelle tasche dei cittadini».
Giuseppe Bortolussi, Tassati e mazziati, Sperling & Kupfer, 178 pagine, 16,50 euro
7. L'assedio.
La Costituzione e i suoi nemici
Il Palazzo è sotto assedio? La classe politica
subisce più o meno lo stesso trattamento che riserva alla Costituzione. La
carta dei nostri padri fondatori è troppo spesso vilipesa o ignorata. O, peggio
ancora, forzata nei suoi aspetti fondamentali, come il famoso riferimento
all’immunità parlamentare.
Michele Ainis, costituzionalista, ha passato in rassegna le prassi incostituzionali, i tentativi di «controriforme», gli assedi volti a sovvertire i valori costituzionali e la più generale lacerazione che separa sempre di più i nostri rappresentati dallo stesso patto civile sul quale giurano.
Il saggio, certo, favorisce l’indignazione ma paradossalmente ci dice anche che tutto quello che serve per far funzionare il Paese è già nero su bianco, da moltissimi anni.
Michele Ainis, L’assedio. La Costituzione e i suoi nemici, Longanesi, 271 pagine, 15 euro
Michele Ainis, costituzionalista, ha passato in rassegna le prassi incostituzionali, i tentativi di «controriforme», gli assedi volti a sovvertire i valori costituzionali e la più generale lacerazione che separa sempre di più i nostri rappresentati dallo stesso patto civile sul quale giurano.
Il saggio, certo, favorisce l’indignazione ma paradossalmente ci dice anche che tutto quello che serve per far funzionare il Paese è già nero su bianco, da moltissimi anni.
Michele Ainis, L’assedio. La Costituzione e i suoi nemici, Longanesi, 271 pagine, 15 euro
6.
Regole
Pensate che in Italia ci siano troppe regole che
limitano anche il potenziale economico della nazione? Esatto, ma non è questa
la chiave di tutto. Le norme ci sono ma sono sbagliate e nascondono
un’incomprensione di fondo che Roger Abravanel, manager e consulente, e Luca
D’Agnese, che ha a sua volta trascorsi manageriali, hanno ben spiegato in
questo volume: non è l’assenza di regole a favorire il mercato, ma la presenza
delle stesse.
Eppure da noi, un’ideologia di fatto anticapitalista frena da 40 anni il Paese, impedendo di capire che lo Stato è fondamentale per regolare tutte le transazioni, anche quelle che incarnano il meglio del laissez-faire. Una disamina interessante, che non si limita a denunciare, ma propone anche le alternative, in campi sensibili come l’università e la scuola.
All’insegna di una morale valida anche nei tempi bui che viviamo: il rispetto delle leggi non è solo bello, ma utile, perché conviene.
Roger Abravanel, Luca D’Agnese, Regole, Garzanti, 367 pagine, 18,60 euro
Eppure da noi, un’ideologia di fatto anticapitalista frena da 40 anni il Paese, impedendo di capire che lo Stato è fondamentale per regolare tutte le transazioni, anche quelle che incarnano il meglio del laissez-faire. Una disamina interessante, che non si limita a denunciare, ma propone anche le alternative, in campi sensibili come l’università e la scuola.
All’insegna di una morale valida anche nei tempi bui che viviamo: il rispetto delle leggi non è solo bello, ma utile, perché conviene.
Roger Abravanel, Luca D’Agnese, Regole, Garzanti, 367 pagine, 18,60 euro
5. Sotto la pelle dello Stato. Rancore, cura,
operosità
La stagione dell’indignazione prima o poi è
destinata a passare. Ma quali sono i soggetti deputati al rilancio del Paese e
da quali basi può partire la rinascita? Aldo Bonomi, sociologo insigne, ha
tracciato il ritratto di uno Stato lacerato, dove anche il territorio si
polarizza in comunità dai comportamenti eterogenei e conflittuali.
Cosa resta, dopo una lunga stagione politicamente violenta, che ha spesso diviso gli italiani tra rancorosi, populisti e giustizialisti? Per lo studioso sono i soggetti che operano nel campo della comunità di cura (le professioni dell’inclusione sociale e della cura, l’insegnamento e la giustizia) a poter creare una massa critica positiva che può ridare slancio e futuro anche a chi ora vive il grande autunno dello scontento.
I comportamenti collettivi, insomma, vanno ripensati, ma a patto che l’operosità prevalga sui rancori, anche quelli generati da invidia sociale.
Aldo Bonomi, Sotto la pelle dello Stato. Rancore, cura, operosità, Feltrinelli, 187 pagine, 14 euro
Cosa resta, dopo una lunga stagione politicamente violenta, che ha spesso diviso gli italiani tra rancorosi, populisti e giustizialisti? Per lo studioso sono i soggetti che operano nel campo della comunità di cura (le professioni dell’inclusione sociale e della cura, l’insegnamento e la giustizia) a poter creare una massa critica positiva che può ridare slancio e futuro anche a chi ora vive il grande autunno dello scontento.
I comportamenti collettivi, insomma, vanno ripensati, ma a patto che l’operosità prevalga sui rancori, anche quelli generati da invidia sociale.
Aldo Bonomi, Sotto la pelle dello Stato. Rancore, cura, operosità, Feltrinelli, 187 pagine, 14 euro
4. In
nessun paese. Perché sui diritti dell'amore l'Italia è fuori dal mondo
Tasse, fisco, lavoro sono ottimi motivi per provare
rabbia in Italia. Ma il futuro di un Paese passa anche dalla partita dei
diritti, in particolare quelli legati alle norme contro l'omofobia e le
discriminazioni. Per non parlare delle coppie di fatto, una realtà ormai
consolidata ma ancora esclusa da importanti scelte legislative.
Gli autori, tra cui il vicepresidente del Partito democratico Ivan Scalfarotto, hanno affrontato un tema scottante, quello del diritto all’amore, in un Paese che fa ancora troppe distinzioni tra cittadini di serie A e di serie B, per motivi ideologici e religiosi. Gli stessi che una sana indignazione deve mettersi alle spalle, perché la felicità è il vero diritto universale, anche in Italia.
Ivan Scalfarotto, Sandro Mangiaterra, In nessun paese. Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo, Piemme, 219 pagine, 17,50 euro
Gli autori, tra cui il vicepresidente del Partito democratico Ivan Scalfarotto, hanno affrontato un tema scottante, quello del diritto all’amore, in un Paese che fa ancora troppe distinzioni tra cittadini di serie A e di serie B, per motivi ideologici e religiosi. Gli stessi che una sana indignazione deve mettersi alle spalle, perché la felicità è il vero diritto universale, anche in Italia.
Ivan Scalfarotto, Sandro Mangiaterra, In nessun paese. Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo, Piemme, 219 pagine, 17,50 euro
3.
Ribelliamoci. L'alternativa va costruita
Rottamare i grandi vecchi fa parte di un processo
comune ai movimenti degli indignadosmondiali. Ma
occhio alle dovute distinzioni, soprattutto se si parla di una colonna della
politica e della cultura italiana come la 'rossa' Luciana Castellina.
Proprio come il collega francese Stéphane Hessel, che pure ha undici primavere in più, in questo libro Catellina ha richiamato giovani e non a una ribellione responsabile che trova fondamento in un ideale passaggio di testimone, quello dell’impegno civile.
L'intellettuale e scrittrice si chiede anche se, a furia di dichiarare morte le grandi ideologie, non si sia perso di vista un potente motore che le stesse alimentavano: la riforma complessiva del soggetto umano. Un invito a superare i singoli 'ismi', ma senza perdere la loro spinta utopica.
Luciana Castellina, Ribelliamoci. L’alternativa va costruita, Aliberti, 79 pagine, 7,90 euro
Proprio come il collega francese Stéphane Hessel, che pure ha undici primavere in più, in questo libro Catellina ha richiamato giovani e non a una ribellione responsabile che trova fondamento in un ideale passaggio di testimone, quello dell’impegno civile.
L'intellettuale e scrittrice si chiede anche se, a furia di dichiarare morte le grandi ideologie, non si sia perso di vista un potente motore che le stesse alimentavano: la riforma complessiva del soggetto umano. Un invito a superare i singoli 'ismi', ma senza perdere la loro spinta utopica.
Luciana Castellina, Ribelliamoci. L’alternativa va costruita, Aliberti, 79 pagine, 7,90 euro
2.
Licenziare i padroni?
Nell'autunno caldo in cui si torna a parlare di
licenziamento senza giusta causa, il titolo è di sicura presa. Ma quando i
capitani di industria italiani avrebbero meritato il siluramento? Secondo
Massimo Mucchetti, quando negli anni Novanta non colsero l’occasione per
svoltare in tema di mercato, trasparenza, concorrenza, preferendo continuare in
un capitalismo vecchio, che preferiva la speculazione finanziaria
all'innovazione e allo sviluppo.
Il saggio del giornalista del Corriere della Sera, scritto nel 2003, ha ancora il pregio di illuminare i mali di un Paese dove troppi padroni hanno guardato al loro tornaconto, senza investire in una crescita di cui avremmo beneficiato tutti. E che oggi quindi, non possono reclamare con disinvoltura il diritto al licenziamento facile o a una flessibilità non garantita, senza aver paura di conseguenze violente e anacronistiche.
Massimo Mucchetti, Licenziare i padroni?, Feltrinelli, 249 pagine, 7,50 euro
Il saggio del giornalista del Corriere della Sera, scritto nel 2003, ha ancora il pregio di illuminare i mali di un Paese dove troppi padroni hanno guardato al loro tornaconto, senza investire in una crescita di cui avremmo beneficiato tutti. E che oggi quindi, non possono reclamare con disinvoltura il diritto al licenziamento facile o a una flessibilità non garantita, senza aver paura di conseguenze violente e anacronistiche.
Massimo Mucchetti, Licenziare i padroni?, Feltrinelli, 249 pagine, 7,50 euro
1.
Contro i giovani: come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni
Il Paese che ha rovinato i suoi giovani, sui quali
gravano già alla nascita migliaia di euro di debito pubblico e pensionistico,
ora è costretto a ricredersi sugli anni passati a pagare pensioni di invalidità
spesso fasulle, a creare posti pubblici spesso inefficienti, a concedere
pensioni di anzianità definite baby, quasi per
ironia.
Ora che il futuro di tutti appare ipotecato, il tempo per riflettere è ormai agli sgoccioli. Eppure Tito Boeri e Vincenzo Galasso invitano i quarantenni a imboccare la strada delle riforme nel mondo del lavoro, delle professioni, dei servizi e del welfare, anche per i loro fratelli più giovani. A patto che qualcuno, in alto, faccia finalmente spazio.
Tito Boeri, Vincenzo Galasso, Contro i giovani. Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni, Mondadori 158 pagine, 15 euro.
Ora che il futuro di tutti appare ipotecato, il tempo per riflettere è ormai agli sgoccioli. Eppure Tito Boeri e Vincenzo Galasso invitano i quarantenni a imboccare la strada delle riforme nel mondo del lavoro, delle professioni, dei servizi e del welfare, anche per i loro fratelli più giovani. A patto che qualcuno, in alto, faccia finalmente spazio.
Tito Boeri, Vincenzo Galasso, Contro i giovani. Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni, Mondadori 158 pagine, 15 euro.
di
Maria Rosaria Iovinella
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