martedì 1 novembre 2011

La pasta vince la sfida globale


13,1 milioni di tonnellate di pasta prodotti al mondo, 45 Paesi produttori, 500 formati disponibili e un consumo pro-capite mondiale che oscilla tra i 5 e i 6 kg (ma in Italia sono 26): sono i numeri della pasta, che in occasione del World Pasta Day 2011, celebrato a Roma, apre una riflessione sul suo ruolo nel futuro dell’alimentazione globale. E mentre AIDEPI e l'International Pasta Organisation lanciano un'iniziativa di beneficenza in favore della Caritas con una donazione di 14 tonnellate di pasta, Alinari racconta in un volume storia e protagonisti di “Un capolavoro chiamato pasta”. Una sfida la pasta l'ha già vinta. Nel 1998, anno del primo World Pasta Day, nel mondo se ne produceva meno della metà, 6,4 milioni di tonnellate contro le 13,1 milioni del 2010. Ma non solo: nello stesso periodo i Paesi produttori sono passati da 27 a 45 (+66%). E sono ormai 50 (erano 29 13 anni fa, +72%) i Paesi in cui si consuma almeno 1kg di pasta pro-capite all'anno.
Ulteriori conferme sulla "sfida globale" che la pasta sta affrontando in questi anni arrivano dalla ricerca internazionale GROW 2011, condotta in 17 Paesi dalla Ong Oxfam su oltre 16mila persone di età superiore ai 16 anni. Lo studio rivela che la pasta è, a livello mondiale, il prodotto alimentare più presente sulle tavole globalizzate. Con l'8% delle preferenze complessive precede, in questa speciale classifica, la carne e il riso. Secondo lo studio, la pasta è il cibo più amato in Brasile (dove al terzo posto, peraltro, sono citate le lasagne), Sudafrica, Germania e Olanda; è al secondo posto in Gran Bretagna e in Spagna, dove la batte solo l'intoccabile paella. Ma è comunque citata a ogni latitudine e longitudine.
Amata e apprezzata in tutto il mondo, la pasta è stata e resta un fiore all'occhiello del Made in Italy alimentare. Secondo gli ultimi dati AIDEPI, anche quest'anno l’industria italiana della pastificazione si conferma la prima nel mondo, con 3.247 milioni di tonnellate prodotte. Di queste, oltre la metà (53%) viene destinata ai mercati esteri. Tanto che un piatto di pasta su 4 (26%) mangiato nel mondo viene prodotto nel nostro Paese, addirittura 7 su 10 di quelli consumati in Europa.
Nella “top five” dei Paesi destinatari, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone vantano quote rispettivamente del 19,3%, 15,3%, 14,4%, 7% e 4,7% in volume. Questi cinque paesi hanno acquistato complessivamente circa il 61% dell’export italiano di paste alimentari (995 milioni di euro). Tra i mercati emergenti, molto promettente il mercato russo, su cui sono state immesse 31.440 tonnellate di pasta (+53,9% rispetto al 2009). Mentre l'export di pasta italiana in Cina registra +61% in 2 anni, in India +36% rispetto al 2009 (+143% negli ultimi 5 anni), ma il trend più sorprendente si registra in Arabia Saudita, +135,6% di pasta italiana nell'ultimo anno.
L'Italia guida anche, e non poteva essere altrimenti, la speciale classifica dei consumatori di pasta, con 26 chili pro-capite annui. Il Venezuela, secondo, consuma poco meno della metà, 13 chili a testa, la Tunisia è il terzo consumatore mondiale con 11,9 kg. Negli altri continenti, gli Usa sono al nono posto con 8,8 kg, in Asia Iran (7) e Turchia (6,1) precedono il Giappone (1,7 kg).
Menzione speciale di “pasta lovers” – nella nuova geografia, in continua evoluzione, dei cultori di questo alimento - va a infatti a Svezia, oggi sesto paese consumatore con 9 kg procapite, +63% rispetto al 1998 (era 14ma con 5,5 kg), ma anche alla Germania, dove il consumo di spaghetti e maccheroni è salito da 3,5 kg pro-capite del 1972 ai 5,4 kg del 1997 fino ai 7,9 del 2010. E il trend non accenna a fermarsi, con la produzione di pasta tedesca schizzata nell'ultimo anno a +13%. Dall'Europa all'America, è ancora più rilevante la crescita del pasta business in Latinoamerica dove la produzione continentale in questi fatidici 13 anni è triplicata, passando da poco più di 900mila tonnellate a oltre 3 milioni.
Al di là dell'aspetto di costume, la ricerca evidenzia quanto stia cambiando il nostro modo di nutrirci. Il 50% della popolazione mondiale ha dichiarato che negli ultimi 2 anni ha dovuto rinunciare a determinati alimenti. Di questi, il 39% afferma che la causa è stata l'aumento dei prezzi. Il fattore prezzo è di gran lunga (66%) la preoccupazione maggiore associata al cibo per la maggioranza degli intervistati, subito davanti (43%) alla salubrità e al valore nutrizionale degli alimenti.
Per la Giornata, come accennato, è stata lanciata anche l’iniziativa a sostegno delle mense Caritas: in Italia, AIDEPI, grazie al supporto di Barilla, Pasta Berruto, Agnesi (Gruppo Colussi), Pastificio Di Martino, Divella, Felicetti, Pasta Garofalo, La Molisana, Pastificio Mennucci e Pasta Zara, donerà circa 14 tonnellate di pasta alla Caritas. Un quantitativo che sarà in grado di assicurare circa 170mila pasti per le mense Caritas di 12 Regioni.
Ma altre iniziative analoghe sono in programma nel mondo, coordinate dall'IPO: negli Stati Uniti, per esempio, un'azienda produttrice fornirà 90 kg di pasta a ciascuna mensa delle scuole pubbliche del South Carolina, per un'iniziativa di educazione alimentare che coinvolgerà fino a 1.200 istituti e 700mila bambini. Mentre in Brasile l'associazione dei produttori di pasta ABIMA ha coinvolto 10 ristoranti top di Rio de Janeiro che includeranno nei loro menù delle ricette di pasta appositamente ideate per l'evento. Per ogni piatto di pasta ordinato al ristorante, sarà donata una confezione di pasta al National Cancer Institute José Alencar Gomes da Silva (INCA).
Oltre ad essere cibo del futuro, la pasta è anche capolavoro di immagini e simboli ancestrali, raccontati dalla casa editrice Alinari nel volume "Un capolavoro chiamato pasta. Uno stile alimentare globale" (pp. 222, Euro 45,00). L'opera ricostruisce dalle origini la storia della pasta, l'universo dei grandi e piccoli produttori di ieri e di oggi, le sue virtù nutrizionali, le sue citazioni nella letteratura, nel cinema e nella pubblicità. Il tutto corredato da una selezione di immagini d'epoca e non che testimoniano quanto questo alimento ormai globale sia intimamente intrecciato con la nostra storia e cultura. (aise)


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