martedì 8 novembre 2011

Fin da bambino ho “sognato di andare in Africa”


Nell’agosto del 1969,  mi sono imbarcato a Marsiglia sul “Pierre Loti”


(AS) Attilio Mombelli nato a Gaggino Faloppio nella provincia di Como, in un paesino tra Como e Varese, al confine con la Svizzera.
Fin da bambino ho “sognato di andare in Africa” … guardavo la cartina geografica  di questo continente e mi attirava quella bella chiazza gialla che a quei tempi era il Congo Belga … pensavo che doveva essere bello un giorno poterci andare!
Poi mi sono fatto prete pensando sempre di andare in missione.
Nel 1962 la nostra Comunità ha iniziato una missione in Madagascar a Ihosy. Ho visto tanti compagni di scuola partire e ho deciso che sarei partito  anch’io per il Madagascar …
Nell’agosto del 1969,  mi sono imbarcato a Marsiglia sul “Pierre Loti” con altri due confratelli, uno dei quali aveva già passato 5 anni in Madagascar.
Ero appena stato ordinato sacerdote, non conoscevo niente dell’Italia, ma mi interessava solo il Madagascar … durante il viaggio, 25 giorni, passando dalla Città del Capo, abbiamo incominciato ad imparare un po’ di malgascio con quel confratello che  aveva già la sua esperienza…

La lingua malgascia
C’è voluto un po’ di tempo tempo  … ho studiato il malgascio per sei mesi; mi ci sono voluti almeno 3 anni per parlare questa lingua senza dire troppi strafalcioni … Il malgascio è una lingua tanto diversa dalle nostre lingue latine; ma non è difficile; la grammatica è molto più semplice che la nostra, bisogna però imparare tutto un vocabolario diverso dal nostro … per questo devo ancora imparare  …
Ma la gente, con la sua semplicità, il suo senso dell’ accoglienza e anche la sua  dolcezza mi ha aiutato ad adattarmi, anzi a “trovarmi bene”…

Dove vivi
Sono sempre stato  in Madagascar  e praticamente quasi sempre a Ihosy… non l’ho scelto io questo posto, ma mi piace e mi trovo bene, … anche se devo dire che adesso non è più la Ihosy di una volta …
Attualmente si può dire che abbiamo tutto: ospedale, farmacia, distributori di carburante, tanti negozi pieni di tutto; anche i marciapiedi sono pieni di venditori che obbligano i pedoni ad invadere le strade al punto che diventa un ‘impresa passare in macchina; ci sono anche tanti mercanti ambulanti, che su carrettini, portano le loro mercanzia nelle case  …;
ci sono militari, gendarmi e “police” che controllano tutto e di più … a loro modo;
ci sono scuole con migliaia di bambini che regolarmente intasano le strade all’ora dell’uscita dalle classi;
c’è la luce elettrica, addirittura arrivano le “fibre ottiche” per la comunicazione internet ,  solo che tante volte la corrente subisce  interruzioni di ore o di mezze giornate, anche  l’acqua potabile è un problema serio perché bisogna fare lunghe code di attesa per averne un secchio.
Si, può dire che abbiamo tutto o quasi, poi però tutto funziona come può, cioè poco bene, per non dire alla meno peggio!
Ma il bello è che ci siamo abituati a questo sistema e la gente se ne  va quasi tranquilla per la sua strada.
E anche se la nostra radio ogni tanto “protesta” … ma, non può fare di più!


La radio
Si ho fatto e sto facendo anche questa esperienza …  Ho seguito due corsi di formazione per audio visivi a Lione, ho potuto formare una piccola equipe con la  quale ho fatto delle produzioni “dias-groupe” poi ci siamo permessi qualche esperienza in produzione cinematografica e nel 99, il nuovo Vescovo di Ihosy, ( con il quale avevo fatto la  formazione a Lione) , mi ha chiesto di provare anche “la radio”.
Non è stato tutto scontato, ma è una bella esperienza e sono convinto che può essere di grandissima utilità per la gente della zona in cui lavoro; non solo ne sono convinto, ma ne abbiamo anche delle prove.
Nel momento della mondializzazione che stiamo vivendo, tutti i mezzi di comunicazione moderni sono importanti e necessari anche, e direi in modo particolare, per la missione che ho scelto; che non è solo preghiera e prediche, ma anche promozione e formazione umana, sociale, culturale, morale,  politica ( senza fare politica) e  anche religiosa …    

Come si vive  
Si vive, credo, come si può vivere dal più al meno in tutte le cittadine o grossi villaggi del Madagascar.
 In tanti anni ho visto progredire e anche regredire la situazione; siamo passati tra gli alti e i bassi, ma questo dipendeva e dipende non tanto dalla situazione  qui sul posto, ma fa parte della situazione generale in cui si vive …
Il clima è mite, secco,  … i cicloni, in genere non fanno tanti danni, anzi sono desiderati per la coltura del riso.

Gli abitanti
La cittadina di Ihosy si trova ad un incrocio importante per le comunicazioni nel sud del Madagascar: si passa a Ihosy per andare a Tulear; da qui parte la strada  per Tolagnaro ( RN 13)  … che però è ancora molto “malandata”,  ma è l’unica  che si può fare ! c’era una strada che va verso Farafangana, attualmente quasi impraticabile, ma che comunque permette ancora le comunicazioni con Ivohibe e anche Iakora, sino a Begogo …
Qui si trovano tutte le etnie del Madagascar; la maggioranza però sono i Bestileo e i Merina ( Ambaniandro).
Ci sono anche delle “famiglie” di  cinesi e pachistani; pochi ormai sono i “vahaza” europei …
La maggior parte della popolazione della regione, invece, sono  i “BARA” …e qui ci sarebbero ancora tante cose da dire …

Con la gente
Mi trovo , posso dire, ci troviamo, bene con tutti; la gente ci rispetta e non solo, ci vuol bene, domanda aiuto, ma sa anche collaborare e impegnarsi quando si tratta di collaborare per qualche cosa di bene.

È tranquillo
La gente cerca e desidera la tranquillità e la sicurezza… ma la tranquillità, purtroppo, è legata a tanti fattori che non sempre si possono controllare, e che tante volte “opprimono” le persone,  per cui tanta gente non trova la sua situazione buona e tanto meno ideale. C’è ancora tanta povertà, e dove c’è povertà ci sono abusi di ogni genere.

Il lavoro
-         Mi occupo, insieme con un altro sacerdote della diocesi ed una suora, della radio “AVEC” ( che vuol dire Audio Visivi Espressione Cristiana ) collaborato da una equipe di circa 20 giovani;
-         Mi occupo, insieme ad alcune suore,  di un gruppo di giovani, circa 90, tra i 15 e 25 anni che, non potendo continuare la scuola classica, imparano un lavoro manuale;
-         Mi occupo di costruzioni di scuole, di case e di chiese.
-         Faccio il prete … e non è sempre tutto è facile!
-
La giornata tipo
Faccio il prete … la prima cosa è la preghiera e la Santa Messa con i confratelli alle 5,45 sino alle 7.
Dalle 7,30 alle 8 comunicazioni: mail, telefono, radio-comunicazione con i centri dove ci sono dei confratelli che non possono comunicare per telefono ;
alle 8 riunione per l’organizzazione del lavoro in radio;
9 - 12 , lavoro personale, visita ai lavori e incontri.
Preghiera, pranzo … e un po’ di siesta!
Alle 14, riprendo il lavoro personale; sovente visito dei villaggi nei dintorni di Ihosy.
18,45 preghiera, cena , telegiornale, qualche volta  un po’ di lavoro personale e poi “dodo”.

L’AIM
Personalmente ammiro il lavoro, ma soprattutto il coraggio e l’impegno con cui voi, la direzione dell’AIM, avete mantenuto un legame tra noi italiani qui in Madagascar, soprattutto nei momenti meno facili che abbiamo passato.
Ammiro la vostra discrezione e umiltà nel servire tutti i connazionali.
Grazie per tutte le informazioni che ci date  … che sovente sono le  uniche che abbiamo dell’Italia.
L’ associazione AIM ha saputo assumere e svolgere, e bene, tanti compiti e impegni burocratici che sono soprattutto di pertinenza di un Consolato.
Forse però, per un  Consolato non sarà facile mantenere quel legame di amicizia che l’AIM ci ha dato e che spero continuerà a darci, perché sono valori che non si limitano ne si racchiudono in un dovere burocratico.
Saluti cari. Grazie  P. attilio

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