martedì 8 novembre 2011

Anna: da oggi volontaria in Madagascar per un anno


Oggi, 3 novembre 2011, la giovane magretese Anna Messora, neolaureata in Fisioterapia, parte per un anno per un'esperienza di volontariato in Madagascar, dove sarà ospite nella casa dei volontari di Reggio Terzo Mondo. In questo articolo Anna ci racconta le sue aspettative verso questa importante esperienza che la terrà lontana da casa per un anno, le sue paure, le sue speranze. 
Anna alloggerà nel villaggio di Ambositra dove c'è un importante centro di riabilitazione dove potrà offrire le sue competenze professionali.
"Mi aspetto un'esperienza ricchissima per la mia crescita personale, spirituale e professionale: la conoscenza di un nuovo mondo, una nuova cultura, una nuova lingua, un nuovo modo di relazionarsi, un ritorno all'essenziale che dopo mi permetta di apprezzare meglio le enormi fortune che ho a casa e che nella quotidianità dimentico, un "rallentamento" della giornata non per essere pigri ma per godersi meglio le piccole cose - ci racconta Anna "Mi aspetto di mettere al servizio le mie (poche) competenze per "dare un senso" ai miei studi e perché un sorriso di un bambino è il miglior stipendio che possa avere. Mi aspetto di vivere in una bella comunità di volontari italiani, gente che condivide le tue scelte e con cui potersi confrontare, ridere, scherzare, pregare, piangere e litigare. Mi aspetto di fare tanta fatica a inserirmi in un mondo completamente nuovo, di non capire tante cose dei malgasci e di non farmi capire. Mi aspetto di piangere tanto, soprattutto all'inizio, mi aspetto di avere nostalgia, mi aspetto di trovare dei paesaggi e degli animali meravigliosi. Mi aspetto di non voler più tornare a casa alla fine di quest'anno"

La nostra volontaria però non nasconde che è anche un po' spaventata da quest'anno che l'attende: 
"Sono spaventata appunto per l'inserimento in questo nuovo mondo, di non trovarmi con i modi di fare dei malgasci, di non riuscire a imparare bene la lingua, di non trovarmi bene in comunità, di avere troppa nostalgia e che il tempo non passi più, di trovarmi a gestire situazioni che non so gestire, che la gente si aspetti qualcosa da me perchè sono italiana. Infine,mi spaventano un po' anche le malattie che potrei prendere"

Un consiglio per tutti i ragazzi che vorrebbero intraprendere una simile esperienza:
 "Consiglio di buttarsi, di non pensarci troppo, certo bisogna avere la giusta convinzione (ma se arrivi a questa scelta di solito ce l'hai), però non bisogna neanche farsi condizionare troppo da ansie e paure, soprattutto quelle tipiche che la società nostra ti inculca: "ma cosa vai a perder tempo, fatti pagare almeno, dopo torni e non trovi lavoro, ti licenzi con tutta quella gente che non trova lavoro ecc"... Le paure ce le avrai sempre, e non c'è mai un momento della vita giusto, ogni momento può essere buono, soprattutto quando pensi che vuoi qualcosa di più dalla vita, che il lavoro, gli amici, gli hobbies ti stanno un po' stretti e non per scappare da tutto questo, ma per donare un po' del tuo tempo agli altri! Lo dico soprattutto ai giovani come me che hanno finito di studiare: secondo me è un ottima opportunità per prepararsi alla vita adulta, lavorativa, la sento come una tappa da cui tutti sarebbe bellissimo che passassero, e che dopo mi darà una carica in più per il mio futuro, qualsiasi esso sia"

Quindi, questo viaggio non è un modo come un altro, per te che sei giovane, per scappare dal tuo Paese?
"No, non scappo assolutamente dal mio paese, nè dal punto di vista professionale (ho trovato lavoro come fisioterapista dopo 2 settimane che cercavo e ho continuato a ricevere proposte lavorative nei mesi successivi) nè da quello personale e relazionale. Certo, c'è la voglia di "uscir di casa", di iniziare a vivere la mia vita, ma soprattutto c'è la voglia di dare una svolta alla mia vita, di mettere a frutto quello che ho imparato e scoprire una nuova parte di me.  (Laura Solieri) Fonte: Volontariamo

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