mercoledì 10 agosto 2011

La Medusa del Madagascar


L’immagine ci mostra l’estuario del fiume Betsiboka, nel nord-ovest del Madagascar, così come è stato ripreso dai sensori del satellite di Osservazione della Terra giapponese chiamato ALOS

L’immagine che proponiamo questa settimana ci mostra l’estuario del fiume Betsiboka, nel nord-ovest del Madagascar, così come è stato ripreso dai sensori del satellite di Osservazione della Terra giapponese chiamato ALOS .
Il Betsiboka è il più grande fiume della regione e sfocia nella Bombetoka Bay, che a sua volta si apre all’interno del Canale del Mozambico.
Il colore rossastro dei banchi di sabbia e delle isole che si vedono tra i “tentacoli della medusa” sono formati da sedimenti asportati dalle colline e trasportati da fiumi e ruscelli durante il periodo delle forti piogge.
Lungo le linee costiere delle isole la vegetazione predominante è quella delle Mangrovie, che fungono da riparo a vere e proprie comunità di molluschi e crostacei, mentre al contempo costituiscono un habitat naturale per tartarughe di mare, dugonghi ed uccelli.
Nell’immagine si può vedere la citta portuale di Mahajanga nell’angolo alto a sinistra dell’inquadratura: ospita circa 130.000 abitanti e costituisce una località turistica di richiamo, in quanto per gran parte dell’anno il clima è caldo e secco.
Nell’angolo in basso a destra si può osservare la cittadina di Marovoay, dove la maggioranza dei sui circa 65.000 abitanti sono tutti contadini.
La presenza di attività agricola è importante: allevamenti di gamberi e piantagioni di riso sono molto frequenti nell’area in prossimità delle zone acquatiche, mentre nei territori circostanti sono diffuse soprattutto le piantagioni di caffè.
Il satellite ALOS (Advanced Land Observation Satellite) ha acquisito questa immagine il 17 Settembre 2010 con il sensore di bordo denominato AVNIR-2 (Advanced Visible and Near Infrared Radiometer).
ALOS è supportato da ESA come “Third Party Mission”, il che si traduce nell’impiego da parte dell’Agenzia Spaziale Europea delle sue risorse di terra multimissione per acquisire, processare, distribuire ed archiviare i dati forniti dal satellite per renderli disponibili alla comunità dei suoi utenti.
Nell’Aprile del 2011 il satellite ha purtroppo subito una improvvisa perdita di potenza, mentre era impegnato in operazioni di mapping della costa nipponica investita dallo tsunami che in quei giorni ha causato danni e devastazioni nel Giappone orientale.
Fonte: Rivista GEOmedia (Comunicati Stampa)

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