venerdì 17 febbraio 2012

Da guardiano di mandrie ad Assistente Sociale


La vera storia di Ignazio un siciliano in Madagascar 



Le origini
Nato ad Alcamo  da una famiglia di commercianti benestanti nel 1947.
Siamo nel dopoguerra e il commercio stenta a riprendersi, quindi mio padre decide di vendere le terre che possedeva e la casa per trasferirsi con la famiglia in  Toscana, dove intraprende una attività commerciale ed una agricola.
Anche in Toscana i tempi sono gli stessi, e  ancora una volta gli affari vanno malissimo ed allora mio padre vende ancora  tutto quello che possiede , paga i debiti che aveva contratto per sopravvivere con la famiglia e ritorna  in Sicilia con pochi spiccioli in tasca.
Ad Alcamo prende in affitto una casa di campagna  e  delle persone gli affidano delle mucche da latte e si dedica alla pastorizia con le mucche.
Quindi il sottoscritto all’età di 5 anni,  per aiutare la famiglia , si trova a fare il guardiano di mucche.
Questa volta le cose vanno meglio, la crisi del dopoguerra sta per finire, mio padre vende le mucche ed il terreno, che  nel frattempo aveva  comprato, ed apre una attività commerciale e nel giro di pochi anni diventano quattro i negozi gestiti dalla famiglia.

Ti sei sposato

Nel 1973 decido di prendere moglie, quindi cerco di rendermi indipendente ed apro una  mia attività  commerciale nel campo dell’alimentazione. Gli affari vanno bene, nascono due figli maschi che collaborano nella attività.  Ma un bel giorno  viene diagnosticato a mia moglie un male incurabile. Per prima cosa decido di vendere il mio discount  per meglio potere seguire la degenza di mia  moglie nei vari ricoveri ospedalieri.

Hai tentato il suicidio

Ero molto legato a mia moglie ed in un momento di sconforto, ho pensato di suicidarmi assieme a lei, ma nell’istante  che stavo mettendo in atto i miei propositi di suicidio, trovandoci  in macchina mentre tornavamo dalla chemioterapia, lei mi guarda, mi sorride, ed io rientro dai miei cattivi pensieri.  In quell’attimo ho deciso che dopo la morte di mia moglie, avrei dedicato la mia vita esclusivamente  ai bisognosi.


Il missionario

Dopo la morte di mia moglie, ho iniziato del volontariato presso un centro di accoglienza emigrati di Alcamo, e successivamente alla missione di Biagio Conti di Palermo, dove ho maturato l’esperienza di stare a contatto diretto  con i poveri  del terzo mondo. Appena ho preso conoscenza delle loro realtà ed un po della loro cultura, aiutato dal mio padre spirituale don Mariano Viola e da padre Mario Bonura, direttore ufficio missionario diocesi di Trapani, decido di partire assieme a due ragazzi, Tony e Lory, del M.G.M. di Trapani, per il Madagascar.

Il Madagascar

Partiamo da Milano il 19 giugno 2004, giorno della festa della patrona di Alcamo, a  cui chiedo protezione.
 Dopo 11 ore di volo atterriamo all'aeroporto di Ivato ad Antananarivo. Durante il viaggio abbiamo potuto ammirare l’alba, infatti dall’aereo abbiamo visto l’alba boreale uno spettacolo con quei colori fra azzurro del cielo, il rosso del sole e l’azzurro del mare.
Usciti dall’aeroporto ci incamminiamo verso la città e resto esterrefatto nel vedere tanta gente lungo la strada a piedi nudi, e anche se c’era una leggera pioggia, tutti andavano con delle ceste in testa e alcune donne erano in riva ad un ruscello a fare il bucato.  
Arriviamo all’arcivescovato di Antananarivo, dove troviamo ad attenderci suor Nive, una suora peruviana,  che avendo soggiornato per un lungo periodo in Italia, parlava bene  l’italiano.
Suor Nive ci porta nella nostra stanza e poi ci accompagna anche ad assistere alla Messa al Sacro Cuore, pranzo e visita della città. Restiamo ospiti per tre giorni.

Fianarantsoa

Siamo partiti alla volta di Fianarantsoa, con l’autista di Padre Zocco, che è il luogo dove abbiamo svolto il nostro lavoro di missionari. Percorriamo per andare a Fianarantsoa  450 chilometri in dieci ore. Lungo la strada il primo contatto con i ristoranti della strada  malgasci e con  il primo gabinetto malgascio è stato un trauma.  Comunque io e Tony abbiamo mangiato un poco di riso bianco, Lory non ha mangiato niente. Chiedo del bagno e trovo una casupola con una pedana e sotto era pieno di melma, ed una puzza tremenda, mi è passata la voglia di fare il mio bisogno. Arrivati a tarda sera a Fianarantsoa, siamo ospiti ad Ambalakilonga, una struttura di don Mazzi, dove troviamo ad attenderci, Stefano responsabile del centro,  Marina, Franco e Gavino collaboratori. Vi era ospite anche Silvia una ragazza di Milano  che aveva lasciato il mondo dorato  dello spettacolo per dedicarsi al volontariato.
Dopo le presentazioni ci accompagnano in un appartamentino, con i letti a castello, Silvia ci fa trovare un pacchetto di pastina, ed io avevo portato dei dadi da brodo, sognavamo una bella minestrina calda, ma troviamo i classici vermetti della pasta. Lory che era molto delicata nel mangiare, ma era digiuna sin dalla mattina mi chiede cosa fare, dico “per me io la mangio”, ed allora tolti i vermetti  tutti  abbiamo mangiato quella pastina, era ottima e l’abbiamo mangiata tutta.

La vostra occupazione

Gli alunni che stanno al centro , la maggior parte  provengono dall’orfanotrofio, frequentano la scuola professionale, e cercano di imparare un mestiere, alcuni fanno i muratori, altri  i falegnami ed altri ancora  gli elettricisti. Io, essendo agronomo, anche se non ho mai  esercitato, ma avendo la passione per l’agricoltura, mi dedico ad insegnare le tecniche agricole italiane. Soprattutto la potatura degli alberi che in Madagascar si sconosce. Ho insegnato presso la scuola, ma anche in alcune strutture della diocesi, e mi hanno anche mandato nei villaggi dei contadini. Mi sono anche  occupato di assistenza domiciliare degli ammalati gravi soli e abbandonati della parrocchia don Bosco di Fianarantsoa.

Adesso

Ebbene adesso, visti anche gli anni che incombono,  dopo tanti anni di sacrifici dedicati ai derelitti e bisognosi mi sono ritirato a vita privata, curandomi il mio orticello, anche se spesso non mancano le occasioni di andare presso le varie sedi missionarie e rivedere i tanti ragazzi e le suore e i preti con cui ho collaborato per tanti anni, e spesse volte mi vengono ancora chieste delle consulenze sull’agricoltura.
Queste visite sporadiche mi danno l’occasione per continuare con opere benefiche la mia missione.
Ho locato una piccola casa malgascia ad Antsirabe, dove conduco una vita semplice,  continuo a cucinare con il carbone e spero di passare gli anni che mi restano nella pace nella tranquillità e nella preghiera. 
Ignazio siciliano di Alcamo 



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