"Le acque dei fiumi sono salite e in
molte parti della città ci sono state gravi inondazioni, le coltivazioni sono
andate completamente perse, in alcuni villaggi si temono le epidemie, molte
case (capanne o simili) sono crollate, una chiesa è stata scoperchiata e i
tetti di diverse scuole sono volati via": questi i primi dati inviati
all'agenzia Fides da mons. Gaetano Di Pierro, Vescovo di Moramanga, dove i
danni causati dal passaggio del ciclone Giovanna, il 13 febbraio scorso, sono
molto gravi. "Verso le 22,30 si è scatenato un vento che dopo poco è
diventato impetuoso - racconta il vescovo -. Subito si è interrotta
l'elettricità e la città è caduta nel buio. Impossibile mettersi in contatto
con qualcuno, visto che si sono interrotte anche le comunicazioni telefoniche.
Non si vedeva niente ma si sentiva che gli alberi venivano divelti come pure le
lamiere di molte case. Non si poteva fare niente. E' stata una notte
interminabile, che ho passato in preghiera, pensando alla povera gente che
abita nelle capanne - riferisce mons. Di Pierro -. Verso le sei del mattino,
alle prime luci, abbiamo intravisto i disastri sia in casa, sia alla
cattedrale, sia alla Salle d'oeuvre che alla casa del parroco (in parte
scoperchiate), ma era ancora impossibile uscire fuori a causa della violenza
del vento. Quando il vento si è calmato sono arrivate le suore Piccole Figlie
del S.Cuore, che mi hanno portato le prime notizie della loro comunità: una
parte del tetto era saltata e disgraziatemente era caduta su una casa vicina, ferendo
un giovane che dormiva nel suo letto. Fortunatamente sono riuscite a portarlo
in ospedale dove gli sono stati prestati i primi soccorsi. E' accertata la
notizia di un morto in un quartiere della città." Mons. Di Pierro aggiunge
altre notizie sui danni subiti dalle strutture cattoliche di Moramanga. I padri
Carmelitani della parrocchia di Ambarilava hanno visto la loro grande chiesa
scoperchiata: le lamiere del tetto si sono letteralmente accartocciate. Le
suore Salesiane lamentano che i tetti della loro scuola materna e del podio
fisso per le manifestazioni, sono andati in frantumi. Le suore Ancelle di Santa
Teresa hanno visto molti alberi della loro zona sradicati dalla furia del
vento, e uno si è abbattuto anche sul loro muro di cinta. Le suore Piccole
Serve del Sacro Cuore hanno riportato danni anche al loro ospedale. In tutte
queste comunità sono andate distrutte le coltivazioni. Il vescovo è riuscito a
mettersi in contatto anche con alcuni centri dei distretti missionari:
"Sembra che la cittadina di Andasibe sia stata gravemente danneggiata a
causa dell'esondazione di un fiume e per la caduta di molti alberi: diverse
case sono andate distrutte e sono stati registrati 6 morti. La scuola di
Mahasoa, del distretto missionario di Anjiro, è stata letteralmente
scoperchiata. La stessa cosa è capitata anche alla chiesa protestante di
Amboasary, appena costruita, e alla scuola statale di Andaingo". "Una
cosa veramente incoraggiante è stato vedere che la gente si è data subito da
fare per 'curare le ferite' dovute al passaggio di questo ciclone, senza
aspettare gli aiuti" conclude mons.
Di Pierro. (R.P.)
Almeno
31 persone sono morte e quasi 250mila hanno subito danni in seguito al
passaggio del ciclone Giovanna che ha colpito il Madagascar il 14 febbraio. Lo indica
un nuovo bilancio provvisorio delle autorità malgasce, riferito oggi.
Il ciclone Giovanna, arrivato il 14 febbraio all'1 dalla costa est all'altezza di Brickaville, ha sferzato il Madagascar accompagnato da piogge e venti violenti. L'ultimo bollettino parla di 31 vittime, dieci a Brickaville e nove a Moramanga (115 chilometri a est di Antananarivo), ma anche in punti molto diversi dell'isola, secondo l'Ufficio nazionale di gestione dei rischi e delle catastrofi (Bngrc), l'organismo che coordina le informazioni e le operazioni di urgenza.
Questo bilancio resta alquanto provvisorio perché solo 169 comuni sui 686 che sarebbero stati colpiti, ossia un terzo dell'isola, ha fornito dati. Il Bngrc registrava d'altra parte 245 feriti e 248.737 sfollati, visto che sono state distrutte 44.470 abitazioni, 30mila delle quali a Vatomandry, a sud di Brickaville. A livello di infrastrutture, 23 scuole primarie pubbliche, una scuola privata e otto centri sanitari sono stati completamente distrutti.
Il ciclone Giovanna, arrivato il 14 febbraio all'1 dalla costa est all'altezza di Brickaville, ha sferzato il Madagascar accompagnato da piogge e venti violenti. L'ultimo bollettino parla di 31 vittime, dieci a Brickaville e nove a Moramanga (115 chilometri a est di Antananarivo), ma anche in punti molto diversi dell'isola, secondo l'Ufficio nazionale di gestione dei rischi e delle catastrofi (Bngrc), l'organismo che coordina le informazioni e le operazioni di urgenza.
Questo bilancio resta alquanto provvisorio perché solo 169 comuni sui 686 che sarebbero stati colpiti, ossia un terzo dell'isola, ha fornito dati. Il Bngrc registrava d'altra parte 245 feriti e 248.737 sfollati, visto che sono state distrutte 44.470 abitazioni, 30mila delle quali a Vatomandry, a sud di Brickaville. A livello di infrastrutture, 23 scuole primarie pubbliche, una scuola privata e otto centri sanitari sono stati completamente distrutti.
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