giovedì 2 febbraio 2012

Giornata Mondiale per la lotta contro la lebbra


“Le persone curate e sanate dalla lebbra possono e devono esprimere tutta la ricchezza della loro dignità e spiritualità”

Come ogni anno dal 1954, l’ultima domenica di gennaio si celebra la Giornata mondiale contro la Lebbra. Purtroppo ancora oggi questa malattia colpisce nel mondo 200 mila persone.

Secondo il bollettino epidemiologico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2010 sono stati 123 i paesi del mondo che hanno denunciato nuovi casi di lebbra, per un totale di 228.474. Questi dati sono provvisori perché mancano quelli di alcuni paesi come Costa d’Avorio, Ghana e Senegal. 
L’India con 126.800 casi e il Brasile con 34.894 casi nel 2010, continuano ad essere i paesi dove si registra il più alto numero di nuovi casi di lebbra nel mondo. Seguono Angola, Bangladesh, Cina, Congo, Etiopia, Indonesia, Madagascar, Mozambico, Myanmar, Nepal, Nigeria, Filippine, Sri Lanka, Sudan e Tanzania. I paesi con il tasso più elevato di nuovi casi tra i bambini, suddivisi per continenti, sono la Liberia in Africa, la Repubblica Dominicana in America, lo Yemen in Medio Oriente, l’Indonesia in Asia e le isole Marshall nel Pacifico. I paesi con alti tassi di disabilità tra i nuovi casi, sono il Madagascar in Africa, il Paraguay in America, la Tailandia e la Cina in Asia. 
Nonostante negli ultimi 20 anni circa 14 milioni e mezzo di persone siano state curate con la polichemioterapia e sono guarite dalla lebbra, molti di loro hanno bisogno di cure per tutta la vita per problemi legati alle disabilità, alle ulcere e alle ferite causate dalla malattia. Secondo le stime dell’Oms sono circa 2 milioni. 
I successi ottenuti nella lotta contro il morbo di Hansen non devono far calare “l'attenzione internazionale verso i malati di lebbra, che necessitano ancora oggi di sostegno umano e di integrazione sociale” ha affermato il Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, nel suo Messaggio per la Giornata di quest’anno. Quella della discriminazione in molti paesi costituisce ancora una piaga molto grave per queste persone. Nel mese di dicembre 2010, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione per l’eliminazione di tale fenomeno insieme con alcuni principi e linee guida. 
La Chiesa missionaria ha una lunga tradizione di assistenza verso questi malati, spesso abbandonati anche dai loro stessi familiari, ed ha sempre fornito loro, oltre alle cure mediche e all’assistenza spirituale, anche possibilità concrete di recupero e reinserimento nella società, superando le barriere della discriminazione. La Chiesa gestisce nel mondo 561 lebbrosari (secondo l’ultimo Annuario Statistico della Chiesa). Secondo la ripartizione per continente: in Africa 174, in America 92 (totale), in Asia 288, in Europa 4 e in Oceania 3. Le nazioni che ospitano il maggior numero di lebbrosari sono: in Africa: Repubblica Democratica del Congo (33), Madagascar (25), Sudafrica (23); in America del Nord: Stati Uniti (47); in America centrale: Messico (4); in America centrale-Antille: Haiti (2); in America del Sud: Brasile (13), Ecuador (8), Perù (6); in Asia: India (220), Corea (16), Pakistan (14); in Europa: Italia (2), Belgio (1), Spagna (1); in Oceania: Papua Nuova Guinea (3). (AP) 

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