Frutto di
1,2 milioni ragni, 80 persone, e 5 anni di lavoro
Un abito talare unico al
mondo. I fili utilizzati per tessere questo capolavoro provengono dal lavoro di
1,2 milioni di ragni della specie Golden Orb, appartenenti alla famiglia dei
Nephila Maculata. L'abito è esposto al Victoria and Albert Museum di Londra dal
24 gennaio ed è stato confezionato dagli artisti Nicholas Godley, americano, e
Simon Peers, inglese, che hanno potuto realizzarlo grazie all esperienza
acquisita in una fabbrica in Madagascar."Lavorando nel settore tessile
sono venuto a conoscenza che si stava lavorando alla realizzazione di un
tessuto fatto con la tela di ragno, e quando ho scoperto che questa non era
solo una leggenda ho cercato di realizzarla e ci sono riuscito" spiega
Simon Peers.Per realizzare l'abito lungo quattro metri, il cui colore giallo
dorato non è risultato di una tintura ma è proprio quello naturale dei
filamenti, ci sono voluti ben 5 anni e il lavoro di 80 persone che hanno
tessuto a mano il prezioso filo.
Fonte: TM News
Piu' resistente
dell'acciaio, la seta del ragno potrebbe sostituire la plastica
Forse non tutti sanno che la
seta che il ragno secerne per produrre la sua ragnatela ha caratteristiche davvero
sorprendenti: è più resistente dell'acciaio, ma al tempo stesso ha un'elevata
elasticità che le permette di poter essere allungata più volte e più volte
prima di rompersi.
Non solo: in Madagascar esiste un ragno chiamato della Corteccia di Darwin (Caerostris Darwini) il quale è in grado di realizzare una ragnatela che sospende, da un argine all'altro, sopra il letto di un fiume e che ha una resistenza dieci volte superiore a quella del Kevlar, il materiale usato per fare giubbotti antiproiettile.
Orbene, esiste un modo per utilizzare questa seta?
Per molti anni gli scienziati di tutto il mondo hanno cercato di raggiungere questo scopo senza però alcun successo perché i ragni, a differenza dei bachi da seta, secernono pochissime quantità di fibra oltre al fatto che, messi vicini gli uni agli altri, finivano sempre per mangiarsi l'un l'altro.
Ora però le cose sembrano aver preso una piega diversa grazie all'ingegneria genetica.
All'Università del Wyoming (Stati Uniti) team di ricerca guidato dal professor Don Jarvis, infatti, ha iniettato geni di ragno in comuni bachi da seta ottenendo così, in laboratorio, una fibra naturale ad alta resistenza che può essere prodotta in grandi quantità.
L'applicazione più immediata di questo materiale potrebbe essere in ambito medico per rendere più resistenti, ad esempio, i punti di sutura per la riparazione dei muscoli e dei legamenti o anche per impianti medicali.
Ma questa speciale seta potrebbe anche essere utilizzata in tutti quegli ambiti dove, al momento, si utilizzano le fibre sintetiche.
Staremo a vedere..
Non solo: in Madagascar esiste un ragno chiamato della Corteccia di Darwin (Caerostris Darwini) il quale è in grado di realizzare una ragnatela che sospende, da un argine all'altro, sopra il letto di un fiume e che ha una resistenza dieci volte superiore a quella del Kevlar, il materiale usato per fare giubbotti antiproiettile.
Orbene, esiste un modo per utilizzare questa seta?
Per molti anni gli scienziati di tutto il mondo hanno cercato di raggiungere questo scopo senza però alcun successo perché i ragni, a differenza dei bachi da seta, secernono pochissime quantità di fibra oltre al fatto che, messi vicini gli uni agli altri, finivano sempre per mangiarsi l'un l'altro.
Ora però le cose sembrano aver preso una piega diversa grazie all'ingegneria genetica.
All'Università del Wyoming (Stati Uniti) team di ricerca guidato dal professor Don Jarvis, infatti, ha iniettato geni di ragno in comuni bachi da seta ottenendo così, in laboratorio, una fibra naturale ad alta resistenza che può essere prodotta in grandi quantità.
L'applicazione più immediata di questo materiale potrebbe essere in ambito medico per rendere più resistenti, ad esempio, i punti di sutura per la riparazione dei muscoli e dei legamenti o anche per impianti medicali.
Ma questa speciale seta potrebbe anche essere utilizzata in tutti quegli ambiti dove, al momento, si utilizzano le fibre sintetiche.
Staremo a vedere..
Fonte:Impronta Ecologica
Nessun commento:
Posta un commento
Si invitano i lettori ad inviare il loro indirizzo email o di amici interessati per ricevere le NEWS AIM Madagascar: news@aim.mg
Lasciare un commento anche anonimo ci aiuta a migliorare il nostro blog.
Grazie