giovedì 9 febbraio 2012

Madagascar, pappa salvavita


Medici italiani contro la malnutrizione.
Circa 1.800 bambini visitati e un'unica diagnosi: malnutrizione. Madagascar, 80 chilometri dalla città di Manakara, nel sud-est del Paese. E qui che un'equipe dell'associazione onlus Medici vicentini per il mondo appena rientrata da una missione ha lavorato per un mese insegnando agli abitanti dei villaggi a sfruttare le proprietà nutritive dei voanjobory, legumi di colore chiaro, simili a piccoli ceci, nel tentativo di arginare le malattie degenerative da mancanza di proteine, piaga endemica negli agglomerati di capanne e nelle scuole.
RISO, ALIMENTO BASE. In questo angolo fuori dal mondo dove l'energia elettrica non è ancora arrivata, l'infanzia è lasciata a se stessa e, se si eccettua il lunghissimo periodo dell'allattamento, dal punto di vista alimentare i bambini dai tre anni in su corrono rischi da codice rosso, complice una dieta basata esclusivamente sul riso, alimento base dell'isola.

MALNUTRITO IL 50% DEI PICCOLI. Le conseguenze sono note all'Oms: il 50% dei bambini è malnutrito. I piccoli presentano addome sporgente, edemi sul volto, braccia e gambe estremamente esili, privi di tessuto adiposo e con masse muscolari compromesse, discromia nei capelli che dal nero virano al rossiccio per l'assenza di proteine che provoca anche l'indebolimento inesorabile del sistema immunitario e l'insorgere di malattie, anche neurologiche, che possono condurre alla morte.
OMOGENEIZZATO IPER PROTEICO. Per contrastare la Kwashiorkore, come è chiamata in malgascio la grave forma di malnutrizione tipica di queste zone rurali, il gruppo di medici vicentini ha somministrato ogni giorno ai bambini dai tre ai 15 anni centinaia di dosi di una pappa da loro ideata. La consistenza è quella di un omogeneizzato ed è composta da leguminose lessate e passate al setaccio (per evitare che le bucce dei fagioli assorbano sostanze nutritive preziose per l'organismo), zucchero di canna, olio di palma e banana essiccata. Tutti prodotti presenti in loco e quindi facilmente reperibili. Tecnicamente si tratta di un Ready to Use Therapeutic Food. In altre parole un alimento da emergenza che sostituisce le classiche bustine farmacologiche, con il vantaggio che la pappa può essere preparata dalle donne malgascie all'interno dei villaggi o dagli insegnanti che gestiscono le scuole dove i bambini vi restano per tutto il giorno, anche a mangiare.


LA PIAGA DELL'ALCOLISMO. Un cibo salvavita, dunque, che i medici vicentini hanno sperimentato con successo durante la missione durante la quale hanno visitato migliaia tra adulti e bambini, somministrato farmaci e vitamina A, portato a termine interventi di svermizzazione per eliminare parassiti endemici, effettuato campagne di prevenzione contro l'alcolismo, altra piaga difficile da sanare, perché, come hanno raccontato i volontari a Lettera43.it, «con i pochi soldi a disposizione ricavati soprattutto dal commercio dei chiodi di garofano, di cui il Paese è tra i principali produttori, la gente acquista birra e distillati da canna da zucchero senza rendersi conto che l'abuso causa effetti devastanti».
Anche i danni causati dalla malnutrizione sono sottovalutati, mentre è inesistente l'intervento del governo in termini di prevenzione. «Abbiamo cercato di spiegare in maniera molto semplice agli abitanti dei villaggi che è fondamentale che ogni giorno i bambini mangino i fagioli», hanno raccontato i medici. «Torneremo in Madagascar nel 2012 per verificare se quello che è stato fatto ha dato frutti».
Fonte: lettera43 di Anna Madron

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