domenica 26 febbraio 2012

Il gusto agrodolce della rana


La pelle di alcuni anfibi secerne acidi biliari misti a zuccheri. Ma non si sa bene perché.

di Dave Mosher
Una rana del genera Mantella genus, endemica del Madagascar. Fotografia di Joel Sartore, National Geographic

Che la pelle di alcuni anfibi secerna sostanze chimiche (tra cui veleni e persino allucinogeni) era cosa nota. Oggi un nuovo metodo di studio ha permesso di identificare, sulla pelle di una rana del Madagascar, acidi e zuccheri mai riscontrati prima.

Finora per studiare le secrezioni delle rane i ricercatori le scuoiavano e macinavano i tessuti della pelle, per poi analizzarli ed estrarne soprattutto le tossine, che possono avere applicazioni in campo farmaceutico. Assieme a suo padre William, ingegnere elettronico, l'erpetologa Valerie Clark - già beneficiaria di un fondo di ricerca della National Geographic Society - ha messo a punto uno strumento elettrostimolante che estrae le sostanze chimiche dalla pelle delle rane senza ucciderle. "Nell'ultimo paio di decenni la tecnologia ha fatto passi da gigante", spiega la Clark, che ha completato di recente il suo dottorato alla Queens University di Belfast. "La nostra capacità di individuare e analizzare i composti chimici è molto migliorata, quindi possiamo fare molto di più con molto meno".

Grazie al suo stimolatore, la Clark è riuscita a isolare acidi biliari e zuccheri presenti, in proporzioni più o meno equivalenti, sulla pelle di alcune 
rane del genere Mantella, diffuse nel Madagascar. Queste sostanze non erano mai state rilevate prima con i metodi tradizionali, eppure la loro quantità è dieci volte maggiore di quella degli alcaloidi velenosi che pure compaiono sulla pelle degli anfibi.

Cocktail misteriosi

Ma perché queste rane secernono zuccheri e bile dalla pelle? Non è ancora chiaro.
Gli anfibi, spiega Valerie Clark, assumono gli zuccheri dalle formiche di cui si nutrono. Potrebbero "risalire" sulla pelle per proteggerla nell'ambiente umido in cui vivono le rane. "In tempi di guerra", prosegue la studiosa, "è accaduto che i soldati si strofinassero zucchero sulle ferite per prevenire le infezioni". E uno studio recente della Boston University sostiene che lo zucchero potrebbe aumentare l'efficacia degli antibiotici contro le infezioni batteriche.

Quanto agli acidi biliari, la studiosa ipotizza che abbiano una funzione protettiva contro i veleni secreti proprio dalle formiche che costituiscono l'alimento base delle rane. "Nell'uomo, gli acidi biliari aiutano a scomporre le sostanze tossiche e trasportarle fino ai reni per eliminarle. Penso che un giorno dimostreremo che nelle rane quegli stessi acidi trasportano gli alcaloidi velenosi verso la pelle, che provvede a sbarazzarsene".

Pillola amara

Alan Hofmann, un fisiologo che studia gli acidi biliari da quasi mezzo secolo, spiega che la loro presenza sulla pelle delle rane è un fenomeno pressoché inedito nel mondo animale. Finora era stato riscontrato solo nelle lamprede, ma in quei pesci gli acidi biliari sembra svolgano le funzioni dei feromoni, vale a dire sono una forma di comunicazione chimica.

Nelle rane velenose, invece, la bile potrebbe essere semplicemente un'arma in più nel loro già ricco arsenale di tossine. Gli acidi biliari, sostiene Hofman, sono "terribilmente amari": probabilmente contribuiscono a proteggere la rana rendendola disgustosa per i predatori. 

Fonte: National Geographic Italia

Nessun commento:

Posta un commento

Si invitano i lettori ad inviare il loro indirizzo email o di amici interessati per ricevere le NEWS AIM Madagascar: news@aim.mg
Lasciare un commento anche anonimo ci aiuta a migliorare il nostro blog.
Grazie