Con un pellegrinaggio al Santuario del Volto Santo di
Manoppello si è concluso il secondo Symposium of Episcopal Conferences of
Africa and Madagascar (SECAM) and the Council of Episcopal Conferences of
Europe (CCEE).
"L'evangelizzazione oggi: comunione e collaborazione
pastorale tra l'Africa e l'Europa", questo è stato il tema del Symposium
iniziato il 13 febbraio 2012 a Roma presso il Pontificio Ateneo Regina
Apostolorum, con gli interventi dei cardinali Polycarp Pengo e Angelo Bagnasco,
rispettivamente, Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa
e Madagascar (SCEAM) e Vice-Presidente del Consiglio delle Conferenze
Episcopali d'Europa (CCEE).
Le giornate di studio e di confronto sono state dirette ad
approfondire e riflettere sui rilevanti problemi della Chiesa nei due
Continenti, in un clima di amicizia che potrà essere utile per una migliore
collaborazione sui temi della pace, dell'immigrazione, della libertà religiosa
e della lotta alla prostituzione.
Per il cardinale ungherese Péter Erdc, "i vescovi
europei ed africani vogliono affrontare insieme la sfida della nuova
evangelizzazione, vivendo la fratellanza nella missione in modo più intenso.
Una collaborazione che avviene sulla base di reciproci scambi. Mentre in
passato molti missionari partivano dall'Europa per andare in Africa, oggi
assistiamo anche a un movimento inverso, con sacerdoti, suore e laici
consacrati che dall'Africa vengono in Europa. Abbiamo scoperto tante
preoccupazioni comuni, ma ci impegniamo a collaborare nel campo della
pastorale, della sanità, dell'educazione, nei problemi sociali. Del resto, il
nostro continente ha bisogno di una iniezione di vitalità ecclesiale e questa
vitalità può venire dalle giovani Chiese d'Africa".
Sulla stessa linea, il cardinale senegalese Theodore-Adrien
Sarr, per il quale "gli immigrati africani potranno aiutare l'Europa a
trovare nuova gioventù e freschezza nella fede per il futuro. Nel futuro gli
scambi tra vescovi riguarderanno sempre più temi come l'educazione, la lotta
alla povertà, la sanità, la formazione dei quadri dirigenti, il dialogo tra le
religioni, il commercio delle armi, la tratta degli esseri umani, il debito
estero e lo sfruttamento da parte delle compagnie minerarie". Questo
percorso di impegno di comunione e solidarietà di mondi tanto diversi deriva
dall'appartenenza alla medesima Chiesa, unita in Cristo.
Questo è il senso più profondo da ricercare nel
pellegrinaggio conclusivo a Manoppello. È lo stesso Papa che, il giorno
precedente, incontrando i vescovi partecipanti al Simposio non nasconde la
complessità delle sfide che attendono la Chiesa di oggi, a partire
dall'indifferenza religiosa. Nel richiamare l'autorità morale e l'autorevolezza
che devono sostenerli nella loro azione pastorale, ha affermato che lo sguardo
della fede fissato sul Cristo apre la mente e il cuore dell'uomo alla Verità
Prima, che è Dio. Benedetto XVI ha inteso ulteriormente rafforzare il suo
pensiero sottolineando che "un vescovo deve essere innamorato di
Cristo".
Ecco che gli stringati comunicati ufficiali che prevedevano
in fondo al programma appena un rigo per indicare il pellegrinaggio finale a
Manoppello si riempiono di significati.
Il Santuario del Volto Santo ha accolto i vescovi in una
insolita bianchissima cornice di neve. Non per questo hanno rinunciato ad
salire sul colle Tarigni, percorrendo a piedi la Via Crucis. Ad ogni stazione
le riflessioni sono state pronunciate da un vescovo diverso. Nella Basilica,
l'arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, prima della solenne concelebrazione
della messa, nel dare il benvenuto ai fratelli europei e africani, ha
illustrato in italiano, inglese e francese, la straordinaria immagine del Volto
Santo. Richiamandosi agli studi di P. Heinrich Pfeiffer, di Sr. Blandina
Paschalis Schlomer, Andrea Resch, Paul Badde e Saverio Gaeta, ha affermato che
è possibile "rispondere affermativamente e con sufficiente certezza morale
a due domande che il Santo Volto pone: è il Velo qui custodito la Veronica
venerata un tempo in San Pietro? E' questa la preziosa reliquia il sudario
posto nel sepolcro sul volto del Cristo morto, come attesta il Vangelo di
Giovanni?". Tali riflessioni sono state riprese anche in una lettera
personalmente consegnata ai vescovi presenti.
Si tratta di valutazioni significative, che tengono anche
conto, forse, che il Vaticano la scorsa estate in un comunicato stampa ha per
la prima volta ammesso (a distanza di 484 anni), la scomparsa della Veronica
durante il Sacco di Roma del 1527. L'incontro è stata l'occasione per meditare
e pregare davanti al Volto Santo, illustrato in dettaglio dallo scrittore e
giornalista tedesco Paul Badde. Molti vescovi non hanno nascosto la propria
emozione. Una sensazione che ha accomunato mondi lontanissimi, dal vescovo
dell'Islanda a quello del Sudafrica. Al termine della celebrazione
l'arcivescovo del Ghana Charles Gabriel Palmer-Buckle ha ringraziato per
l'accoglienza ricevuta chiedendo a Bruno Forte, a nome di tutti, che in
occasione di ogni suo ritorno nella Basilica del Volto Santo si ricordi nelle
sue preghiere dei vescovi europei e africani.
Allo stesso arcivescovo Charles Gabriel Palmer-Buckle, che
ha fatto parte del nucleo ristretto dell'organizzazione del Symposium, ho
chiesto quale fosse il significato per lui e per gli altri vescovi da
attribuire al pellegrinaggio al Volto Santo. Il presule ghanese riflette
profondamente, prima di rispondermi, che la spinta che viene dall'aver
conosciuto il Volto Santo è quella di "predicare un Cristo vero, un Cristo
vivo". Anche l'arcivescovo Bruno Forte, al quale chiedo quale sensazione
abbia ricevuto dai partecipanti, mi conferma che "tutti sono rimasti
profondamente colpiti dal pellegrinaggio a Manoppello".
Presente all'incontro anche Petra-Maria Steiner, che negli
ultimi anni si è avvicinata agli studi sul Volto Santo, impegnandosi in una
costante opera di divulgazione nei paesi di lingua tedesca. Da segnalare infine
il saluto del presidente della conferenza episcopale polacca Jozef Michalik a
Immaculata e Caterina, giovani suore giunte dalla Polonia e da alcuni mesi
operanti a Manoppello". (antonio bini\aise)
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