martedì 15 marzo 2011

Cacciato «il banchiere dei poveri»

Il governo del Bangladesh manda via dalla guida della sua banca il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus
Il governo del Bangladesh ha costretto il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus a lasciare la sua banca di microcredito, la Grameen Bank. Quest'ultima conta microprestiti per 955 milioni di dollari complessivi a circa 8 milioni di poveri, nella maggioranza dei casi donne.
L'INCHIESTA - È l'ultimo atto della guerra tra il governo del Bangladesh e il banchiere. Dopo la richiesta rivolta dal governo al banchiere (lo Stato possiede il 25% della Grameen Bank presieduta da Yunus) all'inizio di febbraio di abbandonare il suo incarico, ora è stata la Banca centrale del Bangladesh ad inviare una lettera in cui si sostiene che l'economista, che ha 70 anni, ha continuato a rimanere alla testa della Grameen Bank (da lui fondata) anche dopo aver superato il 60esimo anno, età limite prevista nel paese per il pensionamento. All'inizio di dicembre 2010 un documentario realizzato dal giornalista danese Tom Heinemann ha insinuato irregolarità nella gestione della banca riguardanti doni finanziari della Norvegia e di altri Paesi, provocando reazioni contrastanti ed inchieste da parte dei governi di Oslo e di Dacca.
LOTTA AL GOVERNO - I sostenitori di Yunus, fra cui l'ex presidente irlandese Mary Robinson, sostengono che è stata orchestrata una campagna politica dopo le tensioni registratesi fra Yunus e il premier bengalese Sheikh Hasina nel 2007. E sembra proprio questo il vero motivo che sta dietro la cacciata di Yunus. Come rivela il Financial Times, l'ostilità del governo del Bangladesh nei confronti di Yunus sembra risalire appunto al 2007: quando a seguito di un golpe militare il banchiere manifestò l'idea di creare un suo movimento politico. I leader politici e la maggioranza del partito ora al potere non hanno mai perdonato questa sua scelta considerandolo un rivale nella contesa del potere.

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