venerdì 25 marzo 2011

Le origini del Kenaf

Il kenaf, secondo il Murdoc, fu domesticato nel 3500 a.C. nel Nuclear Mande, una regione agricola dell'Africa Occidentale ove l'agricoltura si sviluppò indipendentemente da quella egiziana. Quest'ultima infatti, a partire dal 5000 a.C., aveva ottenuto le prime specie domesticate, vegetali ed animali, per migrazione dalle regioni collinari dell'Irak Centrale. Se la valorizzazione del kenaf si originò nell'Africa Occidentale a nord dell'equatore, più controversa presso i ricercatori si presenta l'identificazione del centro di origine della specie. Tre sono le aree africane ove si trovano forme selvatiche:
• le valli superiori del Niger e del Bani: è la zona più vicina al centro di domesticazione;
• il territorio Angolano, che presenta le specie più primitive. Da qui la specie avrebbe migrato verso oriente per poi rientrare ad occidente, una volta superata la fascia tropicale umida, rappresentante una barriera naturale per le migrazioni dirette nord-sud e/o viceversa;
• il territorio Tanzaniano: da qui il kenaf sarebbe potuto migrare con direzione sud-occidentale, verso l'Angola e con direzione nord-occidentale, verso il territorio del Nuclear Mande.
Prive di fondamento sono invece le ipotesi di una origine asiatica della specie poiché sul territorio asiatico non esistono specie selvatiche. La migrazione verso l'Asia è avvenuta probabilmente insieme al karkadé per via marittima oppure con le carovaniere attraverso il territorio mesopotamico.
La scoperta in tale area, da parte di una missione archeologica italiana, di manufatti con fibra di kenaf risultati databili al 2400-2800 a.C. sembrerebbe confermare tale ipotesi.

Prime utilizzazioni
La prova della prima utilizzazione di questa malvacea come specie da fibra tessile è stata annunciata soltanto recentemente.
Nel 1972, una équipe di archeologi dell'ISMEO - Istituto per il Medio e l'Estremo Oriente dell'Università di Roma, in uno scavo effettuato a Shahr-l-Sokhta, nel Sistan Persiano, ha rinvenuto una cordicella di kenaf risalente al III millennio e che risalirebbe al 2400-2800 a.C. (Comunicazione personale del Prof. Costantini - ISMEO - Roma). Trattasi dunque di un manufatto tessile.
In periodo storico, il primo impiego del kenaf è avvenuto ad opera delle popolazioni del continente indiano che - per la più ampia adattabilità della specie in rapporto alla juta - lo hanno da sempre utilizzato nelle aree marginali al bacino monsonico del continente asiatico.
E' dunque in quest'area che dalla seconda metà del 1700 molti ricercatori inglesi si interessarono a questa specie ed alla sua coltivazione: ciò avvenne sia con prove di comparazione sperimentale, come quelle condotte a Madras dal 1784 al 1815 da Sir William Roxburgh, sia e successivamente a Calcutta, nei giardini della East Indian Company, sia descrivendone la diffusione allo stato spontaneo o la coltivazione nelle differenti parti dell'India da parte delle popolazioni locali.
Secondo Dustan, come riportato dal Dempsey, la fibra di kenaf fu presentata per la prima volta in Europa sul mercato di Londra agli inizi del XX secolo (1901-1902) con il nome di "Bimlipatam jute".
Tale nome prende origine dal villaggio di Bimlipatam ove - come segnalato nel 1910 dai due fratelli Howard, i primi che procederono alla classificazione del kenaf nei cinque fenotipi a tutt'oggi riconosciuti, - era localizzato un impianto di filatura ed una manifattura sacchi con differenti fibre.
La prima fabbrica di sacchi, che abbia utilizzato esclusivamente fibra di kenaf e che secondo il Dempsey restò funzionante fino al 1958, era localizzata a Nellore.
Utilizzo industriale
Successivamente, il kenaf quale fibra tessile da sacchi si diffuse in altri paesi del continente asiatico fino alla Cina, in Russia, in Persia e - dopo l'inizio della II Guerra Mondiale - nel continente americano.
Furono infatti gli USA che, necessitando di trovare un'alternativa nella fornitura di fibra da sacchi per l'impossibilità di approvvigionarsi di juta a seguito dell'invasione del bacino monsonico dell'Asia da parte delle armate giapponesi, classificarono le fibre tessili da sacchi come "materiale strategico" (*); a partire dal 1942 - iniziarono una vasta ricerca sul kenaf, prima in collaborazione con Cuba e poi con il Guatemala.
Con la fine della guerra e con il ritorno sui mercati internazionali della fibra di juta, tali programmi vennero abbandonati dagli americani ma continuati a scopi tessili da molti paesi del Sud America e dell'America Centrale, dell'Africa (principalmente dai francesi, per i loro territori coloniali, e dai sudafricani) e dall'Australia.
Ma è soprattutto alle ricerche condotte dagli Stati Uniti negli anni '40 che si debbono ancora oggi la maggior parte delle varietà selezionate esistenti.
http://www.kenaf-fiber.com/it/
(*) "Strategic and Critical Materials Stock Piling Act" end il "Defense Production Act" del 1950.
Fonte: "Il kenaf, non solo una nuova materia prima cellulosica" - G. Mignoni
Nel prossimo numero vi parleremo delle “Utilizzazioni e prodotti del kenaf” e della “Coltivazione del kenaf”

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