venerdì 25 marzo 2011

Tre mogli in Marocco "Voglio portarle in Italia"

Vive da vent'anni a Genova, gestisce una catena di macellerie islamiche nel centro storico. si è sposato una prima volta nel suo Paese, poi una seconda e adesso è al suo terzo matrimonio. Come per le due precedenti consorti, ha chiesto in Questura l'autorizzazione al "ricongiungimento familiare"
di WANDA VALLI
Lui, Mohamed, 44 anni, cittadino marocchino, da una ventina in Italia dove ha scelto Genova per vivere, rispetta tutte le leggi. A partire da quelle della sua religione, l'Islam che consente a un uomo di avere più mogli. A patto di garantire il loro benessere. E il benessere a Mohamed è arrivato grazie al suo lavoro: nel centro storico ha aperto macellerie per islamici dove vende la carne "lecita" macellata secondo quanto prevede quella religione e dopo ogni negozio aperto e avviato, si è sposato. E ha portato la moglie in Italia.
Adesso siamo al matrimonio numero tre, con relativa richiesta in attesa di esame presso la Questura di Genova, mentre il macellaio si prepara, assistito dall'avvocato Mario Iavicoli, a tentare una nuova strada: chiedere che la terza moglie possa, comunque, venire a vivere con lui in Italia dove la legge vieta la bigamia e l'harem.
Partiamo dagli inizi. Mohamed è molto giovane quando con la famiglia arriva in Italia, si sistema a Genova, impara a macellare carne, finché decide di aprire un negozio tutto suo nella città vecchia. Il commercio ha successo e Mohamed va in Marocco, si sposa torna a Genova e con la moglie mette al mondo due figli.
Intanto, vista la buona riuscita degli affari, apre una seconda macelleria e, poiché l'Islam lo permette, va in Marocco e si sposa per la seconda volta. Come fare per portare la consorte a Genova a vivere con lui? Quella volta Mohamed sceglie una strada "all'italiana": divorzia dalla prima moglie, consenziente e consapevole, la sistema con i due figli con un appartamento e così può, senza problemi, far arrivare in Italia la nuova sposa. Anche lei mette al mondo due figli, il marito la accudisce e vive con lei, ma non dimentica la prima signora e gli altri figli.
Gli affari continuano a migliorare, fino al punto da convincere il giovane commerciante- imprenditore che è arrivato il momento del grande salto: non più una, neppure due, ma tre macellerie islamiche. Neanche a dirlo, anche il terzo negozio trova molti clienti affezionati e, neanche a dirlo, Mohamed vuole celebrare il tutto con un terzo matrimonio. Così torna a casa, incontra l'ultima fanciulla prescelta e, naturalmente, la sposa.
Ora, però, vuole portarla a vivere con lui in Italia. Ma senza divorziare dalla seconda moglie. Spiega l'avvocato Iavicoli: "Nessuno chiede che il matrimonio venga riconosciuto in Italia questo è ovvio, ma esiste un atto, tra due cittadini del Marocco, legale in quello Stato che li dichiara marito e moglie. Noi vorremmo che, sulla base di questo atto, la signora fosse riconosciuta, in Italia, come convivente".
E la seconda e, per ora, unica legittima consorte? Tace e acconsente, garantiscono. Non si sa come farà la Questura a risolvere questo rebus. Se dovesse respingere la richiesta, Mohamed è già pronto per un ricorso al Tar.

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