martedì 8 marzo 2011

Il giorno della vittoria nell'Oceano Antartico

È ufficiale: la flotta baleniera giapponese ha deciso di abbandonare l'Oceano Antartico, almeno per questa stagione. E, se ritorneranno la prossima stagione, la Sea Shepherd Conservation Society sarà pronta a riprendere i propri sforzi per ostacolare e fermare le attività illegali di caccia alla balena condotte dai giapponesi. "La Nisshin Maru ha effettuato un significativo cambiamento di rotta subito dopo l'annuncio ufficiale da parte del governo giapponese che dichiarava che la flotta baleniera era stata richiamata in porto" ha dichiarato il Capitano Alex Cornelissen dalla Bob Barker.


"Sembra che stia tornando a casa!" La nave di Sea Shepherd Bob Barker tallona la nave stabilimento giapponese, la Nisshin Maru, dal 9 febbraio, impedendo ai balenieri di continuare le loro operazioni illegali di caccia alla balena. "Ho un equipaggio di 88 persone molto felici che provengono da 23 Paesi diversi, incluso il Giappone, e queste persone sono assolutamente entusiaste del fatto che i balenieri stiano facendo rotta verso casa e che il Santuario delle Balene dell'Oceano Antartico sia ora un vero e proprio santuario" ha affermato il Capitano Paul Watson. Le navi di Sea Shepherd Steve Irwin, Bob Barker, e Gojira rimarranno nell'Oceano Australe per scortare le navi giapponesi verso nord. "Non lasceremo il santuario delle balene fino a che l'ultima nave baleniera non se ne sarà andata" ha dichiarato Locky MacLean, il capitano della Gojira. "Questa è una grande vittoria per le balene" ha affermato il Capitano Watson "ma non l'abbiamo raggiunta da soli. Senza il sostegno del popolo australiano e neozelandese non saremmo riusciti a fare iniziare le nostre spedizioni dai porti dell'Australia e della Nuova Zelanda per sette stagioni. Siamo grati al Senatore Bob Brown e al Greens Party (Partito dei Verdi, nota di traduzione) australiano. Siamo molto grati a Bob Barker per averci donato la nave che ha fatto la differenza fondamentale nei nostri sforzi di scacciare la flotta giapponese da queste acque. Siamo grati a tutto lo staff e i volontari che lavorano a terra, ai nostri sostenitori e agli equipaggi delle navi. Siamo grati alla Marina e al governo del Cile e al governo francese per il loro sostegno. In tutto il mondo questo è un giorno molto felice per le persone che amano le balene i nostri oceani." È ufficiale: l'uccisione delle balene nel Santuario delle Balene dell'Oceano Antartico è finita per questa stagione, e i balenieri non hanno raggiunto neppure il 10% della loro quota. Sea Shepherd stima che quest'anno siano state salvate più di 900 balene. "È un grande giorno per le balene" ha dichiarato Laura Dakin, Prima Cuoca di Sea Shepherd a bordo della Steve Irwin e proveniente da Canberra, in Australia "ed è un grande giorno per l'umanità!"
Il Giappone sospende la caccia alle balene in Antartico: è una grande vittoria per Sea Shepherd Conservation Society (SSCS), per il Capitano Paul Watson, per l'equipaggio di mare e di terra, per i sostenitori dell'associazione, per chi ama il mare e gli animali. Agenzie stampa e giornali di tutto il mondo riportano la notizia dando il merito all'operazione No Compromise nelle acque polari. In Italia fin dalle prime ore del mattino la rete di attivisti e simpattizzanti è in festa, e l'annuncio è arrivato dai grandi quotidiani on line alla radio ai telegiornali nazionali, corredato da ampi servizi sull'azione diretta di SSCS.


Già in un comunicato dell'11 febbraio scorso, il Capitano della Bob Barker Alex Cornelissen aveva testimoniato come "le navi giapponesi si muovessero in maniera irrazionale, consumando grandi quantità di carburante". Tatsuya Nakaoku, uno dei funzionari addetti alla gestione della pesca delle balene, spiega: "La nave Nisshin Maru, che ha subito alcune iniziative di disturbo da parte di Sea Shepherd, ha sospeso le proprie attività il 10 febbraio per ragioni di sicurezza. Ora stiamo analizzando la situazione, e stiamo anche valutando la possibilità di finire prima la missione, anche se nulla è stato ancora deciso". Solitamente la caccia termina verso metà marzo, ma fonti governative avrebbero confermato le intenzioni delle autorità giapponesi di richiamare prima del tempo la flotta: i responsabili delle operazioni in mare starebbero valutando la possibilità di terminare prima del solito la caccia per evitare scontri o mettere a rischio la loro sicurezza e quella degli attivisti. "Questo dimostra che le nostre tattiche, le nostre strategie hanno avuto successo", dichiara il Capitano tramite telefono satellitare dalla Steve Irwin all'agenzia stampa AFP. "Credo che finora non abbiano predato molte balene..... probabilmente non più di trenta in tutto". I giapponesi, che avevano programmato di ucciderne 850 questa stagione, tornano a casa con il loro magro bottino di morte. E ai grandi cetacei dell'oceano australe non resta che salutarli con l'inconfondibile getto d'acqua dallo sfiatatoio, vivi e vegeti.

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