mercoledì 7 settembre 2011
Nuovo Parco in Madagascar per compensare la più grande miniera di nickel e cobalto del mondo
Una nuova area protetta è stata istituita a Analamay Mantadia, nel Madagascar centro-orientale, a 15 km a nord/est di Moramanga e ad 80 km ad est dalla capitale Antananarivo. Il nuovo parco è una delle compensazioni ambientali previste dal progetto minerario "Ambatovy" di estrazione di nickel e cobalto. Il primo workshop sul nuovo parco del Corridor forestier Analamay Mantadia (Nap-Cfam) è iniziato il 23 agosto a Moramanga per discutere i confini delle zone del Nap-Cfam, così come gli impegni delle diverse parti interessate a sostenere la realizzazione dell'area protetta.
Ambatovy è il più grande investimento straniero (5,5 miliardi di dollari) mai realizzato nella Grande île) e la più grande iniziativa industriale della storia del Madagascar e fra le maggiori dell'intera Africa sub-sahariana, è il frutto di una joint venture tra due imprese canadesi, Sherritt International Corporation e Snc-Lavalin, la giapponese Sumitomo Corporation e la sudcoreana Korea Resources Corporation. Ambatovy dovrebbe entrare in produzione nel primo semestre del 2012 ed entro il 2013 - 2014.
I due giacimenti a cielo aperto, a 3 km di distanza l'uno dall'altro, dovrebbero diventare la più grande miniera di nickel lateritico del mondo e raggiungere la produzione di 60.000 tonnellate di nickel, 5.600 tonnellate e 21.000 tonnellate di fertilizzanti sottoforma di solfato d'ammonio, un livello di produttività previsto per 27 anni.
Dopo l'estrazione, il minerale lateritico mescolato ad acqua per essere avviato, attraverso una condotta di 220 km, verso un sito di stoccaggio e la raffineria situata sulla costa orientale del Madagascar, vicino al porto di Toamasina, che verrà raggiunto dai vagoni carichi di nickel, cobalto e fertilizzanti con una ferrovia lunga 12 km..
Le quattro multinazionali «Si sono risolutamente impregnate a rispettare pratiche di gestione trasparenti, sostenibili e responsabili» e assicurano che «Ambatovy sarà il culmine dell'efficienza, della salute e della sicurezza industriale, della protezione dell'ambiente e dell'impegno sociale, contribuendo allo stesso tempo alla creazione di apportare un contributo considerevole ad una prosperità sostenibile in Madagascar».
Il projet Ambatovy «si è impegnato a mantenere la gestione a lungo termine degli habitat prioritari dell'area della miniera, assicurando in particolare la loro connettività alle zone di salvaguardia già esistenti, tra le quali le "zones de conservation" del progetto (900 ettari), la nuova area protetta del Corridoio Ankeniheny Zahamena, il Parc National Mantadia e la zona umida di Torotorofotsy, tutte in questa parte centro-est della Grande île)». L'istituzione del Napo-Cfam verrà realizzata in tre tappe: consultazione pubblica; elaborazione e presentazione del dossier di attuazione definitiva dell'area protetta; emanazione del decreto di protezione definitivo.
In Madagascar ci sono 18 parchi nazionali, 5 riserve naturali integrali e 23 riserve speciali. Il Paese, durante il Congresso mondiale delle aree protette Iucn del 2003 a Durban, si è impegnato a dare una forte priorità alla difesa della sua ricchissima e unica biodiversità attraverso un netto aumento della superficie totale delle aree protette da 1,7 milioni a 6 milioni di ettari, arrivando ad almeno il 10% del suo territorio sotto protezione.
Ma da allora deforestazione, cambiamenti climatici, miseria, aumento della popolazione, contrabbando di piante e animali, bracconaggio, disordini politici e un colpo di Stato hanno intaccato ancora di più la biodiversità e gli endemismi della Grande île. La miniera di Ambatovy sorge proprio nel cuore di una delle regioni più ricche di specie del Madagascar, a sud di quel che rimane del Corridor Forestier de l'Est. Tutto questo costituiscono una grande sfida per realizzare una mega-miniera in un Paese poverissimo.
«Per rilevare questa sfida - assicura il progetto Ambatovy - abbiamo elaborato delle politiche socio-ambientali il cui obiettivo è quello di evitare ogni perdita netta, ma preferendo un guadagno netto, per la biodiversità, garantendo allo stesso tempo dei benefici socio-economici per le popolazioni locali».
Intanto però due villaggi che sorgevano nell'area mineraria sono stati demoliti e i loro abitanti trasferiti in nuovi insediamenti vicini al centro di stoccaggio e alla raffineria.
Per concretizzare queste ambiziose politiche, gli impegni ambientali del progetto minerario di Ambatovy prevedono: Mettere in atto dei piani pionieristici di gestione dell'ambiente per assicurare la conformità con le norme nazionali ed internazionali più elevate, lungo tutte le fasi di costruzione, sfruttamento e chiusura del progetto; Evitare, ridurre al minimo ed attenuare tutti gli impatti residuali per la messa in opera di un programma di compensazione della biodiversità molto sfaccettato; Anticipare e gestire i rischi per l'ambiente grazie ad una partecipazione accresciuta delle parti interessate, all'informazione pubblica alle consultazioni, ad una comunicazione trasparente e ad una gestione adatta a far fronte agli eventuali rischi ambientali».
Con il Plan de Gestion Environnementale, Ambatovy (Emp)si impegna a gli Equator Principles, cioè un quadro di "credit risk management"volontario , per determinare, valutare e gestire i rischi sociali e ambientali delle transazioni di un project finance, che viene spesso utilizzato per finanziale lo sviluppo di grandi infrastrutture e progetti industriali che superano i 10 milioni di dollari; gli Ifc Performance Standards del Gruppo della Banca mondiale e il Business and biodiversity offsets Program (Bbop). L'Emp di Ambatovy fornisce anche un quadro per assicurare che tutti i problemi identificati durante l'Évaluation d'impact environnemental et social (Eies) vengano trattati con iniziative adatte e rigorose di mitigazione e controllo, che garantiscano «Livelli di impastto accettabili».
In questo lavoro Ambatovy è affiancata dall'Office national pour l'environnement (One) del Madagascar che deve approvare preliminarmente tutti i piani ambientali.
Dopo lo sfruttamento, le aree minerarie di Ambatovy saranno progressivamente bonificate, recuperate e riforestate per ripristinare l'ecosistema e il progetto minerario multinazionale assicura che «Rumore, aria acqua, qualità dei suoli e biodiversità sono continuamente valutate».
Questa enorme operazione di greenwashing, che speriamo sia davvero così "virtuosa" e non sia anche di "social-washing", viene presentata come «Uno dei maggiori contributori alla prosperità del Madagascar ed anche un importante fonte di entrate per la popolazione e il governo. Lungo tutta la sua esistenza (non proprio lunghissima, ndr) il Projet Ambatovy produrrà ricadute economiche e sociali importanti per il Paese attraverso le royalities e le imposte, gli investimenti nelle infrastrutture, la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo delle imprese locali, i trasferimenti di tecnologie, così come la formazione, l'educazione ed i programmi sanitari».
Speriamo per il povero e sfortunato Madagascar, per la sua magnifica gente e la sua eccezionale natura in pericolo tutto questo sia vero e venga rispettato. Speriamo che il virtuoso programma delle multinazionali per la mega-miniera di Ambatovy e i suoi parchi non faccia la fine di altri progetti simili realizzate in tutta l'africa con grandi promesse di progresso mai rispettate e scomparse nella corruzione, nell'ingordigia e nella distruzione del territorio e nell'avvelenamento della biodiversità.
Fonte: green report
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