mercoledì 7 settembre 2011

Tutto quello che c'è da sapere prima di fare un viaggio per Madagascar

La costa è quasi tutta disabitata, solo qualche villaggio di pescatori interrompe la prorompente e lussureggiante vegetazione che sovrasta le candide spiagge. Questa grossa isola rossa, quasi un continente, andato alla deriva nei millenni, dopo esser slittato lungo l'Africa orientale, è sempre stato lontano dalle rotte dei navigatori, come lo era stato prima anche dalle interferenze evolutive, tanto da creare una fauna ed una flora tipicamente autoctone.Così i primi a toccare le coste del Madagascar furono nel XV secolo gli arabi seguiti, nel successivo, prima dai portoghesi e quindi dai francesi. Ci fu poi il periodo dei pirati, ormai troppo infastiditi nei Caraibi ed attirati dalla rotta delle Indie, che fecero del Madagascar una delle loro basi dell'Oceano Indiano. Così questo passaggio di viaggiatori diversi, formò una popolazione estremamente varia, derivata da numerose razze: da quella indiana, a quella araba ed ancora africana, cinese ed indonesiana. Ciò rende il Madagascar molto diverso dalla vicina costa del Monzambico. Con il XIX secolo, dopo aver vissuto gli splendori della repubblica della filibusta e del regno dei Merina, l'isola iniziò ad aprirsi all'egemonia europea e specialmente francese che impose il suo protettorato sull'isola nel 1885, continuando con la sua influenza fino all'indipendenza dichiarata nel 1960.
Dal punto di vista geografico il paesaggio è molto vario, passando rapidamente dalle alte montagne, alla barriera corallina, dal clima pluviale della costa Est a quello desertico dell'Ovest o quello tropicale delle isole circostanti. Staccatosi dall'Africa, il Madagascar è diventato il centro di un sistema insulare che comprende le Mauritius, le Comore e le Seychelles. È molto montuoso all'interno, con massicci che raggiungono i 2500 metri di altezza, e formazioni geologiche arricchite da pietre semipreziose di numerosi tipi. Anche la fauna presenta una grande varietà di forme, alcune di particolare interesse derivate direttamente dalla preistoria dell'evoluzione, con variazioni avvenute solo lì. I lemuri, ad esempio, sono animali endemici che hanno raggiunto in alcune specie, ormai estinte, anche dimensioni umane ed insieme ai molti tipi di camaleonte rappresentano alcuni degli animali più caratteristici dell'isola. Anche per quel che riguarda la flora, il clima e la distanza dalla terra ferma, hanno generato forme particolari. Molto comuni le delicate orchidee ed i mastodontici baobab, ma caratteristica della zona è la palma del viaggiatore, dalla peculiare forma a ventaglio le cui foreste ricoprono vaste zone della costa Est.
Raggiungere il Madagascar non è difficile e, nonostante la bellezza dei luoghi, non è ancora diventato meta abituale del turismo internazionale, come è accaduto agli arcipelaghi limitrofi. Un pò per volontà politica, un pò per mancanza di organizzazioni che abbiano fatto investimenti adeguati, il flusso turistico nell'isola, grande come due volte l'Italia, è limitato a poche decine di migliaia di appassionati. Le strutture, a parte località particolarmente dotate, non sono estremamente moderne, ma la bellezza dei luoghi compensa ampiamente ogni carenza.
La visita in Madagascar può essere agevolmente divisa in due grandi tappe: quella interna e quella lungo le coste. Le strade non sono sempre ottime, ma affittare una macchina con guida per un tour è certamente il modo migliore per conoscere l'Isola Rossa senza problemi. Anche le linee aeree interne funzionano bene, ma sono molto affollate per il grosso uso che ne fanno gli abitanti. L'importante è di andare nella stagione propizia e cioè da aprile ad ottobre, che corrisponde al loro inverno, quindi temperature miti e poche piogge. Foreste lussureggianti al Nord e deserti al Sud, con alte montagne in mezzo e tanti parchi nazionali da visitare, sempre dopo essersi procurata la necessaria autorizzazione del ministero delle acque e delle foreste. Per gli amanti del mare invece le due zone consigliate sono quella di Nosy-Be nella parte Nord e di Sainte Marie, sulla costa Est. Qui si sono concentrate le organizzazioni turistiche e le basi da cui si può partire, con le barche noleggiate, alla scoperta delle bellezze delle isole e le coste limitrofe.
Non si può fare a meno di visitare la capitale Antananarivo, che ha uno dei mercati all'aperto più interessanti ed estesi del mondo. Naturalmente la visita va fatta di venerdì, giornata in cui il mercato gode della sua maggiore estensione e partecipazione degli artigiani. È qui che si potranno acquistare le famose pietre o gli altri oggetti di artigianato, come sculture di pietra o di legno, o addirittura le erbe medicinali, che con basi scientifiche, sono in grado di curare molte malattie. Da vedere anche il palazzo della regina e la rocca costruita da re Andrianjaka. Ma il Madagascar è certamente terra da visitare per le sue bellezze naturali e forse proprio a Nosy Be queste raggiungono il culmine. È un'isola nel canale di Monzambico a Sud-Est delle Comore, chiamata dai nativi isola dei profumi. E sono proprio questi ad accogliere i visitatori appena scesi dall'aereo, a cominciare da quello dello ylang ylang fino a quelli di caffè, cacao, vaniglia e canna da zucchero, tutti prodotti ampiamente coltivati sull'isola.
Il clima è pienamente tropicale con temperatura mite e gradevole specie nella stagione secca. Il paesaggio molto vario, con molti laghi vulcanici abitati da numerosi coccodrilli. Ci sono monti e la vegetazione è molto rigogliosa. Le coste sono molto frastagliate con baie, insenature e spiagge deserte con le palme che vanno a toccare il mare. Da non perdere anche un giro nella riserva naturale del Lokobe dove possono essere osservati lemuri diurni, camaleonti e volpi volanti. Intorno isolette e scogli che consentono interessanti navigazioni sempre diverse ogni giorno. Le due isole vicine di Nosy Tanikely e Nosy Comba, visibili da tutte le alture, sono le più a portata di mano, ma molte sono le mete raggiungibili con tour settimanali a bordo di barche a motore o a vela, con possibilità di immersioni spettacolari. Nosy Tanikely è un parco nazionale sottomarino a solo mezz'ora di barca, un vero acquario pieno di pesci senza paura che si avvicinano ai fortunati subacquei. Tutto intorno la barriera corallina a far da sfondo alla evoluzione della prorompente fauna. Nosy Komba ha splendide insenature tra cui sorgono i bungalow di Berenice, una nativa che ha organizzato un appoggio per i turisti arditi che ne facciano richiesta. Nosy Iranja è formata da due parti unite tra loro solo da una striscia di sabbia bianca: qui vengono le tartarughe marine a deporre le uova. Quarantacinque miglia a Nord c'è invece l'arcipelago delle Mitsio con spiagge di conchiglie e coralli e totalmente disabitate tranne l'isola grande, su cui sorgono alcuni piccoli villaggi. È qui che molti uccelli vengono a nidificare e ad offrire un ottimo soggetto fotografico insieme alle cosiddette canne d'organo: una formazione geologica di basalto nero che crea dei suggestivi disegni geometrici. Sulle orme dei pirati la visita a Sainte Marie, detta anche Nosy Mbavy cioè isola delle donne. Qui fu prima attaccato e poi salvato dalle donne un naufrago e la regina Bety ebbe una parte importante nella storia dell'isola. Quello che è certo è che i pirati, abbandonati i pericolosi Caraibi, cercarono di ricreare qui la stessa atmosfera della Tortuga, in attesa di depredare i galeoni diretti in India. Lunga 63 chilometri e larga nel punto più consitente, appena 5 chilometri, è circondata da una miriade di isolotti. Intorno alle sue spiagge, da giugno a settembre, vengono a riprodursi le megattere che qui danno sfogo alle loro danze d'amore, con salti e canti melodiosi.
Fonte: viaggiper.net

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