Questa è la storia di Carlo
Pelagatti, geologo nocetano per anni inviato
dall’Agip in terra d’Africa per scovare i pozzi di petrolio, ma anche per
dirigere e coordinare le attività dei dipendenti Agip in quelle zone del
mondo. Nato il 29 dicembre del 1931, Carlo
Pelagatti ha passato una vita intera alla ricerca del petrolio in Marocco,
Tunisia, Tanzania, Madagascar e Nigeria, in luoghi di sicuro non tranquilli
ma di una straordinaria bellezza e, una volta tornato, nel 1979 è stato
nominato direttore del settore Organizzazione per l’Italia e per l’estero
della sede Agip Mineraria di San Donato Milanese.
Una vita, la sua, vissuta nel segno dell'avventura, ma con il pensiero
sempre rivolto a casa, alle sue due figlie e alla moglie, Anna Chierici,
con cui è sposato da 53 anni e con cui vive tuttora a Milano. Una vita
fatta di pericoli, come quella volta nel 1960 sul Massiccio Rosso
dell’Atlante in Marocco, assieme all’amico Renzo Avenali, quando durante
una perlustrazione in elicottero, questo precipitò e, una volta finiti al
suolo, riuscirono a salvarsi restando coricati per terra evitando che il
forte vento li facesse volare giù da un dirupo. Una vita fatta anche di
grandi soddisfazioni, umane e lavorative, come l’aver scoperto un
giacimento di petrolio a El Borma, in Tunisia, con oltre cento milioni di
tonnellate di riserve; o come l'aver costruito una scuola in Tanzania,
l’essere nominato amministratore delegato della Nigerian Agip Oil Company
nel 1976 e l’aver costruito, tramite la Noac, una scuola italiana per i
figli dei lavoratori italiani in Nigeria. Tante piccole cose che gli sono
valse un grande riconoscimento e cioè il titolo di Commendatore dell’Ordine
al Merito della Repubblica Italiana per il lavoro svolto in Agip, per la
gestione della sicurezza in Nigeria e per l’impegno profuso nella scuola
italiana all’estero.
«Ritengo che questo titolo - spiega Pelagatti - acquisti maggior prestigio
se condiviso con tutti i dirigenti, i responsabili ed i lavoratori che
hanno contribuito alla nascità della Naoc, soprattutto in termini di
aumento di produzione di olio». Nel cuore e nella mente di Carlo Pelagatti
non sono però solo rimaste le imprese di lavoro di 40 anni di Agip: luoghi
e personaggi sono ancora freschi nella sua memoria. «Per me, il premio più
grande è stato il poter contemplare questo nostro straordinario pianeta: le
sconfinate savane dell’Africa Orientale, la forza dell’Atlantico sul Golfo
di Guinea, la grande scarpata rossa dell’Atlante Marocchino ed infine, il
cielo stellato su dune senza fine. Sovrumana bellezza, profondissimo
silenzio. Solitudine e dentro il cuore, il desiderio di tornare a casa».
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Fonte: gazzettadiparma.it
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