domenica 3 aprile 2011

Cucinare, la miglior “ecoarte” che abbiamo a disposizione?

Mangiare carne è un delitto? Meglio onnivoro o vegetariano? Il cibo locale è sempre la scelta più ecologica? Il bio fa sempre bene al pianeta e ai contadini? Il dibattito è ormai aperto da anni per trovare quello che nel tripharmakon Slow Food viene chiamato cibo buono (deve essere un piacere), pulito (rispetto per l’ambiente) e giusto (riconoscimento al lavoro del produttore).
Oltre a tutti questi interrogativi, si può focalizzare il dibattito su un altro aspetto. Saper cucinare può essere una ecoarte per salvare il pianeta mangiando sano con gusto?
Nonostante la gastronomia e la culinaria siano entrate da qualche tempo di prepotenza in tutti i media (in tv ci sono più programmi con cuochi che previsioni del tempo), sembra che la gente nel quotidiano abbia sempre più disimparato a utilizzare i fornelli.
Un mantra contemporaneo che si sente spesso è: «Non ho tempo per cucinare». Ma forse più semplicemente non sappiamo cosa cucinare. Abbiamo smesso di conoscere gli ingredienti, perchè possiamo contare su prodotti presenti tutto l’anno, sempre gli stessi, come sono sempre gli stessi i tagli di carne o le specie di pesci che acquistiamo.
Riscoprire l’arte culinaria è un processo di formazione e arricchimento culturale.
A livello quotidiano, “giocando” a fare gli chef, possiamo ridurre al minimo il consumo di piatti pronti, surgelati o già trasformati, la punta dell’iceberg dell’industria alimentare e dell’agroindustria.
Secondo, un buon cuoco va in cucina, vede cosa è disponibile e si ingegna a preparare il pasto. Questo riduce una delle maledizioni della nostra società, non plus ultra del consumismo: l’immane spreco di cibo (nelle discariche italiane finiscono ogni giorno ben 4 mila tonnellate di avanzi ancora consumabili).
Terzo, una buona cucina non può prescindere dai prodotti che utilizza. Il cuoco conosce la stagionalità, sceglie la verdura più adatta al periodo dell’anno, e di consegenza locale. Due semplici vantaggi: i prodotti sono più buoni e costano meno. Vale la pena fare lo sforzo per informarsi.
Quarto, il cuoco ha fantasia. Cucinare sempre le stesse cose annoia il palato. Cercare specie di pesci poco utilizzate per ricette originali, sostituire la carne con piatti altrettanto sostanziosi e nutrienti.
Riassunto. Divertirsi a cucinare (e fare bella figura con gli amici, che non guasta) ci fa mangiare più sano, ci fa andare al mercato a scegliere prodotti di stagione, ci fa diversificare la dieta, ci evita di consumare i prodotti già pronti, ci fa risparmiare, ci fa sprecare meno. Tutti questi comportamenti danno il vantaggio, tra gli altri, di avere un’attitudine alimentare più verde.
Adesso tocca a voi, entrate in cucina, basta cominciare. Il più difficile è lasciare il microonde per i fornelli e il freezer per il mercato sotto casa.

Luca Bernardini
l.bernardini@slowfood.it

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