domenica 3 aprile 2011

Titolo: Per mia moglie sono uno scemo

Ho portato mia moglie a rospi. Lei è originaria di Tulear e il mio intento era di farle allargare gli orizzonti, ma ho solo ottenuto il risultato di convincerla ancora di più di aver sposato un….”adala adala”, uno scemo. Aveva avuto questo sospetto già quando mi vedeva dare pane e latte ai cani randagi del Madagascar e provava vergogna per questa mia “insensata” generosità. In quattro anni, oltre a fornire cibo a quanti cani senza padrone mi fosse possibile, ho attuato parallelamente un’opera di educazione nei suoi confronti, cercando di farle capire che ai cani - almeno ai cani - non si devono tirare sassi o bastonate o acqua bollente. Se ci sono malgasci, specie di etnia Merina, che prendono in braccio i gatti e li accarezzano (benché i Merina siano una delle tre etnie che, i gatti, pure li mangiano) non si capisce perché non si potrebbe prendere in braccio un cane e accarezzarlo. E’ questione di pulizia del pelo? I gatti sono naturalmente più puliti? Le ho spesso spiegato che se ai cani, almeno quelli che bazzicano la “trano”, la casa, si fa regolarmente il bagno, smettono di essere sporchi. Con pulci e zecche è diverso, perché è più difficile farglieli sparire.
A mia moglie, appena arrivata in Italia, ho voluto far toccare con mano un esempio di come potrebbe essere il rapporto dell’uomo con gli altri animali: un rapporto di cooperazione e solidarietà. Infatti, ogni primavera, in certe strade che corrono lungo i laghi, si compiono notturne stragi di rospi, schiacciati mentre vanno ad accoppiarsi in acqua e a deporre le uova.
Lo fanno da milioni d’anni, ma solo da qualche decennio gli invadenti esseri umani, virus del pianeta Terra, hanno costruito nastri d’asfalto proprio lì dove passano loro. Voi pensate che, dopo aver deturpato il loro ambiente, in base all’idea di essere padroni dell’universo, gli esseri umani si comportino con rispetto ed evitino di schiacciarli?
Se pensate questo, vi sbagliate. L’uomo è padrone e tiranno e quando mai si è visto un padrone mostrare riguardo ai suoi sottoposti? Un padrone che rispetta la vita dei suoi schiavi ancora deve nascere!
Ma mica tutti gli esseri umani sono così. C’è anche chi si vergogna del comportamento prepotente che siamo soliti tenere con le altre specie. E cerca di rimediare. Così, nel caso dei rospi in amore, squadre di volontari umani percorrono le strade circumlacuali, con secchi e torce elettriche, indossando giubbini catarifrangenti per non fare la stessa fine dei rospi. Si mettono i rospi nei secchi e li si porta vicino riva, o comunque lontano dalla sede stradale. Si deve fare la cernita tra quelli ancora vivi (pochi) e quelli morti (tanti). Poi ci sono quelli solo feriti e in tal caso ci si appella a “Zanahary”, Dio, affinché decida Lui sul da farsi. Li si toglie comunque dall’asfalto e li si porta lontano, caso mai dimostrino di possedere doti fisiche di recupero. Ma è più probabile che vadano incontro a lenta agonia, finché l’ultimo brandello di vita si spegne in loro, aiutati magari da qualche cornacchia di passaggio.
Mia moglie osservava in silenzio, seguendoci svogliatamente. Le mostravo il contenuto dei secchi e le chiedevo se in Madagascar esiste il rospo comune, in latino Bufo bufo. Io non ne ho mai visti.Lei neppure. Abbiamo visto le “soababaka”, vendute al mercato di Analakely, ad Antananarivo, provenienti da Mahajanga. E, andando in gita a Sept Lac, mi ricordo di aver visto una “Traboketra”, ranocchia, del tutto simile alle nostre rane dalmatine. Nelle foreste pluviali del Madagascar c’è un’infinità di raganelle e ranocchie, delle più svariate specie. Facendo un confronto tra il Madagascar e le nostre latitudini, il numero di specie di anuri, in Italia, è davvero scarso. Il rospo comune, se si continua a non far nulla per salvarlo dai pneumatici delle auto, cesserà di essere comune e bisognerà cambiargli il nome. Oppure aggiungerlo al già lungo elenco delle specie estinte. In fondo, non ci vorrebbe poi molto. Basterebbe che i Comuni predisponessero barriere protettive sui bordi delle strade maggiormente interessate alla migrazione stagionale, con recipienti interrati ogni tot metri, così che i rospi, scendendo dalle montagne e trovandosi di fronte le barriere di teli di plastica, infisse nel terreno, le percorrono parallelamente fino a cadere nel recipiente. Che verrà poi svuotato da qualcuno direttamente sulla riva del lago. Oppure, per non dover tenere impegnato del personale, basterebbe costruire tunnel che attraversino la sede stradale, così che i rospi arrivino incolumi dall’altra parte. Nei paesi civili come Svizzera e Germania lo fanno da anni: come mai in Italia non ci riusciamo? Non dipenderà mica dalla mentalità cattolico-antropocentrica degli italiani? Non sarà che il luteranesimo sia un tantino migliore del cattolicesimo? Io pongo queste domande a chiunque voglia o sappia rispondermi, perché – giuro – in tanti anni che ho a che fare con gli italiani, non sono ancora riuscito a spiegarmi che cosa abbiamo di diverso noi da tedeschi e inglesi. Che cos’hanno loro che noi non abbiamo?
Mia moglie è di etnia Tanalana, viene dal profondo sud del Madagascar e io la capisco. Il loro substrato culturale è animista e su di esso si è innestata la dottrina cristiana elargita dai missionari. Di modo che, i malgasci, che in teoria dovrebbero vedere un’anima in tutte le cose, non riescono a provare un sentimento di fratellanza con gli altri animali, ma solo di ostilità e di indifferenza, né più né meno di ciò che succede agli italiani. E quindi, o gli italiani sono anche loro animisti, per la precisione criptoanimisti, o c’è un comune denominatore per tutti gli esseri umani, civilizzati, sedicenti tali o semplicemente….rustici, per non dire selvaggi, che potrebbe sembrare offensivo. Oppure c’è qualche altra spiegazione che mi sfugge. L’apporto della predicazione cristiana in Madagascar ha migliorato le cose? Ha addolcito gli animi degli animisti? Al di là di questo gioco di parole, e a parte gli scherzi, i malgasci, come tutti gli africani in genere, hanno tratto vantaggio dall’attività dei nostri missionari? Forse l’idea di dover essere gentili con gli animali è stata trascurata dai missionari cristiani (quelli cattolici di sicuro, i protestanti non so) e questa lacuna si vede dalle legnate che piovono sulla groppa degli “omby”, zebù e da come vengono trasportati gli “akoho”, le galline. San Francesco sicuramente se ne dispiace. Perché la Chiesa l’ha fatto santo? Forse perché la Chiesa è un porto di mare che accoglie ogni tipo di vascello e anche un santo zoofilo può essere funzionale per tenere a sé, nel recinto, le pecorelle di quel genere, i patiti degli animali. Strana gente, costoro, ma innocua, in fondo. Chissà, se il Poverello d’Assisi avesse fatto anche una predica ai rospi, oltre che agli uccelli, oggi ci sarebbero più volontari, di sera, dopo cena, a raccogliere rospi in pericolo sulle strade?
Freeanimals

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