Presso la Hebrew University di Gerusalemme, si è tenuto un simposio internazionale dedicato a Fellini tra vita e fantasia.Alcuni dei più rinomati e prominenti accademici al mondo, specialisti di Fellini provenienti da USA, Europa e Medio Oriente, si sono riuniti per parlare del cinema di Fellini in relazione con la memoria, l'arte antica, moderna e contemporanea, e la musica.
Dopo i saluti delle autorità e delle istituzioni israeliane e italiane, tra cui il rettore Reuven Amitai, ladirettrice dell'Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv Carmela Callea, Edwin Seroussi capo della School of Arts, Ruth Fine direttrice del dipartimento di studi romanzi e latino-americani, l'opening lecture dei lavori è stata affidata alla professoressa della NYU, Ingrid Isotta Rossellini - figlia di Roberto Rossellini e dell'attrice pluri-premio Oscar Ingrid Bergman - la quale ha parlato dell'amicizia e della carriera lavorativa tra Fellini e Rossellini.
Alla presenza del moderatore, il professore Menachem Blondheim, degli accademici e di un folto pubblico convenuto per la speciale occasione, Peter Bondanella, emeritus della Indiana University, riconosciuto tra i massimi studiosi che hanno dedicato più pubblicazioni a Fellini in USA, ha parlato delle origini di Fellini come caricaturista.
Nella seconda giornata di lavori, gli accademici hanno presentato le loro diverse ricerche durante sessioni dedicate, facendo vedere inoltre vari spezzoni di film del Maestro del Cinema. La sessione del mattino, intitolata“cinema come storia e cultura”, è stata moderata dal professore Moshe Zimmermann, dando la parola di apertura dei lavori a Manuela Consonni, del dipartimento di italianistica della Hebrew University, la quale ha parlato del “cinema come documento” nell'accezione di Sigfried Kracauer, analizzando nello specifico Amarcord. A seguire, Asher Salah, della Bezalel Academy Art and Design, ha presentato una sua ricerca molto interessante e utile per comprendere come Fellini è stato complessivamente recepito in Israele dal 1948 a oggi.
All'interno della sessione di “rilettura di Fellini”, il capo del dipartimento di Teatro, Yehuda Moraly, ha invece analizzato l'evoluzione dell'immagine della “spiaggia” in Fellini attraverso alcuni dei suoi principali film, come Le notti di Cabiria, Casanova, E la nave va.
Il professore Lior Barshack, dell'Interdisciplinary Center Herzliya, ha presentato una ricerca intertestuale su alcune cifre dello stile di Fellini. Della relazione tra il cinema di Fellini e la pittura del grande pittore veneziano Tiepolo ha invece parlato il professore Ariel Hirschfeld.
Nella sessione di "arti visive nel cinema italiano", moderata dalla professoressa Ingrid Rossellini, è intervenuto l'unico rappresentante italiano, Mauro Aprile Zanetti (nella foto). “Paradossalmente un non-accademico - come lo ha presentato la Rossellini - giovane film-maker, scrittore e reporter, che vive e lavora tra Milano e NYC; indicato a partecipare nel simposio internazionale dalla direttrice del dipartimento di cinema e di italianistica dell'università di Yale, Millicent Marcus, per una pubblicazione su Fellini e Morandi uscita a NYC nell'autunno del 2008, in concomitanza con la retrospettiva di Giorgio Morandi al Metropolitan Museum of Modern Art, e che si è imposta per la sua originale intuizione su Morandi nel pur vastissimo panorama internazionale di critica cinematografica specializzata su Fellini da oltre mezzo secolo”.
L'autore ha mostrato, con un linguaggio interdisciplinare ma comprensibile a tutti, un vero e proprio sistema di natura morte di Morandi costruito da Fellini attorno al personaggio di Steiner, interpretato nel film dal grande Alain Cuny. La sequenza in questione, quella del salotto intellettuale di Steiner, che divide il film in due parti perfettamente simmetriche - ha dimostrato Zanetti - come infine funga da “vero memento mori (natura morta, still life) per Marcello Mastroianni-Rubini e per noi spettatori che con il suo sguardo scendiamo nei gironi dell'inferno de La Dolce Vita. In questo senso, Steiner e le sue rispettive tre sequenze risultano come: “l’ani-materia de La Dolce Vita, il silenzio nel frastuono, per l’appunto, una vanitas di tutta la fiera della vanità da paparazzi dipinta da Fellini nel grande retablo del cinismo della mondanità de La Dolce Vita”.
A chiudere la sessione, la professoressa Hava Aldouby, che ha messo in rilievo alcuni precisi richiami di Fellini a celebri dipinti di Rembrandt, Velazquez, Soutine e Bacon. A seguire, il professore Ivo Blom, della VU University di Amsterdam, che, riprendendo lo studio di Mauro Aprile Zanetti, ha mostrato come nella sostanziale differenza tra Fellini e Visconti ci siano dei motivi iconografici di forte rassomiglianza pittorica, precisamente per quanto concerne il tema della morte ne Il Gattopardo e La Dolce Vita.
Nella sessione finale, moderata dalla professoressa Ruth HaCohen,dedicata alla musica, il musicologo Massimo Acanfora Torrefranca ha parlato del genio di Nino Rota, di cui il prossimo dicembre ricorre il centenario. (ItalPlanet News)
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