mercoledì 27 aprile 2011

Madagascar: Regione da salvare

di Silene Coronese
Spesso tra i banchi di scuola si studiano i diversi ambienti del mondo sia per renderci un’idea di quale sia la varietà degli ambienti naturali terrestri, sia per sviluppare un maggiore interesse verso la natura e la sua tutela. Tra questi siamo rimasti colpiti dal paesaggio naturale del Madagascar, in Africa. Un’eredità del mondo? L’Unesco ci crede e ha ragione. Le foreste tropicali, le loro lussureggianti caratteristiche, la loro fauna e flora sono un autentico patrimonio naturale. I parchi d'Andohahela, d’Andringitra, del Marojejy, della Masoala, della Ranomafana e della Zahamena, nel Madagascar sono tutte foreste tropicali classificate “eredità del mondo”. I primi parchi nazionali e riserve del Madagascar furono istituiti nel 1927 sotto la dominazione coloniale francese per proteggere le specie animali in pericolo di estinzione. Oggi se ne contano circa 50 e coprono circa il 12% del territorio non abitato. La regione più visitata è quella che comprende il Parco Nazionale Montagne d’Ambre e la Riserva Speciale Ankàrana. Ma il Madagascar è anche un incredibile paradiso della biodiversità: il 5% delle specie animali e vegetali del mondo si trova su questa grande isola dell'Oceano Indiano. L'80% di queste si trova solo ed esclusivamente in Madagascar: specie rarissime di orchidee, Pachypodium (zampe d’elefante) e baobab, e poi camaleonti, tartarughe e gechi, come dimostra uno studio condotto dai ricercatori della Rice University di Houston (Texas). Il Madagascar è un emblema di questa ricchezza: gli esperti lo chiamano hotspot, punto caldo, perché è uno dei luoghi dove si concentra un altissimo tasso di biodiversità, con creature che non esistono in nessun altro angolo del Pianeta. L’animale “tipico” del Madagascar è il lemure, il piccolo cugino delle scimmie; vive esclusivamente nell’isola africana del Madagascar, ma nemmeno qui è più al sicuro. La flora e la fauna del Madagascar sono un tesoro e sono già minacciati dalla deforestazione e dall’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. Adesso ci si mette anche il riscaldamento globale: infatti le piogge torrenziali abbattono gli alberi o spazzano via i frutti proprio quando i piccoli lemuri ne avrebbero più bisogno. E così verrebbero a mancare gli habitat delle specie animali incidendo sulla fecondità degli stessi. Le vastissime aree di foresta vengono viste come una risorsa da sfruttare senza pietà, per ricavarne terreno coltivabile praticando il sistema del taglio-fuoco. Dal punto di vista della popolazione, straordinaria è la fusione delle razze provenienti in passato dall'occidente e dall'oriente, dando origine a 18 tribù che si differenziano sia per quanto riguarda i tratti somatici che per lo stile di vita. Altra particolarità della cultura malgasca è l’uso di amuleti, composti da vari tipi di materiali come corna di zebù, piante, perle, pezzi di legno che servono ad allontanare il male. In pratica si tratta di popolazioni arretrate che avrebbero bisogno di aiuto da parte nostra e non di venire sfruttati solo per delle risorse che loro posseggono ma non utilizzano! Sono popolazioni che hanno bisogno di evolversi per creare anche loro una propria economia e per porre fine alla mancanza di cibo, di acqua e di medicinali. La conoscenza delle loro condizioni, del loro ambiente naturale e della loro cultura ci deve educare al rispetto di qualsiasi popolazione umana, al di là dell’enorme differenza di sviluppo!!

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