ITALIA FOR ITALY - Le imprese italiane hanno retto le turbolenze finanziarie, dando segni di ripresa sul fronte dell’internazionalizzazione, sia in termini di esportazioni che di investimenti |
In un contesto internazionale sempre più difficile, con l’Italia che affronta la duplice problematica del ripianamento del debito pubblico e dell’esigenza di crescita, una nota sicuramente positiva è rappresentata dall’export.
In qualità di Presidente della Simest, ho potuto constatare l’attivismo delle imprese italiane in tutti i settori. Una prova è il bilancio 2011 della Simest, che ha conseguito i risultati più elevati dall’inizio dell’attività, con ricavi per 45,6 milioni di euro, un margine operativo di 21 milioni di euro (46% dei ricavi), utile prima delle imposte pari a 17,2 milioni di euro (38% dei ricavi) ed utile netto di 11,1 milioni di euro (24% dei ricavi).
Un bilancio che registra una crescita continua negli ultimi anni, confermando non solo l’impegno da noi profuso, ma anche la capacità delle nostre imprese ad espandersi sui mercati internazionali con progetti competitivi, con ricadute sicuramente positive anche sul mercato interno. Al 31 dicembre 2010, il portafoglio Simest ha raggiunto 245 partecipazioni, oltre alle 174 a valere sul Fondo di Venture Capital, il portafoglio più consistente in mano ad una società pubblico-privata.
Per quanto riguarda l’export credit, lo sviluppo commerciale e l’utilizzo dei fondi rotativi per la patrimonializzazione delle PMI esportatrici - gli strumenti agevolativi gestiti da Simest per l’internazionalizzazione delle imprese italiane - nel 2010 sono stati approvati 429 progetti, per un valore complessivo di circa 3 miliardi e 400 milioni di euro. Le prospettive sono incoraggianti: secondo i dati Istat, a luglio 2011 le esportazioni extra UE hanno registrato un incremento del 2,3%, mentre la crescita complessiva delle esportazioni italiane, nel biennio 2010-2012, in America Latina segnerà un +14%, trainata da Brasile e Cile. In Asia l’incremento sarà del 10%, con Cina e India in pole position, mentre Turchia e Russia (ma si prospetta un ruolo crescente anche per Polonia e Repubblica Ceca) si confermano i mercati europei di punta. In Nord Africa l’export italiano registrerà un +7,6%, trainato soprattutto dalla domanda tunisina; in Africa Sub-sahariana si segnalano Nigeria (+10%) e Sudafrica (+8,9%).
Di recente, un altro fronte di internazionalizzazione si è aperto con grandi prospettive: quello del Mediterraneo. I recenti avvenimenti in Libia, dove storicamente sono presenti le imprese italiane, i progetti per la ricostruzione del Paese dopo oltre quarant’anni di dittatura, l’apertura ai mercati internazionali, non solo per quanto concerne i prodotti petroliferi, rappresentano segnali che fanno ben sperare nel futuro.
In questo processo di internazionalizzazione delle imprese italiane, Simest occupa un ruolo sempre più centrale. La sfida futura della società, d’intesa con tutti i soggetti istituzionali, sarà quella di assicurare non solo servizi globali di assistenza finanziaria e bancaria alle imprese, ma anche di indirizzo e di programmazione, rivolta soprattutto alle PMI.
La collaborazione con i sistemi associativi delle imprese, con il Sistema Camerale e con le principali banche italiane, il prossimo definitivo decollo degli SPRINT-Sportelli Regionali per l’internazionalizzazione, vanno in questa direzione.
È evidente che occorre, per una competizione che diventa giorno dopo giorno sempre più selettiva, sostenere l’innovazione delle nostre aziende, favorendo, da un lato, le opportunità di aggregazione - limitando così il deficit dimensionale del nostro sistema imprenditoriale - e, dall’altro, prospettando e sostenendo un modello di impresa che ponga al centro della sua azione quei processi tecnologici e produttivi in grado di imporsi sui mercati mondiali.
Per ottenere questi risultati è rilevante il ruolo di soggetti - come Simest - che si muovono a supporto delle imprese italiane, con la “mission” di armonizzare l’esigenza del sostegno pubblico ai risultati di bilancio adeguati alle aspettative degli azionisti privati.
In questa ottica l’azione di Simest, in piena sintonia con il Ministero per lo Sviluppo economico e con gli altri soggetti istituzionali che si occupano dell’internazionalizzazione italiana, dovrà avvalersi della business community degli Italiani all’estero, quale testa di ponte per l’affermazione delle imprese italiane e del Made in Italy.
Fonte: ItalPlanet News)In qualità di Presidente della Simest, ho potuto constatare l’attivismo delle imprese italiane in tutti i settori. Una prova è il bilancio 2011 della Simest, che ha conseguito i risultati più elevati dall’inizio dell’attività, con ricavi per 45,6 milioni di euro, un margine operativo di 21 milioni di euro (46% dei ricavi), utile prima delle imposte pari a 17,2 milioni di euro (38% dei ricavi) ed utile netto di 11,1 milioni di euro (24% dei ricavi).
Un bilancio che registra una crescita continua negli ultimi anni, confermando non solo l’impegno da noi profuso, ma anche la capacità delle nostre imprese ad espandersi sui mercati internazionali con progetti competitivi, con ricadute sicuramente positive anche sul mercato interno. Al 31 dicembre 2010, il portafoglio Simest ha raggiunto 245 partecipazioni, oltre alle 174 a valere sul Fondo di Venture Capital, il portafoglio più consistente in mano ad una società pubblico-privata.
Per quanto riguarda l’export credit, lo sviluppo commerciale e l’utilizzo dei fondi rotativi per la patrimonializzazione delle PMI esportatrici - gli strumenti agevolativi gestiti da Simest per l’internazionalizzazione delle imprese italiane - nel 2010 sono stati approvati 429 progetti, per un valore complessivo di circa 3 miliardi e 400 milioni di euro. Le prospettive sono incoraggianti: secondo i dati Istat, a luglio 2011 le esportazioni extra UE hanno registrato un incremento del 2,3%, mentre la crescita complessiva delle esportazioni italiane, nel biennio 2010-2012, in America Latina segnerà un +14%, trainata da Brasile e Cile. In Asia l’incremento sarà del 10%, con Cina e India in pole position, mentre Turchia e Russia (ma si prospetta un ruolo crescente anche per Polonia e Repubblica Ceca) si confermano i mercati europei di punta. In Nord Africa l’export italiano registrerà un +7,6%, trainato soprattutto dalla domanda tunisina; in Africa Sub-sahariana si segnalano Nigeria (+10%) e Sudafrica (+8,9%).
Di recente, un altro fronte di internazionalizzazione si è aperto con grandi prospettive: quello del Mediterraneo. I recenti avvenimenti in Libia, dove storicamente sono presenti le imprese italiane, i progetti per la ricostruzione del Paese dopo oltre quarant’anni di dittatura, l’apertura ai mercati internazionali, non solo per quanto concerne i prodotti petroliferi, rappresentano segnali che fanno ben sperare nel futuro.
In questo processo di internazionalizzazione delle imprese italiane, Simest occupa un ruolo sempre più centrale. La sfida futura della società, d’intesa con tutti i soggetti istituzionali, sarà quella di assicurare non solo servizi globali di assistenza finanziaria e bancaria alle imprese, ma anche di indirizzo e di programmazione, rivolta soprattutto alle PMI.
La collaborazione con i sistemi associativi delle imprese, con il Sistema Camerale e con le principali banche italiane, il prossimo definitivo decollo degli SPRINT-Sportelli Regionali per l’internazionalizzazione, vanno in questa direzione.
È evidente che occorre, per una competizione che diventa giorno dopo giorno sempre più selettiva, sostenere l’innovazione delle nostre aziende, favorendo, da un lato, le opportunità di aggregazione - limitando così il deficit dimensionale del nostro sistema imprenditoriale - e, dall’altro, prospettando e sostenendo un modello di impresa che ponga al centro della sua azione quei processi tecnologici e produttivi in grado di imporsi sui mercati mondiali.
Per ottenere questi risultati è rilevante il ruolo di soggetti - come Simest - che si muovono a supporto delle imprese italiane, con la “mission” di armonizzare l’esigenza del sostegno pubblico ai risultati di bilancio adeguati alle aspettative degli azionisti privati.
In questa ottica l’azione di Simest, in piena sintonia con il Ministero per lo Sviluppo economico e con gli altri soggetti istituzionali che si occupano dell’internazionalizzazione italiana, dovrà avvalersi della business community degli Italiani all’estero, quale testa di ponte per l’affermazione delle imprese italiane e del Made in Italy.
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